giovedì, marzo 31, 2011

Joyce


Grossman


Soutine

Gregory Corso

Qoelet Blues Rivisto

Cerbiatto di Eco


I:
Sei un cerbiatto
che mette male le zampe
non ricordi i voti voluti
per farti sacra
dioniso si è dato
a forti elucubrazioni alcooliche
non hai retto alla domanda
né al suo indovino
il tuo piccolo corpo
nelle terre disabitate
non potendo toglierti la tunica battesimale
hai aperto una cucitura del palato
ed hai parlato
con in pancia una sacca
Eco dirà di non essere
mai stata sentita
per il cavo del timpano deformato.

Da Qoelet Blues

North Beach


I:
Strano vederti qui
ad un parco di N.B.
la gente approfondisce
le zazzere intellettuali
gesticolando
strano vederti qui
con una birra in mano
che occhieggia
affabile morbido
suolo californiano
mentre le narici mi s'impregnano
della mistica del tuo sesso
tutt'intorno famiglie banchetti
cibarie succulente & grande autocontrollo
pentagrammi di catrame
accartocciati fino a Filbert
note di luglio
al jazz festival
mi sdraio
strano saperti lontana
altromondo.

Da Qoelet Blues

Canto di una pietra del Nuovo Messico  

I:
I primi quattro giorni li ho passati
sulle domande giovanili
hanno iniziato a cantare lente
poi spaccarsi in uno sola
sempre stante nello stare
incavata fino all'orlo del terriccio
nella posizione inebetita
nella caligine che annuso
des-oleazione putriferica
quello che non riesco
mai a nascondere
tra le pieghe secche
del mio minerale
incavata fino all'orlo del terriccio
nella posizione inebeti
il colore fracassato
non lo vedo
è fuori è naturale
nel legno bollente delle stelle
paglia voglio che renderai al fuoco
con una violenza maggiore
e questa terra ha da dartene
e dio ha solo due gocce
la terza pesta i piedi per terra
è troppo umana
li conosco e quando sarà
Malachia salverà gli uccelli notturni
è l'ultimo della scorta
e che sia l'ultimo
hanno iniziato
prima con un chiaro gioco di sostituzione di dita
poi un raddoppiarsi un accumularsi
un certo rumore sudicio chiromantico
un quasi farsi pugno
che si sottrae al dunque
per piegarsi ed infilarsi
a becco di papera
a forza dentro 
testa di cobra
dilata spinge gonfia
a grandi fiotti
inizio a capire
dalle mascelle di vipera
tutta troppa povera crista
colo di sgorgo
deve smettere
inizia a prosciugarmi
e a leggere
i miei veri componenti chimici.

Beethoven Ludwig Van

Nietzsche

Tom Waits - Heart Attack and Vine

Tom Waits

John Fante & Charles Bukowski


mercoledì, marzo 30, 2011

Recensione da "Il Tempo", agosto 2009

Racconti«Qoelet blues», la mente è la bocca dei personaggi

UNA PAROLA ESPRIME L'ESISTENZA

«In principio era il Verbo».


Si potrebbe sintetizzare così «Qoelet Blues» opera prima del ventottenne Niccolò Alberici tra pochi giorni in libreria. Più di 220 pezzi, o blues, dove protagonista è la parola come «genesi» del racconto di ogni personaggio.

«Volevo creare una singola unità linguistica, un morfema da trascinare in ogni parte del libro espresso dalle bocche delle menti delle persone che narrano», spiega l'autore. In calce al libro quattro atti recitativi, che l'autore definisce veri e propri «radiodrammi».

Il più significativo è l'ultimo: Famiglia Gurskij nato da un'esperienza personale di Alberici. Un viaggio ad Amsterdam e il racconto di una donna, all'epoca ragazzina, che ha visto portar via la famiglia di ebrei che le viveva accanto dai nazisti. Una collaborazionista forse che con le sue parole esprimeva «la pena provata da una persona dalla libera e giusta coscienza che si è trovata a compiere qualcosa di orribile, indicibile, non facilmente ricordabile, ma che nei fatti della realtà di questo mondo ha avuto luogo», spiega. L'esempio più significativo di ciò che è «sembratoscomparso», ma in quanto reale porta con sé il significiato di un'intera esistenza.

La scrittura per Alberici è proprio questa: non passione, ma esistenza, «un atto che si tinge di estremo».

Goya, I disastri della guerra

Musil

Number 1, Pollock

Joyce

COYOTE @ HEJIRA - JONI MITCHELL

Dai Blues dell'Anima RossA

Il facchino-giocatore

I.
Vecchia carta joe
ha tra la pelle colorazioni
che non valgono niente
e gioca sempre contro il tavolo
e la sua pelle non si sa se torna a casa
si sa che i temporali sono vicini
e sanno di scorie pure truccate
inammissibile secondo criteri
di ammissione alla prova
si sa di un maiale cieco
in una lavanderia o in una tintoria
si sa che dopo
la carta tira dritta storta
ma non è niente
un infrangi-legge bazzica solo
e solo per i locali deposito-valigie
o quello che vuoi.


Dai Blues dell'Anima RossA

Ruoto panoramica a Coney

I.
Una ruota
delle rotaie
che fanno rullare
le scatole_________
_______di metallo
con alcune volte
______della gente
dentro delle persone

MUGUGNO SCOSSO
a Coney Island_____

Dai Blues dell'Anima RossA

Bovisa

I.
Nel gennaio di quest'anno
ho cambiato lavoro
mi sono trovato
in un altro quartiere della città
con flussi di facce diverse
con altri modi di camminare
mi muovevo per una via
stretta diroccata lunga
come solo certe vie
sanno essere
quando le incontri
nel momento in cui devi andare
a fare una cosa
o la cosa ti aspetta
una musica sotto i IV gradi
di fuori mi ha attirato
mi sono fatto pacco postale
mi sono dato un occhio intorno
ed ho osservato
nessuna raccomandazione
nessun pericolo
solo panini brioches birra
& pochi liquori
per pomeridiani universitari
serviti da un uomo sconosciuto
dietro il bancone
presente come la macchina del caffè
o la spina della birra
gli ho dato una selezione di Mr. Waits
l'ha messa subito su
&d abbiamo disquisito &d immaginato
poi ce ne siamo dovuti andare
lui a casa dalla sua famiglia
io a casa per uscire
per le strade di nuovo.

domenica, marzo 27, 2011

Janis Lyn Joplin (January 19, 1943 – October 4, 1970)

Da "On the road" - J. Kerouac's incipit






"I first met met Neil not long after my father died... I had just gotten over a serious illness that I won't bother to talk about except that it really had got something to do with my father's death and my awful feeling that everything was dead."

Original scroll

ON THE ROAD


Tre live di Leonard Cohen



Jerry Garcia Band: Tangled Up in Blue

Desire


Tracklist


  1. Hurricane - 8:33
  2. Isis – 6:58
  3. Mozambique - 3:00
  4. One More Cup of Coffee (Valley Below) - 3:43
  5. Oh, Sister - 4:05
  6. Joey – 11:05
  7. Romance in Durango – 5:50
  8. Black Diamond Bay – 7:30
  9. Sara – 5:29 -

Wadada Leo Smith Golden Quartet