martedì, dicembre 27, 2022

Prova di Dialogo










PROVA DI DIALOGO


In fila in qualsiasi posto: T davanti, R dietro Due voci sullo stesso tono 87 R Lei mi sta davanti T Lei si ostina a starmi dietro R E' la fila Mai dare del tu o del voi a chi sta in fila davanti dietro di fianco rimane lo stesso Dare sempre del Lei mi raccomando T Tutti quei fogli da ordinare sto male ho comprato troppi libri e leggo sempre meno Quando il tempo si fa adulto prende ai suoi figli un tributo a caso magari esso stesso il tempo Mah … (Molto stralunato) R Scusi lei con chi parla? A mio parere lei non parla con nessuno T Stavo solo dando un occhio al pacco al sacchetto al carrello alla bara la foto della culla trenta anni or sono R Un altro scalmanato senza logica frutto tipico dei giorni che ci ostiniamo a vivere e che viviamo Ora basta non dire che non te l'avevo detto indietreggio T Non c'è qualcuno davanti a me non vado avanti starò confondendo eppure con precisione somma vado bene non c'è R Il programma culturale di oggi teatro pubbliche letture visite di messi comunali e pubblici ufficiali esibizione circense concerto e balletto in biblioteca universale meglio di così questo mi muore T Un'altra volta mi cacceranno non ho restituito nel termine prestabilito 88 Malone muore me lo toglieranno un po' come non averlo mai letto (gioioso ) R Un individuo da ricovero coatto immediato ecco come uno riesce a tirarsi fuori ogni volta a me sembra che stia andando ogni volta di più anche se T Ma qui è un delirio un bagno di sangue non si avanti il legislatore deve essersi gravemente ammalato che strano un segno Tutte queste vespe negli scaffali R Esistono solo il discorso giusto ed il discorso della discordia T Scusi (si volta verso un fianco qualsiasi, ritorna in posizione) R Ah la scuso lo scorso mese volevo ritrattare quanto detto nella precedente battuta T Scusi?! R Esistono solo il discorso giusto ed il discorso ingiusto T La smetta di ritrattare si è dimenticato della presenza del coro R Il coro caro il mio signore esiste implicitamente ed al massimo si affaccia Fa confusione un tipo del tutto verticale difatti confonde i piani Dorme bene la notte sa stare o r i z z o n t a l e? T Non si permetta la notte per me è sempre stato un problema Dormire ammazza alla lunga R Ma cosa dice? Il buon sonno conciliatore rende degna una vita appunto degna di essere dormita 89 T Sta perdendo colpi caro il nostro signore R Scusi? T Ritratta è una sua abitudine conclamata anche nelle più alte stanze del potere R Vedo che si sbilancia Lei ama blaterare sciocchezze filosofeggiare davanti ad una bottiglia magari pure vuota Facile per lei dolce la vita cocco di mamma mi è scappato mi perdoni può controbattere come quando quell'attrice le disse che ogni discorso va portato fino in fondo allo stremo delle proprie forze al declivio T L'ho solo sentito alla radio letto sul giornale del giorno dopo in coda in posta R La vita degna di essere vissuta nel sonno più profondo l‟incoscienza, una coscienza irretrattabile assuefatta dai momenti dormienti al capezzale di una parente appena nata nata da poco T Non si dice R Ma se era nata la notte prima? T No stava morendo in fin di vita (trasognante ) R Va bene poco nata attaccata fin dall'uscita a quel varco carnoso incollata al capezzolo della madre T Realistico suggestivo suscettibile d‟interpretazione R Usa espressioni accademiche un libro rilegato da un tintore e non riconsegnato Che figura T Ho portato la macchina da Daumier figlio me l'ha aggiustata la sto usando mi ha detto di andarci piano non è un fucile e a furia di spararmi tutti sti colpi 90 ci rimetto la pelle R Si riguardi lei è ancora troppo giovane T Giovane un corno vecchio ladro R Non mi sbilancio barcollo ma non mi faccio sorprendere (si stende a terra) T Che senso ha sdraiarsi Perché il cervello non regge? R Guardi un sonno … (rialzandosi) T La lettera! R Si è dimenticato non ha avuto la forza di rispondere all'unica donna che ha mai amato quella che non le ha cambiato la vita Una storia tragica (risa gentili, poi isteriche) Lei non lei con quel cappello ridicolo la vergogna della famiglia lei lei (vuole indicare la donna di cui sta parlando, indica nel vuoto una mezz’altezza) se la spassa da tempo con un altro la disturba caro il nostro signore di turno? T In questo posto fatico ad arrivare Il mio turno non chiamano mai il mio numero e se lo chiamano constato un'eccessiva dose di ritardo umano R Divaga colui che fece ad ogni costo la sua rovina un cedimento gradevole durato quattro anni allora le fece promesse dediche roboanti? T Un po' di silenzio vi prego R Ha sbagliato T Un po' di contenuto silenzio ti ho pregato R E la smetta di parlare! T Un po' di silenzio la prego? R Possiamo continuare T Un'altra sera di eccitazione e rimorsi per un individuo che non può dirsi soddisfatto se non ha compiuto un azzardo 91 riuscendo o fallendo R Vaneggia Ripartiamo dal rispettoso uso del Lei non usi più il metodo impersonale oramai abbandonato da tutte le scuole di pensiero (estrae uno specchio, si guarda, emette un rumore) T Un continuo alternarsi della ripetizione R Nonostante i suoi eccessi sta ancora in piedi Si riguardi T Volevo possederla R Una macchina da scrivere no no un liuto rinascimentale T Volevo farla R Una visione una figlia una bambina piccola appena nata o meglio nata da poco con quella donna l‟unica amata (interrotto) T Sì … (smarrito) non solo anche le altre R Ci risiamo lo sproloquio dello sprovveduto promiscuo Si dia un‟aggiustata si ritiri lurido buffone! T Vivere con lei in casa piena di dipinti con la bambina che gira per casa e chiede del suo papà mentre la mamma è fuori ed i colleghi in ufficio si toccano per lei o tentano di approfittarsene R Non è capace neanche di essere geloso ma lei cosa fa in casa anche se abbastanza striminzito mi pare in salute da poter lavorare Cosa fa a casa? Guardi ci siamo capiti T Esatto mi sembra che abbia capito R Un tentativo dopo l'altro un incubo degno di essere dormito dal legislatore più confusionario 92 che sia mai esistito che strano T 150, 230 pezzi più tutto il teatro R Sì e prima si è dato alle descrizioni ai racconti e glielo dico io … T E' fatta 230 pezzi, poi 77, poi 80 7, 8 racconti 7 testi teatrali R Un romanzo sulla sua infanzia ed uno parodistico ironico un po' scopiazzato T E' indecente R Ma l'ha scritto lei T Sono due anni che voglio metterlo a posto Ora sono cinque anni prima erano due R Ma cosa il pianoforte? T Ma la smetta di parlarmi nell'orecchio! R La sento bene Mai avuto il momento R Ognuno ha i suoi T Di romanzi nel cassetto nelle librerie R Come si permette! Ritratti con una certa foga se lo imponga T Non si può sostenere che lei s u p e r f i c i a l m e n t e sia un tipo aggiornato anche se in alcune inflessioni inflessioni di pensiero lei cede è molle R Cedo ed eccedo altro che molle anche se introflettendo il pensiero Mi (disperato) è un‟ora che sto qua quasi senza niente addosso con questo cappello che mi accompagna e lei non mi ha aiutato T Ha ragione ha tutta la vita davanti ha tutta la vita davanti R Lei tende a parlare solo per frasi fatte una cosa che deploro (tenta di deformare lo specchio con le mani, lo lancia in aria, vuole distruggerlo) Ma se io sto dietro! 93 T Complimenti me l'aveva regalato mia figlia R No!!! Cristo santo no!!! (scatta da una parte all’altra del palcoscenico, urlando “subito sipario”, due volte) T Era uno scherzo. R Scherzare sulla pelle di chi sta davanti in coda Realistico suggestivo passibile d‟interpretazione T Lei gioca con le parole R E lei è possibile T Un altro scherzo Era lo specchio di mia figlia morte per denutrizione R Gli dèi esistono, esistono di continuo e sono il diavolo, il maledetto diavolo, lo stramaledetto diavolo. Che sia dannato e sconfitto dall'arcangelo michele. Sic et semper. Così sia, per voi benevoli di mente e poveri di spirito. Che cos'hai detto al prete. Mi torturi, e mi torturi. Senza intercessione alcuna. Il tormento, il vero tormento celestiale. T Questi continui richiami riferimenti ma scriva qualcosa di suo se lei non è quello che scrive cos‟è mi chiedo R Non è una passeggiata non una scrollata ad una donna non un salto in chiesa T Sta abusando della mia volgarità dica qualcosa di banale stia nei margini e non continui a sbavare sbrodolare sputare come fa da qualche anno Per di più tutte le cose che nasconde nei cassetti negli armadi negli scatoloni ma si rende conto? R Maledizione è tardissimo T Guardi che ci siamo capiti R Non insinui non creda T Ma vuole andare avanti? R Scusi T Bravo Le do una mano (lo spinge, abbracciandolo) Usciamo (R passa avanti) R E sia T Non si deve scusare Sono io che le sono passato davanti Per uscire R Lei sta davanti (rumore di una serranda che si chiude, di bidoni che rotolano, poi luci piene sul palcoscenico deserto). (Voce fuori dal coro, penetrante la platea) Cadillacs. Una Vera Tragedia Americana.

(Fine)










La Saracinesca











LA SARACINESCA 


Persone: Anita (Maman), donna sulla sessantina Linda, donna sulla quarantina, chiama la madre “Annette” famiglia Louwee Rachele, figlia di Linda, si fa chiamare Rachel Uberto Thomas visitatori Petrus Scena Piano terra di una casa. Il sipario rappresenta un parete con due sole finestrelle. La scena è abbondantemente occupata da una scala ad elle, che porta dal piano terra al primo. Al primo piano si vedono due sole porte. Al piano terra, sulla parte destra, un tavolo per almeno sei persone. Nell'angolo in fondo a destra un arnese di legno, inutile ma sempre presente, di cui nessun riesce a capacitarsene dell'esistenza e della collocazione.
Atto primo. La distanza 58 LINDA Sono in tre I muri della … riverniciata appena tre mesi od un mese queste raffigurazioni statiche alle pareti dei grafiti ancestrali una tinta di prima mano un manufatto pittorico Siamo riuscite a dare alla baracca un'aria ancor più fosca Mamma prepara il bollito il miglior bollito della contea di tradizione in tradizione come ogni venerdì mattina Maman Annette Louwee si prepara alla disposizione sul tavolo della cucina degli ingredienti necessari all‟allestimento del suo sontuoso bollito Maman (con disincanto e disprezzo) non si è lamentata dei dolori Sull'aria del Don Carlos di Verdi simula incalza impietosisce trotterella dispone padelle pentole mestoli cucchiai passa i bicchieri con uno straccio sul bordo lancia posate nel cassetto mantiene salda il comando della cucina mantiene la sua posizione in cucina La sbircio dalla fessura di questa porta sgangherata sono sull'incudine Sempre dedicata ad una sessualità ligia ed omnicomprensiva la nostra signora tranne quella volta per me un caso escluso un qualcosa di profondamente unico Rachel preferisce acquisire particolari dettagli dalla finestra poi Annette afferra la scopa (mima la scena) e la segue la perquisisce correndo per lo squallido sterrato intorno al perimetro della casa Che randellate sul didietro che le molla Bambinaccia!!! Ma per loro è un gioco si abbracciano dopo e ridono Lei dice che è la sua luce 59 Rachel dice “Ti voglio bene nonna” Vieni dentro ad assistere (scimmiotta la madre) ad imparare come viene fatto il bollito Louwee un pezzo di carne travolto da mani grasse un marchio di fabbrica nel segno della tradizione E poi s'arrampica per gli scaffali con le scarpe rosse strette ronza come una libellula pesante gioca di fianchi puttanescamente pensa di premere i seni corposi su corpi immaginari I muri della locanda sono caldi inoperanti come le tanto gloriate griglie del forno di maman Cuoce il cazzo di bollito maman? Mi vengono certe parole stese forti mi avranno sentito dal di fuori ? Tre visitatori tre di passaggio cosa mai vorranno Ospiti Non li senti donna ? Donna del bollito oppure te donna conficcata (rivolta a Rachel e) nelle aste del soppalco della taverna il primo piano come ti piace chiamarlo suona meglio gli conferisce autorità come ti riempi la bocca di parole che non hanno futuro tanto meno l'hanno avuto in passato Ah ah ah (con estrema forza) Tre assaggiatori del bollito tu non li senti preparatrice inputtanita donna di fornelli piena di sentimento musicale in questa casa comunichi da vent'anni con orgasmi gutturali indecente verso tua nipote Quel bel grammofono che un mio amore di bottega mi regalò con i soldi e la fatica tra la fronte e il ghigno di uno che ruba 60 Mia cara Annette tu non li senti? Non so come da chi abbia preso questi capelli rossi ma tu stai tutta appresso quel grammofono liberty Capelli rossi arruffati infantilmente senza che io riesca a liberarmene Hanno aria imbarazzata umile e nobile una naturale fiera eleganza e aspettano fuori Rachel Rachel Rachel!!! ANITA Chi va alla porta? Suonano chi va alla porta E le bambine? LINDA Mamma calmati devi cucinare ANITA Cosa? Debosciata! LINDA Cucinati il fiocco tra le gambe E taci ANITA Devo aver sentito bene Mi ha detto di annodare la cosa tra le gambe e tacere Devo smettere di leggere Kierkegaard tutta quel parlare di angoscia LINDA Questi soliti vestiti stretti informi vecchi sudati ed inadatti Ogni volta che arrivano dei clienti per così dire nuovi il sentirsi inadatte Fin dall'inizio educate male le figlie Mamma mi hai sentito mi senti quando tendo a farmela addosso la notte imbecille? ANITA Una cosa indecente gira con quel vestito da dieci anni Si è sempre definita un‟autodidatta Le cose s'imparano vanno imparate da capo a fondo 61 e dal fondo di nuovo alla cima Si affoga in questa cucina Pensata disposta male abitata peggio le generazioni future s'impegnano per peggiorare LINDA Rimangono i tre ospiti fuori in attesa di varcare la soglia di quest'ospizio Ridere maman ridere non lo senti non lo provi non lo avverti le vene ti si sono ingrossate divaricate ultimamente devi aver avuto delle variazioni nei battiti mestruali vecchia mamma cucina -cipolle ed affetta -melanzane La sento dall'atrio (meditativa) quell'accanirsi per tenere un organismo congiunto quella era la nostra famiglia maman La pietosa armonia della foce della cucina le ingarbugliate vicende della perdita di sugo dalla cavità uterina l'endometrio che scivolava via e nei miei ricordi tra il bagno e la cucina non sono mai riuscita a fare una distinzione non dico netta ma che fosse qualcosa con un nome appena diverso giusto per dire su due piedi quello è il ciclo del bollito e quell'altro quello attiene ad una donna che si rigenera che si mantiene fertile (con aria esplicativa) e che senza la carne che veniva fatta annegare in un intruglio di vino tequila birra spezie varie e verdure 62 per dodici ore nella bacinella di vetro che senza tutto quel lavorio senza quel trambusto di fuochi e mestoli quella donna non avrebbe potuto tirare avanti ma è proprio per questo (lamentosa) che non sono mai riuscita a venirne a capo Perché un ciclo integra l‟altro senza carne niente altra carne e queste cose finiscono con l‟annebbiare la mente di una donna (pausa) Le sue faccende stese tra fornelli e stracci forse papà se ne è andato per la somma di tutto questo sozzume tipico di te cicciona! Putrida RACHEL E Cara mammina con chi parla ? Cara mammina con chi parli adesso che scendo le scale ti vedo sulla poltrona imperiale nella sua pelle increspata pari morta dal non vederci più consumata dallo smalto del tempo troppo caro ormai Ti starò vicina alternandomi nella tua inevitabile prossima vecchiaia Salva te stessa puttana LINDA Vedo che hai preso e fatto propri gli strumenti di chi è abile a maneggiare con la cassa di una che ha spesso le mani ingarbugliate nelle monete nelle banconote ANITA Una dietro l'altra a leccare un'inclinazione della stirpe avvezza ai piaceri LINDA Dobbiamo far sì che l‟intenzione di compiere gesti di prodursi in azioni ancora prima che di pensarle che l'intenzione 63 si avvicini alla volizione fino ad una quasi completa identità ANITA Accademia spuria RACHEL E Filosofia boudoir LINDA Ah serpi invidiose! Vi ho sentite! (mima un malore, fa per cedere) RACHEL E Madre! Cosa avete! (rivolta ad entrambe) Vi sono vicina! (ride sardonica) Dimmi tutto (si rivolge ad Anita ridendo) LINDA La mia bambina amore della sua mamma brava bella e buona gentile e caritatevole un promontorio misericordioso (le tira la coda, Rachel stenta ad urlare, quindi si svincola lentamente) Ah ti vizio dì alla tua mammina quello che desideri dillo alla tua mam … (si interrompe, suona il campanello, forte e per quattro volte) RACHEL E Un uomo che mi travolga (corre sbattendo i piedi verso la porta vi si ferma davanti, esita emozionata) ANITA (con aria prosaica) Dio mio nostro Signore non stare ad ascoltarla Un‟ignominia pura e semplice nulla di più una commistione di parole sconnesse un impulso adolescenziale una foga di ormoni squilibrati una scelleratezza senza fine Hai solo quindici anni svergognata! RACHEL E Madre cara sono tre bei ragazzotti! Un dono un dono! LINDA (a Rachele) Fai bella figura e trattieniti Non discorrere troppo sulle tu e origini e tieni chiusa le gambe ANITA La totalità del trivio nell'inclinazione della stirpe (entrano Uberto, Thomas e Petrus) THOMAS Buongiorno Signorina Volevamo sapere se avete una camera disponibile per la giornata Dobbiamo assolutamente riposare Abbiamo viaggiato per sei mila miglia 64 RACHEL E (stupefatta, sopraffatta ) Oh Signore sei mila miglia sareste esausti LINDA (entra nel vivo della scena e sovrasta con la voce la figlia) Piccola ignorantella vogliate scusarla sbaglia ancora i verbi Come si dice Rachele? Si dice sarete esausti non sareste Buongiorno Signori (affannata) vi presento la signorina Rachel e Louwee benvenuti alla locanda Louwee Io sono Linda Louwee La vostra camera è disponibile al piano di sopra UBERTO Bene signora La tariffa sarebbe … (dalla cucina proviene un acuto di Anita, i tre visitatori si guardano meravigliati, incuriositi) LINDA La tariffa dunque per una sola giornata Ci penseremo alla vostra partenza UBERTO Va bene signora ci accorderemo RACHEL E (raggiante Vi informo ufficialmente Signori che tra un‟ora verrà servito il pranzo cucinato dalla Signora Madre Nonna Anita Louwee LINDA Preciso che il pranzo è principalmente e solamente il bollito di nonna Louwee Sarà servito in cucina alle dodici ed un quarto in punto La camera è al primo piano alla vostra sinistra Prego (Rachel e indica la camera , facendo capire con un sorrisetto che quella a destra è la sua, Uberto, Thomas e Petrus salgono le scale con i loro bagagli) THOMAS (prima di entrare in camera) 65 Allora signore alle dodici e un quarto in punto A dopo RACHELE Sissignore! LINDA Trattieniti Bambinaccia!!! (I tre entrano in camera) (Buio in scena) 66 Atto secondo L'approdo - I 67 RACHEL E Nonna nonna nonna! Il bollito! ‟ il giorno! Non semplici visitatori non semplici passanti ma ospiti ospiti ospiti! Paganti e mangiatori la nostra salvezza La mia e la tua nonna cara! LINDA Non vociare in questo modo! La sua e la tua salvezza? Un delirio allo stato puro ora che abbiamo degli ospiti dei visitatori dei viaggiatori che dopo miglia e miglia approdano ad un punto fermo un punto di sosta per darsi del sollievo Fermarsi in una locanda la prima vista sulla strada papà ci aveva visto lungo una locanda poco distante dalla strada principale Bambina mia cosa intendi per la tua e la sua salvezza ? Cosa stai macchinando puttanella!? Non ti lascerò passare questa volta bambinaccia non ti lascerò passare niente ANITA (smette di cucinare, mette le braccia tese contro il piano della cucina, è completamente inebetita) Non è possibile da così tanto tempo quanti andati persi Dei clienti veri degli alberganti una locanda visibile dalla strada principale una linea retta che taglia il Paese da nord a sud un solco latitudinale nella nostra terra a sud le cose devono parere diverse dimmi che è proprio vero (si rivolge al marito morto) Harold nient'altro lasciato al perdurare della disgrazia al lavoro inutile Oh quanti passati di qua (somma disperazione) 68 non pagavano razziavano ci hanno preso condire condire il mangiare mattinate addensate sui fornelli la mia schiena bollita nella calura per ritrovarsi il palato a brandelli per provare la carne la carne del bollito Le dita delle mani ustionate con una frequenza tale scottarsi diventa un vezzo bruciare pezzi di grembiule un'abitudine difficilmente accantonabile quando non si ha niente Harold pulire strofinare lavare sciacquare intontirsi aggiungere diminuire falsificare buttare nella pattumiera odorarla e distrarsi un po' guardare da questa unta finestra dalla finestra della cucina della locanda Louwee uno spiraglio che dalla strada principale non è affatto visibile Ho provato a stare a meno di un miglio da qui ma la finestra è impossibile da vedere ad occhio nudo con l'occhio del visitatore del cerca -camera niente Harold credimi poi rimettersi a tagliare affettare tritare impanare disossare imbastire intelaiare verdure su carni friggere un combustibile con ciò che va fatto esplodere assaggiare la cottura bere bicchierini dal cartone del vino o grappa a canna dal bottiglione per ospiti che arrivano sporchi come passanti vogliosi ubriachi molesti allettanti soddisfacenti Harold (tasta la cottura del bollito con la forchetta) Mi sembra a buon punto mi sento rigenerata dobbiamo migliorarlo dobbiamo renderlo il mio vero bollito LINDA (subentra euforica) Dobbiamo renderlo veridico 69 al punto tale che non sembrerà neanche fatto da te dobbiamo renderlo indubitabile RACHEL E Maman! Renderlo v e r i – d i c o, in -du -bi -ta -bi -le ANITA Oh vieni dalla nonna ed abbracciala forte! RACHEL E (va addosso a Linda, facendo finta di incornarla come un bisonte, batte i piedi per terra, saltella, ringhia, sbava) ANITA Vieni dalla nonna sarà il bollito di nonna Louwee e nipote la sua unica nipote femmina Rachele detta Rachel LINDA Non c‟è mai spazio tra di voi! Smettila squallida matrona di motels! Rancida puttana smettila! (si placa, esausta) Il vostro modo di mostrarvi di comunicare non esprime altro che la volontà di colpirmi escludermi sottrarmi alle gioie del rapporto umano (come un libro stampato) della convivenza sociale del rapporto famigliare RACHEL E (solenne, autoritaria) Madre nonna! Scheletri umani! (scoppia in una risata isterica) Oggi noi saremo (altra risata isterica) il meglio (torce il collo) di noi stesse (mette la mano tra le gambe) saremo la famiglia Louwee al cospetto del mondo (inizia a provare godimento, Anita e Linda sono impietrite ed assuefatte) dovesse essere l‟ultima volta (si toglie la mano  lo saremo (la odora) vedete non sa di niente iene!!! (rivolta alle due donne) Saremo unite (le altre due annuiscono) Siamo la famiglia Louwee fondata sul placido ed accogliente ventre di Isabel Louwee 70 57 anni fa LINDA Che razza di memoria è mai questa RACHELE Locanda Louwee di tradizione femminile ANITA LINDA (all’unisono) E sia. (Sipario) 71 L'approdo – II 72 (Sono tutti seduti al tavolo della cucina, in una posa falsa e scomposta) THOMAS Bene signore nostre si direbbe che siamo approdati al vostro tavolo Posso chiamarlo un ritaglio di canapa ? Anche se so bene che non è un agglomerato di canapa posso chiamarlo così signore nostre? UBERTO Intendo esprimere il mio cordoglio preventivo per quanto Thomas andrà dicendo e ringrazio nonna madame maman Louwee grazie del bollito RACHEL E Lo dica pure LINDA Parole poetiche dia enfasi RACHEL Sì con sentimento ANITA E'inevitabile LINDA RACHEL E (all'unisono) Mamma Nonna! LINDA E' un'ottima cuoca la mamma non potreste credere diversamente credere l‟opposto senza averne avuta prova Gli uomini di scienza hanno bisogno di fatti per giudicare per elaborare per identificarsi (va verso Rachel e, le prende la mano, se potesse gliela sbriciolerebbe, le si mette davanti a tu per tu, fino a schiacciarle la fronte sulla sua) A proposito signorine dove sono finite le gocce … (ritratta) La boccetta dello zucchero liquido? PETRUS Un edulcorante che si usa da queste parti ANITA Linnie cara non essere così amorevole (si alza, picchia un pugno sopra il tavolo e salta la presa di Linda su Rachel) LINDA Scusami madre ma l‟amore materno tende 73 per sua conformazione tende ad una deformazione nei fatti nelle prese tende a sconfinare ANITA (astutamente solenne) Signori cari dobbiamo confessarvelo (piange di gioia e fa un goffo tentativo di camuffamento) E' passato troppo tempo dall'ultima volta Tutta una vita arrestata stata appesa con le proprie corde vocali ormonali alla nona del maestro ad i suoi soli primi due tempi un ossessione permanente Vennero a farci visita ben vestiti incappucciati credo nove mesi fa La terra era affollata (sembra in preda ad un acuto attacco di delirium tremens) la terra attorno alla proprietà alla locanda il nostro appezzamento di terra era saturo di aria atterrito ma non voglio commuovere annoiare ed infine LINDA (si alza, afferra una forchetta, la brandisce verso l’alto, la scaglia nella prima delle direzioni disponibili, sorride, si asciuga con la mano sinistra il sudore in faccia, si tocca la schiena, fa come per tirarsi su il vestito con entrambe le mani, sussurrando, blaterando) Bere bere fino a non tollerarmi PETRUS Scusi? UBERTO Prego? THOMAS Difatti si voleva includere nel discorso di presentazione in poche parole che fosse del gioco una digressione sulla dissoluzione dei mezzi corporei LINDA Parla degli astri corporei? RACHELE Quale presentazione? 74 UBERTO (risponde facendo la voce grossa) Dei corpi oscillanti nell'obitorio LINDA Io ho una capacità innata per l‟interpretazione dei segni sulle facce sui muri delle smorfie delle rughe degli stati umorali dei tracciati tumorali delle scarnificazioni che certe panciere lasciano Ne so qualcosa so cosa significa il digiuno e la smodatezza nell'alimentazione PETRUS Si direbbe l'alfa e l‟omega RACHEL E Ecco la storia dell'astinenza padrona del mondo ecco la storia dell'astinenza signori miei LINDA Stando vicino alla stufa non per riscaldarmi ma per abitudine con un flauto era un flauto mamma (scoppia in una risata pazzesca dilaniante, prosegue come dimentica dell’avvenuto) un flauto ed una bottiglia di sherry per ora guarda come ci hai fatto finire senza la possibilità di ribellarsi di abortire di eliminarti Dite signori Signori dite che l‟uomo può andare su altri pianeti vivere raggiungere altri pianeti urano venere alzare il tono del discorso in poche battute Signor Uberto gradirebbe una bottiglia intera di sherry? O meglio sarebbe dire una completa bottiglia di rum ANITA Lei l‟eterna signorina di casa a quarant'anni suonati con una figlia a carico la qui presente Linda Louwee alza il tono del discorso 75 in poche battute PETRUS (parla tra sé, trasognato, nessuno lo sente nessuno ha interesse a sentirlo, parla in modo visibilmente idiota) Dopo tutta questa birra mi dovrò dare una regolata sono due giorniche tracanno mi do una regolata solo succhi di frutta dal mattino alla sera (prende coscienza) Una bottiglia ad Uberto che ha fatto morire di dolore la sua povera vecchia madre (a questo punto la risata è quasi insostenibile, Uberto tracolla, batte la testa sul tavolo della cucina, sanguina) LINDA Dica Thomas lei sembra dica Thomas qual è la differenza di fatto (agita le mani e si guarda i palmi) mi dica per piacere per il mio solitario squisito piacere qual è la differenza invalicabile tra quello che si dice e quello che andrebbe detto lei dica Thomas riesce a capire quando uno va a morire o piuttosto quando uno storno di uccelli autunnali si spargono nell'altezza sopra queste terre dando a noi uomini la possibilità di interpretare il verso delle stagioni oppure danno fede al nostro concime Mi dica visto che la sto implorando le mie ultime richieste Siamo carcerati a tempo in questa cordigliera di crani con in comune il solo parlare THOMAS E‟ tardi Oggi non abbiamo sentito le notizie dal radiogiornale 76 oggi non sappiamo come le cose sono andate di fatto non sappiamo la cronaca i fatti della cronaca quelli della politica oggi non sappiamo niente senza giornali in questo posto un disagio totale andare a sbattere la fronte ed aprirsela contro le pareti di una stanza contro un tavolo della cucina o stare sdraiati a fumare oppiacei su un letto pagato di comodo di servizio LINDA (rivolta a Thomas, piegata) Signor Thomas posso farle assaggiare in cucina un goccio del nostro porto è porto bianco THOMAS A quest'ora è particolarmente gradito è decisamente tardi RACHEL E (come impietrita) Noi non abbiamo mai avuto porto in questa locanda ANITA (rassicurante) Piccolina tu non lo sai bere E' una lunga tradizione E' sempre stato in cucina. (La scena si chiude con uno stacco di luci sul pubblico, poi buio totale) 77 Atto terzo Il fiato 78 (Fuori un tramonto imponente, le persone dentro la locanda sprecano gli ultimi balzi d’umori si avverte sul volto dei visitatori un’aria di dissoluzione sul tavolo una decina di bottiglie di porto Rachel è in braccio a Thomas lo bacia, a tratti sembra divorarne il collo il tutto con strusciamenti plateali Nonna Louwee è alterata si direbbe un oracolo ridacchiante Linda gravita e medita sul proprio suicidio gesticolando) LINDA Avete visto (con eccessiva enfasi) Cari miei il grembiule della nonna (i tre visitatori sono assuefatti dall’effetto degli alcolici) vecchia cenciosa schifosa lurida Va a cambiarti! Con dei nuovi ospiti una situazione irrecuperabile come faremo a tirare avanti anche questa volta ce la siamo giocata male giocata male! Il tuo argilloso fondo schiena maman un fondo schiena pesante e cotto mi verrebbe da dire bol … (s’interrompe scoppia in una risata colossale si agita, barcolla, smette) un fondo schiena bollito (tra i denti) vecchia puttana morente ANITA Tutta una vita a dissentire a disprezzare a distruggere quanto facevo per poi farselo suo a suo modo Si è annientata lei stessa (grida) io l‟ho fatta! LINDA Brutta sporca tronfia troia Eccome poi è venuta Rachel e la voglia purificata attraverso una generazione dannata 79 una generazione Louwee immolata I raccolti sperati del nostro orto ma la terra ci ha riluttato ci ha preso a calci rinchiudendoci in questa gabbia di legno (verso Rachel e) Rachele ora tra le braccia di un visitatore ha preferito lei a me glielo ho lasciato uno più uno meno per me (verso Anita) Madre incapace avevo una voce ma lei niente Cucina questo trita inforna quell'altro fai rosolare abbrustolire impasta mangia mangia bevi del vino alla salute Io avevo una voce dietro il legno del bancone quel legno ammaccato dai pugni gonfio di porto rovesciato la lirica la mimica il mal di pancia ANITA (sardonica) Lo stare troppe volte incinta (Uberto e Petrus ridono di gusto) RACHEL E (teatralmente) Smettetela Madri! (si dimena dalla presa di Thomas si alza in piedi, battendo i palmi delle mani sul tavolo, solenne) Levatevi di torno (guarda la madre bambinescamente) Spine sugli occhi a te! LINDA Come puoi permetterti … (ampio gesto di svenimento) con degli ospiti (chiude il gesto faticando) ANITA Mesi di lavoro trasparente al buio cancellato al sole di due isteriche (sfumando) LINDA Sifilide RACHEL E Sifilitica LINDA Inadatta e stonata figlia di cagna (si corregge malamente, 80 speranzosa che quanto detto passi inosservato) della cara tua mamma RACHEL E Portatrice di discordia (va verso Anita, le due si abbracciano, Linda vedendo la scena si mette le mani alla testa come per schiacciarsela) ANITA LINDA RACHELE (all’unisono) Fecondatrice del mondo ANITA Mi mettevo a gambe larghe mica troppo e finiva molto presto Una scomodità essere troppo magre avere i nervi accalcati su muscoli denutriti dal freddo delle stagioni malnutriti per anni Girare da paese a stazione con una valigia in mano da sbattere nel vano bagagli di una carrozza intontita di stazione in paese un goccetto ogni venti venticinque minuti per arrivare a quello squilibrio che ti tiene su che ti fa sopravvivere e poi con il cucchiaio a raschiare gli stracci quanti stracci RACHEL E Nonna come raschi tu la pentola come avvolgi il bollito negli stracci tu volevo dire (disorientata) che come fai tu le tue cose non l‟ho mai visto fare a nessuna altra donna UBERTO Gradirei due bicchieri di porto ANITA Si serva pure (gli passa una bottiglia) Per anni mi hanno portata a bere del vino e mi hanno portata LINDA L'hanno portata in un capanno di porcellana ANITA Per anni ce l‟ho fatta un inciampare continuo nel puzzo delle vie natale capodanno pasqua mai nel giorno del compleanno 81 (singhiozza violentemente, il viso in lacrime, storpia le parole) della mia bambina! RACHEL (a Linda) Muori ma non farti vedere da me! LINDA Tutta una vita a lottare tutti contro nel segno della tradizione di famiglia. (Le luci si spengono lentissimamente, Petrus va verso l’angolo dove c’è l’arnese di legno, lo porta allo scoperto, si siede verso il pubblico, è una viola) 82 Atto quarto La scopa 83 LINDA Pensare che tutto verrà riportato da almeno uno di questi visitatori Avrei voluto un pianoforte da parete un direttore di sala un clown ben disciplinato per i momenti di svago una chitarra malmessa preparare abbondanti libagioni sui vassoi per farli abboffare riempire boccali di birra vino liquori di ogni sorta ANITA Un‟altra epoca non si ritorna mai RACHEL E Cosa ha significato costruire tutto questo in vista di una morte l‟assurdità ANITA Mai devi cedere al pessimismo verbale linguistico lessico frastico mai bambina nostra cedere un metro di bugia e di verità attieniti alla severità delle parole hai certe inclinazioni che si avvicinano alla corruzione dei modi UBERTO Verrà tardi e verremo travolti dal buio di queste zone bugiarde stiamo attraversando il Paese per arrivare alla foce nel sud del Paese non riesco a capire come ci arriveremo è notte Petrus THOMAS Ne risentiremo UBERTO Taglieremo corto PETRUS Tra qualche ora RACHEL E Ma nonna il bollito? ANITA Inimitabile LINDA Già cosa è stato del tuo indeterminabile bollito La vaghezza della tua vita l‟incredibile mostro della tua vaghezza madre Quando ti chiedevo Mamma tu mi hai voluta rispondevi Ti ho voluto bene 84 si n dai primi attimi della tua venuta al mondo piccina dicevi e mi infilavi un dolcetto nella bocca come ad una bestiola cosa me ne sarei fatta del tuo bene rozzo dozzinale perché mamma i primi attimi gli attimi prima no? Quando stavo rannicchiata nella pancia e non ero fertile non riuscivi a volermi bene allora vecchia pentola unta raschiata mi hai voluta o no? (Anita piange, sembra dire in un lamento straziante ripetendolo, “ho sbagliato”) No non dire niente gli ospiti sarebbero male impressionati dal tuo linguaggio collerico buono per lavare i piatti passare tra i fuochi con quel tuo doppio mento (Anita si tocca sotto il mento freneticamente) (pausa) A questo punto signori siamo orgogliose di intrattenervi con il canto di nonna Louwee l'usignolo dei fornelli maman fai sentire a tutti noi il tuo veleno vocale (Anita si alza in piedi, fortissima esplosione, buio in sala) RACHEL E (rantolante) Il bollito!!! 


(Fine












Famiglia Gurskij














FAMIGLIA GURSKIJ
Atto unico per un radiodramma

Persone: Elizabeth Aken, ragazzina olandese Rutina Elricht, donna sulla quarantina, zia di Elizabeth Giovane soldato collaborazionista Joseph Gurskij, uomo sulla trentina Ada Gurskij, donna poco più che ventenne Rabbino Ittivi Ragazzo di bottega Nota introduttiva Dopo la mezzanotte del 9 maggio 1940, l‟armata tedesca penetrò nei territori dei Paesi Bassi, invadendoli ed occupandoli. L‟occupazione olandese è stato un esempio dell'esplicazione del potere nazista e del deciso collaborazionismo offerto dagli occupati. Ad Amsterdam, pressoché la totalità degli olandesi Ebrei vennero deportati nei campi di concentramento. Negli inizi del 1941, il Partito Comunista Olandese per protestare contro l'abominio continuo compiuto contro gli Juden, indisse uno sciopero generale, passato alla storia con il nome di “Sciopero di febbraio”. Amsterdam fu libera solo il 5 maggio 1945, quando l'idolatra comando della svastica, si arrese.
33 Prologo 34 L'urlante camera di Beth 35 ELIZABETH AKEN Nella camera da letto entra sempre la stessa luce forse d‟autunno cambia un pochino il che non toglie che io sia una ragazzina ed in fatto di luce non ne sappia un granché ho avuto un gran piangere prima Abbiamo ebrei sotto di sopra di fianco nella casa mio padre dice che sono faticosi lavoratori guadagnano tanto per risparmiare per generazioni che verranno per il popolo d'Israele faticare tanto per rincasare Mia zia mi dice che per loro il risparmio è lo ziggurat ho sbagliato quella parola mi dice che per loro i fatti di soldi sono l‟estasi non che io sappia cosa voglia dire Sono neri e sembra che abbiano quest'estasi di prima mattina quando urlano sempre stanno facendo dell'Europa una specie di croce uno stemma tanto grande che si possa vedere dall'alto sembrano delle braccia storte un affare nero in un cerchio bianco intorno rosso ma non rosso sangue proprio rosso il dominio sui petti il loro dominio sulle nostre vagine ariane dice proprio così la zia Della vagina rispetto all'estasi ho un'idea più contenuta e nei limiti sono maturata un mese e mezzo fa so cos'è in grado di fare una vagina 36 e quello che comporta al suo interno come al suo esterno lo chiamano Mr. Hitler qua e non solo qua Vorrei un ragazzino una bella faccia fresca „somma che mi faccia sentire il „che di essere diventata donna piena te l'ho promesso zietta mi farò sbranare dal primo che faccia la sua entrata e questi nerastri germanici mi sembrano più in forza dei giudei hanno i capelli biondi cortissimi ai lati poi una ciocca laterale hanno la faccia come una cinghia di un grande esercito Vorrei un nazis. 37 L'incanto delle divise 38 RUTINA ELRICHT I cristi schifosi mica li ho potuti mai tollerare ho parenti tedeschi loro la chiamano la Nazione io la chiamo Grande Germania accoglimi i democratici i socialisti i liberali i comunisti i monarchici i regnanti la vacca con la sua cricca di tirapiedi Wihelmina Helena Pauline Marie Van Oranje -Nassau a migliaia fuggiti in quel buco d'Inghilterra gli olandesi sono dei rammolliti alla maniera degli zingari il vicino popolo belga la merda che intoppa il nostro già intasato vaso Venite Razza siete la pura fortuna che ci è capitata tra le mani io non collaborerò mai con voi sono voi grazie Re grazie Reich III venefica macchina livellatrice di giustizia Mio padre era ebreo solo di nomea d'altronde le dicerie sono un vizio congenito dell'umanità mi prenderete per il mio rantolo rabbioso Vorrei mostrarvi e l'accetterete la mia accurata rappresentazione del popolo giudaico Mi chiamo Rutina Elricht dormo la notte mai di giorno all'occorrenza evito di dormire mi sento già da medaglia da decorazione sfilare marciare nella pubblica parata nelle piazze sovrastate dall'effige che bei completi che avete Avete previsto ogni minimo dettaglio azione reazione comandi ordini esecuzione obbedienza blitz krieg siete una stupenda non sconfiggibile macchinazione oh i francesi gliele suoneremo 39 Gran parte è con noi sono il più grande popolo antisemita gesù cristo ipso facto avremo olanda belgio danimarca norvegia finlandia svezia germania austria italia polonia cecoslovacchia ungheria bulgaria romania turchia jugoslavia albania grecia spagna portogallo fidi alleati pezzi di russia africa cina mica è finita ci sono anche i giapponesi dilagheremo qua e là all'olandese Vengo con voi un bel completo e niente più Rutina Elricht per voi Erika Loeffer la luce bianca sulla Baviera nel riposo del sommo capo l‟attesa azione riparatrice l‟offesa schiantante di Berlino che belle le vostre divise Danzate. 40 L'alto ronzio delle armi 41 GIOVANE SOLDATO COLLABORAZIONISTA L'alto ronzio delle armi venne quando a qualcuno andava fregandosene sempre meno altri avevano perso il lavoro conclusioni inconcludenti si sprecavano come molliche nel soggiogato porto di Amsterdam l'Europa gracidava Sarà ripulita a dovere debito con sani vecchi metodi per una generazione di invertebrati che la terra si vede popolare ogni tanto addosso Il grasso puzzo delle armi era la veste della città tradimmo la giustizia dei giusti dei padri fondatori del regno abdicammo e ci rialzammo superiori spronati dal desiderio di forza suprema tutti i nostri soldi venivano da genuine conquiste d'esercito una razzia di tutto rispetto su volti polverizzati tracciati a vita seduta stante Guerra civile spagnola grande messinscena granate nelle vigne dei repubblicani quella gente che si trascinava i quadri del museo di Madrid appresso Non arrestarsi facendo rullare la nostra ruota di arterie d'acciaio una morfina sciolta nelle schiene erose dei deboli spinti nei vagoni merce su una carretta comoda per farli finire azzuffati nei forni irrespirabili e caldi tetre teste guizzanti al loro interno insensate omelie nella vasca delle anguille Il venditore di liquori l'abbiamo inforcato le bottiglie gliele abbiamo succhiate finché ce ne era Quei porci d'inglesi li addormenteremo la pietà papale è poca cosa un ridicolo e blaterante romano 42 In un giorno Amsterdam si è presa volevano fermarci facendo saltare in aria tagliandoci i ponti in un giorno occupati messi i ferri ai giudei i musei ve li potete ammucchiare nelle pinacoteche o viceversa Berlino è la gerarchia fatta di muri da erigere moschetti d‟assalto ai bambini è il motto noi oramai siamo il giusto Mr. Hitler siamo venuti dentro di te impertinenti bolscevichi che annienteremo collaborando deporteremo lo straniero non si potrà opporre c'est ne pas plus Freude Freunde. 43 Atto 44 Famiglia Gurskij 45 JOSEPH GURSKIJ Avevamo messo le finali diverse come i pittori o come gli infrangitori che da molto tempo si alternano in questa città nessuno me lo suggerì nessuno ci aveva fatto alcunché fu una mia trovata ingegnosa quando chiesi al rabbino Ittivi se fossi all‟altezza della sua comunità mi disse RABBINO ITTIVI Tu sei il sangue magiaro che ci mancava un giorno torneremo ad essere la Nazione capisci lo Stato spiegheremo il pugno di davide sulle corrotte membra dei disperati che proliferano vicino al Tempio infestandolo di fango e veleno ritardando la venuta del messia quello che avrebbe dovuto mutare le stelle Sono un vecchio credo nella giudaica legge e mi invaghisce il misticismo JOSEPH GURSKIJ Uscii dalla sua stanza sghignazzando folle d'un vecchio ebreo Voleva dire sì sì si poteva lo dissi ad Ada di sera mangiando uno dei suoi buffi dolcetti inzaccherati e farciti con marmellata Nostra figlia risponderà al solo nome di Noemi Gurskij e la sua bocca si limiterà a palare di verità RAGAZZO DI BOTTEGA 25 febbraio 1941 Negozio Krillisch Insegna smaltata di un colore che si avvicina all‟oro ma dall'altra parte del canale è rame sfibrato Come ha i capelli neri quella signorina Ho fatto la fine che meritavo garzone di un negozio che smercia stoffe confeziona abiti di ogni genere e taglia 46 prima c'erano degli ebrei russi erano i padroni della baracca Dicono che oggi c'è un grande sciopero delle fabbriche gli operai si fermano gli spareranno addosso intanto mica andranno lontano cerco che farsi accoppare per i giudei mi sembra che vada al di là dell'umana concezione di cosa è giusto fare o no Mi compiaccio di come i compagni di quelli che protestano abbiano fatto filare sti inaciditi di borghesucci della ultima esalazione Romanov il Grande Zar di tutte le Russie del mio benestare finito con i denti bucati dal fuoco solforico ti ha raddrizzato la schiena il dottor Ulyanov manco con una zappata te l'ha proprio fatta sciogliere con il piombo Scorri giù per gli Urali despota felice Chissà come se la passa la nostra odiata Guglielmina dai reali inglesi. ADA GURSKIJ Mi hanno fatto un ottimo prezzo davvero grazie zii ecco cosa succede quando si hanno le conoscenze ti fanno gli sconti ti piegano il vestito bene nella scatola ti danno dei confetti ti trattano bene mi hanno fatto risparmiare sull‟abito da sposa fa difetto qua e là metterò su qualche chilo pane burro e aringhe tanto quanto mangia il mio amore lo chiamerò Eliot simile ad Elia ma come quello scrittore credo inglese di sicuro vive in Inghilterra 47 un buon nome di cultura promette bene drammaturgo olandese ebreo di sangue ungherese e russo Iddio sia ringraziato salvato dalla Santa Madre Russia che presto o poi tornerà spazzando via i codardi assassini con la loro sporca ideologia I tedeschi i nazionalsocialisti li preferisco cosa hanno mai fatto a noi olandesi mica come quei cani di francesi che se lo mettano in testa saranno spazzati via in tre settimane la torre Eiffel farà il passo dell'oca e allora sarà lo scarno rancio cara grandeur JOSEPH GURSKIJ Ada dice che da noi non verranno non hanno interesse a prendersi il Regno d‟Olanda noi siamo ebrei e questo tempo marcio è per il pianto Ittivi mi ha insultato urlando disperato RABBINO ITTIVI Zuccone di un ebreo la nostra pelle sta già bruciando non hai sentito delle leggi contro di noi in Italia in Germania fascisti razzisti vogliono spazzarci via una volta per tutte nessuno ci aiuterà solo alla fine del conflitto verranno a contarci come i caduti come l'artiglieria usata Una croce offensiva sta uncinando l'Europa e noi saremo i suoi chiodi spremuti fino all'ultimo grammo fibra per fibra Le nostre navi hanno ricevuto sputi dall'altra parte dell'oceano 48 davanti a quella statua ricoperta da tutto quel rame nel paese delle opportunità proprio da quella città che svetta sull'Atlantico e che gente del nostro popolo ha contribuito a fondare Nieuw Amsterdam abbiamo ricevuto bestemmie faremo da viti impiantate nelle falde per sorreggere la loro industria di guerra le loro azioni di conquista rimarremo fusi loro uccideranno con tutte le ragioni JOSEPH GURSKIJ Potremo far saltare ponti dighe e fiumi e regioni c'arroccheremo in Zelanda per la Resistenza qualcuno può dormire un sonno tiepido altri non so cosa aspettino ADA GURSKIJ Faceva freddo e ad uscire si preferiva rimanere sepolti nei vortici che salgono nei funerali non voluti saremo stati la cenere del mercoledì un vomito nel trabocco dei canali delle ciminiere strette piene di carne nei ritrovi oltre i banchi del giglio della morte compiacente declinata nel fascino di un pavimento di corpi selciati ELIZABETH AKEN RUTINA ELRICHT/ERIKA LOEFFER ADA GURSKIJ (un corale) E' la vicenda di due famiglie che cercano di abitare qua E' lo sfregio di una famiglia che vive nel rispetto dell'altra Fuori dalla mia finestra fuori dai miei bisogni di Reich noi abbiamo chiuso gli occhi li abbiamo fatti entrare a voi poi hanno portato via vi hanno dato la libertà del lavoro mia cara Elizabeth Aken la tua zia è l'antisemita numero uno ADA GURSKIJ Nella nuova strada 49 ci sono rotaie e bambini increduli si guardano l'un l'altro alitano a turno nello stupore attorno a quell'elevatio crucis stort a come ribaltata nella morsa dell'alto ronzio delle armi Fu tutto un roseto di colpevoli da punire a turno il popolo deicida alla resa forse qualcuno di noi ha ammazzato qualcuno e non se ne ricorda non è sicuro di averlo fatto qualche cosa che ci è sfuggita nei millenni che ora non si vuole ammettere un taglio sulla testa che non si mette a posto del sangue sul naso E' inspiegabile La prima cosa è che ci ammazzano quando lavoriamo quando sostiamo nelle linee dei treni un tipo d'amore per il prossimo presente quando viene ad uccidere La prima cosa è che durammo quattordici giornate ed il resto fu bianco e marrone JOSEPH GURSKIJ Ada studiava da madre comune e con le forbici si tagliava i capelli nelle pause indispensabili piangeva su una foto grigio lucente della sua Russia La nostra felicità si era compromessa il non poter affrontare il divorzio di due corpi per uno nuovo I bambini piangono per le madri d'Israele brandelli di macello fuoriusciti dai libri sapienziali non so chi sia il mio dio anche se tutti noi ci siamo elevati a lui in più di un'occasione Processati mortalmente da quando il tempo attraversa 50 la nostra fragile vicenda il mondo sta per coprirsi di noi fibra per fibra La chiameremo bruciatura di vento idiota ci chiameremo i soppressi malinconici sostituzione di carne per carne dunque rimarremo nell'atmosfera terrestre e rimarremo Le fredde spalle di mia moglie si stanno rosicchiando una ad una le fanno lavorare Cosa avranno fatto dei suoi capelli per il supremo Reich e la morbida reductio ad unum Ittivi è rimasto stralciato da fucili poco precisi l'ho saputo prostituendomi e vomitando Ada deve aver perso nostra figlia un‟eco riuscita male i loro figli appaiono più resistenti vedranno meglio sapranno meglio la razza li ho sognati abbattersi sulla nostra Ma lo scroscio di una bandiera blu rossa e bianca per niente francese da Nieuw Amsterdam ho visto quella bandiera da dove ci hanno sputato avvolgersi al mondo foderandola con un banconota un biglietto verde Ada ha dato un tocco in terra ha spento le campane appese alle ciglia mi ha detto mai mai ADA GURSKIJ Dio bevve e si addormentò in un alterco il nove ed il dieci di maggio Iniziammo il 1940 avevo il bambino altro che il loro cristo l'avranno invitato a scendere e tanto in fretta 51 l'avranno invitato a risalire da dove se ne era venuto credo che fosse troppo per la nostra elezione di popolo e la storia dei popoli è fatto di coincidenze divine ed ognuno le legga come possa quando le terre sfregheranno tra loro ed i bivacchi sprofondano nei polsi degli infartuati del campo Ci osservano fotografandoci riprendendoci documentandosi analizzandoci puzzano di alcool e di quello con cui le loro accolite si impregnano la vagina usati come sbobinate tracce di procedura medica squallidi presunti ariani costipati in riga in una lercia divisa Mi ha violata contro un sedile di una locomotiva non ne ho mai visto una con un sedile in pieno giorno chiamandomi marleen finiscono tutte così per reich ragione Il bambino lì cedette su quei colpi quello strattonare ventri appesi in ansia una maledizione di dio sulla terra che mi era stata data in possesso Coltivavo una solitaria verginità benedetta dal signore di Gerusalemme e dal fu rabbino Ittivi una donna israelitica quanto dovrà pagare per il suo destino per l'antico disprezzo Maestro Milioni per uno Stato. 52 Epilogo 53 Lascito 54 JOSEPH GURSKIJ ADA GURSKIJ RABBINO ITTIVI (metodo corale) Gli affari del signor Ulisse per una cosa che non ci è mai riguardata la spremuta della gente di Gerusalemme viviamo in quello che non crediamo Il Male è il figlio prodigo e bevitore essere dalla parte giusta dei massacri voluti dalla storia Quando gli anziani parlarono a suo tempo decisero di ucciderlo degnamente L'efrateo Ittivi con la giacca di un davide scuro nella meditata penuria provata nelle asfaltate valli delle tentazione Gli olandesi hanno firmato con le solite due dita farci rimanere nudi un'altra volta senza le iniziali dei nostri nomi sulle bocche stritolate dalla polvere chimica della propaganda insana mio marito sta sopra centottanta corpi crivellati Io sono Ada Gurskij e tra qualche ora lo zolfo nazista farà il suo ingresso nel mio corpo.


(Fine








Nipoti & Notizie












NOTIZIE & NIPOTI.

Persone: Guya Magda Dolores, ventiduenne dal fare molto maturo, con piglio di una quarantenne vissuta. Indossa una maglietta di cotone bianco, un‟ampia gonna che arriva alle caviglie e delle ballerine di colore rosa o fucsia. La gonna deve risultare come un elemento di distacco netto, di demarcazione tra il busto ed il resto del corpo. Può essere di qualsiasi tessuto ed è preferibile che riporti temi floreali. Voce Maschile Scena Uno spazio a cui è stata impressa una curvatura, un semi-ovale. Sui due lati della scena, due banchi da scuola. Ad uno di questi è fissata con una pinza, una sgangherata lampada da tavolo L'altro ha una semplice lampada. Come dall'alto è diffusa la musica di “Malaguēna”. 26 (Guya Magda Dolores. Mentre Malaguēna, da circa un minuto, riverbera già sulla scena. Ha dei foglietti in mano e cammina ellitticamente, guardandosi attorno, sbirciando in tutte le direzioni, soprattutto verso il pubblico, non per cercare qualcuno, ma per un particolare, come un bottone o per sentire un suono od accertarsi di un verso. Mentre compie questi movimenti, ragiona tra sé, fa come per ripetere delle battute. In poche parole, cerca l’attacco. Sul banco su cui è fissata la lampadina ci sono dei foglietti. Va verso questo banco, ci si appoggia, facendo strusciare il fondo schiena contro lo spigolo del banco, prima dondolandosi, poi infastidendosi) G.M.D. (Leggermente, trasognata) Ah Recuerdos de la Alhambra di Rodrigo inconfondibile come ce la suonava il nonno con la sua chitarra a corde aperte una chitarra flamenca Le sue meninas le sue imprendibili ninfette ci chiamava (fa un respiro baritonale, si schiarisce la voce imitando una vecchia radio pesante che non riesce a sintonizzarsi) Sapete come si chiamava la terza caravella di Colombo? E tutte zitte. L'Innominata! Bambine mie! Non c'era una terza caravella! E giù a ridere, noi io e mia sorella Ines mentre nostra cugina la Dogmatica la Ieratica la Cagna in Pelliccia Faceva storia a sé lei voleva sentire le impetuose opere dello spirito romantico dello spirito santo Le piaceva credere in una santa ed immacolata chiesa una et trina a volte cattolica e apostolica opere del secolo passato dei millenni calcificati (si rivolge idealmente a Francisca, la cugina) Si tramortisce e si traumatizza zittendosi con il suo Schubert Francisca (guarda i foglietti) Vedo tutte queste notizie dalla prima alle ultime quindi si susseguono si compenetrano 27 fino a lasciare il posto ad un nuovo nato (da fuori scena una voce maschile, nasale e turbata, imita uno squillo di tromba, per due volte consecutive, fa quindi, un paio di versi acuti, poi, con tono annunciatore) VOCE Delitto all‟incrocio tra un incrocio ed un altro incrocio nel bel mezzo del sagrato del Duomo gotico di Fiene (G.M.D. è disgustata e cerca un posto dove sputare, ma frettolosamente ci rinuncia) VOCE Rapina effettuata con tenaglia a mo' di porco ai danni di un cassone di un edicola Trafugate ottantadue riviste di approfondimento medico – scientifico di scarsa importanza G.M.D. (Finalmente può parlare, si sovrappone alle ultime sillabe pronunciate dalla voce) L'inconfondibile intensità di Rodrigo ce la ricordiamo tutti, no? Las meninas suonata con l‟Alhambra hanno detto all'incrocio tra un incrocio ed una altro incrocio (fissa il vuoto sopra la sua testa, accennando al compimento di opere di alta astrazione, tutto in modo affettato) Sarà sicuramente una superficie dotata di ciclicità un ambito circolare uno spazio superficialmente tondo se non proprio tondo almeno ottuso il giusto per contenere quel catafalco del Duomo di Escher un obbrobrio scultoreo di chiara fattura medievale un dominio fatto pietra grazie alla ricchezze delle gilde del grasso potere vescovile su alberi vescovili su un sagrato di porfido sconnesso di piccioni e bancarelle tutti che cercano di vendere qualcosa instancabili drogati di preghiere laiche anestetizzati da quella sacca con le monete lo scroto danaroso del commercio 28 (si ferma, passeggia per il palco, idealmente nel sagrato, si dirige verso il banco con i foglietti, li impugna, ne fa un rotolo, lo apre e guarda attorno, studia i foglietti, si accorge che su alcuni ci sono scritte frasi incomprensibili, su altri niente, sono solo un po’ sporchi) G.M.D. Guya Magda Dolorosa stabat Prima di te quante eroine Quando la bisbetica indomita dice Fallire, noi? Una donna deterge i panni sulle mura della propria città a difesa di essa nel Testamento Ester ha tramato per una festa Elissa ha coperto di pelle d‟anatra una collina ma nel fuoco è inciampata in una spada non come la visionaria di Nuova Orléans che ha trascorso gli ultimi istanti nel carbone della sua stessa pelle Alcesti dinanzi ad Estia dubito che fosse restia di fronte alla morte le suggerì di diventare madre reggente nel disordine che le calate degli déi portano Menomale che certi catecumeni mi hanno assicurato che dio vede e giudica stando a quanto detto da Sirach le ingiustizie non sono sopprimibili in quanto non esiste il naturale contraccambio (si muove verso il banco con i foglietti, li osserva, s’imbizzarrisce) Ah Guya Mesta di Dolore per i tuoi amori assaggiati sotto l‟arcata di carne insaponata del palato le loro mani a rimuovere questa gonna (prende la gonna con entrambe le mani, all’altezza dei fianchi, la alza di poco e fa una faccia incredula, introversa, guardando per terra, gonfiando le guance come una mela fiacca, cotta o prossima all’eccessiva maturazione) per scalfire l'albero gelato Tormentata fin da piccola con le citazioni delle biografie di donne pazzesche immolate sacrificate spezzate 29 maritate come pietre al suolo del sodalizio laico o ecclesiastico che sia donne ricordate I recuerdos suonati dal nonno le meninas le sue meninas assopite dalle corde sbilenche della chitarra portoghese punte con il pollice e l'indice talora possono essere i nostri fianchi a finire sbranati dalle manacce di altri benvenuti o malcapitati VOCE (Questa volta proviene da una radio) Fonti anonime riportano che l'esercito israeliano durante l‟operazione “Piombo Fuso” compiuta nei territori di Gaza potrebbe aver usato armi non convenzionali armi espressamente vietate dalla Convenzione di Parigi sulla Proibizione delle Armi Chimiche Pare che si tratti di fosforo bianco e non solo (la voce sfuma) G.M.D. Evidentemente questi cronisti al fronte questi lenti riportatori di notizie non sanno che le convenzioni vengono fatte proprio per (s’'nterrompe, allegra) fare queste cose! Provare nuove delimitazioni i confini dell'etica dell'agire l‟accumulo di ingiustizie presunte sfrontatezze pregiudizio contro le forze armate ci hanno dato una res publica Azzardati detrattori di libertà dio vede e giudica (va verso il banco con i foglietti, ne prende uno e declama) Colui che non mangia non disprezzi chi mangia dice Sant'Agostino nelle Lettere ai Parti una popolazione imperiale fanatica che fu una minaccia continua per il capolavoro Romano di Paolo (si dirige nuovamente verso il banco con i foglietti 30 spegne la luce della lampadina, guarda il banco di fronte, ci si approccia a passi corti, circospetti, poi fa un balzo, con entusiasmo meditato) Bisogna lanciare minacce per sapere con chi si ha a che fare (si mette le mani tra i capelli, ne estrae una forcina la apre, fino a formarne un’unica bacchetta dritta, ne verifica la robustezza, la soppesa, guarda per terra) VOCE L'ultima voce di uomo che i vicini hanno sentito sembrava salutare una donna. G.M.D. Arrivo tesoro! (esce di scena correndo, tenendo teso il braccio in aria, impugnando la forcina per i capelli come un pugnale) (Chiusura con la lampadina sul banco libero, sfuma la luce suona un campanello, rumore di una porta che si apre).



(Fine)








Canto d'Andreas










CANTO D'ANDREAS

Persone Il solo Andreas Bruegh, adolescente dall'età indefinibile e dalla voce fortemente rauca. Luogo e Tempo Ambientato in un'ipotetica Amsterdam. Un'Amsterdam che vive in una costante nebbia esasperata. Il periodo in cui si svolgono i fatti è dato da una fusione di elementi storici del XVII e XX secolo. Per la lettura o la recitazione di “Tossico scavo di dipendenza” è consigliato un trio di voci femminili. La voce dominante sarà estremamente bassa, mentre le altre due oscilleranno dall'essere stridule all‟essere normali, equilibrate, assumendo quasi un tono da conversazione. Il trio dovrà dare l‟idea di un annegamento reciproco. Non deve per forza seguire il metodo corale. 6 Tossico Scavo di Dipendenza 7 TRIO DI VOCI Sul muro di Ansavaal fiori inchiodati palpitano Appoggiata una non-indifferente splendida goffa femmina da conio ubriaca d'aroma occupato fissa straripata le pupillose lancette dell'orologio inventato da dio Ha fatto scivolare i bambini nelle cripte Lì sta scritto: NESSUN PERDONO. 8 Prologo 9 ANDREAS BRUEGH Fuori dalle Herald Banks rocce inanimate stanno a fare da tamburi per il mai cessato pericolo di inondazioni ma noi pieghiamo quello che ci riguarda e sappiamo quello che ci è rimasto Dai salotti dei Signori escono musiche strozzate dai vetri impastati per l‟inverno si slungano violente verso la soffice fetta della città che vede i nostri berretti smunti le schiene sfatte i guanti forati da malattie fino alle carni Perché si mettono i vetri alle finestre così spessi duri farà persino male appoggiare la fronte il freddo quando ci si va a sbattere la musica esce di corsa da un sfuggito suicidio con uno sporco sparo alle orecchie Abbiamo guinzagli della giusta lunghezza ci teniamo legati e ci muoviamo concentrici dato che il grumo delle pelli ce l'hanno costruito così e soffoco ogni particolare ci muoviamo assieme Cosa servono le case quelle finestre imprigionate nel marmo bagnato La lucida lurida locanda della Reichstraat è un gioiello malfatto ed il fatto è che abbiamo la Trucca e le nostre Comande Faccia da Sbimbo sono gli Ignari Cicca di Grugno i Mediocri Prendi la Droga Sopra di Me le Teste Io sono nella Quarta e con la Quinta si chiude la Gruzza Controllo quello da mandare al trito poi lo Stadio se lo fa Bartolij l'Accademico Ogni Testa 10 ha un Prendi la Droga Sopra di Me Io ne ho una Bartolij nemmeno Trovai in un'ispezione medionotturna al grido di “sporcati rasoi” tirati fuori per l'accoglienza uno che mi stringai al polpaccio muoveva le braccia come un setacciatore venezuelano poco dispensò sulla sua provenienza sgomentando che Ahmed Tuniki Bartolij confidò di voler sistemare la gran baruffa al mio Ahmed Il Consiglio delle Teste cremò la Questione a mio favore e per Bartolij fu una menata di tacca ma ci abbracciammo sul legno di Paul Si chiuse al presto della mattina era uno spigolo di diamante d'argento Zamzimber è il Completo e con lui ora le Teste fanno cinque guardarci da facce rancide che a qualsiasi ora hanno una dinamo sul collo Sono i Cugini con il loro vessillo nel Sudesto Bartolij una volta se ne rimaneva lì a stare da loro che fanno il culo con Satilicyon quello ficca la schicchera in mano a tutti Al Père che scariche nervottiche gli prendono i Cugini ben sanno l'Accordo nessuno tra noi ne parla non si fanno i Nomi e non si fa Coltello viviamo festi nelle nostre zone e al Père gli nevragguzzano le testicole Scrivo rapporti sui Cugini li giudico li condanno se dovesse venire 11 il Timore del Coltello ed il suo Taglio le Sentenze sarebbero già scritte reciprocità pattizia la stessa carne va tagliata con lo stesso coltello uniformità e coerenza i miei amicuccoli di Prendi -Droga stanno male la schicchera la prendo solo quando mi viene lo Sgozzo facile facile Faccio le mie ricerche tentai di capire da quanti anni Ahmed si stava inzaccherando nella sua ruvida lingua certo sicuro che fosse più grande di me Mi covo dove reputo meglio la notte controllo l‟incrocio di quattro canali Rapporto Giudizio Condanna è la ritualità quotidiana Zamzimber vuole azzannarmi una Scossa non vede bene il mio Cervello e il mio Scioglilingua “piccolo e troppa influenza” il Consiglio vuole maggior cura nei particolari quando verrà il Coltello dovremo essere pronti al Timore e al Taglio Deve proprio sganasciarsi questa vita la faccio da quando mi hanno gettato Ridere i bambocci nelle fabbriche e nei mercati stesi per marchiare le scarpe ai Signori nei retrobottega dei Grinfia -Morte sputare leccando il pavimento sputare per niente in cambio Noi abbiamo Disciplina Rigore Rispetto non un Padrone Ahmed se la prende con la schicchera mi sa di vero Un olandese che sa di caramella gli ha colato il Moccio in faccia Zamzimber mi volle al suo fianco 12 giorno e notte e feci segni sul muro delle Teste con una croce era il mio nome e potevo la Condanna misi in moto l'inganno Si lottava per i cinque centimetri di quel qualcosa che potesse condurci più in su senza Nomi senza Padroni Non si dimentica di avere un cappello e non lo si perdona Fingemmo e non ne rimase niente Mademoiselle Florence vestiva la nostra Sottomissione e nei Quartieri dei Cugini non si passava da noi non mi vide poteva essere mia madre mia zia l'amante che si sente insoddisfatta alla Stazione i fumi della fatica erano schiacciati sotto spesse cupole di gonfio metallo spalle di carbone. 13 Atto 14 ANDREAS BRUEGH Il bavero gonfio della zimarra per coprire le macchie della pelle e ci avevo un azzuffarsi del pelo che era la prima barba Duffrey è l'olandese che mi ha sganciato tre belle bacche con suo padre vende pane convincono la gente che la loro impastate fanno bene Ero capace come una bestia di provare gli opposti coltivarli separatamente vedevo leoni rugginosi nel piombo fuso del mattino Gli Alti Distretti di Comando della Droga ci dettero da mangiare per giorni giorni lunghi densi alla fiamma I Ricchi ci deridevano con lo sventrare di un ghigno di sobborgo il rimando del fazzoletto di Marsiglia per salutarci era seta nuova nuova era peste pronta pronta era l'inizio tra i Cugini bisognosi pergamene di ossa chimiche tiravano il cuoio smangiucchiato dei giubbotti le arcate sospese delle schiene gotiche non si notavano più Nei tragici locali dove vivevamo i ponti addolorati dove qualche danza povera copriva l'avanzare della Fame suonò il trascinarsi della Falce suonare le campane dando un assenso segnico per il vecchio tremebondo pugnale Ahmed pianse sull'insaponato viso di salma della sorellina deposta in mare sporche pezze di impossibilità si ruppero incollate sangue fango nero tagli verticali per dare metà al purgatorio e metà all'inferno stare nel corpo dei basamenti 15 della babilon plaza Mi ricordo bene l‟ultimo graffio del babbo mica gli perdono di avermi fatto passare diqqui mi lasciò in un cassetto un misero scettro appuntito per farmi Onore Monsieur Père Douxtrouse Incontrerà la Morte e il Terzo Giorno riprenderà a vivere Lo urlò con la voce del grande uomo che un giorno vorrei diventare Messo a morte per sul crepare del terzo giorno riaffacciarmi con tutta la mia forza Ahmed fa un mugugnare di arabeschi e lo segue Duffrey la schicchera se la sono ingroppata gli Altri i Cugini tutto il Nordovesto della città si raduna per ingiungere il Timore ed il Taglio finché non ne rimanga più niente non una libbra non un ultimo centesimo Entrerà nelle pance gonfierà i cuori ossidati I custodi addormentati vedranno puttane di furie inalate ci infileremo nelle vie del sottosuolo siamo al “quasi pronti” nelle teste come spine di cristalli Sono centotrenta Li ripasso tutti rimetto nella crostosa schiena centro trenta elargizioni di scettro centotrenta semplici richieste di esistenza per ognuno Questo lo fisso davanti a me sul mio tavolino di legno marcio per le vene che rimarranno mozzate tra le unghie Ahmed fa gli arabeschi per una piccola dolce ferita di sopracciglio Il monsieur Satilicyon: “Siamo al Secondo Giorno” Vicino al confessionale chiesi al Père l‟Aiuto 16 sapeva di centotrenta corpi e dello sporco dado di Satilicyon la tunica rigida ed affilata del Père si mise sulla carrozza poi mi fece scendere Mi trovavo negli appartamenti di un alto magistero sissignore prelato “Quello che vedi è quello che porto fui generale dell'esercito di Sua Maestà chiesi aiuto e potei depositare le armi tu mi hai chiesto aiuto Riprendo le armi” fece strisciare da di dosso fuori da di dosso il cimelio nero e rosso e si curvò verso l'orrore della spada Suonò la campanella con la sola voracità della vista arrivò una Signora magra ed una maschera di sabbia in volto Il Generale Douxtrouse disse di un ruscello di una donna deflagrata in una furente agonia angelica un Generale di guardia al campo un caso eccezionale la Obbedienza dell'esercito fare parte del corpo militare il senso d'Appartenenza ma una donna lo andava a trovare non bastavano le lettere tra loro doveva esserci il corpo contro il corpo fisico su fisico gli Altri la presero e successe quello che successe Va bene Père noi abbiamo i Nostri loro hanno i Loro Poi un'altra signora più giovane con scatti di gesti mi fece sdraiare su un tavolone di marmo e oro m'infilò dei bei vestitini belli belli “Indosserai quelli subito” 17 Sissignore subito “Prima sarai lavato” Avevo uno strano senso di nausea agli occhi “Piccolo hai chiesto aiuto e non piangere” Sentii la vibrazione del farsi Onore di sacre cornamuse Aguzzai ogni avvertito nervo e vidi una ragazzina con il pancione mi fece sedere con le gambe sotto il tavolo ebbi carne patate acqua che ci vedeva attraverso ed un sorsetto di vino rosso profumato e denso in quella casa non avevo dimenticato la Trucca ma mi parve distante e non ne sentivo l‟odore Non ne rimanga niente Fui pronto per i vestiti me li arruolarono addosso dietro di me satanetti si consultavano sulla perdita del sottoscritto non mi voltavo L'obbligo è il Ritorno Saltai i gradini della carrozza nel deserto di Harleem il cavallo del Père l'avrebbero visto anche da lunghi passi Monsieur Douxtrouse affianco sferrava affianco al cavallo pensava alla repressione della bestia alle schegge di avvelenate baionette mollate nei dorsi nelle viscere con un bruciore di mandibole mi rispondevo domandandomi non avevo mai visto marciare un uomo con quel tipo d'odio fino alla casa del maiale e gli dissi Messere Generale nelle stoffe della carrozza quando volevamo ci guardavamo lui verso le mie caviglie smunte e meno sporche io verso il berretto infagottato di gemme militaresche Generale Padre 18 lei ha scavalcato lapidi che nessuno potrà Geraldine divenne un piede messo male eseguivamo gli ordini e non doveva venire al campo anche se m'amava La Rettitudine è nei Giusti il Sacro Cuore dei Deboli non vostra la Colpa Père un affare di un sesso violentato un classico dell'Umanità dove l'erba si affatica per ammutolire le scalpitanti braccia di una Vergine mandata al macero Gli mostrai il povero manico dello scettro che mio padre depose nel rantolo cristico degli avanzi delle ore la casa del maiale era davanti e sulle scale rotolava un lento pugno di sangue al canto del nostro gallo Satilicyon scese ben coperto dall'utero della sua bava fece un ridacchiare di legno caduto arrestato processato il concilio tenuto nel rogo il Père scintillava ad una scarna mezz'altezza rimase un'Altra Satilicyon l'Imprigionata Nascosta Prima di Satilicyon Ahmed fu avvolto in coperte di lapislazzuli rubate al mercato pregai il padre nostro di non abbandonarlo più come aveva fatto qui lo facemmo sgusciare sul letto del canale la patetica pezza fiondò nel riposo del marciume dove le malattie si diffondono e si moltiplicano il Generale m'aveva ben insegnato Ad Andreas Bruegh si arrampicavano serpi e le ragazze più grandi vennero a cercarmi non chiesi niente in prestito che non fosse duraturo le più svergognate e in mezzo od in fondo quell'unica cosa che si poteva unica cosa pura che potrà rimanere 19 Nella Reichstraat non si sentiva niente nella notte tutti gli animali nacquero godettero e morirono di vita meglio di quante si possa volere il numero centotrentuno per il Père morto la Fame e non sapere il proprio numero Mi finsi l'Affamatello mi finsi quello che volevano che fingessi nel pollaio del podere di Satilicyon ero in attesa di una crosta di pane urlavano dove il delinquente stesse andando correvo trovai l'Uccisore in una toiletta Dallo specchio vide che avevo scommesso sulla sua morte La muscolatura fu il pane flaccido del mio scettro Mi presero e mi fecero morire per poco dio sa solo e mi salvò Mademoiselle Satilicyon sorella del maiale Avevo chiesto e mi fu dato Giustizia e famiglia rimango un assassino in un corridoio di cani nessuna Salvezza centotrentuno uomini recisi sono il mio Debito Al terzo giorno Florence Satilicyon continuò a stare con gli Uccisori il Generale ben m'aveva insegnato Appoggerò persino la fronte su questi vetri dietro alle finestre Si sta stranamente bene. 20 Epilogo 21 ANDREAS BRUEGH Quanti occhi per una sola dimensione se posso evitare lascerò delle tracce “ti abbiamo reputato migliore perché non ne fossimo convinti” nei buchi dove spira il sole nell'ammasso dei vicoli della carne nello spirito quando sale in alto dritto per rompere i cocci dei malpensanti nei cimiteri esauriti con belle pagine di misticità per riannodare le pelli di un'umanità vuota che ha già iniziato di cessare E' vero ti ho tradito con una Trascendenza tale nel primo pomeriggio imbevuto di Ieraticità sintetica le grandiose dormite per i Giusti il battere dello stomaco degli Snervati i bimbetti si fanno le loro succose consumate nei fienili di pietra fiorentina tenue urlettando di pura immaginazione Lei mi ha detto “mi hai aspettato con il profumo sotto lo spiffero del piazzale della festa la serpe mi hai attorcigliato addosso senza entrare nel tuo solito fare mi stai dicendo che temi di non avere più tempo” per questo se ne vuole di meno Si convive con assordanti scariche psichiche per compiacersi tanto la condanna la si presume alcuni se la imparano a memoria per far più veloce lo smaltimento Non starò parlante tantomeno farò la sporca recita chiederò il perché di quegli arti così spinti nel sospiro per aggrapparci verso i fondi bruciati di una veste cucita con la totale possibilità di tutto quello che non si è stati e non si ha avuto qui non è dato e neanche sforzare verso i gridi d'aiuto per il comandamento principale 22 della Madre della Chiesa rubare la Suggestione al vangelo e le cose non andarono meglio- proseguimmo per strade di cani impiccati per poco conto rivoluzionari in nomine di una paranoica rivolta straniera con ugole dentate messe a tacere rotte al primo sbavo La Mamma morì in un nocciolo sputato da Demoni da Demoni Messere quanti peccati Messere peccati! Felici coloro che si disperano perché Dio li andrà a trovare Nessuno è assassino e vi adottai nel mezzo dell'orizzonte stavate increduli in stati di dipendenza provenuti da madri rotte nell'affanno paterno tratte in trascinate oscene barelle che attraversano l'orchestra Minore limitata ad essere fottutamente morente per la minuta complessione degli organi contratti proprio nel bisogno strumentale di esplodere nel processo nel suo irrigidirsi per diventare aria cadente sugli oceani del tempo perso necessità totale di una terra arrestata nel suo sincretismo mutilato un circo in chiusura Se dovessi essere nato anch'io dalle corone spinali del Χριστός piangente per il capovolgere delle stagioni eventuali Nato solo da genitori che avevano per guance mattonelle della strada per naso comignoli ammuffiti per fiato lo sfiatare di caldaie intasate ed incenerite dall'impertinenza del carbone abusato Poi mi hanno tirato su carovane vaneggianti una volta sul nodo della corda hanno sparato su quell'unico porco filo di porca possibilità dei testoni o dei pazzi 23 devono averle sparato Ricascato giù non mi sono fatto male sono le immagini tristi del suo volto ricopiato che mi hanno dato alla testa ogni giorno sul corpo coperto e scuro di collezionisti del Destino su ogni giorno che deve passare il dolore schifoso della Taglia un nervoso diavolo di dolore l'hanno accettato chiodato piegato frustato scheggiato tirato sputato insultato e lasciato In una caverna per conto suo certo che lì era solo ed ha fatto qualcosa di spettrale ma anche a tanti uomini della strada hanno fatto quel vecchio servizio ogni giorno più volte al giorno vanno a chiamarla legge diritto giustizia ripicca per me si chiama Guerra e si chiama Andare alla Morte fisico contro fisico in una sola spallata tutto può finire polmone sopra polmone popolo contro popolo famiglia contro famiglia Rimangono i funerali di chi ha più soldi e cuore e di chi ha meno cuore e meno soldi e di chi non ha nessuno dei quattro Si va in guerra con il corpo coperto scuro di destino Mi rimane la breccia del mio canto esaltato dall'inizio di una notte sapessi leggere e scrivere dio non è più il mio pastore sta diventando uguale a quello che vedo Una sorte unica per tutti.

(Fine)











Bergod










Dramma in tre atti

Conversazione di Brema

Bergod e Clara

Tracce di Bergod

CONVERSAZIONE DI BREMA

4. Persone Bergod, uomo sulla sessantina Scena Bergod è seduto ad un tavolo. Si guarda allo specchio (che non c'è poiché Bergod è rivolto verso il pubblico). Per terra un bottiglione di whiskey. 5 BERGOD (Batte tre fortissimi pugni sul tavolo, sbuffa pesantemente, beve dal bottiglione sorsi molto lunghi) La dignità di un uomo la sua compostezza o il suo stare al mondo possono essere confermati o infranti da singole e solitarie situazioni da semplici oggetti o da una parola che viene dall'esterno Ecco una parola che viene dall'esterno e che rimane parte di noi per affiancarci come nostra compagna (immaginifico) Queste mezze pastiglie (le guarda, le prende tra le dita) umide rotte e screpolate la migliore parte di noi che rimane proprio dei dolci sfatti (indica le pastiglie con disprezzo) per la festa del più misero pargolo del quartiere per quelle cerimonie allestite più per la grassa prostrazione di un destino quanto mai dominatore Di nuovo queste pastiglie di cerone (musica da lontano, che Bergod sembra riconoscere) con la loro immancabile rugosa pellicola di polvere unta di trasparente grigiore serale (poetico) di inumana propensione alla fissità lo stare aggrappate al loro covo al loro ovulo dipanato acquattate nel loro incavo giaciglio Vedremo cosa si può fare (stremato) stavolta (si china verso sinistra, prende una bottiglia, la porta alla bocca, beve) Ah mia cara consolazione (esterrefatto) Gli altri ti definiscono misera ma non devi andare bene a loro devi andare bene a me nei momenti in cui ci incontriamo e ci diamo alle pazze gioie nella preparazione alle battute nel cercare quell'accento strabiliante o quell'espressione che dà un nuovo corso alla storia Se dovessero mancarmi i soldi per te forse chiuderei baracca Credo che non avverrà mai costi poco dai tante soddisfazioni sei di sostegno aiuti a guardare le cose con distacco anche se poi in fondo le si penetra meglio 6 le si dilania ... Ad fine m Ogni tanto fai anche delle domande ma sono domande intelligenti di spirito oserei dire e non rispondo quindi vista la mia inclinazione la mia vocazione ben accette e tu questo lo sai mia cara unica consolazione a quest'età più che altro direi in questa condizione non vedo la necessità di giungere alla frontiera del rimprovero per questo o per l‟altro fatto non sento il bisogno di distinguere le cose buone o quelle andate bene (beve) da quelle cattive andate male La mia condizione è quella di un uomo che constata la scia dello scoppio di quella bolla chiamata passato perché io adesso sono qui seduto pesante fermo bevo il mio bicchiere di roba (prende una bottiglia di birra, versa) con le ultime tre dita della mano sinistra (le mostra) affondo la mia riconoscenza la mia perplessità verso lo scarno livore dei contorni del mio volto (si guarda impietrito) sporcati da questo specchio (si tocca) davvero e questo lo sai Quello che più avverto negli ultimi anni sono le colorazioni della notte quando costringe quello che mi sta davanti a sbattere sulle tracce di un incendio inopportuno zigomi fiacchi inghiottiti paludi iniettate nelle palpebre chi aveva visto ripeto le solite parole sono le parole di tutti sono la descrizione del viso la più importante che c'è 7 parlo facile guance mal rasate nel reparto di pneumologia con Walter notte assente e dubbiosa nel suo sapere covo dell'Arte covo del Sapere Mantenuto in alcune ore di quel cielo che non si vorrebbe vedere si addensano i riflessi dell'attività del buio umano di questo mondo intontito dalla corrente elettrica deviata nelle strade caseggiati tumulati gabinetti di stazione pubblici ufficiali malmenati persino confessionali in affitto disabitata la vista l'impasto di pigmento accasciato (guarda tra i piedi) fondo della tinozza fortuita quello che mi scrive le battute fa di tutto perché io migliori e che si spellino le mani per me pagando Ma veniamo a noi ai motivi quella parte di noi raccontabile quella parte che un conoscente qualsiasi accetterebbe e non esaminerebbe il venire a noi con esagerata crudeltà con alterato sospetto io taglio le teste al pubblico (beve, ride) con ingrato ed inaspettato senso etico senso di dovere verso gli altri quando tardano allo spettacolo quando si attardano per estraniarsi in un posto qualsiasi prima di entrare se proprio si conoscono accettano loro stessi salutandosi La mia infanzia è stata la più felice fioritura una vigilia segnata su un proiettile di caccia Se si ha voglia di uscire ed incontrare donne quarantasei anni di distanza ho guardato esempi contenuti da volumi storici ora che posso qualificare la distanza quantificarla tra le delusioni apparse sulla mia pelle 8 acclamando la mia tentata ingiunzione di vecchiaia parlo sempre meglio (beve) fino all'ultimo quel tentativo di certezza quell'allungamento fino al rigore al rigor mortis sulla danza dei cavalieri a cui mia madre sacrificava le mattinate l‟immatura maternità da dare ad una donna che poi nonostante i volumi storici antropologici filosofici sociologici un'intera incarnazione tutto il tempo dietro a quel teatro durante la facoltà di lettere moderne per poi attaccarsi alla morfina (si alza in piedi, recita) affermazione di primo grado postulato e controriforma (si siede) orgasmo in bocca per lei diretta degradazione di quel percorso che si era prefissata ed aveva raffigurato per me su quel servizio di ceramiche (si alza in piedi, recita con tono grave) scrittori russi pianisti compositori pittori e dio mio sempre in testa sempre in bocca accidiosa meticolosa stramba compagnia per cui mio padre andandosene alle prime armi nell'altro continente debordando straviziandosi terminando fatalmente morendo con il cappotto del nonno ed il cappello della nonna ricongiungendosi quando il dominio della parola che mia madre aveva addosso era pieno e saturo e furono gli anni del riconoscimento senza padre niente più madre anche se continuava ad esistere a suo modo allora studiare le partiture 9 al mio primo maestro di pianoforte dissi forte se ne vada (tira tre pugni molto forti sul tavolo) non studierò mai nel modo che vuole lei le sue odiose righe parallele tantomeno quelle staffe quelle dieresi abortite quelle ciglia frantumate su un foglio io ho bisogno di pianti e di risate sguaiate e se lei anche abbraccia mia madre io sarò peggio del caso del solito cattivo allievo per le prime ballate di Chopin le più consumate opera alfa ballata notturno in si bemolle Sulla terrazza di quell'albergo del lago di Zanier la culla acquea per i nostri maggiori direttori d‟orchestra su un foglio di servizio annotavo i miei undici anni odiavo la parola romanticismo non più di quella classicismo disegnavo capitelli corinzi un invalido nel mondo della musica occidentale contemporanea un convalescente da quel tipo di isterismo che conduce all‟incapacità degli arti che colpisce i talenti più precoci e li stupra scrivevo male apposta studiando grafia quando facevamo i compiti in classe svolgevamo i temi sviluppavamo i temi mi dissi domina i dominabili fanne una polpa a cinque anni ho imparato tutto dal quinto secolo avanti il cristo come era diviso e come veniva diffuso il mondo tra dormienti e saggi dovetti stare a scuola senza senso della virtù verso la religione privata di famiglia Non era tanto che mi ero dato a quell'espressione sul viso un taglio di carminio su quelle pastiglie di cerone per quanto fosse elaborata la mia rappresentazione 10 o il mio numero recensito su i giornali del posto i cartelloni stradali oramai l‟acclamavano quella narrazione su quel film tratto da un libro di Kesey non era tanto che il mio costante stato di alterazione medicale od autoindotta mi portava a parlare in pubblico nel tour lungo la costa ho inventato battute che rimarranno negli annali mi portavo dietro quel bugiardino appuntato da mio padre quando ancora girava per casa ed era disperato con la sua bibbia l'also sprach (tira fuori un foglietto con fatica, legge) una lucertola non morde mai abbastanza perché sia compiutamente deplorata (si guarda in giro, scoppia a ridere, fa finta di sentire un rumore minaccioso per cui spaventarsi a morte) frase se si può chiamare feci trascrivere sul casellario a suo nome nel grande cimitero comunale della città nulla a che vedere con tutta quella discussione avuta sulle colline prima della spiaggia sentimmo un pezzo di Joni Mitchell quando stavamo negli Stati Uniti la conduzioni dell'alternarsi degli eventi diceva mio padre un essere umano una luce interrogatrice disse drogandosi giù per le scale mia figlia era già drogata ripetendo le parole del nonno aveva pubblicato due raccolte poetiche mia figlia quando veniva da me e stava con me e le tenevo la mano baciandola portandola fuori mia figlia era piena di pastelli e di suo nonno mia figlia su quella scala di moquette 11 si bucava sputando nel lavandino ambra e stomaco non era recuperabile altre volte scendeva da quella scala e chiedeva Ho le anche rotte sembra dire la mia Nephia il nome di mia madre non commento non descrivo la quattro parole sul collo di mio padre ora morto autore di testi di aforismi l‟aforisma è la via per la benedizione ripeteva quale benedizione padre e niente più madre almeno lei non farfugliava sulle benedizioni e sulla salvezza bene o male garantita a noi tutti bastava credere per tre quarti d'ora ogni sabato o domenica le sue parole passate alla storia sono sicuro di non descrivere il resto potrebbe fare male alla tua bocca e anche nelle labbra ti sei iniettata quella distrazione che chiamavi il dolore Frutto di dio quello sbuffo nella confidenza della camera ti parlavo di Fat City di Huston con una pietra calda in mano (beve) di come si fanno i film di come vanno visti mi hai detto di non aver molti amici in città e che quel mio parlare di Lo e di logica di cosa costava come leccare uno stecco di dolciume rinsecchito guardami il naso insaponato d'odio mamma usa sempre la parola rattrappito oppure insetto cuneiforme il nonno diceva addormentato su un traliccio della vite continuavi a chiedere in che modo assomigliassi a tua nonna a miammadre checcristo (beve un lungo sorso) se la mia famiglia fosse stata una recrudescenza matriarcale 12 quanto sarei invecchiato con quella gestione del corpo e chiamarla rose rosie od addirittura la nostra nona rosa Tra i conti che non tornavano mai tra le calze stese tra i padri deboli lungo una grande linea divisoria con un armonicista un clarinetto un corno Innamorarsi di quell'attrice perché russa per via di zio vanja la donna del dottore si capisce la donna si capisce doveva essere del dottore usava tutta la parte sinistra del corpo per dire che era la sua donna mentre scartava tra le dita la foto di una madre Lassù una lugubre palla di bronzo buona per un dio del genere che ci ha spinti fino sulla luna cavernoso oracolo di uranite a cui si sono appellati pensieranti teatranti al gendarme di stato alla stazione di polizia abbiamo raccontato Lo so che sto esagerando per la nostra rosie l'avevamo chiamata Nephia era marzo veniva ad aprirci la porta porta che a causa degli anni ho potuto solo immaginare e che vedo adesso ai piedi del letto ci fissava nel nostro stare insieme lei dormiva forse non sentiva tutto ma percepiva quando preparavo quel numero quel nombre de théatre basato sull'idea di stare a testa in giù con le ginocchia stranamente legate da due pugni di scimmia a loro volta intersecati in una bocca di lupo una sequenza di nodi a loro volta animaleschi 13 quella porta ai piedi del letto non c'era perché ai piedi del nostro letto c‟era quello di rosie la porta era bloccata sdraiati in tre in una stanza di Harleem una mezz'ora di treno da Amsterdam Nella mattina di quel lunedì hai portato la bambina vicino al municipio per sentire cosa costavano i biglietti per la quarta di J. Brahms eseguita dall'orchestra dell'accademia reale e sul tram stavate in quei posti e tutti dicono tutti salgono signori tutti salgono Uno spiantato un clown un emerito coglione perché di questi termini si trattava dicevi la tua bava mentale le tue supposizioni tagliate fuori dalla realtà trascinavi per la casa portando fuori nelle budella dei cortili del vicinato l‟incompiutezza del tuo talento timido spregiudicato cattivo idiota da quella nicchia vetrata che spuntava dalla pensione sulla Erkufurtburgh Strab e ti vedevo e non riuscivo a prepararmi a rivedere il mio numero ad eccepire i difetti a reciderli con ironia per eliminarli per offuscarli nasconderli renderli meno ambigui agli occhi del pubblico che consideravo dei commensali della gente che non aveva niente da fare per venire alle due del pomeriggio in domeniche di chiesa lorsignori per assistere ad uno con le ginocchia legate per di più a testa in giù che elenca notizie di cronaca nera un satiro un commentatore un Sileno nella notte negra (ride, beve un lungo sorso sbrodolandosi, inveendo) 14 con quello frammento finale tratto dalla Nascita della tragedia quelle parole strappate di bocca al re Mida meglio non essere mai nato o morire presto parole testuali Sileno nel suo trionfo e Nietzsche e Sofocle e Dalou non contano assassinati o trovati morti in poche parole nei finali mi contestavi il bersagliare il pubblico con riferimenti più o meno dotti infarcirli dei nomi della cultura della cultura che interessa a me vieni a letto e facciamo contraddittorio o come viene detto più comunemente nei secoli ed in svariate regioni del mondo dopo aver detto questo ti mettevi nuda il tuo modo per finire la questione quando mettevo la testa tra le tue gambe mi sentivo uomo fino in fondo chiedevi di abbassare la musica anche se ne avevo bisogno tacevo tra le tue gambe senza aria la mia lettera della vita nella casella della posta un ossario vendicativo in una botola sopra una cripta Le canzoni d'amore ed odio per te non erano il massimo nel 1970 non avrebbero tentato le bestie quell'album di Leonard Cohen tu facevi un lavoro vero tu avevi le tracce dei versamenti nella giusta settimana del mese ti arrivavano io avevo il mio abbruttimento orario giornaliero quotidiano di tutti i giorni se vogliamo continuo se preferiamo inventando provando e spingendomi dalle undici in poi ti attaccavi china su quel tuo miserabile volume mastodontico comprato per telefono 15 sentito per radio sul terzo canale mentre io dormivo bevevo mi occupavo di rosie o trascrivevo quel truffatore di Stratford-upon -Avon nato e morto a Stratford-upon-Avon è vissuto dove è nato fortunato il nostro teatrante Attraverso quelle frasi sul lavoro volevi insegnarmi che vivere non era un insieme di cose una sequenza di accidenti ma il lavoro che facevi e che ti dava la forza di correggermi con il rancore delle mascelle incastrate nella promessa senza memoria che ti eri fatta su di me prima di partorire rosie prima di andare in qualsiasi posto dopo aver dato da mangiare a rosie accettando sulle ginocchia quei tesi volumetrici nella bibbia va scritto (solennemente) il ladro dovrà dare l‟indennizzo se non avrà di che pagare sarà venduto in compenso dell'oggetto rubato io sarei stato oggetto di vendita perché non mi hai più creduto un talento apparentemente inesistente in cui hai creduto da subito Ho rotto l‟osso del collo a quanti potevo tutto nella mia testa disperazione tragiche abitudini Io di questa cosa no n voglio più parlare i trucchi gli intrighi gli intrugli le visioni messianiche di questa cosa non voglio parlare di come sia morta perché sia morta su una rampa di scale di come si fosse riempita di cosa si fosse riempita 16 le braccia ridotte a delle piaghe (si guarda le braccia, beve ) gli occhi a scuri fondi di latrina un ovale sopra il collo a completare il quadro i tratti meno gradevoli sopraffatti e sfatti e spenti (fa per riprendere la bottiglia, la riappoggia senza bere) da quanto era fatta o in astinenza si scateneva in quei momenti la mia piccola rosie bisognava lasciarla fare bisognava stare a compatirla a compiacerla pregava di essere considerata un‟estranea in casa consideratemi al pari di un‟estranea come dire fatemi prendere la dose e lasciatemi in pace sono la vostra cara estranea una figlia di passaggio rivelatrice di fortune e di sfortune giudicatrice ai quattro venti una furia etica sui quei malandati ed abusati aggeggi in casa nostra ora che non ne rimane niente e penso di essere andato oltre al niente (guarda la bottiglia tra i piedi) di essermelo inventato cosa di averlo fagocitato D'inverno si chiudeva in camera a pensare a diminuire diminuiva se stessa cinque giorni di inflizione ma il venerdì ed il sabato giù caramelle si fa per dire si faceva di tutto si abboffava e la domenica sera rientrava contenta per quell'ora avevo finito la seconda bottiglia dopo averla salutata veniva da me su fammi bere un bicchierino anche a me papà 17 e giù tre dita (fa le tre dita) ci mettevamo a parlare degli ultimi dischi illuminati nelle vetrine o della galleria di sculture voglio fare la scultrice consideratemi al pari di un‟estranea la mia Nephia con la bocca nera di sangue sulla rampa delle scale Stavi in camera da letto eri chiusa dentro e piangevi da tre giorni le avevo fatto fare il numero di Hugo uno dei miei classici poco prima dell‟incidente si è rigirata tutta nel corpo Ci fa il numero di Hugo mi hanno chiesto due sere fa cosa di meglio di quello Si era truccata da Cosette tu eri protetta dalla porta della camera da letto rosie faceva finta di sputare con quelle due noci in bocca ma per te era rosie non Cosette era solo una figlia malata che teatreggiava dicevi le tue idee blateranti ci hanno portato a questo punto smettila di camminare parlando di quel genere dio cose siamo sulla Erkfurtburgh strab e per te i personaggi dei libri attraverso la luce dei classici dovevano essere i nostri parametri esistenziali i cardini su cui contrarci gli elementi vitali su cui pesarsi e poi le giornate si sarebbero riempite rosie o nonostante rosie perché contro di me i pugni sul petto non servivano a niente tu sei sempre stato sconsolabilmente alcolizzato in quel periodo era vero 18 e non solo in quel periodo (beve) alla mia precedente compagna la stessa cosa che era capitata a quella di A. Burgees sepolta dal gin Riprenderò quella commedia l'approfondirò ne vedrò gli aspetti da migliorare l‟avevo scritta per noi e rimarrà una pietra tra noi nel nostro letto sfatto tra le urne che ruberemo evidentemente rosie adesso non mi sembra così morta (fantasticando) mi additavi accusandomi perché trovavo giustificazioni a tutto tanto più se si trattava di droghe sconfitte fallimenti storie tragiche che alcune volte terminavano con il suicidio la mia assurda mitizzazione di qualsiasi essere selvaggio e allora tu dicevi no dicevi no che tutto non poteva finire sempre male od in modo casuale finire male prima che il sole si alzasse un barattolo è tale solo se ha un coperchio era uno dei tuoi motti vitali dentro al barattolo le cose da preservare nel tempo I tuoi lamenti nella camera da letto il sangue nero di rosie mattinate sulla Erkfurtburgh strabe il mio naso deformato da una pallina rossa l'ovetto rosso che rosie mi regalò per la festa del papà e che poi bucammo per incollarlo sulla punta del naso un po‟ di sangue sputato prima (tira fuori un fazzoletto vistosamente macchiato) io il mimo il teatrante spiantato clown di bassa lega riuscito ancora peggio 19 con una pallina rossa su qualche parte del naso deformato sto ripetendo mi ripeto il fuoco ha finito di strisciare ora vive quelle scale non saranno più calpestate la stagione circense volge al termine è chiusura (Rumori di fuoco e pesanti tonfi, luci spente) (Fine). 20 BERGOD E CLARA 21 Persone Bergod, uomo sulla sessantina Clara, donna sulla cinquantina Scena Una stanza. Tre pareti come un trapezio senza la base maggiore. Questo perché essa non coincide con il la linea della ribalta. Sulla parete della base minore, una stampa - della maggiore dimensione possibile - de La fine della linea” di Francis Bacon. Sulla parete sinistra, un lavabo con sopra un finestrella. Sulla parete di destra, posizionata simmetricamente, una scrivania con una sedia. Sulla scrivania (questa preferibile con cassetti), una lampada da studio, una macchina da scrivere, un taccuino. In un angolo estremo della scrivania una radio. Sotto la scrivania, sulla destra, un mobiletto con al suo interno una folta riserva di liquori. 22 Voce di Bergod 23 BERGOD (viene fuori sul palcoscenico a grandi passi, fa un tentativo ironico di corsa, si mette a battere i piedi, canticchia un motivo solenne tratto dalla K 467 di Mozart, cerca di fischiettarlo, i capelli sono appiattiti e sono divisi da una riga ben visibile, , indossa una salopette) Mi sono fatto la riga dall'altra parte stamattina attraversando la città rappresa nell'umidità solita dei secoli Scrivevo come scriveva lei sotto la vestaglia nei momenti più soli ed insospettabili per le ore del giorno o di quello che veniva per quando chiedeva al mondo di essere aspettata si allungava tremendo l'altro corpo il mio nel suo (si siede alla scrivania) Vedo bande di Clara oggi in giro poi ho visto una bambina che mi diceva fermati ad un semaforo ad una passo pedonale e non mi sono fermato ma le ho riso mentre teneva d‟occhio fissava un carrozzone funereo con il morto dentro dentro quella chiesa con una farfalla che voleva essere vaticinata dentro quel luogo di costante mutilazione abitato da teste copiose di fede Hanno letto i testi come li leggeva lei Con la riga dall'altra parte mai al centro Si è sporta da uno spigolo uno spiffero di troppo rimasta lungo l‟onda di una radio (guarda la radio, la tocca, fa delle smorfie stranianti) lungo un filo Bisognosa gridava lamentava di aver avuto la pazienza necessaria al solito altare al consueto olocausto intermittente Se dopo 24 non verrà niente preferiremo il vuoto scusami cara perforeremo il vuoto Ora ho imparato a starmene fuori dal circolo ottuso e sabbioso di donne di facile sepoltura convinto che chiedere l'ennesimo aiuto al sonno o alle memorie date ricevute rubate a donne che hanno facile il gusto della morte Scappo Ho aspettato paziente sulle banchine marce del contemplabile qualche detestabile mercantile avvinazzato suona la sirena suona la sirena dei paradossi per almeno trenta volte ti prego La casa è vuota il fatidico pensiero che si è svuotata da quando Clara non abita più qui non so in quale modo sto La soluzione di prima per ricominciare a lavarmi di ogni sabato che indosso Nel rione di H. distribuivano ad un tal prezzo qualsiasi tipo di cosa nei saldi della prima mezza stagione più favorevole all'umore delle donne in stato interessante Bretelle pantaloni le cinture mai forse al momento non sono al massimo del ricordo ecco che incontro una signora che mi avrà parlato una due volte tra le file degli alberi spogli e siderali piantati lungo i giardini che portano alla bancarelle Clara mi avrebbe preso sottobraccio infilando la sua manina colorata il suo avambraccio il suo gomito il suo braccio la sua spalla (mima il gesto dell’infilarsi di una mano ) Nell'umidità verde ci siamo spinti le schiene 25 lei contro di me con solchi viola di pelle sulla schiena disalberata Le brache non avrebbero tenuto le mie non sono mai riuscite a stare su nel punto del bacino da me prediletto Clara aveva un'attenzione presente per le nocche delle mie mani il senso di quello che deve stare e altrimenti sostare deglutito espulso raggirato evitato Farcela fino a tarda sera dietro ad uno dei caseggiati del rione non si fa neanche più caso alle vetrate all‟attenzione del presente agli oggetti che proteggono o che espongono a seconda dei casi Com'era goffa e sporca la facci a di Clara Là dentro catalogava rilegava consigliava faceva ordini batteva sulla cassa ed ogni tanto da sotto il banco estraeva qualche dolcetto da far scivolare nella manica di un bambino desideroso (mima il gesto ) Un tempo per la compassione un tempo per la conformazione Mi stavo chiedendo come dovrebbe fare un felino a sputare la cartilagine di un uomo come potrebbe sputarla via e non essere scoperto Dietro nel retro alimentava il suo soffice cervello di avventure metropolitane di fiori malsani che la facevano resistere tra una mattonella e l‟altra nuvole di peste che scomparivano tra i sonetti di un preraffaellita di un uomo chiamato Rosso prima di essere abbattuto in una stagione di rivolte di scampate collisioni celesti tra tornado Vorrei fare un grande appello 26 alla tua mente criptale Si emozionava solo dopo che i suoi autori avevano terminato scialbe presentazioni di discreti lavori letterari di seconda fascia piazzato uno scarafaggio vertebrato lontano da quella vetrata sull'angolo dove tutti vanno Stavo piazzato con i miei vestiti Non posso più andare in quel posto ad incassare la pensione di Clara un indennizzo per i parenti delle vittime di guerra “finché il proletariato (recita conclamando) della dipendenza della donna” Vedo tutte queste situazioni sto zitto Nella metropolitana stavano uno contro l'altro Queste notizie di gelidi visi di giovani donne percossi nei punti più inguardabili Prendo le cose come vengono e conto di arrivare sul lastrico Mi chiedeva Quando tremeranno i custodi della casa non li cambieremo Io dicevo Mi pare che la durezza dei volti dei vivi cambi quando vengono informati che moriranno mentre e cara lo sai i morti non sanno nulla Li mettono uno affianco all‟altra con infilato nella tasca della giacca l‟atto di matrimonio Non c'è l‟orchestra e ricevano visite da roditori in una scatola di cinigia denutrita Quell'alto palazzone dove ci rimane da vivere nudo sulla poltrona un degrado messo addosso Sforzarsi per aver una donna davanti una battuta a cassa vivere lì dentro 27 una trasmissione opaca Andare sostituendo il giornale con la radio capace di concepire ed andare all'inizio Non ho detto la mia anni arrendevoli Il prato il pulpito il vino la torta pagata troppo la nausea dei rimpianti chi può non esser capace di rimpianti sono mesi che non riesco a parlare con qualcuno I buchi nelle braccia glieli hanno fatto i dottori i signori dottori sibilavano (solenne) “decesso dovuto a recisione del sistema venoso” Beveva il mio caffè il mio whiskey mangiava nei miei piatti mi seguiva nel mio accanirmi prediceva il nostro futuro con una foga sfibrava i miei pantaloni in cerca di una fuga avanzava piangendo nel mio guardare nel vuoto quando parlavo I santi hanno smesso di credere in me il giornale manco lo compro più in tutta tranquillità rifletto valuto se inizia per caso lo sfrigolio di quell‟arnese (indica la radio) che è davanti a me che emette suoni e voci lo prendo e lo scaglio contro il muro Ogni tanto ti amo in modo deciso. (Luci spente) 28 Presenza di Clara 29 CLARA. Ecco i piatti uno sopra l‟altro di fianco a sinistra del lavabo Non mangia non dorme si lava in qualche modo si dà alla radio ed ai giornali non esce piagnucola nudo sulla poltrona traspare Una pila disordinata sporca ammucchiata scontrosa una pila di annunciata prevedibile resurrezione I piatti l'acqua i fiotti uno sovra l‟altro a ben dire come piace a me non è che stiano proprio uno sopra l'altro sono stati sbattuti in quella solita maniera sporca disordinata stando in quel modo una certa sinistra del lavabo dove si è messi Dorme mangia non esce si atteggia ad uomo di scavato intelletto gravato da un incurabile senso di colpa si dà un tono nell‟indifferenza ballonzola ridacchia Cos'è ? Si concentra congratulandosi con se stesso per il programma trasmesso alla radio il suo sacro appuntamento l‟impegno improcrastinabile quelle letture ripetute degli avanguardisti Senza insegnamento cosa rimane Usa il mio foulard come cintura della sua trasandata vestaglia si sta riducendo ad una vita di sospetti Dopo mezzanotte cosa avremmo fatto Puoi trovarlo ad ora tarda su un tavolo 30 con carta e lapis un maniaco del niente una licenza che ha inizio ma non un incarico non una fine (pausa forzata) Vita nuova che ricomincia (con enfasi smodata) Vita nuova che ricomincia! E‟ venuto sotto a prendermi (muove le braccia al petto ) sotto il ciliegio arrossato e mi ha baciata uno strano sapore di saliva invecchiata sotto il solstizio prematuro Buona giornata a tutti! Nel parco dei musei quando si poteva rimasta incinta undici volte Un sano ed intriso malinconomio l'aveva inventata lui Mi farai finire al malinconomio Straparlava nell'aldilà si è pronti a tutto gli rispondevo Ed anche per arrivarci continuavo Mi farai finire al malinconomio di questo passo mia cara ed allora io acceleravo il passo lui scattava mi si piantava davanti mi baciava pur non potendo sopportare l‟invadenza della mia lingua tra i suoi fogli sulla scrivania Opera uno opera Due atto Radiofonico atto recitativo i testi sacri lo facevano ridere a crepapelle quanto ne soffriva nella soffitta nel retro della libreria Avevo una capacità sconfinata di appoggiarmi alle pareti 31 ed immaginare cose o distruggerle lui lo sapeva cosa ero in grado di fare cosa ero disposta ad infliggermi L'amore consumato nelle vocali di un corridoio sudato stretta contro lo scaffale mi proteggeva con la mano sulla nuca per non farmi battere la testa mi salvava ogni volta che ci congiungevamo la schiena sempre curva un frequentatore ossessionato di templi cambiare cambiare sosteneva la professata indipendenza Vidi quel foglietto lo studio per Heleine Alcian una sua creatura (legge imitando la voce di Bergod) Più la guardavo meno riuscivo a rendere presenti le scanalature lascive della pelle giunta ad un‟atipica epoca di quelle bellezze combattute sconfortate mai pienamente accettate ostinate (si ferma, si tocca i capelli, simula la capigliatura descritta) l‟impalcatura delle fronte era un frontespizio ampio libero sgombro mostrato ai passanti per naturale contrappeso alla chioma compatta riversata al di sopra della nuca Da un davanzale (da qui in poi con la sua voce con autorevolezza) vedendola dall'alto del primo piano della casa s'impose di sentire in modo per niente disinvolto (affaticata) pur rinunciando alla minima concezione fisica del tatto la consistenza di una pasta di colore piena e grezza associata al nome di Vermeer (pausa) Mia madre 32 era pura sofferenza mangiava e masticava i lembi dei vestiti e me li metteva addosso Per passare il tempo scriveva farse tragiche e commedie dallo spirito drammatico era per vedere il passaggio del tempo Mi mandava in giro con i vestiti conciati in quel modo umiliandomi (momento di crisi psichica, deve farlo capire) I pomeriggi se mi scappava di dormire mi mettevo di fianco nel materasso guardando la sua schiena (si rivolge alla scrivania di Bergod) per coprirmi per riflettermi da sotto poi ci davamo ad intense percussioni di cute Riprendiamo pure dai piatti che vengono piantati lì Dopo mezzanotte cosa avremo fatto E'stato qualcosa che non mi aspettavo quei fogli marroni masticati fino alla noia per tirare fuori quattro parole da rielaborare per farne venire fuori una decente incontestabile l‟unica verità su quei fogli ingoiati e trattenuti dentro fino al fondo del buco dell'incavo della giugulare in un posto conteso dalle anime dei mestieranti trasalendo con uno spirito drammatico da farsa tragica umiliandomi in una buca di cartone scavata riaperta murata viva Imprecherei se la mia condizione lo imponesse se ho perso quel guanto di voce leggendo l'Isola dei morti Dissi a mia madre di morire pure con la sua immagine sola e morente tra gli sputacchi dei lembi dei miei vestiti intanto avevo trovato il mio riparo 33 Un arco di pelle racimolata in certe parti ispessita da ossa mi allineavo seguendo l'anatomia di quella tipica postura da materasso (pausa) Mangia mastica non esce dorme immagina dimentica scarta progetta alla sporca maniera di mia madre la sua giornata Farmi aspettare quella volta sotto il ciliegio arrossato al solito altare al solito olocausto un posto con una bella vista tutto quello che chiedevo l0'amore consumato nelle vocali di un sudato corridoio (con senso di ammissione e sconcerto) Io sono stata scritta vengo da lui sono nei vasi sanguigni magari messi in moto da un rullio elettrico Sono nei normali momenti d'angoscia nelle sante estasi ubriache Ho i capelli corti (si tocca la nuca e non sente i capelli) Svilire nella stanza con il suo perenne affaticarsi di uno specchio due ore e svengo finalmente morta una testa di capro sui mobili sbiaditi Mi ha messa piegata messa in un buio parziale di letto Ho allargato le braccia ad una misterica causa (mima il gesto del taglio delle vene) Mi ha infine trovata soccorsa trasportato lungo le scale ma avevo giocato d‟anticipo (risata isterica che volge al pianto) Stavo giocando un'altra partita caro. (Luci spente ad intermittenza) 34 (Fine) TRACCE DI BERGOD 35 Persone Bergod, uomo sulla sessantina Scena Bergod è in un letto. Tra la sua schiena e la testiera del letto ci sono tre rigidi cuscini che lo costringono a mantenere una posizione squadrata. Vicino a sé, nel letto, ha diversi quadernetti, matite, temperamatite, pennarelli di colore nero. Inoltre, ai piedi del letto, si distinguono diversi libelli e dei volumi scatafasciati. La coperta è di color cammello e molto pesante. Sembra una coperta militare. Dietro alla testiera del letto, poco più in alto, è posizionata una finestrella. 36 BERGOD Farmi una cultura Vedo tutte queste persone i capelli così diversi e mi agitano devo pur iniziare Ci si mette il sole e l‟asfalto per me diventa fatica e cammino Giusto stamattina ho storto la bocca in un bagno con il gridare tamponato I quattro anni non ho visto niente Il rifiuto una decisione per rimettere i piedi avanti meglio che si potesse affiancandoli C'è tutto questo vociare in giro si vedono splendide donne ma le cose non vanno perché non stanno così le dita si ritorcono e picchio i denti la fronte attorcigliata la pelle si sfoglia per quello che viene a volte chiamato rimorso certo che neanche lì si possa dire che sembri finita Mi hanno fatto spergiurare tradire redimere nel modo che volevano loro mi ci faranno morire alla vecchia maniera Mosso molto male oggi stavo male quelle splendide donne altostile donne io non le capisco a me hanno stufato La stanchezza ed il disgusto di andare avanti giusto per non fare l‟opposto e ritrovarsi indietro Bloccato addirittura il palato dicono nella radio di pazzia si muore poveri i pazzi ne provo pena sono il seme che l‟uomo ha cosparso nella storia Mi chiedo 37 se la storia fosse strappata evento per evento vita per vita cosa ne rimarrebbe non cambia mai niente nessuno cambia mai se la parola più stupida che abbia mai sentito è amore andiamo d‟accordo nessun tipo d‟amore nel mio punto di vista e ci sono punti di vista nel mondo che tremano al loro solo sentirsi osservati altri che dominano inebetiti Se la storia fosse tutta strappata Eh già mentre moriva trascinandosi nel merdoso letto assegnatole non sono sicuro che mi abbia voluto ogni uomo dovrebbe vedere come muore la propria madre come si è venuti ce se ne va Di certo letto da qualche parte alla tenera età di … Il corpo rimane disteso perché non risponde ed inizia a frantumarsi nel marcio che siamo quando ci ritroviamo assieme è un discorso di vantaggi è un discorso di giustizie vantate 'sti gagni dove stanno nascosti manco si sa il loro gruppo sanguineo Il sangue passa di mano di bocca in bocca di vena in vena di utero in utero ed il pene friziona tossico Non ho il diritto di parlare così e la portinaia mi odi a portinaia che è rimasta vergine vorrebbe che almeno prima del trapasso per varcare 38 le dessi una mano un'aggiunta di carne per una sottrazione di carne ma io manco e le ho detto che gli animali si accoppiano e qualcuno deve pensare non contribuirò a questo non contribuirò alla vostra causa non gonfierò la pancia di una vacca Ma su mio caro mi sono iniettato un grammo non mi interessa sono ingrassato di nuovo i miei organi distratti dal fottuto male di famiglia Avevamo tanti soldi ma è successo quello che cristo non è affar mio fanculo fanculo a tutti voi e buonanotte Per un periodo sono stato forte deciso era il traffico scanalato i tetti sgargianti avere le mani unte di tempere mi piacevano gli strumenti a corda per non dire quelli a fiato stavano a suonare ed io prendevo appunti CARTELLA CLINICA. Il paziente latita cerca volontariamente la regressione si astiene da qualsiasi tipo di attività ipotizzabile e concepibile per un uomo medio della sua età corporatura intelligenza mantiene al suo interno una struttura a lui congeniale e nociva. > SEGUE. Risulta ed in merito conveniamo in quanto decisamente manifestata per sua convinzione personale che egli stia covando un metodo di ragionamento che non si potrebbe definire processo logico per mostrarsi recidivo nel suo stato d'essere Si allega alla presente 39 resoconto di nastro magnetico riportante personale dichiarazione verbale del paziente BERGOD. E' una parentesi un po' storpiata suonando ho messo le dita ho attraversato la strada con del grasso negli occhi CARTELLA CLINICA. II Il paziente sosta in stato di irreversibilità si concede proroga BERGOD Il grammo me l'hanno iniettato ma tra un po' la canterò a tutti quanti compreso me colui che è rispondente al nome di Bergod Eschil Deurtie Salto in piedi per la visita sono passati due giorni dall'inizio devo imparare a non ritardare a farmi una cultura ad accertare accettarmi Mi dicono pensare quel minimo che è possibile davanti al dubbio assentire e sorridere Se la parola meno pronunciata è amore potremo discutere tagliando la corda Si arriva sotto in gigantesche piazze di metropoli scostumate non piacciono certe manifestazioni Che fastidio mi danno quegli animali è il loro becchettare battono le ali e non vanno mai così in alto come si crede Sento che stanno posando delle bombe a dei porci in oriente in qualche parte non meno remota dell'oriente territori di impèri o dittature benzina fuoco sugli orientali quei regimi del “tutti uguali” poveri cretini 40 morti di freddo di fame di atomiche Tutti hanno la loro carriera io avevo la mia ma la religione deve essere stata il mio modo di vivere per forza essere a questo punto in cui quelli mi sganciano nelle vene a mia madre non sarebbe andata giù tutta la roba che mi sganciano lei mi ha avuto Nel radiogiornale di oggi omicidi stupri e tagli di gola tanto per condire Negli alberi vengono buchi rossastri mangiano quei buchi rossastri che cadono a terra una parola sgradevole ciillìiieeglia sbaglio gli accenti anche il resto al tatto risulto impresentabile BERGOD/PARZIALITA' CLINICA. Si dice che il paziente il tutelato non creda più a niente insorgenti problemi di dislessia peraltro immotivata gli piace lo scherzo ostentato prosegue nel suo intento di lasciare ai postumi ed alla diretta suddetta Osservanza dichiarazioni su supporto cartaceo CRONACA CLINICA. Fanculo finché posso fanculo a tutti voi me compreso e il Signor D. si tocca passando vicino alla mezza luna il tritura -pillole Sophiel rimane un gran pezzo di culo che non torna mai a casa non sono mai sicuro di dire aver detto certe cose nel sonno quando sono sveglio tutto è una porcata mi è calata la vista con l'acetone che ha già dato prova di sé 41 CRITICITA' CLINICA. Che ridere stare male ti curano da una supposta registrazione attuata su un antico mezzo tecnologico denominati per generico assenso “sentito dire” Signor Schulze una pronuncia sincopata cosa? Ho vissuto pericolosamente gli anni migliori della mia vita dandomela a gambe quando non potevo resistere di certo abbiamo tutti amato le donne Il problema è il suicidio nei campi all‟aperto farlo a casa mi pare cosa più dignitosa Un tale è andato a stroncarsi non so cosa perso uscito senza tracce alle spalle lo hanno trovato con uno sguardo sbarrato da morto duro da muovere dico io Vedo che con il passare del tempo miglioro ed il tempo migliora mi dico mio caro vecchio Dottor Sc hulze Bergod il tempo è la chiave noi siamo le serrature Sophiel grande pezzo di culo latita come il suo piccolo mansueto paziente Mi sono sempre piaciute le iniziale puntate E.E. D.H. E.A. T.S. addirittura W.B. Inizierò dalla storia dalla dilatazione dei continenti terrestri per passare all'impero romano Le sue indiscutibili conquiste il suo dominio e la sua legge di favore Come ci si fa una cultura come si conduce una vita finché ce la si fa RISCHIO CLINICO. Si perdoni l'ilarità della prossima affermazione 42 Ce ne vorremmo tutti andare Masturbazione perenne accompagnata da sforzi verbali per una tentata articolazione di una pronuncia di una parola corrispondente ad un nome di donna e che esso per unanime consenso degli astenuti nel seno del consesso clinico qui altamente riunito sia Clara masturbazione alterna accompagnata da esclamazioni incomprensibili tendenti ad una precisione sintattica finora sconosciuta al mondo fenomenologico fino ad ora conosciuto. L'Osservanza si trova spiazzata SIGNIFICATIVI STRALCI DALLA CARTELLA N.27 SOTTRATTA DAL PAZIENTE E DAL MEDESIMO DIVORATA CON DISINVOLTURA INFANTILE. Eccedenza di materiale Il paziente sollevato si erge si ripete ripete con un occhio chiuso completamente e l'altro per tre quarti spalancato nell'ora tonda della colazione e negli ultimi minuti delle ore finali della somministrazione farmacologica ultimi minuti coincidenti con il suo completo destarsi una sequenza di lessico impressionante manco meno immaginabile Sì ci sono Clara Questa ultima sillaba è frutto di una mia solitaria personalissima osservazione Suona la sveglia per chi sbrana fuori da qui Stanco ingrasso a vista d‟occhio peso sempre meglio sbaglio le parole e per il diavolo gnostico Farmi una cultura! Distinguo il bene dal male da piccolo sognavo ma Clara 43 mia cara dovessi mai amarti non so se scriverti in questi blocchetti accerchiati da un sole che sta sempre appiccicato in un modo relativistico Mi darai del tempo per scassinare tutte le serrature aprire e uscire ti chiedo se devo darmi alla morte per vederti Tutto venne assieme mia madre la scatola di ossa di mio padre Ho delle chiazze giallo -viola lungo parti trascurate del corpo Venni al mondo in una convinzione gesuitica Succede di uccidere al gioco per una bestia trangugiatrice è un semplice andare oltre L'educazione del controllo delle generazioni Tagliavamo le rose erano fiori spine e basta credevamo in un dio buio livellatore e giustiziere Credo che sia morta Nel sedile i capelli erano una poltiglia di capillari mascherati il nostro dio necrofilo le sue fila dicono me lo ricordo che in sede di controinterrogatorio debbo aver sostenuto durante l'estensione dell'anima del dibattimento accusa vs difesa e sub cultro iudicis (recitando) Che alla tenera età di quattro anni aprii il rubinetto del gas come uno scalatore per uscire dal proprio cucito loculo accesi un fiammifero ed il resto ve lo lascio capire ve lo dico in fede mala Tengo questo foglietto dalla prima volta che mi ha scritto un foglietto con la fragranza prossima alla cancrena 44 tra le mani ed il cuscino per continuare a provare esaltazione o meglio commozione per quanto mi è accaduto del tutto accidentalmente tutto annotato nel mio quadernetto tra le mani pronte al perdono ed il cuscino preparato all'idea di un soffocamento Alcuni suoi ritratti la documentano potevo ricattarla nuda nei miei appartamenti avevo sue particelle pelle cornee superficie organiche capelli smangiucchiati conservo tutto esistono occhi come quelli di Clara no rinchiuso qui per cosa Sei la donna più bella che abbia mai odorato sai sto iniziando senza fatica una cultura a farmela prescindendo da tutto da me Non passano i libri giusti gli ho anche detto un'altra iniezione e prepararsi allo schizzo di vipera Ci siamo ricongiunti lo si vedeva da come profumavi che ore sarebbero se fossi morta da quel giorno Le setole della tua carne allora sembravano stremate portavi un fiocco contro i grandi conflitti il dominio dell' impero romano uomini che montano cavalli elefanti uomini donne CARTELLA CLINICA Abbiamo riscontrato fratture craniche femorali renali costole contorte 45 una percettibile scivolata del paziente Nessuno a questo punto della stagione può permettersi di sostenere di essere il redivivo Caronte insultare il signor Alighieri dandogli del truffatore del meschino e del codardo BERGOD Inoltre dico che andrò a riprendermi Clara perché qui non me ne esco l'hanno portata via senza capelli guidava Io meritavo un goccio niente di originale io meritavo nonostante il tempo Stavo guardando quel libercolo sulle notti bianche di un russo epilettico vado a memoria gridava le piacevano il mio parlare le mie frenesie linguistiche me ne faccio una colpa Verrò a rincorrerti anche se fosse nei campi aperti Li sto fregando un po' tutti e tutti un po'. CARTELLA CLINICA. Il paziente appare costante brillante percepisce i profumi e gli odori con sorprendente naturalezza ed acume Doversi fare una cultura e finire a scrivere su un letto reputato semplicemente finito nei campi Da tempo guardava quella casa ed il suo portone l‟atrio di marmo bianco dentro c‟era marzo Vedeva dal fondo della strada pagliuzze screziate dorate morbide da quella parte non si riusciva a definire quelle arterie grigie del pavimento 46 La madre rigurgitava nel letto trascinato sulle spalle altri sono pronti ad azzannarti quando ti si avvicinano fanno il tuo prezzo ma abbiamo fatto quello che contava e quello che conta fa sempre la differenza BERGOD Conobbi Clara al tempo chiamata Madeleine ad un incrocio con lo stomaco vuoto presso lo svincolarsi di una rotonda affaticata Il mio risveglio un ricatto della nausea agli sgoccioli si perde sangue e liquido da tutte le parti i muscoli condurranno la mente all'aperto.

(Fine