giovedì, settembre 26, 2019

Ogni giorno lo facciamo nel modo migliore



Lo sai
che ogni tanto
mi piaci quando ti tingi i capelli
di blu elettrico o di viola
mi piace tenerteli tirati nelle mie mani
mentre ti tengo ben stretta a letto
solo per avere qualcosa nella mia solitudine
che non sia sempre nero & rosso



Godottismo



Settembre ha chiuso le sue porte
per uno squallido autunno toscano
o che fosse la costa della bassa california
una nebbia sopra un ponte gingillante
una sedia a dondolo che scuote lo sfondo
di una parete con carta da parati strappata
qua & là, & quindi eccoci.
Non ho le parole esatte
per descrivere quello che vorrei dire
non le ho
perché non esistono
o se mai esistessero
nel ragionamento dell’Assurdo
direi
la svolta del Grande Occidente
direi
le Voci Inascoltate
direi
il Terremoto del Secolo
direi
tu che sei venuta a prendermi
nell’inondazione della nostra città
direi,
senza ombra di dubbio alcuno
continua a scrivere nel mondo libero.
Da mesi vivo
con quello che mi è successo
e il centro delle mie forze
è stato spezzato
tagliato & ricucito dabbene
seguendo le regole chirurgiche
& quelle astrali
ma talvolta, si sa,
le stelle sono atte a tradire
& gravitano nei limiti
degli universi indecisi
& degli individui incontrollabili
Diremmo quindi
del tutto inqualificabile.
Potremmo dirlo.
Abbiamo preso ad esempio & a margine
la vita dei nostri scrittori preferiti
che sappiamo tutti come sono finiti
in un modo o nell’altro
non tanto diverso per la musica
per il rock per il jazz per il blues
poi a 38 anni mi sono dovuto chiedere
mi sono dovuto chinare & chiedere
chi sono io
vedevo la città da un piano alto
da una finestra di un bagno di ospedale.
Le cose sono sempre state due
non tre
& questo per un perché preciso
la chiamano
la seconda legge della termodinamica
a quanto dicono
o forse si trattava solo di principi
certamente generati per via indiretta
da un ente esterno
che per definizione conosciamo
come innominabile
godottismo gridano dal fondo della sala.
Sfrenato godottismo in scena
per estratti di un vocabolario
appena dicibile
ma finalmente si può urlare
& le ore 7 della sera
sono solo un parlare alla finestra
particelle di esoscheletri che svolazzano
nell’aria fumosa di un non-niente
il quarzo impiantato nelle vene che mi blocca
come l’esistere in queste dimensioni
per stasera mi basta caffè e TV
certo sappiamo che viviamo
di quello di cui diciamo
& non è affatto vero.













mercoledì, settembre 25, 2019

Un Altro andato Morto



1.
Gli unici rumori che mi circondano
sono il sottofondo di un vecchio vinile
dei Jethro Tull & il mio frigo
chi pensa ancora
che rincasare
sia un’opzione
ma questo treno
non ferma a nessuna stazione.
AVETE SBAGLIATO TUTTO.


2.
Certo sarebbe da chiarire
da dove siamo partiti.
Dai Jethro Tull? No.
Io direi per niente.
Noi tutti siamo partiti
da quella camera di ospedale
da quel libro che ci hanno imposto
& dalla Nazione in cui siamo nati
poi io certo ho iniziato a scrivere.


3.
I GRANDI LIBRI
che ci hanno formato
Come definire le cose
come guardare la gente
come giudicarle
semplice
osservandole & ricordando
le loro parole & gesti.
Un popolo iroso.


4.
Ho guidato per 72.000 miglia
negli Stati Uniti d’America
cosa dire
Alabama piuttosto che WDC
mio nonno in una cartolina
la Louisiana prima di tutto
le paludi le campagne le persone
le strade che strabordano
le acque che salgono.


5.
Chi ha fregato chi
con gli alberi in fiamme
& i bimbi che morivano
ad un angolo della strada
oppure in mare
o non sapevano parlare
SE NON SAI PARLARE
MUORI
è il nostro dolce tribunale.


&.
Ho visto questo grosso animale
poi questo essere umano
un povero succedaneo
che piange coi delfini
ma neanche questo
allora se ne va per bar
& locali idioti & vive di puttane
ma non mi risulta che sia mai arrivato
a Ginevra. Ci sarà passato a fianco.


7.
Cara Deanna
caro tesoro
veramente da Fresno fino a qua?
Devo concederti che il pavimento è malmesso
ma possiamo ballare, possiamo pensare
di darci una scrollata
certo che senza mutande sei tutta un’altra cosa
la cosa non mi dispiace
ma sai, gli anni passano.


8.
Oggi la gente cammina così tranquilla per le strade
berranno vodka di qualità e si ingozzeranno di salmone
minimo - perche no e chi dice di no
hanno questa patina di vita non vissuta
di perenne & costante mancanza
ma di questo ho finito di preoccuparmi
anni & anni addietro
lo decisi in un bar di Washington
basta gli altri.


9.
Tra un periodo & l’altro
tra un libro & l’altro
tra quello che sono stato
& me stesso ora
un giorno verso la via di casa
abbandonato
non riesco neanche più
a piangere per te
& l’ho fatto per anni.


11.
Una bandiera che scintillasse alta
sopra le le nostre spalle
sopra le nostre promesse
sopra il nostro inutile scheletro
una bandiera che ci avvolgesse tutti
una palla di cannone nel mio petto
o da portarmi a letto
quando cerco di dormire
& prego gli DEI.


12.
In realtà non prego nessun dio
visto che non c'è nessun dio
ma ogni notte
che sia casa
o un motel
mi dico
un altro morto andato
& non posso sbagliarmi
questo è il mondo.


13.

[...]


domenica, settembre 01, 2019

La Fortuna del Reduce /3



lo sai che sono successe cose strane &

che anche se eri mia madre
sono dovuto andare avanti
te l’ho detto nel tuo orecchio profumato
non potevo essere più lo stesso
sapevi che non sarei
tornato più lo stesso
& che mondo avrebbe scelto
una persona diversa
l’uomo amabile
con le sue donne
il mondo è andato disperso
anche io tengo le mie risorse
ma il mondo è andato cattivo.

La fortune del Reduce/2



Avevamo sempre problemi di soldi. Il mio lavoro non ci bastava più e lui preferiva stare per le strade e bersene nei bar. Io ho sbagliato una sera. Mi sono fatta tirare su dalla persona sbagliata. Poi credo che che il tempo divenne lungo -Settecento giorni. Passavo gironi dopo. Dopo non so che cosa. Non so mai stata una donna smaliziata. Ho scelto la situazione sbagliata. Chissà mia madre. Ho scelto, il carceriere spietato. Sento la gente parlare fuori dalla via. Spero che mi vengano a prendere. Che almeno mi mi facciano camminare con le gambe spezzate. Spero arrivi la primavera.








La Fortuna del Reduce/1



Dove mi presero, a che ora, non riesco ancora dirlo. Io so, prima che che iniziassi a dire i posti dove la nostra famiglia e la mia comunità si è insediata, prosperando, trascinandosi e vivendo nelle generazioni, certo questo darebbe e porterebbe a qualche dubbio, da parte vostra. Boothville, Louisiana. Un nome per un altro. Una striscia di lingua di terra salata & mandata in malora. Un tiro terribile, freddo, in mezzo alla schiena, in mezzo alle gambe, dietro la testa, tanto per farci capire. A me è andata fondamentalmente bene, rispetto alle altre. Ho fatto solo 111 giorni, centoundici giorni in detenzione - le altre parlano di cattività. In qualche minuto del giorno, forse con la luce, dopo che mi aveva drogata, la luce del giorno passava tra quel buco e l’universo, poteva anche essere chiamata dolce. D’altronde si chiama la fortuna del reduce. E noi tutte sappiamo di cosa stiamo parlando. Chi è tornato da certi eventi estremi sul proprio corpo e su quella che qualcuno chiama inutilmente anima - purtroppo posso garantirvi che non c’è nessuna anima. Quello che mi ricordo fu la radio di quella mattina. Conoscevo quel brano di Stevie Ray Vaughn e iniziai ad aprire gli occhi e non so come mi aggrappai con tutta la mia forza al suo collo. Morì in pochi minuti.