venerdì, gennaio 13, 2017

28, Rivisto





Una terza caratteristica di quasi tutti i metafisici mistici
è la negazione della realtà del tempo.

RUSSELL






A questa ora, ti parlano di situazioni. E io, posso parlare solo di situazioni. Anni persi, memorie collezionate. Su una parete di casa tua, qualche migliaio di libri. Di notte, le foto, le locandine delle mostre, i poster, tutto si stacca dalle pareti. Un crimine in casa o un urlo per le strada. Qualcuno che muore o che prende a vivere. I tutori della legge senza divisa. Pochi tasti per un diverso, nuovo universo. Scritti su Wagner. Il lamento del cigno cadente, l’asteroide frantumato nelle ossa. Tutto il tempo senza un segno di riconoscimento per Thelonious Monk. E’ sempre stata tutta una questione di opposti. Un dialetto parlato stretto masticando psicofarmaci prescritti dal buon dottore. Non puoi implorare dio tutto il tempo. Siamo stati così lontani in questi anni: la testa in un altro paese. Guardato gli altri oltre un muro, un vetro o attraverso una bottiglia. Ragionato sul sud-ovest. Animi riscaldati in sala. Solo che, la prima volta che attacchi, la gente ti ricorderà sempre per quello. La musica di un branco di jazzisti falliti. Empatia per il buio condiviso. Vediamo il progresso dell’essere umano. Il concetto è camminare lungo i muri di altre stanze. Risate di gente che mangia. La sessione ritmica che avanza. Parlano solo di macchine, frigoriferi, televisioni. Soldi, soldi, soldi. Kerouac vive con sua madre perché lei beve più di lui. Il bardo ricordato come uno dei più grandi bevitori di whiskey irlandese. Bukowski, quello che muore. Nietzsche junghizzato per 1200 pagine. Alla donna al telefono dico che domani usciamo e andremo a mangiare aringhe con burro salato.









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