sabato, gennaio 07, 2017

Lorena, 11.








Prima di arrivare in quel posto, avevo attraversato un ponticello di legno marcio quasi interamente coperto da erbacce ed arbusti; sentivo qualcosa, sia a livello visivo ed olfattivo che qualcosa di pesante gravitare minaccioso sulla schiena. Per pochi centimetri le assi del ponte non erano imbevute e affondante nella cedente e crollante acqua malsana della palude. Il braccialetto d'oro che le avevo regalato era appoggiato su un cespuglio imbiancato dalle escrescenze filamentose cadute delle piante sovrastanti. Dopo le perlustrazioni, non abbiamo trovato né Maya, né il suo corpo. Una piccola infartuata notte duratura tra lo strisciare di cipressi calvi. Mi sono limitato a vivere in piccole stanze, ho bramato solo piccole, piccole cose e per tempo non sono riuscito a vedere oltre la Curvatura della Terra. Ho appeso una gigantografia di Maya sopra il letto e ho scritto: VIENI A RIPRENDERMI. Fuori dalla porta, non appena la mattina si affaccia con la sua selvaggia e proverbiale Ripetizione del Verbo Inascoltato, rifiuti organici ben ordinati prendono posto nel vitale agitarsi del Cosmo. Alimentazioni elettriche soddisfatte da generatori rimessi in moto dopo la tormentata stagione del grande freddo continentale a nord, su nei territori ai confini con quella altra nazione, ora sfoggiano il loro alto grado di efficienza e di prestanza, fornendo ai cittadini ogni tipo di servizio: insegne luminose con ancora la forza di scintillare, scoppiettare ad intermittenza, forni a microonde che fanno roteare metodici il piatto di vetro al loro interno, lavatrici con carichi lordi in cestelli di ferro che vorticano in fasi di lavaggio sempre più corrosive, il funzionamento costante dei rulli degli autolavaggi di zona per i figli che vogliono lustrare i fanali delle auto dei propri padri fuori città. La mia faccia è stata una gomma flaccida, gonfia ed una mia certa espressione coltivata nei mesi passati alla ricerca di Maya, sta scomparendo, sta per essere mangiata nei suoi stessi contorni. Esser stato accondiscendente con alcool e sostanze psicotrope non ha di certo aiutato, ma il vero problema sono io, qua, che guardo la sua gigantografia. DOVE SEI. Come ogni giorno, tra qualche minuto, mi verserò il primo bicchiere oppure berrò direttamente dalla bottiglia mentre aspetto la telefonata di Lorena per eventuali aggiornamenti. Il pomeriggio non rientra nei miei piani.







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