domenica, gennaio 15, 2017

969, Rivisto







La verità trasforma i modi di pensare e di esistere.

MARCUSE




Cos’è che si poteva dire. In quel quartiere la gente stava ferma. Andava al lavoro, tornava a casa. La profondità del tempo per le strade. Qualcuno si lanciava dal ponte fuori città e atterrava quasi morto sul letto del fiume prosciugato da decenni di dissennate pratiche industriali; moriva qualche istante dopo nel tanto sospirato aldilà. Chi sarà il prossimo. Le persone di questa città raramente si fanno di queste domande. Non pensano come vivono gli altri. Nelle prigioni, negli ospedali, nei manicomi che stanno chiudendo. Quello che una costituzione può dire. Cose come diritti, doveri, negazioni quando l’essere umano è solo di contorno a chi detiene veramente il potere. La democrazia è sempre stata come essere uno spettatore ad Atene o in un Off-Boadway. Vedete, voi vedete. State vedendo qualcosa? Sentenze millenarie iscritte sui frontoni dei palazzi delle istituzioni. Tenete bene presente quale sia il vostro posto a tavola, cari concittadini. Bandiere appese che collassano da balconi giusto prima che si perdesse l’equilibrio generale. La caduta di una nazione secondo il racconto del buon samaritano. Siamo pieni di lupi al confine: sentiamo il loro odore, guardiamo i lori occhi e i loro corpi che si ritirano e che si stendono. Il mondo materiale è il solo racconto che possiamo farci. Tanto tempo fa anche noi siamo stai bambini, come dire è tanto tempo che non ascoltiamo del sano e robusto rock’n’roll. Un’ultima cena con donne che si guardano attraverso un acquario alludendo al diluvio universale e a dicerie secolari. Mia moglie era sempre così stanca. Insegnava storia ed epigrafia della Grecia Antica. Il suo mondo era una biblioteca a cielo aperto. O una prigione di massima sicurezza. Tutto era così dannatamente simbolico. Ero la sua quantica frazione umana, un corpo con cui potesse avere un confronto quotidiano.










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