martedì, gennaio 17, 2017

62, Rivisto







Ricordati di tutto il cammino
che il Signore tuo Dio
ti ha fatto percorrere
in questi quaranta anni nel deserto,
per umiliarti e metterti alla prova.

DEUTERONOMIO 8,2





La nostra famiglia si è trasferita in questa parte di deserto da quasi quattro decenni. Strano, curioso: nel deserto le regole sono la cosa più importante, ti servono per vivere, per sopravvivere dicono da queste parti ed è per questo che non ci sono del tutto. Nessuna regola equivale a dire la più totale e piena sopravvivenza. La gente passa, quoziente intellettivo zero oppure 9-9-9, quello che è possibile, diciamo. Si fermano, sbiascicano qualche cosa scontata oppure fanno i propri bisogni cercando di non essere osservati. Animali, mangiano. Certo che vediamo il mondo girare, anche da qua. Il mondo gira, sul suo asse, con le sue pene, i suoi malumori, i suoi fanatismi incontrollabili. Quando avevo mia madre e quando avevo quattro anni, mio padre salì sul tetto e si gettò nella piscina senza neanche rompersi un osso. Il giorno dopo sparì per poi ripresentarsi solo alla lettura del testamento di mia madre. Lei non scelse di buttarsi in una piscina gonfiabile ma si diede alla chimica per andarsene. Sono dovuto stare dietro a mia sorella, un ragazzino nel deserto con una bimba di otto anni. Ho iniziato a trafficare, di tutto. Di lei se ne occupava un vicino di casa, mentre ero in giro a piazzare le cose. Una sera l’ho guardato negli occhi e gli ho messo un coltello a filo della fronte. Vattene. Se ne andò dopo un quarto d’ora. Io sono ancora qua, ed è una cosa che andrebbe capita, questa. Non è la posizione che occupi, ma come ti muovi. E quante volte ti muovi. Queste sono le vere regole, questo è l’istinto inappagato che ci anima quando saliamo in macchina per fare duecento miglia, o solo per uscire dalla porta per vedere se il coyote di ieri notte si è adagiato a dormire vicino alla sedia. Un posto sicuro, non ci sono statue di cera. No facce umane. Ecco la sabbia, ecco la terra. Qualche pezzo di legno cinto da filo spinato. Ho parlato di mia sorella visto che domani dovrò partire per andare al suo funerale. Era andata a vivere sulla costa. Lei non ha fatto come mamma. Caduta dal ponte. Deve essersi sbilanciata. I rapporti della polizia hanno sempre ragione, non mentono mai. Stasera so dove devo andare e cosa devo fare. Almeno il funerale sarà pulito.





Nessun commento:

Posta un commento