martedì, febbraio 28, 2023

TX 0,0. Dallas Blues.




Sono venuto giù a Dallas
Buttato dentro a Deep Ellum
Incerto sul da farsi
Come ogni cosa della giornata

Ciao bimba guarda
che cosa fa fare ad un uomo
Il ragtime & il Deep Ellum Blues

Con le pietre nelle mani pronto a giocarmele
E gli stivali nuovi di pacca
Una maglietta dei Dead fritto
È qui finche vedo dritto

Ciao bimba guarda
che cosa fa fare ad un uomo
Il ragtime & il Deep Ellum Blues

Mi sono voltato molte volte
Musica cubana in un locale
Mi sono seduto sul braciere
Con le urla delle nane

Ciao bimba guarda
che cosa fa fare ad un uomo
Il ragtime & il Deep Ellum Blues

Eccomi alla porta
Del niente o del tutto
Lo yin o lo yang
Che cosa importa

Ciao bimba guarda
che cosa fa fare ad un uomo
Il ragtime & il Deep Ellum Blues

Tutti gli hippy fanno festa
& i beats prendono soliti la sbronza
Un colossal al cinema
Con l’ennesima stronza

Ciao bimba guarda
che cosa fa fare ad un uomo
Il ragtime & il Deep Ellum Blues

All’università c’era Aristotele
Poi è spuntato Nietzsche
Al museo Leonardo
Poi si è visto Rothko

Ciao bimba guarda
che cosa fa fare ad un uomo
Il ragtime & il Deep Ellum Blues

Sono venuto giù a Dallas
Per farmi un giro sulle nuove scarpe
Andato a Deep Ellum
& finito a nozze

Ciao bimba guarda
che cosa fa fare ad un uomo
Il ragtime & il Deep Ellum Blues

Ciao bimba guarda
che cosa fa fare ad un uomo
Il jazz & il Deep Ellum Blues





domenica, febbraio 26, 2023

L.64. Visto Fare.






Te l’ho visto fare
su un tavolino di un bar
preso a bere & scrivere
raccontare storie
a cui nenache tu crdevi
decrivere i morbidi caldi & rapidi
gesti di un consunto sesso orale
o quello strappato di una facile-facile
visti fatto fare nei vicoli morti all’alba
estrocere informazioni a mani nude
nei retro dei ristoranti di Burgundy

Te l’ho visto fare
che non stavi neanche in piedi
dopo la nottata piena di sensi
& per pulirsi l’anima
una tuonante fanfara
di un rapsodo irlandese
a passi marziali in piazza
una confessione con informazioni sensibili
& quindi buttare il capo & la nuca
nella bacinella della cattedrale
bianca & lignea di St. Louis

Te l’ho visto fare
non qualcosa di certo
come osservare & metterti
a parlare delle persone
& far parlare
i tuoi personaggi allo sfinimento
eccome se te l’ho visto fare
d’altronde lei portava
quel vestito nero & ambrato
così bene per il Mardì Gras
di tutte le genti di questa città.













domenica, febbraio 12, 2023

Analisi




ANALISI

LUOGO.
Studio in Rue de la Paix a Bruxelles. Tipico studio di psicanalisi e psicoterapia.

SOGGETTI.
L’Analista, il Dottor Frank Winkelm, sulla sessantina.
Il Paziente, Enrie Broussard, sulla quarantina.

A. Buongiorno.

P. Buongiorno. Non guardi l’orologio. Sappiamo entrambi che sono in anticipo. Pago in anticipo, mesi e mesi di anticipo, ergo, ergo, arrivo in anticipo e finisco prima, attacco a parlare prima e finisco in anticipo.

A. Non si può darle torto, non si potrebbe darle contro.

P. Non può o non si potrebbe?

A. Devo farle notare come lei abbia iniziato, come lei abbia iniziato, come fa sempre d’altronde. Procederei anche io, in questo modo, per similitudine o per inerzia, potremmo dire.

P. Come desidera, dottore.

A. Dunque, lei esordisce con un tono colloquiale ed educato, dandomi del buongiorno, dandomelo in anticipo, visto che lei arriva sempre in anticipo, dato che lei arriva prima e finisce di parlare in anticipo, finendo così, per non rispettare l’orario.

P. Mi limito a rispettare il tempo datomi.

A. Bella affermazione, puntuale, gutturale. Fuma molto in questo periodo?

P. Non vedo cosa c’entri il tabacco. Vuole chiedermi anche quanti litri di caffè nero bevo al giorno? Sfioro i due, sia di sigarette che di litri. Due pacchetti di sigarette e due caraffe da un litro di caffè, aroma della casa.

A. Capisco.

P. Dottore caro, mi piace quando si aggrappa al presente, con tutte le sue forze, le più primitive, quel senso vertiginoso di perdita ancestrale che lei ha dentro di sé. Se non ha altro che le resti, rimanga a galla.

A. Sono cinque anni e rotti che andiamo avanti così.

P. Lo dica pure, dottore. Cinque stramaledettissimi anni che proseguiamo a tentoni, tra un mezzo insulto ed un quarto di gesto di comprensione, mi verrebbe da dire, un boccone smangiucchiato, un tratto di fideismo pietistico nelle nostre vite.

A. Io vivo come un bersaglio, ai suoi occhi. Una preda scientifica. Lei mi vuole stritolare, mi vuole sfinire e vuole invertire i ruoli, fin dalla prima seduta. Si ricordi: lei è il paziente, io il suo medico curante.

P. Cinque lunghi anni di parole, sotto il suo personalissimo attacco.

A. Lei 
non ha più finito una battuta in pubblico, non ha più solcato gli oscuri palcoscenici che tanto amava, figurarsi ricordarsi un copione intero e recitarlo.

P. A me sembra che la recita le riesca sempre, divinamente.

A. Seconda, terza infrazione.

P. E perché non quarta e non quinta.

A. Sesta.

P. Ora, usi quel termine. Mi piacerebbe che lo pronunciasse con quella sua enfasi dispregiativa, quando fa colare il labbro superiore e lo declina negli angoli, facendolo diventare una pasta unica con quello inferiore.

A. Settima.

P. E perché non ottava e non nona. Ah, la nona di Ludwig Van.

A. Perché non finisce mai i nomi, lei? Per irritarmi, è la risposta. Presumo sia una tecnica attoriale, di un autore che si trovi in un profondo stato di crisi, in un blocco, che diciamo duri da oltre cinque anni, un attore od un autore, oramai poco importa, la posso chiamare autore-attore?

P. Caro dottore, mi chiami come voglia. Prima effrazione: blocco.

A. Si ricordi: non bere, non essere violenti, non minacciare. Ciò vale per sé e per gli altri. Non bisogna ricorrere alla violenza fisica né a quella mentale.tanto meno quella che, nel caso di specie, si scagli contro la mia mente di terapeuta, la mia psiche di.

P. Vede che neanche lei finisce i suoi meta-discorsi. Non ha aggiunto il sostantivo compromesso a blocco né quella di trinità, la sua santa trinità: Freud, Jung, Lacan. La mia è Nietzsche, Beckett, Kerouac.

A. Oggi non voglio esprimere giudizi, tantomeno giudizi di valore.

P. Andiamo Franck, tutti sanno che lei è un kantiano di ferro come è vero che io sono un nietzschiano di diamante: non se la prenda.

A. Suvvia, Ernie. Vada avanti.

P. Lei vorrebbe contestare l’ovvio, l’immediato, la fattiva contingenza nella sua essenza primordiale. Lei vorrebbe darsi contro.

A. Suvvia, proceda con l’incisione.

P. Vede lei si perde non tanto di meno di quello che faccio io quando emette certe sentenze inappellabili con il suo sopracciglio. Almeno io enuncio concetti teorici.

A. Quindi lei si sente superiore al sottoscritto, uno scribacchino da blocco, pardon, da taccuino? Questo sono diventato io per lei? Lo so che lo sono sempre stato per lei, anche se nella vita reale lei è fuorigioco ed io no.

P. Non so chi tra noi due, abbia più bisogno di analisi e, o di terapia. Lo so che il paziente prima di me la sconvolge tutte le volte. D’altronde macchiarsi di reati di sangue e dover assolvere l’assassino dentro a quel mollusco d’uomo, non deve essere facile. Oh, adesso sta in silenzio dottore. Sì dia un contegno, non piagnucoli.

A. Non posso darle contro.

P. Credo che il nostro tempo sia finito.

A. Già. A lunedì.

P. Alle 16.50.

A. Come vuole lei Ernie.

P. Come desidera, caro dottor Winkelm.

A. Si riguardi.

P. Si guardi lei, dottore.







sabato, febbraio 11, 2023

L. 63. Hem & Buke.





Ragiono ossessivo sull’uso
la scelta delle parole
appreso da tempo
saputo da sempre
che chi scrive
non il filosofo ma chi scrive
quindi anche il filosofo
tende sempre ad una verità della menzogna
&d ad una menzogna della verità
Dico che
nella bugie stanno molte verità
&d in queste ultime
tutto viene permeato tralignamente
da pesanti &d irrinuciabili bugie
Penso ad Hemingway
lo detesto & lo odio
con un profondo sentimento
di distacco & dolcezza
come quello del Colombo di De Andrè
che guarda
avvicinarsi od allontanarsi l’America
Buke lo amava disperatamente
comunque Hem ha scritto
che bisogna scrivere una sola cosa
la cosa che conosci meglio
& questa è per forza maggiore,
la più vera.



giovedì, febbraio 09, 2023

L. 62. Wayne.



Che io abbia nella mia libreria
nomi tanto altisonanti quanto pedanti
il mio gatto
dorme tra i volumi
trasognato in morbidi precordi
che ci siano impilati
i Beats e gli Hippies
i Brothers and Sisters
e i Peace and Love
o chi per loro
a piccoli passi
gratta vorace con le zampe
gli angoli delle copertine
che siano ordinati per autore
i Seminari di Lacan
Dopo Nietzsche o Sulla Coca
o poco importa chi e cosa
graffia con la bocca i bordi delle pagine
che stia leggendo
l’autobiografia di Bernhard
e riviste di geopolitica
o persino
l’ineffabile New York Times
e l’arcigno Washington Post
si va ad infilare tra le pagine
e vuole che lo avvolga
nel tepore della carta stampata
che maneggi scaltro
i testi sacri
dovunque essi furono scritti
questo esemplare di british shorthair
- me ne accorgo ora,
ne mangia le parole:
Il mio gatto si chiama Wayne.


mercoledì, febbraio 08, 2023

L. 61. Mantica.





Stato in giro
per lungo lungo tempo
imparato le lezioni fin da piccolo
arduo e vicino il momento
dell’avvento di un segno mantico
da quando sono
un ambizioso cinico sovvertitore
da quanto sono non lo ricordo
questo non è vero
passato tanti anni da quando
non lo facciamo (lo stroll)
dopo le stagioni dell’esperienza erotica
non rimane nulla
bicchieri rotti contro il muro
e molte tende strappate al mattino.









L. 60. Paese dei Cimmerii & Buono per me.




Io non uso le parole
usare è un verbo
troppo materiale e materialistico
mi farebbe vergognare
e mettere in un cono d’ombra
nemmeno utilizzo le parole
sarei ancora nel paese dei Cimmerii
per dirla alla Giorgio Colli
penso e mi piace pensare
di scegliere le parole,
questo è buono per me.



V.V.P. Il Porco.



Eccolo il Maiale Incoronato
                                           [guardatelo
sul suo trono di fango
                                           [guardatelo
guazzare nel suo trogolo marcescente
un uomo inutile &d omicida
muove cinquecento uomini alla volta
mandati a marcire
mandati a morire
per il suo solo solitario morituro vanto delirante,
povera Kherson.










L. 59. Teste di Qualunque Cosa.



Teste di Morto alla Garcia
Teste d’Angelo alla Ginsberg
Sant’Arcangelo Michele
Cosa importa
Qualunque Cosa
Basta che ci siamo Amati.


L. 58. Le Cinque Ore.



Le cose migliorisi scrivono
tra le quattro & le cinque di mattina
di certo questa
non è una di quelle cose
non è una di quelle volte
Kerouac santo fino alla morte
ha vissuto la sua vita letterariamente
ossia vivendo
inchiostro di seppia affumicato
& macchie colorate sul teleschermo
argento vivo colato piatto
macchie puntinate
che rappresentano le piogge incessanti
anche se io vado mato per gli uragani.








martedì, febbraio 07, 2023

L. 57. Innocenza

 

Forse non era proprio
L’età dell’innocenza
Forse era uno stare tra i nostri anni
Era vivere i nostri anni perduti
Chi eravamo cosa siamo
Alla fine cosa importa
Ci siamo sentiti sotto la scogliere del Pacifico
& questo non era per niente pacifico
Noi non siamo stati mai pacifici.



L. 56. Sole A Picco.



A.
Ho buttato giù dentro la marcia
fino al fondo collo del motore
energia pura & scossa dinamica
nel retrocervello booooommmm
mio dio che adrenalina.

B.
Amen - Bello, bello, bello:
inizia un’altra fantastica giornata
un quarto alle cinque
l’alba sta rimbombando gonfiandosi
sopra il fiume, santo sia il signore.

C.
Ci si butterà dentro
fino all’inizio del giorno.
Ecco dove siamo
ecco chi siamo
&con chi o cosa ci si diverte.

D.
Se spingo
la spina dorsale
del pianale della Challenger
il cofano si alza & zittisce tutti
con i suoi beneamati cavalli.

E.
Tutti in riga
state distanti tutti cari miei
in carico c’è la bestia ora
in sella sta l’animale
Dominante a Delfi.

F.
Meravigliosa
la mia giornata
sinfonia distopica
tra rock & blues
volume forte su.

G.
I miei nervi sciolti
fin che non si arriva
700 miglia, settezerozero
& sono arrivato
non uno in più non uno.

H.
In meno: 7-0-0
molto caffé & tabacco
&d altre smancerie che rinforzano
i connotati per affrontare questa mia nuova
m-e-r-a-v-i-g-l-i-o-s-a giornata di sole, a picco.

















domenica, febbraio 05, 2023

M.C., 0.0. Esecuzione.



Bisogna ammetterlo: come biasimare chi non volesse trovarsi qui, in questo giorno dell’anno bisestile, in quest’avamposto di terra che abbiamo preso a chiamare città, qui, nella quindicesima ora delle esecuzioni. Il modo con cui far avvicinare una parola all’altra, come incatenare, come assemblare le scene e rendere drammatici e pura azione i dialoghi. Le palpebre si gonfiano, le labbra si sbiancoano, irrigidendosi. Oggi l’umidità è il tempo meteorico in tutta la sua forza, in ogni minimo accenno del suo spettro e in ogni minimo movimento dei corpi umani, fermi, impietrati ed intrisi di sudore, accalcati nella brama speranzosa di un’altra anima votata a Dio e mandata al Diavolo. La colonna sonora di queste giornate di rabbia non è l’altro che un Te Deum o una Pastorale Dissennata e un Requiem, tronfio, inestricabile - pentagramma muto, nessun segno, quindi nessuna traduzione possibile. Come dare torto a qui non si avvicina a questo luogo, come dare la croce addosso a quelle poveri e timorati pastorelli. Cosa sta scritto signore, mi chiede il fanciullo, faccia sporca e smunta, tirato fino all’ossesso, una nassa confusa dalle parti ammassate, grezze, abituata da troppo tempo ad intrappolare la vita, per servirla ai palati affamati che mordono le tavole da pranzo di questa contea. La contea, già: pessimo affare amici miei. Il governatore Canakori, un discendente di questa o quell’altra tribù e di qualche colono bontempone della prima ora, roba alla Mayflower e caccia alle streghe, roba da tobacco e tassa sul té, due piedi zoppi messi sulla sponda americana e quella britannica dell’atlantico, mezzosangue puro, erede della terra… sono molte le parole per un faccendiere impostore come lui; non è quel tipo di persona che ha compiuto atti a beneficio della società, è un bell’imbusto gonfio di doppiogiochezza, la sua parole non vale più di uno stoppino per la polvere da sparo, non vale un’unghia della lunghezza del cappio che ha deciso di calare qui, nella nostra città. Addio porto, addio pesca, addio sbronze colossale e nottate da pirati e marinai con donne facile. Ci ha letteralmente stordito con la sua infame scelta di istituire Morgan City a città santuario delle impiccagioni, o come piace usare il termine, un po’ a tutti, il centro delle esesecuzioni. Io sono stato a lungo il sindaco di questa mia città ed ho aperto il mio personale conto con il dannato governatore di questo Stato, la Louisiana.




sabato, febbraio 04, 2023

L. 55, Abnegazione



Guarda la tua età
Non esistono né apolinneo né dionisiaco
Esiste solo il presente
Un tempo senza linee né facce
Un tempo senza tacche da esibire
Angelo riguarda il passato
Un tempo eravamo diversi
Ora siamo solo noi stessi
Il presente e l’incedere del futuro
Scombinati nella coppia di essere e avere
Non avremo nulla di tutto questo
Disturbati alla nascita da un dio oscuro
Niente da rivedere o da ritrattare





mercoledì, febbraio 01, 2023

L. 54, In Qualsiasi Posto





Nonostante tutto
dopo tutto

non importa cosa hai fatto
ma chi sei stato

bravo figlio
pessimo amante
padre deprecabile
madre intonsa

spirito del mio silenzio
ti sono affianco
qualche volta
stato un po' più in là

un dono dio dio
si diceva
avevo già i pugni
ben serrati

ti chiedo solo
di essere la mia tastiera
gelsomino & limone
sul tuo collo

non ho più niente
da provare
se non
la mia esistenza

non ci vedrai mai più destino.




L. 53, Legittimo Benestare

 


alcuni se ne stanno accovacciati
per non oltrepassare il limite di velocità
in questa terra di latte & miele
c'era sempre qualcosa nell'ovest dei territori
metti un proiettile tra ossa cartilagine & pelle
& vedi come ci sente con il sale che zampilla
oltre, ehy tu vai oltre
poi ne parliamo
ehy tu, non potrai mai essere qua
cristiani cattolici protestanti
ecco come andava per tutti.