martedì, settembre 13, 2011

I Canti della costa





I.
Abbiamo una casa sulla costa
davanti a noi
qualche roccia bruna ricoperta di muschio
in questo posto non esistono
'gli abitanti del posto'
ci siamo portati
le tele e i colori e i pennelli
i martelli i chiodi
la graffettatrice e la colla
quindi due vecchi e robusti cavalletti
& una gabbia di legno dove mettere i liquori
alla mattina dopo esserci incontrati
lavoriamo con i carboncini sul quaderno degli schizzi
e alterniamo Charles Mingus a Miles Davis
e scappa pure John Williams
(tutto) con un sottofondo di drink leggeri
anche se è già pomeriggio inoltrato
e la nebbia al di là della della veranda
è viola ed inconsistente
abbiamo affettato sette grandi limoni
e li abbiamo lasciati trasformare
su un asse di legno
messo in freezer
dopo mezz'ora sarebbero stati perfetti
per il tuo whiskey 'n' soda
'piacevole come i giorni dell'universo'
dice la nostra nuova vicina

II.
Voler essere come Jackson Pollock & Lee Krasner
e decidere di sparpagliarsi
tra i cespugli secchi e la sabbia pungente
con un occhio stare al mare fermo
come una contorsione interrotta
e uno spinto nell'orizzonte
di inefficaci ideali di breve durata
sopra ad asciugamani
buoni per avvolgere le mele
& le manie fissate nei tuoi capelli
scivolare di pochi chilometri sulla costa
con la sensazione di essersi soddisfatti su qualcosa
perché si è disfatto qualcosa
ed aver ripetuto a se stessi
solo una volta
'rallenta
stai perdendo la tua età'
in cambio di un mistero sulla schiena e sulla bocca
'rallenta hai iniziato a sembrare diverso'
ogni mattina leggendo la Bibbia
la sera apostrofandola
sottolineando
contestando
strappandola
disincarnando
prendendo a pugni le note
per farne una versione tua
da mettere sopra la testiera del letto
assieme al Cristo di Velasquez
ad una ellenica madonna nera
ed ad un crocefisso vaticano.

III.
Abbiamo iniziato
ad immaginarci i giorni sulla costa
alla stessa maniera delle estati in città
nel quartiere da cui siamo fuggiti ed apparteniamo
raccogliendo i nostri soldi
apparteniamo da 17 anni ed oserei dire da sempre
alla mattina sorbirci il caffè temperatura ambiente
filtrato 11 ore prima alle due di notte
quando totalmente saturi spossati
stralunati da rotolarci
con un tonfo nel letto
ascoltando le notizie
profondere dal televisore incosciente
borse in ribasso
prezzo del petrolio stabile
in continuo rialzo l'oro
arrestato il malavitoso di
all'asilo di
due maestre violentavano i bambini
ritrovata morta la signora
uccisa a botte dal figlio tossicomane
picchiata a morte
il tempo migliorerà
per poi peggiorare nel fine settimana
per dirti ridendo
ho amato quella tua linea traversa
non è la prima volta che lo fai
l'ho amata
tu sei girata dall'altra parte
e vai in cucina
a prendere l'acqua
e a farti l'ultimo goccio
a correggere il caffè
prima di sprofondare
non prima di non aver messo
l'orso di peluche in mezzo a noi
come il figlio che non avremo mai.

IV.
Siamo andati a messa
alle cinque della mattina
alla chiesa irlandese del posto
non l'avevamo mai fatto
e tu ti sei messa
quel grande cappello bianco di paglia
con una fettuccia rosa
e due meravigliosi occhiali da sole
con una montatura impenetrabile
e delle lenti estratte dal fondo
di un abisso triestino
molte volte ti ho vista fare gli stessi gesti
alla chiesa irlandese come a teatro
quella volta alla lectio magistralis
tenuta dal filosofo sulla letteratura russa
gli estranei ci hanno chiesto
conosci questo conosci quello
bisogna sempre essere vestiti alla loro maniera
e sottomessi alla stessa
al che tu dici
'Bello vendo roba
se vuoi il primo buco
te lo faccio io'.

V.
Ammetto di aver esagerato quella notte sulla costa
ammetto di aver perso il senso delle cose
continuare a parlare del Corcoran
e del mio imminente ritorno al Whitney & alla Biennale
tu continuavi a tergiversare sui Morti
ed io parlavo dei Dead
solo per fare un'assonanza anglofona
e lì hai gettato il bicchiere
ed hai detto domani torno in città
tu seguimi o fai quel cazzo che vuoi
e io ti ho detto
hai fatto una figura del cazzo al bar
con il cameriere
che continuava a dire no con la testa
e tu te la sei presa con lui
e lui si è scusato
e ti ha detto
signora è da 17 anni
che non posso controllare
questi movimenti
una sera mi hanno investito
io ero ubriaco
e la macchina arrivava
e non mi biasimi
la prego
me ne scuso
e tu hai hai chiesto solo un whiskey
per dimenticare
e gli hai lasciato dieci pezzi di mancia
e mi hai detto
vai a chiedere scusa per me
tu usi meglio le parole.

VI.
La mattina sulla Rue Photagraph
il cesto in metallo
da prendere & da riempire
sapone caffè coca pop corn
soda patatine ketchup
maionese Tallamore lattuga pomodori
pane pancetta uova roast beef
tacchino arrosto peperoni
fagioli rossi cipolle rosse
burro salato Bushmills
alla cassa con due cesti di metallo
ed il manico di plastica blu elettrico
le ultime memorie stampate
in uno scontrino di carta riciclata
con uno saluto di commiato
dopo il totale
tu sarai simile ai tuoi simili.

VII.
La vita è differente
attraverso questi bicchieri blu
alzarsi dal letto e sistemarsi
sulla poltrona di fronte al letto
una poltrona di stoffa color mattone
con le bordature ancor più scure
contare con le dita i giorni
che ci rimangono sulla costa
oltre la nostra frontiera
abbiamo rovistato
ed abbiamo detto la verità
la sola verità
con disarmanti bugie invalicabili
abbiamo inscenato
un finto matrimonio.

VIII.
Quando hanno ammazzato il Presidente
sei scappata.

IX.
Mi hai ripetuto
che quello del tavolo di fronte sulla sinistra
aveva delle somiglianze con me
difficilmente
forse rintracciabili altrove
il modo come guardava in giro le cose
ed il modo come le afferrava
ed il modo come metteva le braccia sulla tavola
dovevano essere giorni vissuti
sotto la nostra campana
metti più colore
sforza di più il colore
riempilo cementificalo
calca in superficie
nell'entroterra di questa regione
ingoiando un sacco di canapa
per il grande grido della costa orientale.

X.
Una foto b/n.





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