domenica, aprile 21, 2013

Dal diario di un estraneo






In una “ridente”
cittadina marittima italiana
si parla di oltre 10 anni fa

io & D. stavamo tornando verso casa
dopo un aperitivo prolungato
in cui avevamo parlato a lungo

disordinati
io & D.
nella nostra relazione

parlando degli errori
& soprattutto dei miei dubbi
sul nostro rapporto

& sui futuri sviluppi
& lei ascoltava impietrita
forse disgustata dalla mia sincerità

le mie analisi impietose
cosa che non farei mai ora
ma ero un altro uomo

21 anni, & volevo solo litigare
casa dei miei in collina
una cd. classica seconda casa

terrazzo vista mare
appartamento confortevole
piante grasse lasciate crescere

un quarto d’ora di macchina
da quel bar in una delle piazza
che da sul porto di sanremo

in molti blues o jazz dicono -
dopo il litigio
fare l’amore

le sue istigazioni per strada
vicino al muretto intessuto di pietre
& di pisciate di gatti & di uomini

stizzito, provocato di nuovo
“e allora scrivi cristo!
chi te lo vieta!”

le tirai un piccolo & calmo
calcio nella parte più morbida
del suo fondoschiena

“aiha, sei totalmente pazzo oramai?”
vai avanti
la macchina è a pochi metri

dei militari mi avevano fermato
per eccesso di velocità
prego, favorisca i documenti

il dizionario della lingua italiana
il volume sulla storia dell’italia contemporanea
erano sul comodino

faceva scienze della comunicazione.
Sveglio andai in bagno
& ritornai a letto, per abbracciarla

sveglio sono andato verso la porta del bagno
sentivo che era lì dentro
sei lì? tutto bene?

“sì sì mi sto truccando
rimettiti a letto
arrivo tra poco”

uscita, aprendo la porta
si è seduta sul bordo del letto
al mio fianco

mi ha preso le mani
raccontandomi di come era stata male
durante la notte, aveva rimesso più volte

& di come mai nessuno
l’avesse abbracciata & tenuta
in quel modo dalle 5 di mattina in poi.

Cheever su Kerouac