lunedì, gennaio 16, 2017

778, Rivisto






CASSIO: Siamo giunti a tanto?

SHAKESPEARE.



Lavorava in modo molto disciplinato su cadaveri per una società di investimento con grandi capitali diffusi in industrie farmaceutiche. Numero dei caduti: 134, numero dei volontari, 21. Era quel tipo di situazione e quel tipo di situazione era totalmente sbagliata. Poteva essere sbagliata per credenze, comunità, gente morta. Parliamo. Registrazione da un’autopsia. Il soggetto (l’individuo) presenta molteplici lesioni cutanee causate da segni di lotta. Profondi tagli nella cavità toracica. Levigazione degli arnesi su una superficie di un corpo inanimato. O meglio, dopo un’attenta analisi, non ne presenta alcuna. Ferite. Oppure, meglio ancora, parole in libertà nel pieno corso del procedimento autoptico. Ematomi. Un giorno pieno di dati oscuri. Un giorno in pieno giorno. Indagini. Indagini su corpi martoriati di persone sparite. Sequestri, allontanamenti volontari. Corpi bruciati appena fuori dalla competenza statale. Statale 99. La sera, dopo le 5 del pomeriggio, rientrava a casa, dove il suo uomo, disoccupato, un finto attore o se vogliamo un attore di quarta categoria, la attendeva con una bottiglia in mano o una dose pronta, una dose di qualcosa. Non puntare mai troppo il dito contro il tuo avversario. Il suo cuore diventato blu che espira: gas vari, etanolo, gasolio stantio e molte altre sostanze dimenticate nei millenni. Topless bar, sentenze, multinazionali, ovvero la lingua latina in abbandono. Sparizione di un adolescente. Tipologia: femmina. Causa del decesso: la morte, la solita vecchia morte. E va bene: stupro. La gente che ti chiama sul telefono di casa alle 11 di sera, alcune volte, totalmente assuefatta. Ossicodone, forse qualche divorzio di troppo. Certe donne hanno una difficoltà pazzesca a vivere. Di fatto non sanno cosa fare della propria vita e alla fine magari liberano un posto. Per esperienza, gli uomini fanno peggio. Ma questo non vuol dire niente. La prima parte della storia inizia con me che parlo ad un telefono pubblico con Abigail: ventuno anni, capelli rossi, lentiggini, occhi azzurri, grandi e grossi occhiali con lenti spesse ed una montatura di plastica trasparente. Una volta all'anno si prendeva del tempo dalla sua setta di origine. Avrebbe voluto vivere altrove, magari con me, qui, oppure andare sulla costa ovest cercando fortuna tra le stelle del cinema. Vestiva con abiti lunghi, pesanti. Fece quella che fu per lei una scoperta sconcertante: forse dio non esisteva. Disse con forza che era molto arrabbiata con la sua famiglia. Mi hanno tradita fin dall'inizio. Così, rinizio, prendo una strada leggermente differente. Una cosa me la concedo. Facciamo due. Questo è l’anno in cui sono cambiate le temperature. Ma non c’è risentimento per questo, non redenzione, nessun cambio di rotta, non c’è alcuna sorta di spirito che tenga. Espressioni come “il tempo della vita”, tutto quanto per tenerci al caldo di Tremé.





Nessun commento:

Posta un commento