lunedì, dicembre 16, 2019

N.O./25


Una notte notte colorata
dove non vengono a prenderti
il cuore di un uomo & la testa
per la polvere bagnata che alitavi
perché non sei in strada come sempre
& non sarai mai in mare
non brucerai mai
vedi tuo padre
il Fiume M.
non sono stato così saggio con le mie ossa
le ho fatte volare oltre il ponte
fino al punto che puoi spingerti a dire
ecco la meravigliosa terra che ho calpestato
per questa irlandese tutta lentiggini & capelli neri
ecco casa mia in tutto il suo orizzonte.


N.O./24




I.
Questo mattino va preso
attraverso una direzione calcolabile
quella che scende
come dirlo.

II.
Cosa pensi che sappia
mi manca quell’angolo di America
da Portland, Oregon
fino entro all’Indiana.

III.
Dove preferiamo arrivare
l’Immensa Coscienza della Grande Notte Occidentale
dietro una sporca battuta televisa
dentro ad un cassonetto abbandonato a Vegas.

IV.
& poi essere a poco costo
perché anche i perdenti hanno un prezzo
soprattutto se sono innamorati di animali rari
prendo la scommessa a 9.99 $.

V.
Sai benissimo che una telecaster
non può farti esimere da essere
un grande uomo d’affari
con riconoscimento unanime.

VI.
Sulla piazza
prima che il cielo crepi
prima che crepi qualcuno
con la testa schiacciata sull’argine.

VII.
Una diversa tassazione per il barbiere
o solo perché qualcuno va servito
o ascoltato, raccogli il cotone
beviti dalla tua tanica, straniero.

VIII.
Dai, prendiamo un nome a caso
diamoci un’identità che piaccia
che ci porti fuoristrada fino alla rotaia
su quei passi non possiamo sbagliare.

IX.
Per quella donna non mi preoccuperei affatto
viene da giù, è sopraffatta dalla paranoia
cammina in giro come una regina assassinata
la prima notte del mese - ma dai.

X.
Alta Gradazione di Caffè
totalmente importato
il circo del mio soggiorno
con un solo catino di acqua ghiacciata.

XI.
Falsi Governanti
Odiatori di Donne
Genitori Infami
lo Sgozzatore di Boston.

XII.
Tutti in prima fila
biglietto a 0,00 $
gli uomini morti per strada
per ipotermia o un colpo alla testa.

XIII.
E dio disse
“se questa fosse la più dolce delle storie”
la chiamerei David o Apollo
poco conta nelle lingue del Nuovo Continente.

XIV.
Nata senza un soldo
cresciuta peggio
attorcigliata ad un palo
la Nostra Bandiera.

XV.
Certo è
che solo una Nazione
può portare la Bibbia
nella mano destra.

XVI.
Nella casa dei coraggiosi
un bimbo dai capelli crespi
mi ha chiesto
“signore ha visto?”

XVII.
Non ho solo visto
ho vissuto
& questa curva
l’ho presa di traverso.

XVIII.
La curva si chiama ancora
Ultima Stagione
l’annata è ancora tutta da consumare
stiamo solo iniziando.


XIX Secolo & XX, XXI.








































domenica, novembre 24, 2019

N.O./23



Tre settimane
Elvis è morto da molto tempo
un mazzo di rose nere in copertina
il 1975 è privo di complimenti

fumano, parlano
ho detto il mio nome
ma non ho detto di aver pianto
quindi ho svuotato il posacenere

Quattro settimane
& tutti sembrano morti
a parte me & la storia
o quello che ci mettiamo da parte

la città è scossa
un grande ahahahaha
gravita nelle nostre narici
negli anni Sessanta.


giovedì, novembre 14, 2019

N.O./22


E' proprio qui
che sono andato a sbagliare
mi sono fidato
& tutta la serata è andata

come doveva andare

uno di qua
due di là
poi una puntata su frenchmen

fate una preghiera
per quello che ci rimane
non ci rimangono bottiglie rotte

il santo è colui che si muove sempre
prima di una condanna in mezzo agli occhi
& deve essere sempre senza parenti

& tutta la serata è andata
come doveva andare

assolutamente.


N.O./21


Dover conoscere
per forza questa città
dove svolta
come si struttura
i suoi risvolti di lebbra pura
viola all'alba incipiente
'ntanto 'ncominciamo
a parlare di politica
di costituzione
di sociologia
& di un grandissimo
discorso di antropologia
che coinvolge le accademie
di mezzo emisfero occidentale
iniziamo a confrontarci.
certo le rive calcanti
& montanti del mississippie
per gli impenitenti collegarsi sul canale 9
sento che un altro infarto
mi sta arrivando
ci sono abituato
ogni 6 mesi mi avvisano
da qualche parte
arriva la comunicazione
mi danno per morto
un bel morto vergine
su una facciata che cade
io, la nostra notre dame
& cadiamo & cadiamo
& devastiamo stando attenti
presenti al rumore
& alle parole della folla
punto e accapo
come ci insegnavano
poi qualcosa è diventato
più grande ed ingestibile
siamo noi, ecco cosa siamo.
PPSS
riprenderò il discorso
una volta finita la visitazione
& la gentrificazione.

piccoli grandi ragazzi
fuori dai propri blocchi



N.O./20


1.
Tra sedici minuti il treno parte
& non ho ancora deciso
da che lato mettermi
se in carrozza o diretto sul binario
sdraiato a pancia in giù
per vedere meglio le cose
& quando saremo fuori del bayou
vedremo solo i deserto degli Stati.

2.
Una prigione Cubana
è quello che desideriamo
per tutta la vita
puoi leggere
puoi essere la vittima
di quello che sappiamo
ma la casa è ristretta
il treno è dietro l’angolo della cucina.

3.
& quando una volta
giunto & dirottato
nel French Quarter
vedi anche tu
l’Orribile Diavolo
il suo Peccato Percorribile
guardi la luna sopra lo Sheraton?
forse ti sei perso con una pistola in tasca.

4.
Ecco cosa ti dice la strada
stai a testa bassa
dimentica tutto
l’unica cosa che importa
&’ tornare a casa
magari aver fatto prima
una piccola sosta ad Harlem
bisogna tutelarsi.

5.
Il Sistema
certo, cos’è
se non cani sotto la pioggia
se la fine dei nostri giorni
se non, per alcuni
avere paura della notte
& di quello
che ti possono fare le persone.

6.
La voce con cui mi metto a ballare
è quella di Charleen
meditata matta in Louisa
poi non si ha molto altro dire
a queste ore dettate dai criminali
o solo da un ponte crollato
è solo tempo di guardare
dove si mettono i piedi.

7.
La nota di blu
che lasciamo
quella nei miei libri
nei miei tovaglioli succhiati
scappare sempre scappare sempre
non riesco a dire un nome
per cui abbia valso
fermarsi al tavolo.










martedì, novembre 05, 2019

N.O./19


come puoi essere sicura
nei campi oltre Gretna
come puoi parlare del fiume
che ci ha devastati

come puoi essere sicuro di me
io che non sono più
tornato lo stesso
dopo l'operazione

ho venduto le tue bibbie
& i tuoi occhi pure
poi mi ricordo solo un posto
Roosevelt Hotel New Orleans.



N.O./18


Ad essere sincero
non è che sia
accaduto molto
negli ultimi tre anni
molto semplice
mi davano per morto
ma sono morti gli altri
prima di me
o si sono cacciati
in vite false
da foto di copertina
da foto ricordo
& come al solito
passo, vedo, raccolgo
& ricordo & blah blah
evito di scriverci sopra
non ne sarei più capace.
Grazie per le Vostre Risate!
Libertà per Tutti!


N.0./17


E' come se prendessero i Grandi Miti
i Grandi Testi del Teatro Occidentale
le piéce che ci aggradato di più
non avendo calcolato
l'Avvento della Nuova Gestione
& come ogni nuova stagione
per il suo passaggio
ha qualcosa di imprevidibile
& a seconda delle ore inaccettabile
è il trucco alla base del disastro
è quello che abbiamo creato
protestando a volto scoperto.


N.O./16



E se il caro Ted Bundy
fosse ancora in circolazione
in una delle sue tanto amate vallate
dello Stato di Washington
avete presente l'estensione
le montagne il verde
di quelle situazioni
la violenza che si può esprimere.

Mi continuano a dire
che ho avuto una seconda occasione
per capire di avere avuto
una seconda occasione
dovrei capire
dove fosse iniziata la prima
se ci fosse mai stata
una vera prima occasione.

Alla fine non ci sono
anni perduti
c'è solo il peso
di quello che ci portiamo dietro
non resiste memoria
non un ricordo reciso
ci sono strette di mano sfuggite
ma tenera è la notte.

E se in un Paese si sceglie
l'iniquità l'ignoranza l'ingiustizia
la violenza il razzismo il disimpegno
allora dico che non è più pesante
l'onere del peso della corona su questo capo
ma basta fare una valigia a qualsiasi ora
& andarsene senza mai voltarsi indietro
tanto non ne varrebbe la pena.








domenica, novembre 03, 2019

N.O./15


scrivere attraverso
nessuno è venuto a prenderci
e io che ti guardo sempre
dalla porta di casa, mentre stai a letto

io che ti chiamo
che chiamo il tuo nome
ma questo non serve
a niente

come non conoscerci
dovevi avere solo
i capelli scuri o biondi
ma non è andata così

& continuare a bere caffè
o bere attraverso tazze di caffè
ci allontana, ma intanto va bene
per gli altri, quindi va bene per noi

noi non sappiamo
quando siamo scomparsi
o quando riappariremo
sappiamo solo quello

che ci hanno fatto
ma io ti ho guardata
&d ho un’altra stagione davanti
&d, eccomi qui.

Posso giurartelo
o puoi solo credermi.
Sai che
non mi sbaglio mai.



venerdì, ottobre 25, 2019

N.O./14


1,
Dopo che l'ultimo hotel è crollato
mettiamoci a terra
il fuoco è sulla montagna
& divampa.

2,
Non so come non faccia
a non sentire ancora il calore
certo che la pietà è un mestiere
c'è fuoco sulla montagna

3,
Dicono che non ci faranno vivere
a lungo qui, anche se siamo immersi nel lago
& tu di certo, si direbbe, sei annegata
per cause del tutto naturali

4,
a me dispiace ripeterlo
ma se nato in un deserto
& cresciuto sotto una pelle di leone
non mi rimane che camminare in Texas.



N.O./13



Mi sono messo dietro la tua porta
per iniziare a contare i fogli scritti
ma chi stava entrando in casa
era per distendersi in campi aperti
sotto colline, sotto le finestre
delle nostra abitazione
la polvere rossa desolata
immersa nel tuo cranio
finché si poteva
finché la mia testa
& il mio intestino
potessero reggere
& non parlatemi
di un destino alternativo
piegato sul piano da parete
per l’intera prossima stagione
pregatemi perché risalga
perché riviva
perché prenda vita ancora
da questo pavimento
che ci ha fatto sfracellare
mi sono messo dietro la tua porta
& ammetto di non essere stato
nei miei momenti migliori
ammetto tutto quello
che devo ammettere
sotto l’astro metallico raffreddato
& sotto il vulcano 
che sbudella l’occhio
appeso al nostro tradimento
le case basse di questo quartiere
rimangono tutte piegate.






martedì, ottobre 15, 2019

N.0./12



Forse non è quello
che andava detto
in quella situazione
il corpo morto
& la faccia sudata deceduta
da poco di Lauriel
il suo stare flaccido sulle mie gambe
inutile che la tenessi ancora
i soccorsi non potevano fare niente
& forse dopo oltre dieci anni
non mi sono mai mosso da quel marciapiede.




N.O./11



Ed è quello che è successo
per niente spaventato per il corpo
di Lauriel in mezzo alla strada
con la testa sul basso marciapiede
che costeggia l’intero quartiere
vedere un corpo morto
& tenere la testa tra le gambe
sono i santi che ti perdonano disinteressati
sono i manicomi che vengono chiusi a vita
sono le grandi bugie cessate per sempre.


mercoledì, ottobre 02, 2019

Parole di Gerald



la luce più piena
come dire
contare i fari per strada
contare le lapidi che emergono
la stagione piena di vita
che ci siamo raccontati
in un libro di truman capote
o di john fante o di chi fosse
& le date non hanno più senso
& i giorni non hanno
un loro nome proprio
& la gente si disperde
per le chiese andate a fuoco
in richiesta di una colpa
mai & poi mai ammessa.



giovedì, settembre 26, 2019

Ogni giorno lo facciamo nel modo migliore



Lo sai
che ogni tanto
mi piaci quando ti tingi i capelli
di blu elettrico o di viola
mi piace tenerteli tirati nelle mie mani
mentre ti tengo ben stretta a letto
solo per avere qualcosa nella mia solitudine
che non sia sempre nero & rosso



Godottismo



Settembre ha chiuso le sue porte
per uno squallido autunno toscano
o che fosse la costa della bassa california
una nebbia sopra un ponte gingillante
una sedia a dondolo che scuote lo sfondo
di una parete con carta da parati strappata
qua & là, & quindi eccoci.
Non ho le parole esatte
per descrivere quello che vorrei dire
non le ho
perché non esistono
o se mai esistessero
nel ragionamento dell’Assurdo
direi
la svolta del Grande Occidente
direi
le Voci Inascoltate
direi
il Terremoto del Secolo
direi
tu che sei venuta a prendermi
nell’inondazione della nostra città
direi,
senza ombra di dubbio alcuno
continua a scrivere nel mondo libero.
Da mesi vivo
con quello che mi è successo
e il centro delle mie forze
è stato spezzato
tagliato & ricucito dabbene
seguendo le regole chirurgiche
& quelle astrali
ma talvolta, si sa,
le stelle sono atte a tradire
& gravitano nei limiti
degli universi indecisi
& degli individui incontrollabili
Diremmo quindi
del tutto inqualificabile.
Potremmo dirlo.
Abbiamo preso ad esempio & a margine
la vita dei nostri scrittori preferiti
che sappiamo tutti come sono finiti
in un modo o nell’altro
non tanto diverso per la musica
per il rock per il jazz per il blues
poi a 38 anni mi sono dovuto chiedere
mi sono dovuto chinare & chiedere
chi sono io
vedevo la città da un piano alto
da una finestra di un bagno di ospedale.
Le cose sono sempre state due
non tre
& questo per un perché preciso
la chiamano
la seconda legge della termodinamica
a quanto dicono
o forse si trattava solo di principi
certamente generati per via indiretta
da un ente esterno
che per definizione conosciamo
come innominabile
godottismo gridano dal fondo della sala.
Sfrenato godottismo in scena
per estratti di un vocabolario
appena dicibile
ma finalmente si può urlare
& le ore 7 della sera
sono solo un parlare alla finestra
particelle di esoscheletri che svolazzano
nell’aria fumosa di un non-niente
il quarzo impiantato nelle vene che mi blocca
come l’esistere in queste dimensioni
per stasera mi basta caffè e TV
certo sappiamo che viviamo
di quello di cui diciamo
& non è affatto vero.













mercoledì, settembre 25, 2019

Un Altro andato Morto



1.
Gli unici rumori che mi circondano
sono il sottofondo di un vecchio vinile
dei Jethro Tull & il mio frigo
chi pensa ancora
che rincasare
sia un’opzione
ma questo treno
non ferma a nessuna stazione.
AVETE SBAGLIATO TUTTO.


2.
Certo sarebbe da chiarire
da dove siamo partiti.
Dai Jethro Tull? No.
Io direi per niente.
Noi tutti siamo partiti
da quella camera di ospedale
da quel libro che ci hanno imposto
& dalla Nazione in cui siamo nati
poi io certo ho iniziato a scrivere.


3.
I GRANDI LIBRI
che ci hanno formato
Come definire le cose
come guardare la gente
come giudicarle
semplice
osservandole & ricordando
le loro parole & gesti.
Un popolo iroso.


4.
Ho guidato per 72.000 miglia
negli Stati Uniti d’America
cosa dire
Alabama piuttosto che WDC
mio nonno in una cartolina
la Louisiana prima di tutto
le paludi le campagne le persone
le strade che strabordano
le acque che salgono.


5.
Chi ha fregato chi
con gli alberi in fiamme
& i bimbi che morivano
ad un angolo della strada
oppure in mare
o non sapevano parlare
SE NON SAI PARLARE
MUORI
è il nostro dolce tribunale.


&.
Ho visto questo grosso animale
poi questo essere umano
un povero succedaneo
che piange coi delfini
ma neanche questo
allora se ne va per bar
& locali idioti & vive di puttane
ma non mi risulta che sia mai arrivato
a Ginevra. Ci sarà passato a fianco.


7.
Cara Deanna
caro tesoro
veramente da Fresno fino a qua?
Devo concederti che il pavimento è malmesso
ma possiamo ballare, possiamo pensare
di darci una scrollata
certo che senza mutande sei tutta un’altra cosa
la cosa non mi dispiace
ma sai, gli anni passano.


8.
Oggi la gente cammina così tranquilla per le strade
berranno vodka di qualità e si ingozzeranno di salmone
minimo - perche no e chi dice di no
hanno questa patina di vita non vissuta
di perenne & costante mancanza
ma di questo ho finito di preoccuparmi
anni & anni addietro
lo decisi in un bar di Washington
basta gli altri.


9.
Tra un periodo & l’altro
tra un libro & l’altro
tra quello che sono stato
& me stesso ora
un giorno verso la via di casa
abbandonato
non riesco neanche più
a piangere per te
& l’ho fatto per anni.


11.
Una bandiera che scintillasse alta
sopra le le nostre spalle
sopra le nostre promesse
sopra il nostro inutile scheletro
una bandiera che ci avvolgesse tutti
una palla di cannone nel mio petto
o da portarmi a letto
quando cerco di dormire
& prego gli DEI.


12.
In realtà non prego nessun dio
visto che non c'è nessun dio
ma ogni notte
che sia casa
o un motel
mi dico
un altro morto andato
& non posso sbagliarmi
questo è il mondo.


13.

[...]


domenica, settembre 01, 2019

La Fortuna del Reduce /3



lo sai che sono successe cose strane &

che anche se eri mia madre
sono dovuto andare avanti
te l’ho detto nel tuo orecchio profumato
non potevo essere più lo stesso
sapevi che non sarei
tornato più lo stesso
& che mondo avrebbe scelto
una persona diversa
l’uomo amabile
con le sue donne
il mondo è andato disperso
anche io tengo le mie risorse
ma il mondo è andato cattivo.

La fortune del Reduce/2



Avevamo sempre problemi di soldi. Il mio lavoro non ci bastava più e lui preferiva stare per le strade e bersene nei bar. Io ho sbagliato una sera. Mi sono fatta tirare su dalla persona sbagliata. Poi credo che che il tempo divenne lungo -Settecento giorni. Passavo gironi dopo. Dopo non so che cosa. Non so mai stata una donna smaliziata. Ho scelto la situazione sbagliata. Chissà mia madre. Ho scelto, il carceriere spietato. Sento la gente parlare fuori dalla via. Spero che mi vengano a prendere. Che almeno mi mi facciano camminare con le gambe spezzate. Spero arrivi la primavera.








La Fortuna del Reduce/1



Dove mi presero, a che ora, non riesco ancora dirlo. Io so, prima che che iniziassi a dire i posti dove la nostra famiglia e la mia comunità si è insediata, prosperando, trascinandosi e vivendo nelle generazioni, certo questo darebbe e porterebbe a qualche dubbio, da parte vostra. Boothville, Louisiana. Un nome per un altro. Una striscia di lingua di terra salata & mandata in malora. Un tiro terribile, freddo, in mezzo alla schiena, in mezzo alle gambe, dietro la testa, tanto per farci capire. A me è andata fondamentalmente bene, rispetto alle altre. Ho fatto solo 111 giorni, centoundici giorni in detenzione - le altre parlano di cattività. In qualche minuto del giorno, forse con la luce, dopo che mi aveva drogata, la luce del giorno passava tra quel buco e l’universo, poteva anche essere chiamata dolce. D’altronde si chiama la fortuna del reduce. E noi tutte sappiamo di cosa stiamo parlando. Chi è tornato da certi eventi estremi sul proprio corpo e su quella che qualcuno chiama inutilmente anima - purtroppo posso garantirvi che non c’è nessuna anima. Quello che mi ricordo fu la radio di quella mattina. Conoscevo quel brano di Stevie Ray Vaughn e iniziai ad aprire gli occhi e non so come mi aggrappai con tutta la mia forza al suo collo. Morì in pochi minuti.


sabato, agosto 17, 2019

K,N,B




kerouac nietzsche beckett
solo quelli che avrei voluto
veramente conoscere
non ho potuto farlo
come molte altre cose
a cui ho rinunciato
li tengo ben saldi
nella mia biblioteca
li tengo saldi

sono stati tutta la mia vita.

venerdì, agosto 16, 2019

El Norte





Sapete la vostra gente, quella per cui avete un nome, di cui vi vantate di avere un nome e ve ne andate in giro col vostro bel nome, beh la vostra gente, tutti voi maledetti cani bastardi, avete un nome ben preciso e venite, si vede dalle vostre facce, da quell’unico uomo, quella bestia, quell’animale. Come è che lo conoscete voi? El Norte. Ahh eccome se lo conoscete bene, El Norte. Come lo chiamate, come lo appellate. No, lasciatemi immaginare. Signor El Norte. Padrone El Norte. Generale El Norte. Sua Eminenza El Norte. Eh adesso vi ho tutti qui. Su non piangete. Siete solo un po’ di donne, bambini, bambine, qualche vecchio e una manciata di codardi. Voi vi siete fidati di El Norte. Ed ora!? Ora lui qui non c'è, ora qui ci sono io, e vorrei che questo vi fosse molto chiaro. Ma non so fino a che punto questo possa impressionarvi. Voi avete la testa piena di tutta quella roba. El Norte di qui, El Norte l’invincibile, El Norte il Conquistatore, El Norte di là, El Norte il Rivoluzionario, El Norte il Pacificatore e potrei andare avanti con tutte le menzogne che El Norte si è fatto foderare con la vostra bella bandiera della vostra nuova nazione. Siete un branco di cani, ecco cosa siete. Un branco di cani che striscia dietro ad un assassino, uno che fa ammazzare, stuprare, mutilare e quant’altro. Voi avete la fede in El Norte, oppure mi sbaglio. No, no, no, no, no, figuriamoci se mi sbaglio. I fedeli di El Norte. El Norte il Messia. Cohen ha-Mašīaḥ. Non sapete cosa significhi? Studiate la Bibbia. Certo ma voi avrete studiato sulla Bibbia di El Norte, quella con due fori di proiettile, quella che gli salvò la vita giù al confine. Ma c’è qui qualcuno di voi che può dire, che può dire di conoscere veramente El Norte? Eh no. C’è questo piccolo particolare. Nessuno conosce veramente El Norte. Lo conoscete per le sue imprese di guerra, per le sue battaglie, per le rivolte sedate, per i titoli di giornale, per i dispacci che giungono intonsi e ben arrotolati dal fronte. Voi non sapete chi sia El Norte. Sì avrete anche visto il suo profilo su un’effigie, su una moneta, perfino su qualche monumento eretto in suo onore. La sua divisa, il suo sguardo sprezzante, i suoi capelli ondulati e i suoi lunghi, lunghi baffi. Eccolo il vostro El Norte. Il vostro salvatore, il vostro dio che non fa ostaggi. Ma se vi dicessi che solo io, io, il vostro carceriere, il vostro più temuto nemico, quello a cui El Norte dà la caccia da oltre vent'anni, e in questa vita sono tanti vent'anni, molti non ci arrivano neanche ad assaporare il gusto di essere ventenni. Dunque, se vi stessi dicendo che io non sono altro che lo stesso sangue di El Norte? Entiendes? Piccina perché piangi? Non ne vedo il bisogno. Vuoi un po’ di acqua fresca? Soldato porti subito un bel boccale di acqua fresca per la signorina. Ecco, vedete, queste cose El Norte non le fa. E’ tanto tempo che El Norte non guarda in faccia le sue vittime. Sapete come ha lasciato gli ultimi dodici? Appesi a testa in giù da un ponte. O meglio, appesi per i piedi, visto che la testa gli era stata staccata. Perché mi guardate in quel modo? Pensate che vi stia mentendo? Che voglia impressionarvi? Che il vostro Generale El Norte non sarebbe mai capace di cose del genere? Sono io che ho cresciuto El Norte e sono io che gli ho insegnato tutto. Senza padre, senza madre, un essere venuto al mondo per essere solo e per diventarne la stella più solitaria del mattino scintillante. L’unica stella che brilla a El Norte. Solo che poi il vostro capitano, ha iniziato a bruciare. Ha iniziato ad allontanarsi. Tu potevi fidarti della posizione di El Norte, della sua luce, della distanza che c’era tra il tuo corpo, tra il tuo battaglione e la sua visione della guerra che non era altro che la sua originale concezione di vita. Una vita a El Norte. Quell’anno, scoprì chi veramente fosse la madre. E El Norte venne a cercarmi. Fuggì nella notte con i miei uomini, quelli che non erano stati ancora pervasi dalla Religione di El Norte, da il Credo di El Norte. Fuggì perché l’alternativa era morire entrambi. Nessuno dei due avrebbe permesso all’altro di sopravvivere. E così dopo vent’anni siamo qui. Lui ha fatto grande il Nemico, lui ci ha umiliati e fatti a pezzi ogni volta che ha voluto. Potrebbe anche candidarsi a Presidente per quanto mi dicono. El Norte Presidente, ve lo immaginate? Mio nipote Presidente di quella feccia di Unione di Stati. Ancora quello sguardo. Mi è solo scappato che El Norte è mio nipote. Due cose non vi ho detto esplicitamente. Primo era figlio di mia sorella, non sopravvissuta al parto. Del padre non parlo, perché era un bastardo della vostra gente e pensai bene di ucciderlo molto tempo prima che il piccolo El Norte nascesse. Gli ho insegnato tutto io, ma lui mi sorprendeva sempre. Alcune volte era lui ad insegnarmi. Ma i suoi insegnamenti avevano un leggero gusto di inganno. Come una droga che leggera leggera che ti rende più semplice tutto. Il Potere di El Norte. El Norte il Persuasivo. Il Carisma di quello sguardo rivolto sempre altrove. Lui non era in battaglia, lui era oltre la battaglia. Riusciva sempre a vedere oltre, alcune volte anche in modo distorto, ma vedeva oltre. Il piccolo El Norte in un mondo duro, crudele, che non gli ha risparmiato niente. Certo che lo zio, io, non gli ho mai fatto mancare niente, come avrei potuto. Era mio El Norte! El Norte era mio. Come siede solitaria la città una volta tanto popolosa. È diventata simile a una vedova, lei che era grande fra le nazioni. Essa piange, piange, durante la notte, tutti i suoi amici l'hanno tradita, le sono diventati nemici. Giuda è in esilio, vittima di oppressione e di dura schiavitù; abita fra le nazioni, ma non trova riposo; tutti i suoi persecutori l'hanno raggiunto mentre si trovava nell’angoscia. I suoi avversari hanno preso il sopravvento, i suoi nemici prosperano; poiché il Signore l'ha afflitta per i suoi innumerevoli peccati. I suoi bambini sono andati in schiavitù, davanti al nemico. Non sono mie queste ultime parole. Dovreste conoscerle, voi fedeli di El Norte, voi, i Credenti. Non vi preoccupate. I soldati non si attarderanno. Tra qualche minuto fanno ritorno al forte, o alle loro famiglie. Chissà. Forse è l’ultimo favore che chiedo a El Norte, o forse lo sto facendo a lui. Soldato! Ancora acqua fresca, poi siete liberi di andare. Non succederà niente a nessuno di voi. Presto anche voi sarete liberi di andare. A questo punto posso anche confessarvi l’ultima cosa. Vi ho usato. Vi sto usando per attirare El Norte. Non permetterà mai che un intero paese, un’intera comunità di suoi devoti, di suoi concittadini possa affrontare il rischio della morte. Almeno, io questo da lui non me lo aspetto. Ma basta guardare i vostri volti speranzosi. Buona l’acqua fresca piccina? Certo che è buona. El Norte vi darebbe acqua avvelenata. Io l’ho tolta ai miei soldati per darla a voi. Come tutto si complica dopo certi eventi, come si diventa chi non saremmo mai voluti e dovuti essere ad una certa età. Non so voi, ma io non mi riconosco più. Tutta questa messa in scena per vedere un’ultima volta El Norte. Per consegnarmi a lui. Il padre surrogato e fuggiasco di El Norte. Il Comandante Reyes Ochoa. Soldati: liberate i prigionieri e giunti al forte consegnate questa comunicazione al Capitano Garrido. Signori siete liberi. Se qualcuno vuole rimanere con me, potrebbe dire a El Norte che non vi ho torto un capello. Se qualcuno volesse farmi un po' di compagnia potrei raccontare qualche storia, far rivivere qualche ricordo di quando El Norte era piccolo. Ma no, che dico. Soldati scortate i prigionieri fuori dal campo, quindi liberateli. Nessuno deve essere toccato. Ne va dell'onore, di quel che rimane dell'onore, della famiglia Reyes Ochoa. Bene, bene, andate tutti. Arrivederci. Aspettate, vedete quella polvere, la polvere da quella collina. Deve essere El Norte con il suo 77° Battaglione. Che bel numero. Settantasette. Che storie di guerra, che conquiste che hai fatto El Norte. Eccolo che avanza. Vedete è lui. Sta scendendo da cavallo. Incredibile. Anche questa volta è riuscito a stupirmi. Andate, andategli incontro. A circa venti metri da suo zio, El Norte si fermò e i due uomini poterono finalmente guardarsi in faccia. Il Comandante Reyes Ochoa si inginocchiò ed estrasse una pistola puntandola alla tempia sinistra. El Norte scattò verso di lui ma un suono muto, leggero, rese tutto più semplice nella mente del Comandante.




El Norte. 3





Non vi preoccupate. I soldati non si attarderanno. Tra qualche minuto fanno ritorno al forte, o alle loro famiglie. Chissà. Forse è l’ultimo favore che chiedo a El Norte, o forse lo sto facendo a lui. Soldato! Ancora acqua fresca, poi siete liberi di andare. Non succederà niente a nessuno di voi. Presto anche voi sarete liberi di andare. A questo punto posso anche confessarvi l’ultima cosa. Vi ho usato. Vi sto usando per attirare El Norte. Non permetterà mai che un intero paese, un’intera comunità di suoi devoti, di suoi concittadini possa affrontare il rischio della morte. Almeno, io questo da lui non me lo aspetto. Ma basta guardare i vostri volti speranzosi. Buona l’acqua fresca piccina? Certo che è buona. El Norte vi darebbe acqua avvelenata. Io l’ho tolta ai miei soldati per darla a voi. Come tutto si complica dopo certi eventi, come si diventa chi non saremmo mai voluti e dovuti essere ad una certa età. Non so voi, ma io non mi riconosco più. Tutta questa messa in scena per vedere un’ultima volta El Norte. Per consegnarmi a lui. Il padre surrogato e fuggiasco di El Norte. Il Comandante Reyes Ochoa. Soldati: liberate i prigionieri e giunti al forte consegnate questa comunicazione al Capitano Garrido. Signori siete liberi. Se qualcuno vuole rimanere con me, potrebbe dire a El Norte che non vi ho torto un capello. Se qualcuno volesse farmi un po' di compagnia potrei raccontare qualche storia, far rivivere qualche ricordo di quando El Norte era piccolo. Ma no, che dico. Soldati scortate i prigionieri fuori dal campo, quindi liberateli. Nessuno deve essere toccato. Ne va dell'onore, di quel che rimane dell'onore, della famiglia Reyes Ochoa. Bene, bene, andate tutti. Arrivederci. Aspettate, vedete quella polvere, la polvere da quella collina. Deve essere El Norte con il suo 77° Battaglione. Che bel numero. Settantasette. Che storie di guerra, che conquiste che hai fatto El Norte. Eccolo che avanza. Vedete è lui. Sta scendendo da cavallo. Incredibile. Anche questa volta è riuscito a stupirmi. Andate, andategli incontro.
A circa venti metri da suo zio, El Norte si fermò e i due uomini poterono finalmente guardarsi in faccia. Il Comandante Reyes Ochoa si inginocchiò ed estrasse una pistola puntandola alla tempia sinistra. El Norte scattò verso di lui ma un suono muto, leggero, rese tutto più semplice nella mente del Comandante.





El Norte. 2





Piccina perché piangi? Non ne vedo il bisogno. Vuoi un po’ di acqua fresca? Soldato porti subito un bel boccale di acqua fresca per la signorina. Ecco, vedete, queste cose El Norte non le fa. E’ tanto tempo che El Norte non guarda in faccia le sue vittime. Sapete come ha lasciato gli ultimi dodici? Appesi a testa in giù da un ponte. O meglio, appesi per i piedi, visto che la testa gli era stata staccata. Perché mi guardate in quel modo? Pensate che vi stia mentendo? Che voglia impressionarvi? Che il vostro Generale El Norte non sarebbe mai capace di cose del genere? Sono io che ho cresciuto El Norte e sono io che gli ho insegnato tutto. Senza padre, senza madre, un essere venuto al mondo per essere solo e per diventarne la stella più solitaria del mattino scintillante. L’unica stella che brilla a El Norte. Solo che poi il vostro capitano, ha iniziato a bruciare. Ha iniziato ad allontanarsi. Tu potevi fidarti della posizione di El Norte, della sua luce, della distanza che c’era tra il tuo corpo, tra il tuo battaglione e la sua visione della guerra che non era altro che la sua originale concezione di vita. Una vita a El Norte. Quell’anno, scoprì chi veramente fosse la madre. E El Norte venne a cercarmi. Fuggì nella notte con i miei uomini, quelli che non erano stati ancora pervasi dalla Religione di El Norte, da il Credo di El Norte. Fuggì perché l’alternativa era morire entrambi. Nessuno dei due avrebbe permesso all’altro di sopravvivere. E così dopo vent’anni siamo qui. Lui ha fatto grande il Nemico, lui ci ha umiliati e fatti a pezzi ogni volta che ha voluto. Potrebbe anche candidarsi a Presidente per quanto mi dicono. El Norte Presidente, ve lo immaginate? Mio nipote Presidente di quella feccia di Unione di Stati. Ancora quello sguardo. Mi è solo scappato che El Norte è mio nipote. Due cose non vi ho detto esplicitamente. Primo era figlio di mia sorella, non sopravvissuta al parto. Del padre non parlo, perché era un bastardo della vostra gente e pensai bene di ucciderlo molto tempo prima che il piccolo El Norte nascesse. Gli ho insegnato tutto io, ma lui mi sorprendeva sempre. Alcune volte era lui ad insegnarmi. Ma i suoi insegnamenti avevano un leggero gusto di inganno. Come una droga che leggera leggera che ti rende più semplice tutto. Il Potere di El Norte. El Norte il Persuasivo. Il Carisma di quello sguardo rivolto sempre altrove. Lui non era in battaglia, lui era oltre la battaglia. Riusciva sempre a vedere oltre, alcune volte anche in modo distorto, ma vedeva oltre. Il piccolo El Norte in un mondo duro, crudele, che non gli ha risparmiato niente. Certo che lo zio, io, non gli ho mai fatto mancare niente, come avrei potuto. Era mio El Norte! El Norte era mio. Come siede solitaria la città una volta tanto popolosa. È diventata simile a una vedova, lei che era grande fra le nazioni. Essa piange, piange, durante la notte, tutti i suoi amici l'hanno tradita, le sono diventati nemici. Giuda è in esilio, vittima di oppressione e di dura schiavitù; abita fra le nazioni, ma non trova riposo; tutti i suoi persecutori l'hanno raggiunto mentre si trovava nell’angoscia. I suoi avversari hanno preso il sopravvento, i suoi nemici prosperano; poiché il Signore l'ha afflitta per i suoi innumerevoli peccati. I suoi bambini sono andati in schiavitù, davanti al nemico. Non sono mie queste ultime parole. Dovreste conoscerle, voi fedeli di El Norte, voi, i Credenti. 









El Norte. 1



Sapete la vostra gente, quella per cui avete un nome, di cui vi vantate di avere un nome e ve ne andate in giro col vostro bel nome, beh la vostra gente, tutti voi maledetti cani bastardi, avete un nome ben preciso e venite, si vede dalle vostre facce, da quell’unico uomo, quella bestia, quell’animale. Come è che lo conoscete voi? El Norte. Ahh eccome se lo conoscete bene, El Norte. Come lo chiamate, come lo appellate. No, lasciatemi immaginare. Signor El Norte. Padrone El Norte. Generale El Norte. Sua Eminenza El Norte. Eh adesso vi ho tutti qui. Su non piangete. Siete solo un po’ di donne, bambini, bambine, qualche vecchio e una manciata di codardi. Voi vi siete fidati di El Norte. Ed ora!? Ora lui qui non c'è, ora qui ci sono io, e vorrei che questo vi fosse molto chiaro. Ma non so fino a che punto questo possa impressionarvi. Voi avete la testa piena di tutta quella roba. El Norte di qui, El Norte l’invincibile, El Norte il Conquistatore, El Norte di là, El Norte il Rivoluzionario, El Norte il Pacificatore e potrei andare avanti con tutte le menzogne che El Norte si è fatto foderare con la vostra bella bandiera della vostra nuova nazione. Siete un branco di cani, ecco cosa siete. Un branco di cani che striscia dietro ad un assassino, uno che fa ammazzare, stuprare, mutilare e quant’altro. Voi avete la fede in El Norte, oppure mi sbaglio. No, no, no, no, no, figuriamoci se mi sbaglio. I fedeli di El Norte. El Norte il Messia. Cohen ha-Mašīaḥ. Non sapete cosa significhi? Studiate la Bibbia. Certo ma voi avrete studiato sulla Bibbia di El Norte, quella con due fori di proiettile, quella che gli salvò la vita giù al confine. Ma c’è qui qualcuno di voi che può dire, che può dire di conoscere veramente El Norte? Eh no. C’è questo piccolo particolare. Nessuno conosce veramente El Norte. Lo conoscete per le sue imprese di guerra, per le sue battaglie, per le rivolte sedate, per i titoli di giornale, per i dispacci che giungono intonsi e ben arrotolati dal fronte. Voi non sapete chi sia El Norte. Sì avrete anche visto il suo profilo su un’effigie, su una moneta, perfino su qualche monumento eretto in suo onore. La sua divisa, il suo sguardo sprezzante, i suoi capelli ondulati e i suoi lunghi, lunghi baffi. Eccolo il vostro El Norte. Il vostro salvatore, il vostro dio che non fa ostaggi. Ma se vi dicessi che solo io, io, il vostro carceriere, il vostro più temuto nemico, quello a cui El Norte dà la caccia da oltre vent'anni, e in questa vita sono tanti vent'anni, molti non ci arrivano neanche ad assaporare il gusto di essere ventenni. Dunque, se vi stessi dicendo che io non sono altro che lo stesso sangue di El Norte? Entiendes?



mercoledì, agosto 14, 2019

Undici per il Mercoledì Sera



1.
un fucile di un clown struccato
dondola
è ben oliato
la vita che avrebbe dovuto vivere
prima di perforare l’intestino
di una dolce drogata di nome Dorothée
succube di vestiti benzedrina &d eroina.

2.
comprava scatole di caffè liofilizzate
dopo averle accumulate per tempo
decise di ritagliarle per staccare i punti omaggio
e per iniziare la raccolta
una volta giunto al numero necessario
inviò il tutto in una busta
per ottenere finalmente
una fornitura semestrale
del “Superaroma Intenso”
di gran lunga il suo preferito.

3.
viveva per l’unica gioia dei suoi occhi
un’arma sempre carica
capace di sfondare toraci crani
& deflagrare intestini fegati e cuori
una domenica entrò in chiesa
& fece vedere fin dove
poteva spingere la sua faccia
nelle notizie della TV locale
& non solo.

4.
il lavoro al ristorante le stava stretto
la stava letteralmente torturando
non entrava più nella divisa
era meglio dieci anni prima
quando era un’infermiera sposata
sì, sapeva delle scappatelle del marito
ma intanto aveva le sue belle certezze
il marito più volte a settimana
& questo per anni.

5.
i danni subiti sulla statale 48
decisero in meno di 48 ore
la misero su un letto di ospedale
per oltre un anno
14 mesi
si ritrovò nella forza del sapere biblico
nell’amore per la grandezza del pianeta terra
& nelle visite costanti della sua migliore amica
che per farle dimenticare la sua condizione
le dava qualche emozione molto personalizzata.

6.
prima che il telefono suonasse
sentì qualcuno da un tavolo dire
"ho visto questuanti calpestati
dalla general opinione borghese"
un mestruo incontrollato
che piove dai tutti i tetti
e non è ancora pasqua
in questa nazione.

7.
non ebbe più il tempo
di gestire il juke box per i clienti
quindi si piazzò dietro il bancone
e stappava lone star o shiner bock
ma questo era
per chi dormiva sulle spalle dei giganti
& tutto questo giro
che si era esteso
anche ben oltre il parcheggio
davanti al bar
finì con i bei & succosi
& narcotizzati anni ’80.

8.
iniziare certi &d inevitabili discorsi alla ’49
la ricerca dell’oro prima di tutto nella baia
prima nella baia che altrove
con le sue braccia sassose & fangose
navi soldi uomini d’affari donne scoperte
numerose famiglie fuori contesto
rotaie ferrovie dinamite
dinamiche omicide oltre le colline
plasma di nuvole nella termosfera a 50 metri.

9.
il gusto della rapina
quello prima di ogni eccitazione
il perché di un personaggio
totalmente casuale
il sussulto sul farsi del colpo
abusi alla luce del sole
così morbidi & caldi
da metterci una mano dentro
la rivista sul mobile
sul ripiano della cucina
qualcosa di tipico
come un cambio di sesso
attività sospette
ustioni
ustioni diffuse su tutto il corpo.

10.
immergersi nell'imbrunire
di trasgressione & tradimento
passeggiando in una disneyland distopica
tra mitomani mendaci & morbosi
il furore delle ore di cena
il fanatismo di mandibole pronte
ad un saccheggio scabroso
autopattuglia mentale - frontale
post frastornamento da dilaudid.

11.
una pista di atterraggio malva & rosa
insenatura nera
alterazione quotidiana
uno modo di esistere
il clima tossico
di un perbenismo
in un mercoledì sera.


Notre Dame




e smettere di avere cura del tempo
di annotarlo sulla carta
e non guardarlo in un orologio
e il cambio rovente delle stagioni
con i vestiti di un assassino annoiato e perso
nella parte più scura più scura della città
con la sola presenza di un dio devoto solo a se stesso
che incendia Notre Dame per sempre
lasciandola lì, caduca e pietosa
con tutti quei cristi dipinti in fiamme
per non tornare mai più
nei giardini elisi dei re e degli ultimi



Nike




Una Nike di Samotracia furiosa
che avanza senza testa
per dare nome ai nomi
ogni sua forma &d aspetto
per dare il nome a la
LA NUOVA FRONTIERA
lì, al di là
i padri della terra
i padri fondatori
le donne le madri le figlie
della Terra Desolata
della Terra Condannata
per Millenni alla Solitudine
le gambe e i ventri
venerei corpi di queste donne
pronte a solcare i confini della patria più amata
e quelli del margine delle proprie cosce
le menti irose
le menti disturbate
le menti vincenti
nel giorno del funerale
migliaia uccisi nelle vallate della luna
i giudici c’erano solo nel libro
e si ricordavano solo
periscano tutti i tuoi nemici signore
il nato si fece bambino
il bambino ragazzo
e il ragazzo divenne uomo

fino al giorno in cui la gente

raccolta per le strade
diretta ad occupare

il più grande monumento della Nazione
il giorno in cui si leva la voce
per i diritti
per le uguaglianze
per l’istruzione
per la cultura
per l’abolizione della parola razza
il giorno in cui chi parla, parla
chi ascolta, ascolta
in questa cosa che va a chiamarsi vita
il giorno in cui verranno cedute
le nostre membra per una morte a credito
per tutto il percorso della sua terra curva
dalle paludi del sud
alle catene montuose del nord
migrando attraverso il deserto di mezzo
fino a quel giorno
la Nike avanza urlando
a tutto e a tutti
il giuramento di fedeltà.












NOLA (337)







N.0./10




Perlomeno dovrei concedere qualcosa alla decenza della mia età, in questa condizione… Algiers nella giornata, & balzato al Sazerac alle cinque, posizione di comando & qualche facile commento, prima dell’inizio della serata. Strategie stese sul bancone, avventori sempre col collo sudato per quello che hanno vissuto o hanno assunto scaricati a testa in giù cinque minuti prima su un lavandino di una toilette per soli uomini con tanto di servizio, servizio che tutti chiamano Fredy il Portoricano, & lì puoi starne sicuro - se ne vedono delle belle, se ne sentono delle belle & si fa quello che si deve fare per qualche attimo - atto di demolizione in corso signori, deviazione di percorso, viabilità invertita. E’ Fredy che si prende la responsabilità di controllare che tutto non vada fuori controllo. Se succedesse un evento del genere, un evento che ponesse la divisa di Fredy, quello che quella divisa significa in questo luogo e che rappresenta fuori da queste mura, là dove il mondo imperversa &d esiste solo per le notizie scrollate su un megaschermo prima della partita in programma, che ponesse la sua personalissima responsabilità al di fuori da quanto stabilito dalle regole di questo hotel, si verificherebbe un qualcosa di veramente inusuale, qualcosa che qui chiamano senza esitazione, Codice Viola. Senza nessun annuncio, non esistono gli avvisi in certe situazioni, ti potrebbe capitare una cosa, come dire, “vai e ammazza lo straniero che ti sta di fronte, il primo che trovi per strada, quella del vicolo diciamo”. Fredy mi parla di Algiers, la "sua gemma & orgoglio", come dice lui. E' profondamente innamorato della vita che gravita e si riproduce vicino al fiume e sulle rive fin su nei piazzali di asfalto che accolgono i traffici di affari, le prognosi aggiustate in partenza, le fantasie inclinate di Algiers con zone di libero accesso & di smercio, Algiers con le sue chiese riabilitate al culto dell'Onnipotente, le concessioni stradali in sospeso, le licenze bancarie & assicurative revocate, i cantieri navali sotto assedio di navi cargo dal Medio Oriente, il cimitero calpestatile come l’erba dei bambini della terra ingenua ma mai vergine. E anche se Fredy mi attende, so che sta aspettando, anche solo per una procace lavata di mani, tanto per usare uno dei suoi asciugamani marchiati Roosevelt, gli direi: so che qui dentro le preghiere non hanno alcun potere, ma sai cosa dice il cartello all’entrata: una Nazione al cospetto di Dio, indivisibile, con libertà e giustizia per tutti. Quindi, Fredy il Portoricano di un non so quale sobborgo di San Juan, attieniti anche tu alle regole, e mi fermerò qui dentro ancora qui dentro con te per qualche minuto. Nessun Codice Viola Stanotte.





lunedì, agosto 05, 2019

Qualcosa di Storto



Come è successo
non lo so
o meglio
lo so
ma il testimone
è morto
& io non voglio
dire niente.


6 Colpi



Una città precisa
non c'è
anche se un disastro
è sulla strada
& stando con te
ho guardato
gli inverni
prendere & andarsene
tu con il tuo corpo
in un angolo del LaGuardia
certo che chi non crede in me
a quest'ora di sera
sono solo le otto
& non è il solito
"affare di famiglia".


Signor Giudice, Lasci Stare: Solo 6 Contano



Ho veramente
conosciuto
tante persone
ho amato
& sono stato
veramente
con tutte queste
DONNE
ma alla fine sono
SEI
come uno che ha
6 mogli
o come uno che
pensava
che il 6 fosse il 9.




domenica, agosto 04, 2019

Alce Chiazzato



sul comodino
o in qualsiasi posto di casa tua
ci devono essere
i nomi
Melville
Twain
Beecher Stowe
London
Antico Testamento
& allora potresti anche avere
il tuo cuore sepolto a Wounded Knee
a fianco a quello di Dee Brown











mercoledì, luglio 31, 2019

I Suoi Luoghi/Mia Carissima



"Ti sei fatta fregare
da un sabato notte scadente"
dice J.Ellroy
l'ultimo mio santo venerando
il vendicatore ancora vivo per casa
da quanto lo conosco
da quando cammino
da come lo leggo
per questa casa
c'è solo lui
no, la forza non c'entra
basterebbero dei maiali
verso i quindici direi, anni
sì verso i quindici
parlo di quintali non di anni
seguitimi bene
o forse qualcosa prima
dai fammene un altro
non è solo una questione
[di] ... [allora basterebbe risalire il fiume]
bourbon morbidi scolati a litri
omicidi ghiacciati sottochiave
droghe aggressive consumate
donne perse picchiate
strade sfondate per dormire
"inerme hai fatto
una fine stupida e brutale"
vedete come parla
Ellroy di Sua Madre
invece, io
sembra
che non voglia
farla finita qui
per quello che dicono i dottori
o per qualche deità annacquata
non ho bevuto fin qua
per farmi attaccare
a delle macchine
su un tavolo operatorio
ma la notte
prima dell'intervento
ero come un pugile
pronto a prenderle
tutto oliato
& sfoggiavo
i miei tatuaggi
i miei libri
gonfiavo i miei organi
oltre il mio corpo
come mi sono divertito
mi sono detto
quell'uomo non è riuscito
a dire più niente
a dire in quel modo
dopo quello non c'è niente
farei un intervento
ogni quarto d'ora
se potessi
& per il Nostro Consueto
Marcio in Danimarca
& per
gli spioni
i delatori
i parenti assenti
gli amici dementi
le donne andate
le donne maritate
- molto gestibili -
le figlie non avute
- dove ho sbagliato
ho creato paludi & controsensi
ma giusto così
giusto il tempo di riprendermi
a bordo ring
dingdingdongdindingdong
nessuno
mi ha mai minacciato
quanto questa tristezza
questa ridicola depressione
gestibile in pochi minuti
downtown losangeles
- & non dico cosa intendo per poco,
di James Ellroy
che parla di Sua Madre.
Sempre Tuo Jolly.














domenica, maggio 19, 2019

N.O./9




sono le storie che ci raccontiamo
questi ricordi che avvelenano i nostri sogni
queste responsabilità senza senso
che giocano con le nostre domeniche
seduti ad osservare il mondo che ci siamo meritati
un’ultima discesa all’inferno per cara grazia
di chi ha scritto libri pessimi







N.O./8




Fin da piccoli
ci hanno detto
di non fare
quello che siamo
sempre stati portati a fare
ma poi le cose sono cambiate
la solita storia
la solita vecchia storia
donne state, andate
venute & andate.






N.O./7



Da mobile A baton rouge
13 giorni per la buona vita
attraversato le terre
i confini degli stati
parlato con i sospetti
visto i detenuti nelle piantagioni
sentito le esplosioni delle miniere ferme
seduto con i re della louisiana
& poi non c’è veramente niente altro da dire.



N.0./6




L’immensità di questa terra
dilatata & sprofondata
dove i padri fondatori
non si sono spinti
chi verrebbe mai a vivere
sotto il livello del mare
sotto l’acqua del fiume
in questa aria gonfia
questo senso pestilenziale
che ogni giorno & ogni notte
diventa padrone di tutto & tutti
chi verrebbe mai qui
con tutto quello che è successo.
Di sicuro io, tra i primi.






venerdì, maggio 17, 2019

N.O./5




E’ veramente
un tempo selvaggio
& noi siamo lì a guardarlo
fino in fondo
Biloxi & Delacroix
Pillottown
per risalire a Boothville
& Port Sulfur.


giovedì, maggio 16, 2019

Oltre 40 Erbe Aromatiche



E’ una cosa
che chi scrive
o anche chi vive
non dovrebbe fare mai
scrivere cose di questo genere
ma se devo sperimentare
delmore! delmore! delmore!
scrivo questa cosa per voi due
vi ho promesso
migliaia di volte
di portarvi con me
non l’ho mai fatto
tutte & due
avete un nome che inizia con M
il mio è la lettera dopo.
I giochi sono sempre facili.
I giochi sono per i bambini solitari.
E ora stiamo giocando.
Un motivo in più per uscire per le strade.





Il Quaderno Bianco



Se dobbiamo iniziare
iniziamo col dire
che tutti eravamo
il White Album
& che certe volte
si torna in Unione Sovietica
per troppe volte
sono il figlio di quella generazione
no, semmai il figlio del figlio
l’apostolo miscredente sempre dietro l’angolo
sono i libri che ho letto
le foto che ho fatto a baton rouge
l’alabama? dimentichiamola
sono le donne avute
lasciate sempre andare
per cara prudenza
senza mai più giocare fuori con te
john lennon assassinato
prima che nascessi
io che cambio pelle
& questo aereo è atterrato.






Di Questa Città Parlo



Se dobbiamo iniziare
iniziamo col dire
che tutti eravamo
il White Album
& che certe volte
si torna in Unione Sovietica
per troppe tempo
sono il figlio di quella generazione
no, semmai il figlio del figlio
l’apostolo miscredente sempre dietro l’angolo
sono i libri che ho letto
le foto che ho fatto a baton rouge
l’alabama? dimentichiamola
sono le donne avute
lasciate sempre andare
cara prudenza
senza giocare fuori con te
john lennon assassinato
prima che nascessi
io che cambio pelle
& questo aereo è atterrato
solo per me.




Di Questa Città Stiamo Parlando


nessun più confine
nessuna più riserva
nessun limite
a questa primavera riservata
prima di arrivare a casa

il capro coperto per la mascherata
la testa di agnello marinata
guarda che come quando
hai trattato male qualcuno
qualcuno verrà a trattare male te & la tua genia

&’ pur sempre vero
che il rock
il blues il jazz
& la classica
ci hanno salvato la vita

io sono il Delta Morente
che Rinasce Solo & Sempre
in questa Enorme Massa
di Acqua Confusa
chiamata Atlantico

sono le due sponde tramortite
sono il continente separato
la terra che affonda
in uno straccio di terra alcoolizzato
chiamato Louisiana

ma &’ pur sempre vero
se dopo tutto
questo tempo
stai tornando
& mi chiedono

dici che è la volta buona?
non andrà come le altre?
ti sei liberato?
sei mancato
per così tanto tempo

& ci sei mancato così tanto
le tue parole
i tuoi discorsi
le tue esagerazioni
i tuoi occhi su di me

& quando
seppur vero
il buon figlio
torna in città
c’è sempre qualcosa da aspettarsi.




mercoledì, maggio 15, 2019

1978, 21 anni




hai provato così tanto
a farmi fuori fuori
dai, che non ci sei riuscita
& in quel caffè a Bruxelles
con tutte quelle cose
nella borsa che ti avevo regalato
per la festa della donna del 1978
oh, non era così?







In Cassa




può essere che ci sia qualcosa
che non mi stia dicendo
ma tutti i suoi atteggiamenti
tradiscono un ostinato senso di inadeguatezza
me lo confidano
una di quelle cose
che ricordiamo nei momenti
meno incisivi della nostra vita
quando l’esistere
è una sola questione
di starsi addosso & parlarsi addosso
la casa viola-in-bocca è un diminutivo
per dire quello che non sappiamo dire
un diversivo per osteggiare quanto ammesso
& quando l’ammesso è ammesso
come in questo casinò di reno
tutto il resto viene meno







N.O./4




la casa rossa incendiata
da dove siamo fuggiti
litri & litri di dannosa solitudine
finché l’angelo dimesso
ha fatto il salto che doveva
ritornato sul fiume a parlare




DEMOCRATICO




Attraverso
più & più volte
il mito urbano
che è stato Detroit
ogni tanto mi piace
pronunciarlo alla francese
proprio come gli antenati
cammino per questo mondo
congelato & sepolto fino al lago
se mi devo guardare attorno
guardo di lato & non do mai il fianco
se almeno non sento una nota
di voodoo chile slight return
congedarmi da questo buco michigan
le armi le armi le armi
il presidente fantoccio tradito
DEMOCRATICO.





Comunicazione alla Clientela


Gentile Cliente,
siamo lieti di informarla
che il suo modulo di ammissione
è stato registrato correttamente.
La attendiamo sabato 28 giugno
alle ore 9.00 presso il padiglione H.
La città di K non è ancora stata dismessa,.
Le consigliamo di indossare K con 2.
Certo è una bella storia
certo un bell'affare
dicevo tanto tempo fa
ecco che inizia lo spettacolo.
La scena si apre con delle luci a disperdersi
ma il buio di cipolle verdi fritte nello strutto
preclude ad un'inevitabile discesa
il che significa, per forza di cose,
un lasciarsi andare
un discendere bello e buono
come i migliori ci hanno insegnato
& i migliori prima di noi & dei nostri padri
quand'anche ce ne fosse mai la ragione
forse la cancrena di una curva di una vena
quindi un bel piatto di carne trita
& una robustissima bottiglia di blended whiskey
di che cosa è fatta la vita poi se non di queste cose
cose come una les paul distorta & sepolta al Louis
il numero uno l'anno chiuso da cannes 69
è possibile, mi chiedo, canadese finché ce ne fosse
ma come insegnavano al conservatorio
un blues in Re è meglio di un suddito morto.

















Sigle d'Apertura




Se dovevo tornare
non potevo che farlo
che con Bobby Dylan
& un’alta dose di Roy Buchanan
Johnny Winter aka Jack Kerouac
(delmore schwartz?)
già delmore il nero
un’occasione in una vita
mi sembra che il vecchio adagio
dicesse proprio così.



Laissez Les Bons Temps Rouler



Bob Dylan
CITAZIONE
quando l'oscurità era una virtù
nessuna strada piena di fango
nessuna fatica & sangue

Dentro fin Qui
anche se TUTTO
l'esistenza spessa nella regione del bayou
sempre a ragionare qui
il tuono che rulla

Nessun sguardo al passato
nessuna importanza per cosa importa
le persone che ho incontrato conosciuto amato
sempre a scrivere di qua

Da quando sono arrivato qui
venti anni fa
un bambino domandoso & affamato di carne
fine delle ricerche
una cosa mai fatta prima.




N.O./3




Quindi non mi sono perso nessuno
presa una svolta pesante a sinistra
mi dicono tornando a sentirli
guarda il traffico che arriva da davanti
zona di parcheggio/transito/
rimozione assicurata
con la buoncostume sempre in fase
questo è quello che fanno gli arruolati
sotto un distintivo che non distingue
un mendicante da un cieco
una prostituta fuori esercizio
per tende tirate sulla pubblica piazza
ci siamo ritirati senza una risposta
& quando un uomo si siede per terra sul marciapiede
reclamando il diritto & quando questo diritto
non si calpesta neanche più
troppo abituati alla solita & sana & buona
dose di ultraforza pubblica adottata negli scantinati
per quanti vogliono accomodarsi, eccovi
il tempo in cui il rancore non era nei discorsi
dei citati né di quelli quotati
come i miei migliori scrittori
forse fatto il meglio per lei
forse detto, forse fatto
un piccolo rischio fino al punto
dove non c'è più immaginazione
se non umiliazione & disfacimento
mani sepolte dalla malattia
odiato & cacciato come un segugio in malora
scappato con la corona della città che amo vivere
un muro gonfio di mattoni & assegni su cui sbattere la testa
sotto cui ci inchiniamo per la colazione del becchino
& in questa domenica guardo & tutti & mi dicono
ehy oracolo come stai, ancora dipinto di blu
serve un prestito per un nuovo nato
o solo per toglierti il nero dagli occhi
ripaghi la tua schiena gonfia con poco ragazzo
ma io sto su questi gradini & non dimentico
la sinagoga avvolta nelle foglie del rabbi di turno
la chiusura della cristianità in ogni sua forma
Nazareth la Decadente & Indecenza
eccoci qui con tutto il nostro arsenale
giustappoco prima dei 40 anni
manco fosse un’evocazione del deserto
mai pregato così tanto come in questa sedia vuota
& una volta andato, andato per sempre
pur rimanendo a quanto dicono i miei taccuini
abbandonati da due anni,
ora ripresi negli incontri persi alla tavola della tua famiglia
l’amore di una vita di un’amante morta
valori autentici ma veri alla porta di una trentenne
sola in una casa che hai abitato per mesi
centro della regione - BATON ROUGE
cambio dell’olio certe volte gratuito
cristo è signore per vocazione in tenera età scrivono ancora
molto giù in questa Louisiana della mente & dello stomaco
il rabbi non è più di turno ma è molto alterato dalle foglie
ne il gioco del mondo esserci finché l’albero
non viene legato alla mano del giuramento
violazione 1759 impianto petrolifero
solo i grateful dead per il mio ritorno in città
poco da imparare per spingere di nuovo
tutti sappiamo come finiscono certe storie
in questo sud dilatato
una vecchia & lunga linea
da punto a punto
ecco il modo di fare in fretta
ecco la mia bandiera.




sabato, febbraio 02, 2019

N.O./2


Sotto i cieli di questo Sud Odiato
nelle paludi di questa parte di Ovest Orientale
qui dove finisce tutto per riniziare il giorno dopo
abusi sessuali fatti nelle vostre case
maiali sgozzati

tanto prima o poi i colpevoli
finiscono al macello
ehy tu grande stella fumante
lo sai che sei già morta
finta falsa impietosa

è un fuoco senza fine
stiamo solo scaldando i binari di questa nazione
nessuna perdita di tempo
siamo stati a farci una bella colazione

con tutto questo succo d'arancia
il nostro caffè, la nostra acqua gassata
dormire per un altro giorno per essere liberi
sotto la luce di un'altra democrazia maniacale

quella deviazione di strada
gli alberi della stagione
ah la mia macchina fotografica
tutte le mie pellicole al macero
come il mie libri
non c'è nessun sentiero
per un uomo
sono tutte balle
li ho percorsi tutti

& sono stato sul Missie
& l'ho visto tutto
& ho visto la Grande Nazione
& il Grande Nuovo Mondo
& ho visto il tuo Grande Cuore
& ho pianto per la tua Malattia Mentale
& ti ho persa come in una grande storia d'amore
& ti porterò sempre con me nella mia grande città
in ogni suo giorno impietoso
in quello che rimane del nono distretto
in quello che questa città
decide di dividere ancora
fuori controllo o no
fuori dai confini o no
inferno o acqua alta
diciamo noi
non ci sono tempi difficili
o meno
il controllo di quello che facciamo
di quello che diciamo
tua zia che si sposa
i grandi musei del Michigan
le industrie di cui parliamo
le colossali discussioni di cui non sappiamo fare a meno
ad una certa ora della notte
dove siamo stati ieri
per l'ultima caramella
detto l'ultimo sì
& l'ultimo no
fino a LAX
che cosa ci è importato
& ancora
NON COLPEVOLI

girato fino alla mattina
un'altra notizia stampata
fino che ci arrivi
ci sei arrivato
sei sempre un bimbo libero
ti lasciano giocare finché vuoi
ti lasciano il rock 'n' roll
ti lasciano un mondo
di cui non volevi fare parte
ma tant'è
un passo che alterna l'altro
vita o morte non separano

girato fino a questa mattina
visto quello che si voleva vedere
visto quello che non si doveva vedere
la perversione di certe ore
gente che chiude le orecchie
& tappa gli occhi
le vittime delle sette zero zero

certo che non ti lascio sola
questa sera
tutti i ragazzini sono matti
ma per me, ora
c'è un solo valore
i miei libri
& la Costituzione.

















N.O./1


Dove tutte le strade
si possono bagnare
dove tutte tutte
le macchine da scrivere
sono esistite & sono stare usate
i più grandi scrittori
l'&roina dei nostri tragici tempi

prima di Canal Street &
prima dei Grandi Morti
il Vicolo dove si è vissuti
per lungo tempo
pensando solo a scrivere
i cambiamenti al confine
di un'adolescenza inesistente
a tredici anni già fatto tutto
nessuno straniero alle porte
nessun bar chiuso

Dove io sono esistito
& dove ho detto di vivere
di aver vissuto
prima del Grande Libro dei Morti
un pianoforte stampato & chiuso per sempre
nelle tombali paludi romane
dove gli ho augurato la Morte
riserve personali di psicofarmaci & di vodka

Chi ho detto di essere stato
poi dopo poco svoltato l'angolo
dopo ancora camminato
chateau hotel
dove tutte le strade si sono spaccate
Austin, Texas
lampioni spaccati sotto l'Eiffel

il Pontchartrain
una macchina sparata
tutti quanti annegati
una macchia ignobile
sul mio trascorso
Abbastanza Diviso

sempre la musica classica
il mio jazz
i grateful dead andati
ma sempre sulle mie braccia
giorno dopo giorno.


mercoledì, gennaio 09, 2019

Chiusura & Altri Giorni.




Giorno 1. Prima di Tutto.

Tutto quello che ha comportato scegliere New Orleans. Sceglierla. Come città, come donna a vita, come famiglia, come ricovero per la fine delle mie notti. Ah certo, Julia Street. Eccomi qua. Un'altra donna sotto braccio, alcune volte della mia età, mai, sempre molto più in là con l'età se non molto più giovani. La mattina qua, ci si alza, e se posso, guardo il fiume. E questo non è quello che mi uccide. Sono le donne che ho perso, sono le occasioni, le persone passate & ora morte. Ah certo, il Ninth Ward. Eccome se ci siamo stati. Una mattina al Community. Così solo dopo quello che ho vissuto? Sì. D'altronde quando vai fino in fondo e fai a pezzi tutto, cosa ti rimane. Tutto quello che ha comportato scegliere New Orleans. Perdere la famiglia, perdere donne, amici e stare in un orizzonte di vita che pochi altri possono considerare e capire. Uno dei momenti migliori della settimana lo passo in Jackson Square, intorno alle sette di mattina. Un veterano inizia a far risuonare una fanfara irlandese che poi declina in una marcia. Di solito, io mi alzo e marcio con lui. Di fronte abbiamo il Mississippi e tutto è salvo e ovviamente enorme e salvo ancora. La neve non cade mai qua, ma occhio ai regolamenti di conto notturni. In questo posto, ognuno, tutti i morti, hanno una tomba. Sopra o fuori terra.

Giorno 2. Ecco Quello di cui siamo fatti.

Questa parte di mondo, Ovest. In questa parte di mondo, al di là, nel territorio esteso attorno. Puliti da un paio di giorni, si direbbe. Guardandoci attorno. Non un granché, solo eventi di passaggio. Nessuna scusa, pregiudizio, a parte gli esseri umani che vengono qua. Sentii un uomo dire, dopo aver svuotato la sua lattina da stella solitaria: prima o poi verrai tradito. Verrai tradito solo se darai la tua fiducia a una persona. Le albe stanno iniziando a prendere un colore più denso, incomprensibile per la maggior parte della gente. Siamo veramente una piccola comunità, una comunità di espatriati. Uomini e donne venuti da tutto il Paese, da molto lontano di solito. Cose che non si possono riparare, cose che vanno gettate. Vuote, sepolte. Stato furioso per la maggior parte degli anni, indubbio. A sud di Saturno, prima che tutti vengano presi e sbattuti dentro. Svuota la tua lattina ed ordinarne subito un’altra. Sentito la notizia, l’hanno trovato morto, segni di lotta, non che il mondo finisca qua. Passava intere giornate nella biblioteca a fare ricerche per risolvere quelli che lui chiamava Omicidi di Stato. Aveva delle sue teorie, alcune veramente originali. Cose che potevano essere anche vere. Perché no. Uomini d’affari che bevono la mia roba, tanto per citare qualcuno. Qui non capita. La mattina risalito il fiume per qualche ora. Animali addormentati sulla riva destra.

Giorno 3. Le Voci Indistinte.

Una tipica stagione appena passata. Come dicono da queste parti, qualunque cosa capiti, vada come vada: inferno o acqua alta, fino alla gola. Tanto, giunti a questo punto. Mi sono spinto oltre. Sì, certo. Come detto tanto fa … stato troppo in giro, fatto quello che non dovevo fare, detto quello che non dovevo dire. A proposito direi, una scelta di vita. Donne, voi non capite cosa porta un uomo a scegliere quello che deve scegliere, quello che ho scelto, quello che andava scelto. In questi giorni l’aria si è fatta più rarefatta, leggera, più respirabile. Maledizione. A me piace il tempo cupo, gonfio o gli splendidi pomeriggi ubriachi sul delta e nella sera bere roba pesante. Domani chissà. Tutto quello che passa come una distrazione prima delle sette di sera. Sento tutta questa musica dalla camera di fianco. Non potrebbe andarmi meglio. Esco dalla porta e ci passo di fianco. Dalla finestra sul ballatoio vedo una donna nuda che balla su California Dreamin'. Certo che saresti più sicura e calda se tu solo fossi laggiù con la Dea Cali. Il Sole Crescente o il Sole Montante. Solo altri Dei per il pubblico, per il popolo, per la pletora. Gli alberi sono così pieni. Dovrei forse ricordarmi di mia moglie lasciata oltre il confine. Preso la strada verso sinistra per la città di mezzo. Un posto anonimo, vuoto, tutti noi vogliamo tornare al Quartiere per un ultimo sogno notturno.

Giorno 4. La Chiamata tanto Attesa.

Vi devo parlare delle doppie linee. Non che sia stato l’unico a percepirle, ultimamente. Ero ancora me, come ogni altro istante della mia vita. Stava arrivando il buio, da molto lontano. Così carico, così pieno, senza parole, solo un moto. Notizie dalla radio. Puntare il dito nel cielo e vedere la fine che arriva sulle nostre teste. Ci mettiamo i pollici in bocca bagnati di liquori. Un ambiente annerito come uno lucente nella linea di universo tracciata sulla spina dorsale fino dalla nascita. Quale è la differenza alle tre di notte. Poi spegniamo le luci. Ci guardiamo allo specchio, dilatati, disgustati, verso le undici di mattina. Noi. E’ la società in cui viviamo. Possiamo avere grandi progetti ma quello che importa è quello che sta lì fuori, che ci aspetta. Possono essere decenni. Potrebbe voler dire stare sui treni. Vederci, ed è quello che abbiamo sempre fatto. E’ il passare delle stagioni, siamo noi che siamo di passaggio, sono i fulmini là fuori. Tuoni. Metti le cose nella scatola, e leggi, lei diceva. Sentivo dei rumori. Sentivo quello che dovevo, volevo sentire. E se lo facessi. Restando. Seguitemi diceva il Profeta. Un film tralasciato per una ragione e oltre. Ad un certo punto della vita un uomo ed una donna si innamorano. Niente di più falso. Sono stato sul Fiume. Sono stato in città. Poi sono stato sul ponte. Ho guardato le cose scorrere sotto.

Giorno 5. Il Martedì Grasso Celebrato.

Prima di questa scrivania di una stazione di polizia c’era la mia scrivania, il mio tavolo di lavoro, dove ho scritto ininterrottamente per oltre trent’anni e dove ho passato gran parte della mia vita, la notte invischiata nei giorni, tra un libro letto ed un altro che stava per essere pubblicato, o era appena stato pubblicato nella discreta indifferenza di questo Paese. Uno scrittore americano di origini israeliane diceva che conosceva per nome e cognome ogni suo vero lettore, visto che erano meno di una ventina. Diciamo che è un obiettivo che ho raggiunto. Il bambino si fece ragazzo, il ragazzo si fece uomo e salì sulla collina e da quel momento iniziò a parlare. Poi chi lo ascoltò, è un discorso tutto da appurare. Ma eccomi qua, ora. Con le braccia sul tavolo, pensando ai saggi sul nichilismo europeo e alle loro conseguenze, più o meno concrete, più o meno accadute. I popoli non esistono, esistono le pulsioni suscitate dall’ego e dalla suggestione collettiva. L’avevo incontrata l’ultima volta sabato mattina. Respirava ancora e sul comodino aveva un taccuino con degli appunti indecifrabili e tendenti ad una delicata, dolce follia. Eravamo noi. Noi che andavamo alla biblioteca pubblica per bere fuori con i senzatetto. Io predicavo lo stare per le strade, entrare ed uscire dai bar, gonfiare di banconote i jukebox e vedere cosa succede.

Giorno 6. La Repressione Laica alle Porte.

E così, ripeterlo finché la vita dura. Ehi, tu, piccola faccia curata, ti sei visto, sei andato in bagno a rendere l’anima a nostro signore. Ehi tu, giovane donna piena di finte sicurezze, ecco cosa ti succede appena la minima cosa va storta. Guardati. Trucco sfatto, faccia appesantita, occhi pieni di rancore. Angelo, guarda il passato. C’era stata una possibilità, anni fa, in cui si credeva che i fratelli e le sorelle di questa terra potessero vivere insieme, creando una comunità, condividendo il destino comune. Niente di più falso. La comunità non esistette mai, non fu mai, e il dio punitore venne con la sua spada di fuoco a dividere i benpensanti dalle persone libere. Finzione. Sta scritto: nel giorno in cui la Dimora fu eretta, la nube colpì la Dimora. Ecco, questo a cosa vi fa pensare. A cosa state pensando ora. Io, a niente. Penso ai bar di fuori città ogni tanto, dove mi hanno dichiarato “persona non gradita”. Rotto qualche naso, qualche testa, niente scalpi. La profezia del Dio Squartatore che non arrivò mai. Di quale dio stiamo parlando. Il fatto è che non ci sono più piaghe secolari da tempo. Forse l’AIDS, ma si parla di trent’anni fa, proprio quando iniziai a scrivere su quella scrivania. Molti parlano di una possibile cospirazione in atto. Ehi, tu, sei andato in bagno a darti una ripulita. Forse l’hai fatto. Ma non così bene, di certo non a dovere. Burke parla del cielo verde. Io non gli credo.

Giorno 7. Gli Arti si concedono un Colpo.

Il cielo in questi giorni è una palla violacea, sporca, densa di un siero infetto, giallo - fumo per le strade. Le cose accadute in quel quarto d’ora in cui l’ho incontrata hanno portato a dei fatti. Un esempio: farmi riflettere su come avessi perso la mia religione in tenera età. Alcuni, di passaggio, mi dicono che parlo troppo. Devo ammettere che da tempo non so cosa sia più la tristezza, la depressione, la disperazione. Vediamo, ritorniamo a vent’anni fa. Non è un ricordo soppresso che ora riemerge, non è un sogno ad occhi aperti, non è un ponte che brucia. Devo aspettarmi qualcosa da tutto quello che le sto dicendo ora, devo aspettarmi una possibile situazione compromettente. Era febbraio. Decisi di vivere secondo coscienza. E la mia coscienza era del tutto particolare, e la potremmo definire marginale. Ero l’unico che la pensasse in quel modo. Luglio era così lento e fu inevitabile che prese il fucile e sparò a quell’uomo. Letto su un giornale, un articolo. Le piante intorno fiorivano ancora. L’unica cosa per cui lottiamo, a volte, non è l’onore, sono solo stanze vuote con tende senza più nessuna traccia di vita. Il nostre grande cuore preservato nella prossima diligenza che sta per arrivare in città. Ci guardiamo, ci guardiamo in faccia fino a sfinirci. E le avete viste le facce di questi uomini, uomini che stanno soli ad aspettare di essere pagati, uomini che si mettono in fila per il sussidio, uomini abbandonati da mogli e figli e tutto il resto.

Giorno 8. Ancora Antefatti.

A Ovest di un ovest minore, lontano da qua. Trovarono il petrolio e prosperarono per un ventennio. Mi avete visto passare di qua. Non direi. Sì, c’era una volta in cui siamo andati ad Ovest. Io e lei. Molto prima di queste foto che mi state facendo vedere. C’era vita prima di queste foto. C’era la nostra vita. Inutile che ve la racconti. Inutile che parli a questo punto. Ad un solo milione di chilometri da qua cosa succede. Meteoriti. Nubi cosmiche. Antefatti tra dei di un altro sistema solare o di un’altra galassia, prima che il mondo finisca. Vi ricordate del ragazzino che vi consegnava i giornali con il sorriso e il sudore appena asciugato dalla schiena. Vi ricordate delle torte della domenica, delle partite alla radio, delle attrici prominenti e prosperose alla televisione. Vi ricordate di quando avete infranto, per la prima volta, il limite di velocità, godendo, tirando dritto e poi prendendo l’uscita per la 90. Cosa pensavate di fare, dove volevate arrivare, in un paese straniero così lontano da casa. Ancora marzo, ed era molto caldo, un caldo che non avevamo mai sentito nella regione. Guardavo in cielo e guardavo all’orizzonte. Il grasso che scendeva dal dosso del marciapiede. Cos’è quella cosa che chiamiamo male. Da quando gli abbiamo dato un nome. Certe cose non esistono e non serve nominarle. Altre possono essere loro e possono essere noi.

Giorno 9. I Luoghi Compromessi.

Non c’è niente in questo mondo che ci tenga qui. Stiamo così bene finché non arriva lo squillo del telefono. Quindi rispondiamo e. Essere differenti per un’altra storia, per cosa, la drammaticità della vita. State sicuri che questa notte tutto andrà per il meglio. State sicuri nelle vostre case. Certo che ti amerò fino alla fine. Certo che starò fino alla fine. In chiesa una volta un uomo molto anziano, si alzò ed è da lì che mi sono abituato a guardare in basso. Dalle grandi città alle baraccopoli. Cimiteri e pezzi di rossetto. Dai dammi un po’ di quella roba. Parlami. L’ho sempre detto. E’ tutto così facile. Era sì, quel posto di cui state parlando. Proprio lì, ecco qua. Stato molte volte. Non voglio scendere nei particolari. Potremmo dire cento anni. Scendi, scendi la strada e bacia la testa del santo in Pere Antoine. Buddha è solo un altro nome nel nostro mondo di spietato cinismo. I numeri sono sempre stati 4, 7, 9. La morte non è una credenza, non è una deità. Semplicemente non esiste, non esistono luoghi come la morte. E' una delle prime lezioni che impari quando vivi qui in città. E se ogni giorno deve essere il giorno del giudizio, qui ci diciamo: meglio così. Facciamolo. Facciamolo Due Volte.

Giorno 10. Il Duello di Dio.

Come dico sempre: sì, sono stato attorno e sono stato lì per un lungo lungo tempo. Prima che la gente esistesse, prima che la gente prendesse coscienza e morisse. E’ diventato così difficile parlare tra le persone a questa ora della notte. Con questo intendo, sanguinare, vivere e a farsi da parte. Facciamolo Veloce. La camera da letto dava sulla strada, su St. Philip e quando uscivo prima dell’alba, i colori erano verde, viola, l'aria così forte, la sua presa così pesante che non potevi fare altro che collassare con tutte le cellule del tuo corpo e arrivando alla banchina, verso il nono distretto, ti trovavi di fronte ad una tinozza che tendeva al Rosso di Venezia ancora intriso di tutti i crimini della notte, partendo da Enrico IV, arrivando fino a dove non si dovrebbe mai arrivare - il suo corpo riverso sul marciapiede ma ancora in vita, la sera prima di sposarsi. Suonavano una marcia irlandese in Jackson Square e la mia vita non era solo quella che era stata, quella che era stata con lei, con le altre donne, con mio padre che non vedevo da vent’anni, con mia madre fiera bibliotecaria oramai intontita dagli anni, la mia vita che per così tanti anni era veramente stata per le strade. Quando il veterano ha imbracciato la cornamusa mi sono messo immediatamente sull’attenti ed ho marciato con un gruppo di persone, una brigata improvvisata, una domenica mattina. Mentre compatti, emozionati, festanti e sbraitanti percorrevamo il perimetro della piazza più e più volte, la folla ci guardava e potevi vedere un piccolo mettersi in fila con noi, illuminato dal potere del sole montante sul fiume, benedetto dalla rosa rossa del potere dell'unità delle persone che divengono comunità per prosperare nel nome di un dio senza nome ma pronto nel suo personale duello.

Giorno 11. Ciò che accade.

Passando in rassegna, vedevo i volti feriti del mio popolo, quello che gli era stato semplicemente riservato dall'esistenza su questo desolato pianeta prima di un altro pomeriggio. Era la domenica prima dell’accaduto.
Viveva in quella piccola casa che c’è ancora sulla destra, su Dauphine e Louisa. Ve la ricordate. Niente di che, ma un angolo molto carino, molto grazioso. La stupidità a cui siamo condannati. Ogni tanto andavo da lei a sistemarle le piante. Poi Iniziavamo a bere, a guardare la partite e se era ancora cosciente, finivamo a letto per giorni. Un vecchio amico, è andato, mi diceva che l’arte era la verità. Forse vi ricordate dei miei pezzi sullo scandalo dell’88. Ero un buon giornalista. Mi offrirono dei soldi, quindi radiato. Non ho mai potuto fare più quell’unica cosa che credevo fosse per me. Scrivere. Qualsiasi cosa. Scrivere. Vera o Falsa, lasciamo ai posteri. E quando i posteri decadranno, ce ne saranno altri e ci saremo noi. Ricordate quella storia che ci raccontavano. L’uomo e la scimmia. L’uomo e il suo creatore. L’uomo e il suo prossimo. Sentite questa. Ho incontrato quell’uomo, chiamato Hu, da fuori città. Vedete come la vita cambia. Hu è un mezzo assassino. Da tanto tempo sono così stanco che non riesco a dormire.

Giorno 12. Per un’altra Cifra.

Cosa ho fatto. Siamo sempre in penitenza, da quando ricordiamo. Pensavo di averti sentito ridere quella notte, pensavo di averti sentito piangere di giorno. Tanto tempo fa ridevi, e sorridevi ed eri tu alle mie battute ed io ero così felice di scrivere, mi mettevo a scrivere. Ora sono quello che ci eravamo promessi mai di essere. Ora sono un uomo vile. Le nostre memorie. I miei principi morali, i miei codici. Cosa credete, che non sappia. Ho sentito quelle voci. Cara Sorella Mezzanotte. Non voglio fare il tuo nome. Senti ancora che ti chiamo. Forse riesci ancora a sentirmi. Cabina telefonica pubblica su St. Charles Avenue, una delle poche ancora esistenti. Un tram chiamato desiderio o amore alle prime luci del giorno. Signore, lei è in linea. Componga pure il numero. 504-177-4797. Mettiti a questo telefono e rispondimi. Non puoi essere andata così lontana, non puoi essere così lontana. Mi avevi fatto una promessa nei giorni dell’oro. Mi avevi parlato, di città in città, di quello che avremmo potuto essere e di quello che saremmo stati. Avevi parlato di fiorire, di una nuova visione, di grandi passioni. Poi vennero i Giorni del Diluvio. E credimi, Dio non fu mai così solo.

Giorno 13. L’adunata delle Educande d'Orléans.

Da qui all’altra parte del mondo, come dire da un lato altro dell’Oceano Atlantico fino al punto estremo dell’Oceano Pacifico e fino dentro dentro quello Indiano. Le dolci ore della religione cattolica, come dimenticarsene. Tutti seduti in classe a sentire la Parola Ripetuta del Dio Sconosciuto. Lunedì mattina. Ancora, questa parte di mondo. Nessun gran fatto, nessuna rilevazione fino ad adesso. Visto molti bambini per la strada. Pensato alla mia donna dall’altra parte dell’Oceano. Gli Europei non sono affatto come noi. Sono più lenti e complicati. Noi abbiamo costruito una nazione ed un popolo in poco tempo e ci siamo messi a capo del mondo. Abbiamo sempre saputo che Dio sarebbe stato dalla nostra parte. E se Dio non stava dalla nostra parte, diciamo che ce lo portavamo. Avete capito il tipo di violenza e di pazzia di cui vi sto parlando. Non credo. In ventisette anni di lavoro ho visto il finale di migliaia di vite. E quando arrivavo sui posti, prima di scrivere un articolo, quando arrivavo lì con quell’odore, avevo davanti questi corpi di donne martoriate o fatti a pezzi. Tornando a casa non avevo molte alternative. Posavo la mia attrezzatura e salivo in macchina verso il bar più lontano. Ognuno si sceglie la propria sfortuna, e io avevo accettato un lavoro fatto di morte, dissoluzione, di perdita. Così per molti anni ho vissuto in un mondo di cadaveri a cui dare un nome, di corpi gonfi di donne legate, di ciocche di capelli strappati, di volti dei familiari delle vittime devastati dal dolore, di parole e parole disperate battute su fogli di carta riciclata da poi mandare tutto in redazione.

Giorno 14. La Tattica Militare.

Notti non dormite a vagare vicino ai luoghi dei ritrovamenti, con il thermos pieno di caffè corretto con rye whiskey sul sedile del passeggero, con il taccuino degli appunti da aggiornare. Si dice che un uomo che sia un vero uomo, non possa condurre un’esistenza senza una propria famiglia. Sapete, io non ho mai creduto a quello che dice la gente. Non è detto che un giovane uomo sia pronto per certe verità. La mia vita ha detto tutto l’opposto. Qualcuno cerca la stabilità, i soldi, la piccola carriera cucita sulle sue inutili spalle che nessuno ricorderà. Un idiota come un altro. Poi ci sono altri tipi di persone che pensano l’impensabile e che vivono l’invivibile. Questo, per la maggior parte delle persone, così abituate a mentire, così schiave del loro costume sociale, così dannatamente fallite nella loro ridicola routine. non è accettabile. Mi ricordo la voce di mio padre: non scegliere una cosa così difficile, non scegliere una via così stretta. Ti saranno tutti contro. Saranno tutti pronti con il dito contro di te. Se non starai con loro, sarai contro di loro. Mi ricordo la mattina dopo. Camminavo per strada per una birra, le undici penso, e vidi un uomo schiaffeggiare la sua bambina di appena tre anni. Lo presi per la gola e lo alzai per un metro e mezzo, mentre la moglie mi pregava di non ucciderlo perché era un brav’uomo, in fondo. L’aria era così pesante e avrei voluto fargli così male. Ora ho oltre quarant’anni e ho fatto del male a decine di persone, fino ad estreme conseguenze. Giro armato da quel fatto. Capii che in poco la vita può cambiare. E da quel momento sarei dovuto sempre essere stato pronto al cambiamento.

Giorno 15. E’ Stata l’Acqua.

L'anno dell’uragano persi tutto. Sono qui, su questo pontile, dodici anni dopo. Persi la casa, il mio archivio, le mie attrezzature, le mie macchine da scrivere. In città dicono che c’è stato un prima e un dopo, l’uragano. Io non l’ho mai creduto: c’è stato solo l’uragano. Ci sono stato io senza più niente e senza più lei. Lei che per dieci lunghi anni aveva sostenuto la mancata promessa del giornalismo di reportage, la fallita nuova speranza della letteratura post-moderna. Ora che le parole, letteratura, fallimento e amore non significano più niente per me, dopo tutto quello che sono stato, una nuova stella ha iniziato a bruciare in cielo. Nei giorni successivi alla tragedia, la gente guardava in alto, maledicendo Dio per quello che ci aveva fatto non capendo che Dio sarà sempre così distante da queste terre e dalla nostra pelle, che niente di tutto quello che possa accadere qui lo riguardi. Io guardavo il fiume. Non era stato Dio a farci annegare, ma l’acqua. E’ sempre l’acqua a tenerti a fondo e non le preghiere, non le messe, non i sacramenti. E’ questo fiume che arriva da migliaia di chilometri da nord che distrugge quello che siamo e quello che abbiamo, che sommerge e soffoca nel fango i nostri affetti, i nostri desideri, la nostra storia più intima. Lei mi diceva sempre: tu, vedi le cose prima, e non so come fai. Sto vedendo una nuova stella bruciare. Sta arrivando.

Giorno 16. Il Piazzale di Sosta.

Un giorno mamma prese le chiavi delle macchina e ci disse di salire in macchina, e presto. Nostro padre se ne era era andato da tempo e io pensavo che fosse anche morto, e anni dopo, seppi che avevo ragione a pensare quella cosa, perché di fatto era morto, ed era andato a morire in una altro Stato, lontano da qua. Quel giorno io e Adele stavamo seduti nei sedili posteriori, con i nostri giocattoli o con delle cose tra le mani. Adele non capiva quello che ci stava capitando. Anche se avevo cinque anni, io capivo, e capivo mia madre. Le dissi di accostare per spiegarmi quello che stava accadendo. Stavamo cambiando città perché mio padre, le sue parole, mio padre ci aveva abbandonato, una volta per tutte. Mio padre se ne era andato, lasciando me, Adele e mia madre. Ora che ho un'età e una vita dove niente e nessuno può fermarmi, posso dire che lì, divenni uomo. Anche perché da quel piazzale di sosta mia madre fece scendere con una scusa mia sorella e risalita in macchina, riaccese il motore e ripartì. Non mi ricordo che chilometro fosse dell'autostrada. So solo che avrei dovuto capire meglio la situazione. Avrei dovuto capirla meglio prima. Ma avevo solo cinque anni. Eravamo vicino al mare.

Giorno 17. La Frase Costante.

La frase che mi rimprovera, mentre qualche sera perdo conoscenza e finisco sul pavimento della cucina o di quello che ne rimane, a dormire, stanco, sfatto. Le mie giornate migliori: a guardare fuori e a pensare chi eravamo, in quel parcheggio. L’ho detto tante volte ad Adele: tutti gli anni buttati via. La frase che mi rimprovera, appunto. Tutti quegli anni vissuti con niente, cercando nostra madre o nostro padre, a viaggiare, sperando che un piccolo gesto ci portasse fuori strada, e per piccolo gesto, intendo quando sia io che lei, insieme o no, facevamo quel passo oltre il concesso, o il conceduto. Una volta l’ho dovuta trascinare per centinaia di metri ed aspettare ore e ore, quasi tre giorni, prima che si riprendesse dal suo coma eroico. E io mi ero detto, sai che c’è, me ne giro per bar, finché tu non mi chiami e non mi dici che sei ancora viva sorella. Ero pronto a seppellirti. Voglio che si sappia. Ero convinto che saresti andata. Andata e mai più tornata. Ti rendi conto, di cosa ti sto dicendo, di quello che ti stavo dicendo, cambiandoti le federe, rimettendoti nelle lenzuola di nostra nonna. Sai, ogni tanto, nonostante quello che abbiamo fatto insieme e che abbiamo fatto da soli, penso che ci sia una sorta di ritorno infinitesimale. Nessun Ordine, Nessun Combattimento. E aggiungevamo, in un mondo senza dignità. Le regole vanno condivise. Il mondo non potrà mai essere un posto migliore, ma io, ti prendevo in disparte. Dicevamo sempre: ogni polso sul tavolo con un gambo di rose pieno di spine.

Giorno 18. Il Tentativo di Rapina.

Una delle prime cose furono gli ammanchi di cassa. All’inizio non ero io, ma mi sono mischiato col tempo. Vivere qui, quando esci dalla porta e non distingui l’ora, l’aria, i colori di quello che ti sta davanti, solo marrone e verde se va bene, oltre all’odore del sangue, se sei proprio un figlio benedetto, fortunato, dalla madre di gesù cristo in persona, o forse solo di tua madre, o da qualsiasi cosa ti abbia generato e buttato mani e piedi e gambe su questa scommessa che viene chiamata Stato. Mio padre se ne è andato di casa una sera che avevo la polmonite ed una canottiera di cotone gialla con il disegno di un giocatore di colore della NBA, chiazzata qua e là di macchie di fritto. Nella vita, non in tutta la vita, mi disse, c’è un’unica cosa che si possa fare: bisogna perdere, bisogna prendere ed andare, bisogna abbandonare i propri affetti, per salvarsi. Spero che tu e tua madre starete meglio senza di me. Mi prenderò sempre cura di voi. Ciao piccolo. Su un giornale lessi che mio padre morì in un tentativo di rapina al distributore sulla 90 Ovest, qua vicino.

Giorno 19. La Colazione.

Le luci alcune volte abbagliano, altre volte no, non sono abbastanza forti e non c’è da disperarsi, perché intanto tutto ricomincia il giorno dopo, l’ora dopo, sempre nello stesso senso, ruotando nello stesso verso. Ieri mattina ho deciso, dopo il settimo bourbon liscio, di fare una cosa. Mi sono alzato dallo sgabello del bar e ho camminato fino al mio posto preferito per fare colazione. Erano le sette e quaranta di mattina e mi sono fatto una cajun omelette con una birra, tanto per chiudere il giro. Mentre ero lì, nel quartiere francese, poco prima del fiume che schiumava i secoli, ho deciso quella cosa. Non era fare colazione. Dopo che mi sarei svegliato, volevo sapere che fine avessi fatto mio padre dopo trentacinque anni. L’avrei trovato come l’avrei trovato. In qualsiasi posto. Sottoterra o in piedi, vivo. Le cose passano. Chi siamo noi, di fronte, a questa tragedia che ci capita sotto i piedi ogni giorno. La cara e vecchia saggezza. Le donne ammattite ai lati delle strade. Chi sono. Potrei dire che ci siete stati attorno tutta la vita. Eppure non è così. Perché solo io ho preso e ho andato. Quei carissimi vecchi tempi. Tutto passa. Tutto passa. Le abitudini, le donne, i soldi. Di noi non rimane niente. Non ho alcun contatto per rintracciare mio padre.

Giorno 20. A Quelli a cui è Capitato.

Sono chiuso in questa tavola calda da ore. La pala a soffitto non gira. Per fortuna servono da bere fino alle otto di mattina. Quello che c’è fuori, quello che passa fuori, è indescrivibile. Ho passato tutto la vita a scrivere, ad immaginare, ad incontrare persone, a conoscere gli uomini e le donne, a vedere bambini persi per le strade, a varcare gli Stati, ad attraversare Continenti prima e Nazioni dopo. Non è che questa cosa sia molto cambiata negli ultimi anni. Ci sono due cose in questa vita, che vanno distinte, e che certo portano una serie di conseguenze difficili da valutare, da pesare, da considerare: quando un uomo vuole andare e quando un uomo vuole andarsene. A quanti sarà capitato. Chiusi in piccoli alloggi, in una stanza di motel con un tavolo contro la porta d'entrata o su una panchina all’aperto in una notte impietosa. Cosa possiamo dire. Cosa possiamo dire di tutto questo. Certo, viviamo. Ci proteggiamo, trascinandoci. E poi malediciamo le donne avute, le pessime scelte fatte in tema di donne, che ci hanno rovinato la vita, portandoci a fondo. Ma la mia è tutta un’altra storia. E anche se le mie sono storie vere, non hanno mai avuto un inizio preciso, un momento in cui si potesse dire, iniziamo, o è il primo bicchiere, o è la prima volta che sto con una donna. Pertanto, dimenticatevi una fine.

Giorno 21. Il Numero Tre.

Ecco, di nuovo là, fuori. Dove dimentichiamo di esistere, dove passiamo le nostre domeniche, le nostre settimane della vita. Un posto dove un uomo e una donna non potrebbero mai esistere. Eccolo lì, il grande mondo che si dipana, che si esplicita per tutti noi. Ecco la nostra visione. Madri e bimbe felici, cose pazze dipinte per i più. Madri false, donne traditrici e padri assenti e nei migliori dei casi, morti, tanto per evitare equivoci. Un nome pubblicato, per i più. Prima o poi dovrei iniziare a parlare di lei. Prima o poi, dovrò dare una spiegazione per questo ennesimo libro, questo collare che ci siamo messi al collo. Sto aspettando il tuono, il tuono fuori dalla finestra. Come ogni giorno, niente fuori per me, niente che mi aspetti. Leggono i miei scritti, comprano i miei libri - bene, dovrei dire. Adesso, è solo un sabato mattina, è solo un'altra donna andata. Il tempo non ci è mai stato rappresentato per quello che doveva essere. Abbiamo avuto qualche occasione nella vita, ma l'abbiamo lasciata andare, non faceva per noi. Poi siamo stati per le strade, e come dico io, per lungo lungo tempo. Solo nei cuori dei Continenti, nelle strade. Soli per secoli e buttati in mare e nel cuore della terra e risaliti per risorgere ad una tavola calda in cui siamo chiusi dopo giorni di bevute e caffè riscaldati, uova fatte a pezzi nel nostro piatto e disillusioni e sogni smascellati. Ecco dove possiamo arrivare.

Giorno 22. La Noia degli Altri.

A questo punto, è normale chiedersi, cosa fa un uomo della mia età, dopo che ha perso tutto, o forse non proprio tutto, ma che ha perso la fede e la speranza, di quello in cui credeva. Togli la madre e la sua donna ad un uomo e lo ammazzi. Chi può farlo. Le notti risuonano per quello che sono. Sia che ci si alzi alle quattro di mattina o alle quattro di notte. E se mi mettessi a parlare. E se, alla peggio, iniziassi a correre. La donna della mia vita mi ha detto, giusto dieci minuti fa, che tutti quelli attorno, le dicono che beve per noia. Le ho detto che nessuno beve per noia. Nessuno scrive per noia. Nessuno suona per noia. Nessuno si droga per noia. Nessuno esiste e crea per noia. Siete sempre voi. Siete sempre voi. Siete voi, che con la vostra parola corrompete la nostra fino a che ci mostriate come i deboli e gli sbagliati. La piccola differenza, questa volta, è che, è questo di quello che stiamo trattando, io sia dalla parte dei forti, ed è che, io sia nei primi numeri della lista. Eccomi qui, cari signori.

Giorno 23. La Ricerca del Mondo.

Mi sono ripromesso, che anche questa volta, non avrei ceduto il passo. Il telefono continua a squillare e non faccio che pensare a Lorraine con le sue mani nude che si aggrappano alle mie braccia pesanti. Le mattine a letto e la notte gelata in cui l’ho strappata dal fiume. Tutto quell’odore di fango, tutto quell’odore di vita trascinata di cui non sappiamo che farcene. Lorraine in una macchina con me ancora bambino. Lorraine che mi raccoglie vagabondo in un vicolo cieco proprio dietro a Canal St. facendo il mio nome e mimando la mia postura. Sono attimi che si susseguono con una tenacia formidabile, con un’instancabile ed inimitabile senso di conscia perdizione, con una volontà inarrestabile che non conosce freno, che non conosce soddisfazione e non avrà mai termine. Lorraine, ricordami il senso delle parole. Portami a quando ero nel sedile posteriore e vedevo i tuoi capelli raccolti qua e là disordinati e ti scioglievo i nodi e parlavo di te e ti sfioravo il collo. I distacchi della memoria - cosa di cui non ho mai potuto godere.

Giorno 24. La Mandria Marxiana nel Bayou.

Mi hanno detto che mio padre è decisamente in fuga. Non posso neanche parlargli. La polizia è sotto. Stasera non c’è molto di cui essere preoccupati. Solo, un’altra sera nel bayou. Magari vado a puntare a New Orleans. Ho lasciato moglie, ho lasciato figlie & mia madre. Sono nel club dei numeri uno. Ho perso tutto & ho vinto tutto. La vita è così semplice, ma la gente non lo capisce. Poi arrivano persone. Fai questo, fai quello. E questa massa di imbecilli e di sociopatici si converte. Le mandrie marxiane. Sia benedetta la sua grande anima. I grandi discorsi tenuti all’Università. Tutti invasati delle biblioteche e della politica. E i teatri e i cinema. Quando siamo diventati blu. Di certo la città, ha le sue storie dove non si può arrivare, ha i suoi attimi, ha le sue cadenze, come i ciechi quando non vedono o magari vedono - quanto fa caldo, quando lei sola è al settimo drink, questa città deve rispondere. Poi, ne verremo a capo. Lei è. Dopo trent’anni si è fatta trovare. Lei è la nuova Zelda. E su questo nessuno può parlare.

Giorno di Chiusura.

La sera poi, iniziamo a parlare. Riserviamo parole. Per noi stessi, per il nostro presente, qualcosa per il futuro, niente mai, per il passato. Al tavolo di fianco, un’altra confidenza disturbata. Seagram’s VO, distillato dal 1837. L’etichetta dice: oltre centoquaranta anni di integrità, tradizione e artigianato. Gli uomini, soprattutto certi uomini, sono molto suscettibili. Decisamente deboli, pronti a credere qualsiasi cosa viene loro detta, pronti a prendere fuoco per un facile guadagno o una donna di passaggio. Questi sono gli uomini, e di questo sono fatti gli uomini. Quello che sappiamo, quello che abbiamo vissuto, e perfino quello che vorremmo tramandare, finisce in un ultimo discorso di chiusura, in una parlata strappata, che non si riesce più a ricondurre a chi l’aveva pronunciata. Chiamami quando ti svegli; uno sporco numero di telefono. Fuori dalla porta, del legno messo a pavimento. Una volta si diceva, assi inchiodate. Pavimento. Davvero è il meglio del meglio del Canada? Non penso, ma potrebbe anche essere. Scale, porta, legno, maniglia. Una discesa, per non parlarne. Alle ore - facile associazione. Bar METRO-NOTTURNO, vivere ed ingoiarla. Non posso permettermi un altro errore. Ossido osseo. Caduta degli dei. Io che chiedo. Poi giunge a noi, quel richiamo lontano, orfico, un lamento. QUESTA E’ UNA MACELLERIA. Si batte si frolla si mette al chiuso, dicono, un setaccio di morte o una sequenza enciclopedica. COCA-COLA a profusione e SEAGRAM’S VO. Per un senso di protezione, chiamami quando vuoi. Il numero è - pura cabala.