venerdì, dicembre 15, 2023

Una Vita Nuova



Un giorno
solo un giorno
ho avuto la mia vita per le mie mani
& ho deciso di rischiare tutto 
in Louisiana
non l'ho buttata
ho sbancato.


Un FDP




Per le famose leggi della natura
non riesco a dormire
riesco solo a respirare
questo ti deprime
piccolo gradasso fdp?









Nascondendosi Dappertutto



Andremo a vivere nel deserto della Calofogna
dietro a qualche insetto, a qualche rettile
li mangerà Wayne, il mio gatto

il Nevada da lì
è molto vicino
solo una cazzo di mezza giornata

giusto il tempo per non farsi strani pensieri
per non avere dubbi
su chi vive o chi muore.





Le Domeniche della Famiglia


Questa casa è stata a lungo
un rifugio molto sicuro
per criminali di varia stazza & complessione
di certo tutti con una certa reputazione
soprattutto nelle domeniche in chiesa.






Il Rantolo del Nazista



Un re vestito di un maledetto nero
crepitii per le strade scoscese
grida di sgozzamenti oscuri
segreti di nazisti all'alba
del furore fuhrer mein pervitin.

mercoledì, dicembre 13, 2023

Tubo Galleggiante

 

La paga è davvero bassa
ma in questi tempi
il lavoro è pagato poco
& più veloce di tutti gli altri

ma prima di te
gli altri hanno scritto meglio
basta mettersi davanti ad uno specchio
per capire chi sei & cosa vali nel mercato

credevi di correre nelle distanze
credevi di esser l'unico
ma prima di te sono passati in milioni
hanno scritto hanno avuto successo

sono stati molto più fatti di te
nel senso che erano uomini più di te
non resta che crescere
ragazzo di New Orleans.


Segal Barrágan Zimmerman Konigsberg, Basta che Funzioni.






Inutile chiederci quale era il nostro posto
se in un quadro dimenticato di Chagall
che io detestavo, fin dal profondo
o in un assolo in studio di Carlos Santana
& una volta chiamiamoli con il loro nome
Moishe Segal o Mark Zacharovič Šagal
Carlos Humberto Santana Barragán
anche Bob Dylan & Woody Allen
non sia chiamano così
uno è Zimmerman l'altro Königsberg.
E' normale chiamare per nome la gente
& la gente si chiede perché.
Basta che funzioni.
Non serve altro, Bimbi.









Siamo ragazzi nella Media



L'immagine del grande scrittore che era stato
o per poeta fosse passato

sulla superficie del lago
c'è un'acqua che chiede verità

per qualche incidente di troppo
annegati, assassinati, sepolti

Ehy Gerald, mi mancano i tuoi scherzi
& la tua rinascita giornaliera

un vero ispiratore &d impostore
della vita continua

mi ricordo quel tuo brano degli anni '80
che parlava di un enorme orgasmo sessuale

somma, che parlava di come avevi dovuto lasciare Billy Mac Gaul
non è sopravvissuto alle prime ondate di AIDS

essere non compresi
ci avevamo fatto la pelle

tutta la vita
ma bucarci non è mai stata un'opzione.




domenica, dicembre 10, 2023

Palude & Predatori

 


Avete mai tirato il collo
non ad uomo ma 
ad una Telecaster come faceva
tutti i santi giorni Roy Buchanan

vi siete mai buttati tanti grammi di eroina
da farvi esplodere il braccio
o bevuti le ombre cadute dei fantasmi
tanto da farvi stare in piedi

per uno che scrive, veramente
il problema é sempre lo stesso
non capiscono niente
via da questa città

all'intervista in radio
ho trovato un'altro passacarte
meglio vivere nella palude, come faccio
i predatori vegliano su di me.





Non voglio che tu sia sospettosa

 

C'è una sola strada
& quella mi porta in Louisiana
& non ci sono cartelli con altre indicazioni

le mani si muovono bene dopo mesi
sono veloce come una volta
un fanatico di whiskey & tobacco

non potrebbe chiedere altro
se non un altro giro di
alcool & nicotina

rimane così poco da chiedere a questo mondo
da quando ho preso le mie armi
sono bravo con le pistole, di più con i fucili.




Odiare la Domenica

 


Ho sempre odiato
qualsiasi cosa fisica
& mentale della domenica

Sono un Cristiano Cattolico
ma per le mie congetture & le mie pratiche
per le mie convinzioni & le mie conoscenze

Sono la peggiore cosa che possa essere capitato, alla Chiesa
queste sono le vie del Signore, Lui parla con me non con voi
schiera di miserabili credenti, la Fede è una cosa seria

La Vera Fede non è affidata a uomini comuni
a parroci & preti & frati dell'ultima ora
è consegnata solo a chi è stato solo in strada

E per anni lo hanno nutrito con il veleno della menzogna
&d un giorno non ha visto solo la luce
& si è rialzato con una croce sulla schiena

i cori in strada non erano quello che vedete
le persone parlano ma non sanno quello che dicono
& quando la coesistenza non è più tollerabile

è concesso l'esilio.








Palla da Demolizione

 



Dai vediamoci sotto casa tua alle sette
stanotte non posso deluderla
non devo farlo

le macchine si stiracchiano lungo la strada
solo per andare a casa sua
incontriamoci sotto la palla da demolizione

le scarpe non ti brillano così tanto
sai cosa vuol dire stare a Broadway
sai che i santi non sono così pazienti

io sono che sono terribilmente sbagliato
quando suono la steel guitar
ma ora tu sei uno schifo.


Te stessa

 

Molti sottovalutano
dalla loro altezza dallo loro professione
& dal loro patetico senso di umanità
quanto sia dolorosa la repressione di uno stato dissociativo

o quanto sia utile
& vitale essere dissociativi
spezziamo questa lancia
& conficchiamola nel petto del mondo

ah eri forse tu il ragazzo
pieno di belle speranze
beh qui non ci sono speranze
figuriamoci belle

ah eri forse tu la donna della beatitudine, della salvezza
oh, cara mia quante ne hai raccontate per cercare di essere te stessa
il piccolo problema era solo che non c'era un te
impossibile pensare ad un te stessa


mercoledì, dicembre 06, 2023

Adatto

 




E' andato
una volta per tutte

andato per andato
si sceglie un altro candidato

uno più morbido
quel nome è molto adatto.

Stavolta vai giù

 


Un caro & caldo buon Natale
a tutti voi
nelle vostre calde coperte & comode famiglie

speriamo che possiate stare bene
avere divertimento
vi rispettiamo per quello che siete.

Dai sdraiati
sdraiati
sul mio grande letto.





Fine Stagione

 

Queste strade sono piene di disastri.
Tutto è iniziato a Memphis, Tennessee.
Dai, vi porto a Memphis per un quarto d'ora.

Qualcuno deve prendere il dolore di questa vita.
Le persone, vanno e vengono.
Gli amanti pure.

Non serve che inizi un'altra notte.

Non stare male, non regurgitare,
popolo dove sei
democrazia dove sei.

Oggi è il giorno dove saldo tutti i conti.





Il Barile Nero/1

 



Dunque dunque dunque.
C'era quest'uomo chiamato Flynn il Verde, Flynn the Green.
Ahh, qui siamo a casa mia, nel mio territorio.
Posso chiedervi una stecca di American Spirit Black
una bottiglia da due litri di Canadian Club
cinque litri di caffè nero & molta acqua?
Sì. Oh, bene, bene, bene.

Allora, volete che vi dica come sia andata
tutta la storia di quei rapimenti, di quelle sparizioni.
Se mi date il permesso, vorrei fare, una piena ed esaustiva confessione.
Ok abbiamo un accordo?
Accendi l'audio, guardo in telecamera.
Portatemi una Bibbia, devo giurare.
Potete scommetterci: questa volta giuro.

Volete, vogliamo iniziare da dove tutto è cominciato?
Ah, come potrebbe essere diverso.
Ok, iniziamo dall'inizio.
Oh beh, ero un bambino
&d un bambino molto, molto promettente, molto.
Più veloce degli altri, tutto qui.
Molto più veloce degli altri.

Tutto a posto con quei documenti?
Verificati? A-okay.
Ditemi da dove volete che parta.
Certo, le sparizioni, gli omicidi.
Le bambine. Le madri.
Poi capirete perché.
Pronti quando lo siete voi.





Cosa bisogna fare per essere uno scrittore

 


Primo: svariate lauree sarebbe meglio
se non ce la fai leggi almeno diecimila libri
almeno milleduecentocinquanta pagine al giorno
Nietzsche ne chiedeva duecentocinquanta per un filologo dei suoi tempi
penso che sia il minimo aggiungerne mille in più.

Secondo: non farti domande su tuo padre e tua madre
non farti domande sulle persone in generale
le risposte le hai già davanti agli occhi
perché tormentarsi, non sei uno scrittore forse?

Terzo: a nessuno gliene fotte un emerito cazzo
che tu sia uno scrittore, davvero o per finta
puoi avere pubblicato decine di libri
questo non cambia niente, ma la mia domanda è
sei un uomo? Grazie tesoro, chiamami.



Charlie Whitewood/3

 



Certo che da quando mi sono definitivamente trasferito a San Fran
& sono andato a vivere con Charlie il Dolce
Charlie il Dolce è un monumento qua

stava nella trupe troupe di Harvey Milk
prima che l'ammazzassero
allora era solo il Dolce, Charlie

ora è il caro vecchio Charlie
fottuto finocchio del cazzo
era il nomignolo di Charlie

da piccolo, di là, in Oklahoma
& io conosco bene l'Oklahoma
io conosco bene ogni centimetro quadrato di questa nazione

non è stata un'impresa
conoscere ogni centimetro quadrato di questa nazione
era già tutto nella mia testa

fin da piccola età
come i migliori scrittori dell'Ottocento direbbero
fin dalla tenera età di tre anni

scrivevo, rubavo matite
le mordicchiavo, scrivevo incomprensibilmente su fogli
ero già un dono per le donne di questo mondo

ora mi sono ritirato con Charlie Whitewood
passo le mie giornate in esilio con lui
& il Tempo non ci abbandona mai.





Non sono affari di nessuno

 



Certo che ti ho detto tutta la verità
fino in fondo
incommesurabilmente

lo so perché fai la scena della matta
solo un sentimento di follia
conficcato dentro il tuo piccolo animo

ehy tu lurido animale della mattina
i ronzini non sono ancora arrivati
tu ti muovi così frenetica

cara non sono affari miei
pensi di essere una cazzo di star
dai, qui c'è un rasoio e tre bottiglie di bourbon

pensi che mi farò da parte
ma ho già i piedi in taxi
non nella tomba.




venerdì, dicembre 01, 2023

Winston, certo che bisogna andarsene.

 


E' presentato dalle sigarette Winston
torniamo tra venti secondi
è duro relazionarsi con Gould, Glenn

840 volte, ripetuto
la mattina la faccia
con l'acqua della bacinella

fredda una piastra di ferro
anonima nel vento di Long Island
trasferirsi come un essere fuori tempo

fare un buon brodo di pollo
poi imparai a suonare la chitarra
andando dietro ai dischi

aspettando le donne al bancone
& ordinando in qualche night club gay
non c'è spazio tra queste tende

fine del maschilismo
fine delle donne a pagamento
da ieri sera hanno chiuso i bagni pubblici

dove nessuno ti guarda
dove nessuno ti rivolge la parola
dove nessuno ti nota

un altro che prende nota
spartiti per viola
o forse solo arancioni

in isolamento
mia madre scomparve morta, non la vidi sepolta
cresciuto con mio padre devoto alle sante

un improvvisatore della memoria
imparai a sperimentare
volevo andarmene

imparai a sopravvivere
decisi di andarmene
basta scrivere

leggere & ripetere
la 42esima strada è un cesso ingordo
preferisco mangiare & bere a Coney Island

odio questa cazzo di New York
qua avverto la paura
tutti si ammazzano

ho preso un'ascia & ho fatto
a pezzi il tuo pianoforte
eravamo a Roma

ci vediamo la prossima settimana
i venti secondi
sono passati da secoli in Louisiana

è stato molto peggio
andare ad Harlem a fare il carico
ti faceva male il braccio.









lunedì, novembre 27, 2023

Judy

 



Di nuovo a San Fran
di nuovo con i Grateful Dead
tatuati sul mio corpo

questa religione di libertà
fatta di due tazze di caffè & di una vita 
senza possibilità di perdere

Judy vai lontana da me
torna quello che appartieni
il ballo dei due passi.





Nessun Ostaggio

 


Andate avanti a guidare
basta avare Roy Buchanan
o Jonny Winter
andate avanti a guidare
fino a che fa giorno
in questa stagione non abbattono i predatori
siamo liberi di cacciare.



Il Riff di Wayne

 

Prima dei miei poeti
dei miei scrittori
prima dei miei filosofi.

I miei pittori
devi essere un vero uomo prima
per lasciarla. Rifugiato a Frisco.

Aria pesante alla Proust
Hegel & Schopenhauer in un angolo
Lacan era un uomo estremamente indeciso.

Debole, come il morso di una tartaruga
io amo i predatori, le aquile, gli alligatori, gli squali & gli orsi
ma il mio animale è un gatto.

Si chiama Wayne
è mio fratello
voglio portarlo in Louisiana.




Tutte le Battagle Nascoste

 



Non è lo shuffle della torazina
non è un fraintendimento
dura tutta la giornata.

Fai un passo indietro
alla pompa di benzina
qui è dove sei, una cattedrale gotica di cemento chimico.

Cartelloni pubblicitari
i temporali sono così lontani
facciamoli venire fuori.

Tornadi & Distruzione & Uragani & Terremoti &d Eruzioni
sono la Terra in cui vivo, Chi l'ha ammazzata, bomba al Propano
sono il mio Paese - La Mia Terra Eletta.

Bisognerebbe essere esausti
dopo una vita del genere
prova a stare dove sono stato io, il danno.

Rottami arrotolati
donne nude: che stiano pure vestite
sono un viaggiatore, mi nascondo dietro le sue labbra.

Una fermata senza sosta
non è una sentenza così definitiva;
qualcuno rimpiange il tempo in cui si poteva andare: IO NO.

Continuato ad andare, imperverso
sulle banchine del profondo Occidente
fino al punto che dovevo dichiarare guerra all'Est.

Lo so che sei stata matta attraverso le ore
ma i macellai erano chiusi & non potevo indossare
abiti mistici per comprare il roast beef della domenica.

So che c'era un sole di cui volevi parlarmi
un'altra galassia che atterra
ti prego di smetterla di urlare nella tua testa.

E' solo la storia che si ripete
nelle strade
sui muri.

Basta Passare.




martedì, novembre 21, 2023

Una Coppia Affiatata

 

Un uomo sulla settantina entra al Sazerac Bar e si siede ad un tavolo, non molto distante da me. Ordina un Vodka Martini con due olive, un classico. Dopo venti minuti gli si affianca una donna, della stessa identica età, e tra loro il saluto è quasi regale, - diciamo che è permeato da una certa solennità e distacco. Lei ordina un Gin & Tonic, doppio. E' evidente che fra i due vi sia un trascorso, un trascorso che si è spiegato durante gli anni; azzarderei che si possa parlare di una conoscenza che dura da una vita, che i due si siano conosciuti da bambini, magari a scuola ed in età adolescenziale abbiano fatto la scoperta del sesso assieme. I due sono legati, mentalmente e carnalmente, ma ora, a questo punto delle loro consunte esistenze, il diaframma che un giorno si è creato tra loro, è diventato una barriera invalicabile. Devono avere avuto due vite molto diverse, con scelte che li hanno portati ad essere diametralmente opposti. Lei di sicuro ha avuto un figlio o dei figli, persino dei nipoti. Lui ha alle spalle diverse relazioni, ma è fondamentalmente un solitario, non ha bisogno degli altri per sentirsi appagato, il suo palcoscenico è il mondo. Tra un sorso e l'altro, tra un morso di Club Sandwich e il seguente, fanno degli accenni a qualcosa di importante, sicuramente il motivo per cui sono qua ora, nel sancta sanctorum dell'Hotel Roosevelt di New Orleans. Parlano di una persona in particolare e ripetono il suo nome, almeno cinque volte nel giro di pochi minuti. Ne parlano al passato: stanno parlando di un individuo morto, trapassato. Ora decidono di uscire per fumare.  Non li seguo e proseguo con il mio caffè. Voltaire beveva quaranta caffè al giorno per essere ben sveglio e pensare, pensare, pensare a come poter combattere i tiranni e gli imbecilli. Sei stato molto audace, caro François-Marie Arouet. Rimango al mio posto, aspettando che rientrino. Eccoli. Ordinano un secondo giro ed una bottiglia di champagne. Forse ora le cose iniziano a farsi interessanti. Lei è molto irritata e stanno in silenzio. Forse, tempo addietro, lei se ne sarebbe anche andata. Sul volto dell'uomo è visibile un accenno di imbarazzo. Deve essere andato dritto al punto e a lei questo non è mai piaciuto. Lui è diretto, troppo diretto, e quando parla, quando parla di qualsiasi cosa, statuisce delle vere e proprie sentenze. Molte persone si trovano a disagio con l'obiettività di giudizio, non sanno fare i conti con la realtà, sia che ci si trovi dalla parte del torto o della ragione. Allora scappano, prendono scorciatoie, si prodigano in scuse strampalate e si rifugiano in illusorie dimensioni giustificatorie, assolutorie. Così la coscienza è al salvo e possono proseguire le loro vite senza traumi, senza confronto, senza ammettere che si vince e si perde e che l'unica verità da ammettere è quella e che non esiste una via di mezzo, una via di fuga, non esiste un'alternativa. Tertium non datur, belli miei. Quelle che queste persone, probabilmente persone come quella donna non capiscono o non vogliono capire, che dopo che si è vinto o si perso, l'importante è rimanere sul campo. Non ci si può esimere, bisogna rimanere in campo per la prossima partita. Questo a lei non è mai andato giù. Si vede che è una donna che ha vissuto nel privilegio e questo è diventato il suo scudo, la sua cifra comportamentale. La vita dell'uomo è stata sicuramente più travagliata e sono credo che si reputi una sorta di sopravvissuto. Sarebbe tipico di una personalità del genere. Vivi un altro giorno, potrebbe essere il suo motto. Woody Allen, cito, ha detto di vivere il proprio giorno come se fosse l'ultimo e poi magari un giorno sei fortunato e ci prendi. Non ha specificato in che modo e cosa succeda nel giorno in cui "ci prendi". Ma tant'è. Tornando ai nostri due avventori, avverto, anzi, vedo chiaramente, che la discussione e l'incontro ha subito un rallentamento, una dinamica di profonda stanchezza che ha inficiato il dialogo tra i due, l'ha reso frammentario, scivoloso, quasi inutile. Non durerà ancora molto il loro rendez-vous in questo regno altero e altro, uno stanzone d'avorio e pelle che è il Sazerac Bar. Sono quasi le tre del pomeriggio. Non ho sentito ancora nessun gallo cantare. Stavolta me ne vado prima io.


giovedì, novembre 16, 2023

Quello che succede qui di sicuro non succede da nessuna altra parte

 

Quello che succede qui di sicuro non succede da nessuna altra parte.

E' un venire a patti con la realtà, un fare compromessi su una scrivania
E' un principio di realtà o meglio il principio di individuazione fatto a pezzi.
Per la mia solitaria e completa soddisfazione.

Quello che accade qui di sicuro non accadrà il tredici di febbraio.

E' il giorno del Martedì Grasso a New Orleans.
Sono in questa città come meglio non potrei sperare ed esserlo.
L'ombra di me stesso è morta Lunedì: l'ho schiantata nel Pontchartrain ad alta velocità.

Quello con cui ci si confronta qua non è rapportabile ad altro.

Viene da dirsi, verrebbe da dire, si potrebbe affermare.
L'indecisione non ha mai fatto parte di me.
La reputo una radicale vigliaccheria.

Quello che ho di fronte è la guerra.

Guerra nei documentari sulla Seconda Guerra Mondiale.
Guerra nelle allucinate visione del Vietnam.
Guerra nel Medio Oriente.

Qui non ci sono mezzi termini e non potrebbe essere diversamente.

Non siamo tenuti a quello che impossibile.
Non siamo tenuti a credere in Dio.
E non siamo persino tenuti a vivere perché siamo liberi e civili.

Qui si costruiscono nuove alleanze e si stringono patti atroci con il nemico.

La rivolta del reduce è un qualcosa che ho scritto anni fa.
E' la Resistenza ad interessarmi. Non indietreggeremo mai.
L'ultimo ad uscire non deve spegnere la luce in questa stanza.

Quello che capiterà qui e nei dintorni.

Perché qui si appiccano fuochi per quelli che verranno.
Perché i confini della mente non esistono.
Perché saremo i primi a spargere il sangue dei falsi profeti.

Quello che succede qui di sicuro non succede da nessuna altra parte.






Le Ceneri di Frank

 


Frank McCourt
è la mia lecture de toilette
non sono lapidario
sono realista.

Di là ci sono Lacan Miller & Hillman
che mi aspettano
ho detto agli Stoici
di andare il più lontano possibile.

E' una trincea
un campo duro
fatto di forze
bisogna controllarle.

Ed è per questo
che non scrivo
con la macchina da scrivere
da quasi otto anni.




mercoledì, novembre 15, 2023

Dirottamento

 


Il dirottamento è iniziato tre quarti d'ora fa. Non so come andrà a finire, ma so che in qualche modo finirà. Stavo per tornare tra l'accogliente abbraccio umido della Louisiana. Calma, distesa, pacifica, tranquilla, rorida, sfinita Terra con la sua Esistenza martoriata fino alle ossa, malarica nelle articolazioni, arseniosa nei suoi fluidi corporei. Nonostante tutto questo, benedetta. Non che questo conti molto, ora, qui, in questa situazione. Non che se ne possa fare niente. Gli altri passeggeri sono terrorizzati. Gridano, piangono, implorano, pregano in varie lingue. Quando la guerra scoppia, le prime bombe iniziano a cadere e i bambini incominciano ad avere paura. Io sono fermo. Sono immobile come la Verità Custodita di Dio - che in queste occasioni di solito non si presenta e allora non resta che pensare a Lui, che votarsi a lui. Anima e corpo. Magari Lo rivedremo dall'altra parte come un vecchio conoscente nel verde vialetto dei ricordi d'infanzia. Che bella immagine. Soave, liberatoria, decisiva. Molti direbbero gli ultimi atti (che Dio li benedica, che vi benedica tutti, viandanti). Non ci permettono di comunicare, non possiamo sentire la musica dagli auricolari, non possiamo leggere, scrivere. Ma posso pensare e posso scrivere mentalmente. E allora penso e scrivo mentalmente. E' tutta la vita che lo faccio. Ho fatto uno strappo alla regola. Le regole. Ho chiesto se l'assistente di volo canadese potesse servirmi del whiskey con un bicchiere di acqua e ghiaccio a parte. Quelli che hanno in mano l'aereo l'hanno permesso. Non ne sono stato sorpreso. Una madre mi ha guardato disgustata a causa della mia richiesta. Ma io signora, sono solo. Non temo i sequestratori, i signori dirottatori, gli attentatori, i terroristi. Io, signora, sono solo. Non ho figli, non ho eredi e i miei genitori sono morti da anni. Non riesco a figurare dove siano adesso anche se so dove li ho sepolti e quando li ho sepolti. Una di fianco all'altro, a pochi mesi di distanza, l'una dall'altro. Con il mio desiderio di concedermi quello che è solo un bicchiere, ho rotto una promessa, ma forse, in punto di morte, possiamo cambiare le cose. Scrivo mentalmente, ancora. Scrivere è sempre scrivere qualcosa contro. Come negarlo. Anni a leggere libri, su libri e libri. Studiando, confrontando, analizzando, riflettendo. Mostre, viaggi, annotazioni, persone. Quelle che sono state della mia vita, ma di più le altre. Quelle che non ho conosciuto, quelle con cui non ho parlato, quelle che non ho apprezzato. Ecco, il vero limite di tutta questa faccenda, è la conoscibilità. Chi sono davvero questi uomini che ci tengono in ostaggio. Quanti sono. Qual è il loro piano. Ucciderci, farci schiantare sul suolo statunitense, fare clamore nel mondo. Chiedere un riscatto, una contropartita, fare un proclama universale, denunciare gli atti di un governo. Escludo che qui siamo in presenza di un contesto in cui la religione possa valere qualcosa. E se dovesse mai valere qualcosa, è solo un paravento, una messinscena di piccolo calibro, un equivoco messo in moto per confondere i presenti e le autorità a terra. La signora, la madre che mi ha duramente giudicato prima, con il suo sguardo bruciante di disapprovazione sanzionatoria, è ora più controllata nei suoi atteggiamenti. Forse è stata la tensione a tradirla, la disperazione di sapere di morire con sua figlio. Io, signora, non ne ho. Il mio comandante è il buio. Da tanto, tanto tempo. E so come muovermi nel buio. Nel buio so muovermi alla perfezione. Signora le dico una cosa. Suo figlio sarà al sicuro, tornerà a casa. Si prepari solo ad una dose molto forte ed inevitabile di violenza. Ci riprendiamo l'aereo.





martedì, novembre 14, 2023

La Routine Habituelle

 

L'assassino si alza prima dell'alba
sale in macchina e ascolta
un concerto per pianoforte
diretto da Golschmann.

Sappiamo che di quella casa
di quella famiglia
non rimarrà niente
sta proseguendo bene la sua carriera.

Cambio d'abiti
non per il volgere anonimo delle stagioni
anni infranti in impietosi pensieri
ma la testiera ha una fine.

Non si può pensare di farla sempre franca
ma si può essere spietati, decisamente
e non fa differenza se è con se stessi
o con degli estranei, no.

Sono pur sempre davanti a noi.





Anime Beate

 



Potrei venire a trovarti
potrei parlarti ancora una volta
e vedere che faccia fai
ma non reputo questo utile.

Si diano agli affamati
le pezze intrise di cherosene
fategliele ingoiare
assistite al loro tracollo.

Dammi ancora
quarantacinque minuti clinici
affrettati, metti le mani nelle tasche del camice
spogliati davanti allo specchio dell'armadio.

Non è la tua età
è solo il mestruo che sgonfia
il calore e il sudore del corpo
liberalo con un colpo di tosse.

Si diano agli assetati
clavicembali ben temperati
in modo che possano placare la sete
aprendo le carotidi al senso della vita.

Potrei venire a trovarti
non reputo questo utile
toccarti e darti un senso
una volta per tutte

Verrei per annichilire il tuo sesso
per stravolgerlo
fagocitandolo
tra le anime beate.



Il Rantolo del Serpente




I.
Indecente fino a quando tu lo vuoi
date le lettere di dimissioni
sigillate, busta chiusa.

II.
Nessuna riflessione
nessun rimorso
solo il domani.

III.
In aeroporto un altro drink un altro libro;
scrivi fini all'esaustione, diventa un altro
la metamorfosi è servita all’Imbarco Zero Nove.

IV.
Da dove abbiamo lasciato
ricominciamo, ancora:
è stato solo un falso allarme dalle autorità.

V.
Un cuore rovinato ed impolverato
su un fondale di quasi novemila metri
è l’Oceano Atlantico che ci divide.

VI.
Da Milano a New Orleans
e quindi via per un mondo abbandonato
gettato oltre la schiena, lasciato.

VII.
Rimane la consolazione
Seneca Marco Aurelio Brahms
gli Stoici Epitteto Gould.

VIII.
I frammenti del tuo corpo
i soliloqui della mia mente
parole al termine dei binari.

IX.
Presunzione viltà abbondanza
solenne come sempre
o solo come tu mi vuoi.

X.
Non cedere
non arretrare
calpesta.

XI.
L’infanzia di un ricordo
incendiato in un barile di petrolio
non posso dire come è andata veramente.

XII.
Se solo me lo chiedessi potrei essere sincero
ma è quel potrei che fa sbattere la porta e noi non ci dilaniamo
lo abbiamo fatto solo per scelta.





mercoledì, novembre 01, 2023

Appellativi


Nicanor Parra
Roberto Bolano 2666
tutto Borges & compagnia bella

dalla Cordigliera delle Ande
alla Pampa Argentina
passando per l'Uruguay-Paraguay

Uluru-anima-sprito-re-del-mondo
in cerca di nuovi maestri buddhisti-zen
ho mangiato l'ultimo libro di Patti Smith

oggi leggo i Tre Maestri
Bob Dylan Jackson Pollock
& Mark Rothko

poi mi potrò stendere
per almeno dieci anni
sempre che Cioran non si lamenti.

martedì, ottobre 31, 2023

Guerra al Sacco

 


Siamo Tutti dentro una Guerra. Sta scritto che per tutte le cose c'è un tempo fissato da Dio. Un tempo per amare, uno per odiare, uno per la guerra e uno per la pace. Abbiamo passato enormità temporali ad affannarci, ad affaticarci ci siamo affastellati di finti credi, di convinzioni temporanee, di ossessioni fideistiche che sono durate l'attimo della balugine elettrica del fulmine prima del colpo del tuono che fa tremare la terra. La Guerra più atroce è quella dell'essere umano, dell'individuo, preso in se stesso, l'essere-umano-da-solo. Sta ancora scritto: la sorte dei figli degli uomini è la sorte delle bestie; agli uni e alle altre tocca la stessa sorte; come muore l'uno, così muore l'altra; hanno tutti un medesimo soffio, e l'uomo non ha superiorità di sorta sulla bestia; poiché tutto è vanità. Tutti vanno in un medesimo luogo; tutti vengono dalla polvere, e tutti ritornano alla polvere. Questo è vero ed ha il sapore della novella a cui non ci si può sottrarre, ha la cadenza di quelle cose nella vita che releghiamo nella categoria dell'oltraggioso: è indubitabile, ovvero è l'indubitabile per antonomasia, come la malattia mentale, in tutte le sue forme, classificazioni, declinazioni e sconvolgimenti. Era l'inizio di luglio di oltre cinque anni fa. Ricordo, parla, scriveva Nabokov. Ricordo lasciati andare. Ritorna nel luogo determinato, che hai scelto. Trasforma il Tempo e calati nella sua dimensione, ovvero la non esistenza. Ricordo non cercare, rivivi per quello che sei stato, esisti e basta. E dunque in quel luglio stupido e canicolare, con il mio corpo che attraversa l'Ospedale Policlinico di Milano alla ricerca della palazzina di psichiatria denominata Sacco, il mio corpo che deve salire delle scale brevi ed entrare nel Sacco, lì dove tengono i malati e lì dove tengono legata ad un letto lei, Marina. Devi salire fino al terzo piano e prendi un ascensore. Con te entra un signore verso la sessantina, provato, sudato, imbarazzato: sta andando a trovare suo figlio, tu corpo, tu ricordo, stai andando a trovare la ragazza che hai lasciato nonostante una sofferenza immensa e mesi su mesi in cui hai devastato il tuo discernimento, la tua volontà, in cui hai abbandonato la disciplina della rettitudine per uno sconfinato amore a cui tutto è permesso, perché è quello che dovevi fare ed era l'unica scelta che avevi: un affetto impregiudicato ed impregiudicabile, un affetto che non conosce le regole del quotidiano e ti spinge alla più profonda professione di fede intelligente ed umana che si possa fare: amare. Quindi dai una pacca sulla spalla al signore in ascensore per fargli capire che ci sei e lui prima si imbarazza poi si lascia andare in un profondissimo interiore refolo liberatorio ed a un grazie, un grazie che esce mal masticato dalle mascelle in forte tensione e contrazione. E' lì che ti aspetta dietro la porta in ferro, lei. Sei quasi entrato, ricordo. Vedi che si è alzata dal letto dove è imprigionata da giorni. Vedi i suoi capelli incendiari, gonfi, iracondi che si annodano detonando i suoi movimenti frenetici, nevrotici, nevrastenici, intossicati, tossici, chimici, enzimatici. Manca poco e la porta si aprirà. Vedrai altri pazienti, altro dolore, litigherai con lei nella sala dei fumatori del reparto che è poco di più che la camera della salvezza a minuti di un braccio della morte perso nel mondo della sofferenza psichica. Si dice: l'ultimo miglio. Ma per chi combatte questa Guerra non ci misure, non ci sono distanze da percorrere in avanti od a ritroso, non ci sono trincee, rifugi, ripari, non esiste la parola guarigione né la parola normale: tutto è straniero, tutto è dolore. Fa male da morire e per questo si spera di morire e si pensa di continuo al suicidio, alla soppressione di se stessi, una volta per tutte, per non fiatare più e non ingerire la medicina  degli altri: la realtà. Pe questo nel Qoelet siamo paragonati alle bestie. Non tanto dissimili per forma, accomunati da un destino che non guarda, non conosce, ma che condanna. Le vittime di questa Guerra non si contano ma io le ricordo ogni giorno, porgendo il mio volto scuro a Dio.


sabato, ottobre 21, 2023

La Scelta Letteraria. La Ragione dello Scrivere e L'appartenenza ontologica all'Arte.


Da ragazzino, e direi fino a qualche tempo fa, quindi prima della misurata e matura soglia dei quaranta anni, quando arrivavo in una città, per capire la tradizione, il senso ed il vero peso specifico di quella città, mi buttavo principalmente in tre posti: nei principali musei di arte, nelle biblioteche cosiddette, istituzionali e nei luoghi della musica, dalle sale da concerto ai più reconditi e malfamati postriboli dove si facesse musica dal vivo. Parlando di città, mi riferisco principalmente ed intenzionalmente a capitali europee, a città che ebbero una certa e ben definita importanza storica oppure a quelle che in quel momento avessero un rilievo immediatamente attuale e che comunque rappresentassero e costituissero un ruolo certo, ben determinato di centro nevralgico in quella specifica nazione e nel continente di giacenza, di appartenenza. Premetto che due sono i continenti che ho vissuto e visitato di più: la madre Europa, dove galleggia la Penisola del mio Paese d'origine, l'Italia, e soprattutto un nazione a sé stante, che ha tutti i crismi di un continente, ovvero gli Stati Uniti d'America. Per forma mentis, per complessione cerebrale, per spirito di appartenenza, sono un europeo che ha sempre amato l'America, e che ben presto è diventato, per molteplici motivi - studi, soggiorni, viaggi interminabili, periodi di vita vissuta appieno e visceralmente - un ibrido: sono un europeo per nascita e provenienza anagrafica, ma nel corpo, nel cuore e nella mente sono più americano di un Newyorkese, sono un NewOrleanians fatto e finito, perché New Orleans, NOLA, acronimo che sta per New Orleans Louisiana, id est, N.O.LA (LA non sta per le due lettere principali, capitali di Los Angeles, California, ma LA è l'abbreviazione formale dello Stato della Louisiana), è la mia città di elezione, è il mio porto sicuro, e il punto di partenza ed arrivo di ogni mia scorribanda nella terra degli yankee.


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Dunque: la cosa che facevo per prima, quella che facevo veramente come se fosse un'iniziazione o il principio di adesione alla procedura di un sacramento laico - poi non così tanto laico, visto il folle fervore predatore ed incontrollabile proposito proditorio - era quella, letteralmente e proverbialmente, di procedere, se non addirittura correre, verso i musei d'arte ed approcciare frontalmente le opere d'arte predilette, opere che avevo studiato per anni e a cui avevo anelato per notti insonni. Principalmente erano le tele dei grandi Maestri del Colore. Nei primi tempi furono gli Impressionisti, poi vi fu il sorpasso, per dirla meglio, uno sconcertante, iroso, colossale, militaresco, vittorioso, deifico e sbaragliante surclasso  da parte dell'Espressionismo Astratto sulla abbandonata causa dei pittori della seconda metà dell'Ottocento fino ai primi del Novecento. La stessa cosa la facevo con i libri: la mia prima volta a San Francisco, mi sono recato alle sei di mattina in stazione e sono salito su una carrozza del treno che portava a Berkeley, nel contesto meteorologico tipico di quell'area della California, un freddo che instupidisce con il tocco di una densa e graffiante nebbia onnipresente che ti avvolge ad altezza d'uomo. Quel giorno di luglio, giunto nella mitica Università che vide le prime Contestazioni con i Free Speech Movement (FSM) e il crescere e formarsi di un amplissimo corredo - dal dio della filosofia sceso in terra rispondente al nome di Herbert Marcuse, alla libertà di espressione ed accademica, dall'abolizione del divieto di libera pratica di attività politica alla cosmologica rieducazione, una piccola ma potente Trasvalutazione di Tutti i Valori direi - di idee, laboratori di nuovi concetti istituzionali e comportamentali, di nuove pratiche di vita vissuta e di cambiamento, se non addirittura di rovesciamento, della categorie sociologiche ed antropologiche che ordinavano la società del secondo dopoguerra tanto più una parossisticamente complessa e contraddittoria allo spasimo come quella che abitava e dà a tutt'oggi vita alla Nazione a Stelle e Strisce. La cosa che feci era quella di rintracciare la responsabile di Letteratura Moderna e Contemporanea Americana e una volta trovata, iniziare un animoso e trionfale discorso sui Beats ed il loro capostipite, Jack Kerouac. Mi ricordo il nome di quella ragazza, di qualche anno più grande di me; io ne avevo ventiquattro. Si chiamava Barbara e fu, almeno per me, piacevolmente sconvolta dalla mia conoscenza della materia del dibattito in cui l'avevo costretta, confronto terminato da una sua subitanea intima percezione di uno stato di esaurimento psichico e prostrazione fisica dovuta al nostro confronto e a quello a cui l'avevo sottoposta nelle prime ore di lavoro di un comune mercoledì di routine accademica. Per farla breve, nella sua stentata sopravvivenza all'inaspettato detrimento a cui l'avevo sottoposta, mi condusse verso l'ampia sezione degli autori e delle opere che mi interessavano e finii col passare lì diverse ore. Rientrai con il treno del tardo pomeriggio per Frisco, festante, pieno di hybris intellettuale, febbricitante per la mia incursione da conquistadores italico nel tempio della Gold Cost. 


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Poi, sono cambiato. Negli ultimi anni ho viaggiato di meno e questi si sono accumulati tra varie vicissitudini, ed ora non mi butto più anima e corpo nel sudario dell'opera d'arte. Adesso leggo saggi, studi ed interviste sugli autori, che già conosco, così completando la mia conoscenza e rafforzando la mia coscienza dell'autore. Leggo anche le raccolte epistolari, che alcune volte hanno le sembianze e il peso di quello che si chiama comunemente e volgarmente volume. Veri e propri tomi dalle dimensioni e peso che intimorirebbero anche il più cinico e freddo degli sguardi calcolatori e razionali di un aspirante studioso od intellettuale. Forse fa parte di un percorso inconscio di accrescimento personale nel nome della Conoscenza e della Comprensione, entrambe con le Ci Maiuscole. O forse è un vezzo di passaggio. Di sicuro quello che mi rende più curioso, mi rende più forte. Barbara, a distanza di diciassette anni, uscirebbe tramortita da un secondo incontro con me. O dichiarerebbe subito, esprimendo per iscritto la scelta di fine vita attraverso morte cerebrale, oppure, più semplicemente, vedendomi sopravanzare in una sezione della biblioteca di Berkeley, o salire uno di quelli scaloni, sarebbe indecisa se nascondersi od iniziare a correre furiosamente, come per scappare da qualcosa di animalesco, mostruoso, sicuramente letale.









Nabokov



Leggere Nabokov
lo scacchista schematico
l'avido bevitore di tè

l'ingegnoso scrittore di due o più lingue
l'insormontabile inventore del tabù collettivo (di)
LOLITA FUOCO DEI MIEI LOMBI

leggerlo alle due e rotte di notte
in questo teocratico cosmo milanese
intriso di pioggia ottobrina

un liquido sgonfio che si accolla
alle coscienze liberate nella dimora protetta
particelle di corpi aeriformi vischiosi

sulle facciate inverniciate delle case
striate di pulsioni a vario titolo
per giungere alla statutaria affermazione

che questa condizione sia
il massimo della giustizia che possiamo ottenere
in terra ed oltre, in spirito ed in carne

tutto questo, avendo sottomano
l'intera produzione letteraria
del fautore di ditirambi da San Pietroburgo

è un piacere senza paragoni
una lussuria concessa a pochi adepti
una lezione sfingea e deforme

una lecita sostanza che si propaga
di cui si può godere illimitatamente
in un pervadente stato soggiogato mentale

una droga linfatica che penetra molle
l'encefalo sfaldandolo e ricomponendolo
in una equilibrata armonia simmetrica

ragionare su Nabokov l'estensore ipnotico
ora che si sono fatte le quattro e quaranta
è una legge della fisica a cui si tende

una schiacciante presa di coscienza
di come tutti siamo permeabili
di fronte all'assunzione di un fluido cerebrale

di cui non si può fare a meno
anche se fai parte di quella schiera di individui tossici
che si è data una bella ripulita da tempo.








venerdì, ottobre 20, 2023

Giorno di Festa




Davanti agli ostacoli che porrai
mi metterò in piedi & disarmato
da questa collina che rovina
mi farò scivolare & travolgere

basta che sia la tua volontà

& se sarà così, sarà un posto
di battaglia calma placida rovinosa
sarà un luogo per l'ultima sconfitta
un assordante addio & ogni scelta da fare sarà fatta

basta che sia la tua volontà

attraverserò il continente in preda allo spirito possessore
viaggerò bruciando veloce per ricongiungermi a te
come se fosse un nuovo inizio per la grazia concessa ai deboli
dalle lagune paludose dentro a fossi ingannatori
                                             [piegando le pianure

basta che sia la tua volontà

mi infilerò nella luce tagliata & segreta & buia
riflessa da un rasoio baciato in una sacrestia sconsacrata
per vene morbide & disposte & sangue delinquente
                                                        [pronto a fluire
smetterò di parlare, metterò la gola ferma

basta che sia la tua volontà

ogni parola detta solo per la verità
la lingua impastata di calce marmorea
per i desideri di una donna scomparsa
che non ha avuto scelta se non quella di rodere
                                                           [fuggendo

basta che sia la tua volontà

lascia che i figli rinascano nomadi
nel solco asciutto dell'inferno del sudore umano
lascia intatto l'amore fatto da vestiti ad agosto
sotto la quercia della piantagioni del terrore
                                             [& della schiavitù

basta che sia la tua volontà

ti dimostrerò cosa può essere un uomo
trascinato da costa a costa
cosa può fare & raccontare
solo per andare & non voltarsi mai

basta che sia la tua volontà

tuffarmi dove il vulcano erutta
più forte & potente & dissipa violento
con un solo suono muto &d eterno
per il tempo di una sola pausa di silenzio
                            [che dio ha dimenticato
basta che sia la tua volontà

una volta per tutte o solo per una
trascinami tra le tue gambe
& mettimi a tacere & a bagno
ancora con la gioia di un bambino
basta che sia la tua volontà

sappiamo che il Patto è incrinato
senza guardare indietro ai banconi rotti
& le volte che ho fatto a botte per arrivare a te
qualcosa dovrà pur suonare la campana
se questo è un giorno di festa

vengo a trovarti.







mercoledì, ottobre 18, 2023

Genova & il Monte Rushmore



Ci siamo visti a quello
che una volta si chiamava Flanagan’s
625 St Philip S

mi ero tagliato la barba
& Gerald ne era rimasto impressionato
continuava a dirmi che avevo fatto un lavoro fantastico

gli ho detto, sai Gerald
Seneca diceva che nessuno è virtuoso per caso
o forse era qualche stoico od epicureo

ma non importava allora
perché quella sera
abbiamo discusso di politica e del KKK

poi ritornavamo alla faccenda del rasoio
a come si recide il pelo
come si muove e si tende il polso

per tracciare e lisciare tutto
sdradicando l'escrescenza del bulbo
il residuale strato di contropelo

qualcuno ripete che basta andare a ritmo di blues
per vivere questo sbercio voodoo di notte nera
mettersi a scrivere o a leggere

sono sempre i rimedi migliori
& se sei in stato di santità
puoi metterti a pregare & meditare

per sapere cosa fare
quello che va fatto
& quello che non va fatto

è questo che ci definisce come uomini
le nostre parole riversate nei fatti
tra la gente tumultuosa & cianciante

ma si sa, l'oro nasce in America
viene a morire in Spagna ed è sepolto a Genova
oppure nella solitudine del Monte Rushmore.













domenica, ottobre 15, 2023

Nick Cave





 

Io ho Vinto il Mondo!

 



Dio è nella Casa
dice Nick Cave con i Bad Seeds
in No More Shall We Part
album rilasciato il 10 aprile 2001

non dobbiamo
più preoccuparci di niente
la Sua Presenza non si vede
ma pervade Ogni Cosa

attraversa i corpi dei credenti
inginocchiati e raccolti
si riverbera sulle Bibbie
che sono sui banchi

tutte ben disposte
distanti tra loro
con misura proporzionata ed uguale
all'armonia delle menti che pregano

mentre i ceri sono accesi con un lume tenue
perfetto e sublime e continuo nell'intensità e nella forma
che un nudo occhio umano non potrebbe cogliere
allora è vero, Dio è nella Casa.





Red Rock Canyon & Bob Seger/Camera 112 Motel Fire Lake

Candy
ciao
ho portato della roba
dal CVS su Sahara Avenue
ero da quelle parti
& poi sono venuto qui
mi ha chiamato Sara
mi ha detto di venire
a darti una controllata
senti ho preso anche
un po' di rifornimento
un po' di cose da smangiucchiare
dovrebbe bastarci per la giornata
ci sono delle ciambelle caramellate
& qua c'è una bella tanica di acqua fresca
ti basta un gallone bella, uhm
hai sentito l'ultimo album di Bob Seger
una cosa pazzesca, davvero
l'ho preso ieri, nuovo di pacca
& l'ho messo subito su
& ho continuato a leggere
quello strano librone di quell'italiano
che adesso ha fatto impazzire 
tutti quei cervelloni di New York
& di altre città della Costa Est
dal nome pensavo fosse qualcosa
di erotico, di pornografico
"Il Nome della Rosa"
sai a cosa ho associato la rosa
comunque l'album di Seger
si intitola Against the Wind 
pensa è uscito un mese esatto
dopo il giorno del mio compleanno
che diavolo di coincidenza
manco l'avesse fatto apposta
non ci poteva pensare prima
a farlo uscire
ma sai come ragiona
la gente a Detroit
vai a capirla
parlano di motori di macchine sportive
& di sparatorie & di speed a buon mercato
ma poi mi chiedo
se uno sta in Michigan
non ti si fottono le palle dal freddo
senti se vuoi vado
a comprarti qualcosa di forte
sai, non ho portato niente
è oltre un anno che sono pulito
& mi va bene così
sono più sano che mai
poi sono tranquillo
sono in pace col mondo
libero di girare con la mia Suzy
l'Harley intendo
sai va bene
anche se fa sentire i suoi anni
ma ora sono un nuovo me
niente più risse nei bar
niente più accorducci con la polizia
niente più informazioni di sottobanco
per evitare notti in gabbia
& niente più cauzioni & garanti obesi
pieni zeppi di dollari
basta con quella vita
mi stava uccidendo 
sono un cittadino modello adesso
pago tutte le tasse, sì
tutte, fino all'ultimo cents
sai che faccio volontariato
al centro per i senzatetto
è uno nuovo che stanno sistemando
lo hanno aperto su una traversa della Main
il posto è un cesso ma lo stiamo ripulendo
lo stiamo mettendo a nuovo
siamo una quindicina di bravi cristiani
lo sono o no un bravo di fottuto cristiano
ah, è vero, niente più bestemmie,
tappati le orecchie Candy
& tu Signore perdona
quest'umile peccatore
sì tu Dio, Dio
ascolta questo sacco di ossa
sia lodato Gesù Cristo
& questo grande Paese
ma ora torniamo a noi
con chi sei stata l'ultima volta
guarda che puoi dirmelo
chi ti ha ridotta così
era ieri sera o stamattina
quando scarpinavi scosciata
con i tuoi fantastici stivali shoshone
guarda che ti ho vista ehh
ero andato a comprarmi
il Review-Journal fresco di giornata
& secondo me
da come ti ho visto camminare
avevi una volta tanto le narici libere
così da potere inalare il fresco dell'aria dell'alba
che si appoggia su Downtown Vegas
alle 4.45 a.m. c'è una luce bestiale
sembra di stare nel Red Rock
quando non gira ancora nessuno
tranne qualche harleysta che fa ritorno a casa
o qualche testa di pusher che fa rastrellamento
per organizzarsi la giornata
& farsi il suo meritato guadagno
anche un salvadoregno di seconda generazione
deve portare i pannolini il latte & i biscotti a casa
siamo un Paese libero Candy
anche nei pomeriggi nebbiosi dei martedì 
dimmi chi è stato
prometto di non toccarlo
immagino non sia di qua
dimmi che non è un figlio di puttana
di quella merda di stato che è la Florida
sai cosa gli faccio a quelli
a tutti, tranne quelli delle Keys
lì è terra sacra
lì è un santuario
lì è casa Candy, capisci
siamo compagni di sangue
roba da Legione Straniera dei Tropici
poi c'é sempre Whitney che mi attende.
& quello è più di un buon motivo
non stiamo più chiusi qua
basta usciamo
ti porto a fare un giro su Suzy.





LETTERA A DIO. L'Opera dello Spirito ovvero l'Odio nel Mondo


I Quadro.

La Venuta ovvero La Rivelazione.

Eccoti dunque. Senza alcun preavviso. Avrei dovuto immaginarlo. Ma sì, in fondo l’ho pensato migliaia di volte, ti ho pensato talmente tante volte, che mi è difficile confidarti quante volte, dirti il numero delle volte, o almeno, per abbozzare, darti un qualcosa che si avvicini all’idea di questa cosa che si è ripetuta in me, il pensarti. Ma sei qui, ora. E parli. E' qualcosa di tremendo, di definitivo, di salvifico. Io sono il Signore, il Dio Tuo. Sono l’Alfa e l’Omèga di Tutte le Cose. Io Sono. Sono il Tutto, dal Principio alla Fine. Vengo al Mondo, prima del Mondo Stesso, visto che sono stato Io a crearlo. E’ normale che tu mi abbia pensato innumerevoli volte. Io ci Sono Sempre Stato. E non ho numero. Io, l’Infinito. L’infinito che per sua stessa ragion d’essere e definizione esistenziale, tende all’infinito stesso, non conoscendo fine alcuna. Di questo e di Altri Mondi. Prima della Vita e dopo la Morte. Per me, esse non esistono. Sono solo delle Creazioni che ho imposto agli uomini, per dare un senso alle loro vite attraverso un termine. Si nasce e si muore. Voi. Dunque, eccoti qua, mio Signore. Tu sei anche il Padre di Gesù Cristo, colui che ho amato di più. Anche se sai benissimo, avendomi tu fatto, che ho amato molto Mozart e Beethoven, Pollock e Rothko, Kerouac e Nietzsche, Bob Dylan e Lou Reed. Ma l’amore che ho avuto per Cristo, non l’ho mai avuto per nessuno. Certo ho amato di più le donne, ma in modo differente, come ben potrai immaginare e di conseguenza, perdonarmi. Sii indulgente, mio Signore. Il Padre di Cristo. O dovrei dire del Cristo. Suona meglio. Più secolare, più millenario, più trascendentale. Dire il Padre del Cristo nel mezzo di una cattedrale gotica risuonerebbe, rimbomberebbe, tuonerebbe in modo perfetto, potente, celestiale, paradisiaco, sarebbe la nota dominante di una sentenza definitiva sul Mondo Intero. E dopo di che, tutto potrebbe anche andare in pezzi. Sai, sono curioso. Mi parleresti dello Spirito Santo? Sai, perché, a dirla tutta, mi è sempre sembrato, scusa se mi permetto mio Signore, come uno che, come … direi il Terzo Incomodo. Sta scritto: “Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo. Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov'essi erano seduti. Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi”. Grazie, non avrei saputo darmi risposta migliore. Impeccabile, davvero impeccabile.


II Quadro.


La Vita dei Filosofi ovvero La Conoscenza.


L’immaginario collettivo accolse - forse tutt’ora accoglie, con gentile compostezza mentale ed animosa predisposizione corporale,  l’assunto  per cui la filosofia fosse stata generata, che provenisse da qualche remoto lido ellenico o che discendesse per donatrice concessione democratica magari attraverso l’emanazione di uno specifico atto legislativo disceso direttamente dall’elevata statura regale dell’Acropoli della πόλις Ateniese, o che, diversamente, fosse tramandata - come un’anomalia genetica detonata per errore dalla principale ed imperante arte divinatoria della poesia - dalla bronzea favella oracolare di Omero o dall’adamantina cetra incantatrice di Orfeo. Nulla di più falso. La Filosofia è scaturita fiammeggiante da un riparato anfratto di una  discosta grotta non precisamente rinvenibile e rintracciabile su carte geografiche. La Disciplina di cui si sta discorrendo, è nata al suo cospetto, quello della abscondita cavità terrestre nel fagocitante regno del buio e la sua primigenia promanazione era nella mente di un uomo proveniente da Efeso. Il nome di quell’uomo è immortalmente scolpito sui frontoni delle imperiture accademie del pensiero nella durata dei millenni: era colui che indagava su se stesso, l’oscuro, l’enigmatico, il mistico, il mantico, il solitario, il meditativo, l’errabondo mentale par excellance - Eraclito. Poi sono venuti tutti gli altri, ma l’origine della filosofia, la fragorosa scossa tellurica che ha provocato il distacco, la rottura della terra e la formazione della crepa che permettesse la prorompente uscita dell’antica sapienza greca custodita ingiustamente dal sottosuolo soporifero dell’Ade, deve essere ascritta ad Eraclito e solo a lui. Socrate ha fatto del dialogo, dell’ἔλεγχοςè e della maieutica la propria missione di vita e poi è morto per cause politiche in un processo farsesco. Platone ha riempito pagine e pagine di racconti, aneddoti e idee ed il magister vitae, l’imperscrutabile astro, l’inarrivabile erudito ed intuitivo Aristotele, è stato come il dio padrone delle terre, dei mari e dei quattro venti per lungo tempo. Poi, come è inevitabile che fosse nella Storia dell’Uomo, è giunta una Rivoluzione. E fu una Rivoluzione di carne e sangue, di membra mozzate e di teste decapitate, in quel della terra di Francia. La disgrazia ghigliottinante non la sola. Vi si accompagnò, trionfante, la Rivoluzione dei Lumi come un Grande Risveglio dell’Intelletto Europeo. Irruppe Kant con le Sue Tre Critiche, con l’affermazione dell’importanza della libertà individuale e l’ancillare corollario della teoria del sommo bene. Venne quindi il turno di molti altri, prima e dopo del filosofo di Königsberg: Pascal, Spinoza, Kierkegaard, Schopenhauer, Marx. Poi da un luogo recondito, poco frequentato, appartato nel Land della Sassonia-Anhalt, una piccola municipalità denominata Röcken, venne colui il quale filosofava con il martello, il filologo Friedrich Wilhelm Nietzsche. Da lui in avanti, da lì in poi, cambiò tutto. Scrisse moltissimo e profetizzò con ancor inarrestabile fervore l’avvento dell’Übermensch, figlio unico e prediletto della genia del Superuomo, destinato ad attuare la Trasvalutazione di Tutti i Valori, al di là del Bene e del Male. Giunse a comporree a congegnare, abbeverandosi interminabilmente dalla stanca fonte dei voluminosi, densi, prorompenti scritti postumi, un testo dal titolo L’Anticristo, che non fu per lui di buon auspicio, visto che a breve la malattia mentale e fisica s’impossessarono di lui, facendone un malato, un debole, proprio quel tipo di individuo contro cui si era battuto e scagliato contro tutta la vita con tutta la sua incredibile forza intellettuale, la sua geniale intelligenza e il suo potente e virtuoso talento discorsivo e la sua fulgida dote scrittorea. Poi arrivò il Novecento, il secolo breve o quello del pensiero debole.


III Quadro.


Il Camposanto ovvero Il Giardino dei Giusti.


Come mi hanno insegnato. Mio padre prima di me e suo padre prima di lui. Quindi il nonno di mio padre a mio nonno. E così via, risalendo con calma e saggezza la corrente umana, di generazione in generazione, di secolo in secolo. Abitiamo questo posto e siamo parte della comunità ma non ho mai capito che ruolo abbiamo verso gli altri membri, come ci considerano e come vedono il nostro futuro in questo posto. Hanno pensato a noi? Hanno pensato al nostro avvenire? Hanno preso delle decisioni alle nostre spalle che vanno contro la tradizione, intendo, la Nostra Tradizionedi Famiglia? Non posso neanche dire che siamo degli stanziali. Di sicuro siamo una famiglia con un cognome, ognuno di noi ha un nome e come un gruppo di individui che vive e condivide lo stesso tetto, formiamo un nucleo famigliare. A scuola vado male, riporto costantemente brutti voti nei compiti e giudizi reprimendi sulla mia condotta. Mi presento con  abiti disordinati e sgualciti oltre ad avere in molte occasioni le mani gonfie dal freddo, sporche di terra e le scarpe sudicie, gonfie di fango e lorde di erbacce. Ma è quello che sono. E’ quello che facciamo. Io, mio padre, mio nonno ed il padre di mio nonno prima di lui. E forse, se faccio mente locale, se mi sforzo, se provo solo ad immaginare intensamente ad un corpo umano che non sia quello di mio padre, quello di mio nonno o quello del padre di mio nonno, arrivo a quello che forse si chiama trisavolo, o almeno credo. Una sorta di nostro progenitore, vissuto tanto tempo fa, che ha creato la nostra famiglia e ha confinato le nostre esistenze in questo posto, in questa comunità e condannandoci amorevolmente ed in modo lungimirante a svolgere indefessi il nostro dovere, che poi è il nostro compito, la nostra funzione, il nostro mattino, il pomeriggio, la sera, la notte e di nuovo il nostro mattino, il pomeriggio, la sera e la notte, che con il sonno reprime i sogni e i rimpianti delle donne di questa casa. Seppellire i corpi, farli  scivolare in una buca od incastrali in un loculo, dare un luogo ben preciso per il riposo eterno, non è una cosa così disdicevole, non è un’attività da denigrare, noi non siamo persone da evitare; ma questa è l’impressione che gli altri membri della comunità mi trasmettono. E di questa cosa sono stanco. Cosa succederebbe se decidessi di profanare i corpi? Cosa farebbero i loro signori membri della comunità se mi divertissi di nascosto con quello che resta dei loro parenti sepolti due metri e mezzo sottoterra? Non farò niente di tutto questo, poichè me lo proibiscono le regole della mia famiglia, della mia casa e del mio Dio. Però una cosa la farò, raggiunta la maggiore età: per i cadeveri dei bambini creerò un giardino solo per loro, un giardino speciale, dove possano riposare, ridere e giocare ancora per un’altra vita. Che Dio mi perdonami.


IV Quadro.


La Morte degli Artisti ovvero il Mestiere della Trascendenza.


La morte di un esponente della comunità artistica era sempre vissuta con un certa compostezza pietistica, che si potrebbe anche definire, una complesso formalmente precostituito di gesti dai connotati ambigui, conditi da rigidi rituali dal sapore moraleggiante e accompagnato da un insieme di comportamenti dalle declinazioni e dalle pieghe di un’appariscente ed irritante pubblica mostra di uno sciatto e squallido contenimento ipocrita. Ma delle volte accade che qualcuno muoia più di altri. Non che questa morte, che questa specifica dipartita, sia più o meno rilevante di altre, sia più o meno impattante, od addirittura così significativa e drammatica da produrre un’inevitabile scissione nella comunità di artisti di cui il defunto faceva parte ed era anima produttiva, attiva e persino organizzatrice, per non arrivare a definirlo un vero e proprio maitre a penser, animatore, agitatore o movimentista. Non si scomodi, non si pensi nemmeno di contemplare il caso unico e raro del decesso del fondatore di un movimento stesso, ovvero di colui che sarebbe stato annoverato tra i pochi, veri, unici ed autentici mostri e maestri, Signori, Despoti e Padroni del Destino dell’Arte, l’Arte quella Vera, quella che sta nei Musei Parigini, Romani, Londinesi, NewYorkesi e di molte altre capitali di nazioni di mezzo mondo e città culturalmente superiori ed elette, sparse per il globo terracqueo, tutte accomunate dalla benedizione sacrale dell’incancellabile imprimatur del sigillo della cultura e dell’intellettualismo, entrambi marchianti con le rispettive lettere iniziali in caratteri maiuscoli di eterna duratura ed ineffabile destino. Edgar Allan Poe è morto male, decisamente male. Non se ne hanno notizie certe, dettagli precisi, appigli incontestabili, non si ha un vero e proprio rapporto documentale di decesso che promani da una precisa e certa istituzione od organo, che sia di polizia, di obitorio o di addetti alle cerimonie funebri. Si sa che è morto il sette ottobre dell’anno 1849 per cause che rimangono sconosciute, misteriose, che non sono state oggetto di accurate e definitorie indagini autoptiche. Fu trovato il giorno tre ottobre in una taverna di Baltimora, con un aspetto esteriore e fisiologico di trasandatezza, di incuria, di trascuratezza ed in una condizione psicologica versante in evidenti manifestazioni riconducibili ad un generale, confusionario e traumatico stato di delirio psicotico accompagnato da un conturbante fenomeno di delirium tremens oltre ad un manifesto obnubilamento dovuto probabilmente alla protratta abitudine condotta per intere giornate e nottate in cui si era ostinato all’uso ed abuso di sostanze alcoliche e oppiacee. Portato d’urgenza al Washington Collage Hospital, lasciò le umani spoglie all’età di quaranta anni e fu sepolto in una sparuta tomba sul retro del Westminster Hall and Burying Ground.


V Quadro.


Vicissitudini Familiari ovvero la Nascita del Figlio Primogenito.


I rapporti fra Chloé e Nicholas erano giunti ad un punto che non si poteva neanche definire di rottura. Almeno la rottura, quando avviene, e quando avviene tra una coppia eterosessuale in cui la donna è incinta di oltre sette mesi, ha un suo perché, un suo motivo razionale, fondante, capace di produrre conseguenze materiali, quotidiane e di far discendere da queste una catena consequenziale di eventi comportamentali e sentimentali in grado di mettere un certo qual ordine tra la vita che è stata convissuta tra queste due persone e che, da lì a poco, le renderà divise, nemiche, partigiane, fautori e fautrici in campi di lotta contrapposti, le porterà ad avanzare rivendicazioni, ripicche, a formulare ritrattazioni, avanzare contestazioni pretestuose ed irrazionali, ad essere invase dalla gelosia, da un perverso senso di proprietà del corpo e della mente dell’uno verso l’altra e dell’altra verso l’uno, a lasciarsi trasportare in elucubrazioni trasandate, insensate, piene di odio reciproco, li porterà ad uno stato patologico generale di sordida malizia mal riposta, li condurrà nel terreno avvinghiante dell’ingiuria pronta ad essere esternata in ogni occasione e a valutare le situazioni di vita di ogni giorno e non solo, come delle maledette ed infingarde imposture, come colossali menzogne propagandistiche architettate da un regime avversario e li farà camminare lungo l’arido e sottile percorso della violenza psicologica, della facile e comoda scelta della prevaricazione discorsiva od addirittura fattiva sul prossimo, come se fosse l’unico comando osservabile sotto l’ingiusto sguardo di un dio minore, di un destino avverso, di una disgrazia inaccettabile, di una vita che sta venendo al mondo nell’alveo doloroso e teso di un amore collassato irrecuperabilmente, di un rapporto di coppia che per anni ha vissuto di strascichi e di stenti fino a provare i gangli della fame e le arsure della sete. Ecco una relazione sentimentale che mai ha raggiunto quello che Nicholas e Chloé si erano immaginati quando si erano innamorati, si erano preposti festanti quando si baciavano dappertutto, e per dappertutto si intendeva in ogni luogo e posto di Milano ed in ogni parte e porzione dei loro corpi nudi … le fantasiose proiezioni prometeiche che avevano gioiosamente ed infantilmente concepito come due terribili amanti, le giornate trascorse al parco a fotografare le giostre e gli estranei, a passeggiare, a correre dietro le enormi bolle di sapone dei clown, a smuovere coi piedi la ghiaia che stava arroccata ed umida sotto le panchine mentre le occupavano - lui, Nick, di solito leggeva uno dei suoi mostri sacri, Sartre, Camus, Kerouac, Steinbeck, Jung, Lacan, Walcott, Auden, Valery, Beckett, Bernhard, Burroughs e molti altri e lei, Chloé, si limitava ad esporre la sua bellezza alla luce obliqua e tragica del mese di ottobre.


VI Quadro.


Il Viaggio ovvero la Scoperta dell’Altro Mondo.


Ero arrivato in aeroporto quattro ore e mezzo prima dell’orario previsto per la partenza del volo diretto a New Orleans, con scalo ad Atlanta. Uno dei miei due soliti itinerari. Lo scalo od era ad Atlanta od era al JFK e devo dire che poco cambiava, anche se avessi da sempre una leggera preferenza per l’aereoporto nella capitale della Georgia, visto le dimensioni e le quantità di negozi, boutique, bar e duty free da poter girare. Inoltre c’era un semplice, banale, motivo personale. La prima volta che sono andato negli Stati Uniti d’America ero diretto all’Università UCSD di San Diego, La Jolla, California e feci lo scalo proprio ad Atlanta. Sono passati oramai venticinque anni e venticinque anni sono più della metà della mia vita e in questo arco temporale, in questo quanto di spazio in eterno movimento, seppur sempre in ossequio di un principio generale di relatività, di cose ne sono successe e sono stato testimone di tanti eventi. Parlando dell’America, la Terra dei Liberi e la Casa dei Coraggiosi, c’è stato l’undici settembre 2001, ci sono state le guerre in Afghanistan ed in Iraq, ci sono state le prime apparizioni di Barack Obama, un senatore di colore dell’Illinois che in quei tempi e negli anni subito ad avvenire calcava ed occupava fisicamente e metaforicamente, con la stessa enfasi storica che caratterizzò la limpida, penetrante, solida arte retorica, la stagliante ed ingombrante figura di riferimento che fu  Abraham Lincoln. Obama che nel 2004, alla Convention del Partito Democratico, mentre mi trovavo a San Francisco, usava il potere della parola in quel modo che è tipico di chi può pronunciarla con il dono etereo, temporaneo, saettante che valica per origine e destinazione l’afflato emblematico di una classica saggezza peripatetica, perché nei momenti cruciali in cui quel particolare individuo pronuncia libero discorsi dai toni declamanti, viene riconosciuto quale Giusto, Giusto fra la sua gente, giusto sul suo popolo, Giusto per la sua Nazione. Poi come una colossale e continuata sbornia da Quartiere Francese, arrivò il 2016 e capii immediatamente che il Paese che più amavo oltre al mio di origine, sarebbe stato guidato dalla versione peggiore dell’America, non quella in cui mi riconoscevo di New Orleans-Louisiana, di San Francisco-California, di Austin-Texas e di altri posti sparsi nella nazione nordamericana a stelle e strisce (Chicago, Seattle, Washington D.C., Downtown Los Angeles, Downtown Las Vegas e la magnifica, decadente, rabdomante post-industriale Detroit), ma da quella della rabbia, dell’intolleranza, della prepotenza, delle frodi, dei fallimenti ed infine dell’assalto a Capitol Hill. Su un muro di una casa di Bywater, un quartiere tipico dei New Orleanians, c’è dipinta una celebre frase di Tennessee Williams “America has only three cities: New York, San Francisco, and New Orleans. Everywhere else is Cleveland.”