mercoledì, settembre 19, 2018

Le Cose Nuove/3


Siamo chiusi in questa tavola calda da ore. La pala a soffitto non gira. Per fortuna servono da bere fino alle otto di mattina. Quello che c’è fuori, quello che passa fuori, è indescrivibile. Ho passato tutto la vita a scrivere, ad immaginare, ad incontrare persone, a conoscere gli uomini e le donne, a vedere bambini persi per le strade, a varcare gli Stati, ad attraversare continenti prima e nazioni dopo. Non è che questa cosa sia molto cambiata negli ultimi anni. Ci sono due cose in questa vita, che vanno distinte, e che certo portano una serie di conseguenze difficili da valutare, da pesare, da considerare: quando un uomo vuole andare e quando un uomo vuole andarsene. A quanti sarà capitato. Chiusi in piccoli alloggi, in una stanza di motel con un tavolo contro la porta d'entrata o su una panchina all’aperto in una notte impietosa. Cosa possiamo dire. Cosa possiamo dire di tutto questo. Certo, viviamo. Ci proteggiamo, trascinandoci. E poi malediciamo le donne avute, le pessime scelte fatte in tema di donne, che ci hanno rovinato la vita, portandoci a fondo. Ma la mia è tutta un’altra storia. E anche se le mie sono storie vere, non hanno mai avuto un inizio preciso, un momento in cui si potesse dire, iniziamo, o è il primo bicchiere, o è la prima volta che sto con una donna. Pertanto, dimenticatevi una fine.

giovedì, settembre 13, 2018

M.200/5

Come dici tu
una vita intera
unica carne

prima di addormentarsi

ricordati come è iniziata
ricordati come è proseguita
ricordati come è finita

non posso esserti vicino
non posso farti ridere
non posso prepararti la colazione

so come è andata
conosco le insidie di luglio
conosco le armate della dipendenza

ma io
ogni notte
spero in un'agonia

in una cosa
che ci accomuni
vivo tutto questo

ma so che non ci sarà
mai nessuno spazio per noi

né le tue mestruazioni
né le mie notti popolate

è facile dire come arriviamo
ma è ancora più facile dire

come ce ne andiamo.


Le Cose Nuove/2


Cosa devo dire ancora. Dovrei parlare dei libri letti, veramente. Una faccia come un'altra. Veramente. Una faccia vale come un'altra. Le cose passano. Chi siamo noi, di fronte, a questa tragedia che ci capita sotto i piedi ogni giorno. La cara e vecchia saggezza. Le donne ammattite ai lati delle strade. Chi sono. Potrei dire che ci siete stati attorno tutta la vita. Eppure non è così. Perché solo io ho preso e ho andato. Quei carissimi vecchi tempi. Tutto passa. Tutto passa. Le abitudini, le donne, i soldi. Di noi non rimane niente. Io ho fatto due cose per rimanere. I libri e le foto. E volevo arrivare al numero biblico sette, sette libri, sette mostre. Io proseguo. Ci sono passato. Non ho alcun contatto per rintracciare mio padre.

Poca fuori da Houma, Louisiana/Nessun Stato è Benedetto


Qualche gioco
forse portato al limite
un po' oltre al limite
quel limite accettato
oppure quello che abbiamo fissato

L'Altra Notte

chi dice ancora queste cose
chi parla ancora in queste cose
chi segue il cinema francese
& l'NBA su due schermi

in una mattina di novembre
il deserto che ha invaso le nostre vite

le quattro le cinque
senza ricompensa
tu randagio
tu uomo senza donne

poi possiamo parlare
di ts eliot & di bibbia
o giocare a scacchi
sono un campione

o mi vuoi al tavolo
stanotte ho vinto
80.000,00 dollari
vieni a prendermi

cercami

sto andando verso North Vegas
dove non ci sono geni
ma dove ci sono teste
senza che ci dicano niente


martedì, settembre 11, 2018

Il padre di mia madre


Il padre di mia madre
ha mandato una cartolina
da un memorial di Washington
forse 21 luglio del 1974
forse un ottobre
a Berlino con Bowie
il Watergate era già bollito
già bello che andato
Potomac, il fiume
ad ovest da qualche parte
con i peschi in fiore
una donna che
non chiamo più da mesi
una macchina da scrivere
che non uso
più da un decennio
non esiste nessuna
giungla di cemento
&d oltre la siepe
non c'è il buio.





lunedì, settembre 10, 2018

Buone Donne a NOLA


Un altro fine serata
dove gli gli occhi delle donne
guardano in basso, non sfatte
come alla fine di una rivoluzione
o perché il loro uomo ha vinto
o perché hanno il figlio morto
da cercare nelle piazze o nell'oceano
questa serie di vite abbandonate
&d ogni notte mi ritrovo a descrivere
dopo che io sono andato da molto tempo
diciamo come si diceva una volta
diciamo dalla pubertà
& diciamoci anche una cosa
la vita è piena di sorprese
di finte sorprese
& di tante vere disgrazie
ma quando
io non so da dove
ma io so da dove - NOLA
Louisiana, USA
io posso solo ringraziare
& promettere che ripagherò
& restituirò tutto
& che mia città
ti darò me stesso per renderti grande.






Le Cose Nuove/1



Una delle prime cose furono gli ammanchi di cassa. All’inizio non ero io, ma mi sono mischiato col tempo. Vivere qui, quando esci dalla porta e non distingui l’ora, l’aria, i colori di quello che ti sta davanti, solo marrone e verde se va bene, oltre all’odore del sangue, se sei proprio un figlio benedetto, fortunato, dalla madre di gesù cristo in persona, o forse solo di tua madre, o da qualsiasi cosa ti abbia generato e buttato mani e piedi e gambe su questa scommessa che viene chiamata Stato. Mio padre se ne è andato di casa una sera che avevo la polmonite ed una canottiera di cotone gialla con il disegno di un giocatore di colore della NBA, chiazzata qua e là di macchie di fritto. Nella vita, non in tutta la vita, mi disse, c’è un’unica cosa che si possa fare: bisogna perdere, bisogna prendere ed andare, bisogna abbandonare i propri affetti, per salvarsi. Spero che tu e tua madre starete meglio senza di me. Mi prenderò sempre cura di voi. Ciao piccolo. Su un giornale lessi che mio padre morì in un tentativo di rapina al distributore sulla 90 Ovest, qua vicino. Le luci alcune volte abbagliano, altre volte no, non sono abbastanza forti e non c’è da disperarsi, perché intanto tutto ricomincia il giorno dopo, l’ora dopo, sempre nello stesso senso, ruotando nello stesso verso. Ieri mattina ho deciso, dopo il settimo bourbon liscio, di fare una cosa. Mi sono alzato dallo sgabello del bar e ho camminato fino al mio posto preferito per fare colazione. Erano le sette e quaranta di mattina e mi sono fatto una cajun omelette con una birra, tanto per chiudere il giro. Mentre ero lì, nel quartiere francese, poco prima del fiume che schiumava i secoli, ho deciso quella cosa. Non era fare colazione. Dopo che mi sarei svegliato, volevo sapere che fine avessi fatto mio padre dopo trentacinque anni. L’avrei trovato come l’avrei trovato. In qualsiasi posto. Sottoterra o in piedi, vivo.