martedì, novembre 22, 2022

L'Epica di Gerald - Parte Sesta


Sono arrivato a New York City, Broadway, Manhattan, che le palle e il pene mi si erano striminziti, rattrappiti e ghiacciati ed avevo i crampi allo stomaco dalla fame e l’intestino diventato un’unico blocco congelato, surgelato. Avevo 11 dollari, datomi di nascosto da mia sorella - i suoi risparmi di una vita, ed il viaggio sui Greyhound era stato sereno e trasognante. Ero partito da Macon, la mia famiglia aveva una piccola fattoria un po’ al di fuori dei sobborghi di Macon, Rutland. Ti ho già raccontato di come leggevo Moby Dick sotto le lenzuola e le coperte di canapa, che oltre da fare da coperte, erano più propriamente dei sacchi per il raccolto e di come leggevo Melville alla luce un piccola torcia a carica manuale. Mi sono buttato verso la Penn Station perché mi era subito sembrato troppo, NYC era troppo per un dodicenne che arrivava da un paesino nella terra di nessuno della Georgia. Mah, mi dicevo, prendo un treno per il New England, per il Maine o mi butto direttamente fino in Canada, più a Nord possibile. Vado in un’altro Stato, in un’altra Nazione. Cambio Popolo. Una volta toccato il suolo del Connecticut, sono sceso a New Haven ed ho fatto marcia indietro. Dietrofront Gerald. Sissignore. Preso un altro Greyhound. Sceso un’altra volta a Broadway. Camminato per poco verso Times Square. Roba da matti. Times Square negli anni Cinquanta. I cartelli, le insegne luminose di dimensioni abnormi, dei pianeti fissi di una costellazione statica in una galassia in eterno movimento. Questa era New York City. Chevrolet, Canadian Club - un mio grande amore, non solo una passione per una intera vita, Admiral, facevano apparecchiature televisive. Ai lati un bottiglione di Pepsi si stagliava come un totem di acqua zuccherata color caffè. Chi non la vorrebbe. A fianco anche un tappo, sempre delle stesse dimensioni ed una scritta mastodontica che parlava della Pepsi Cola. Sulla 44esima, nell’edificio che ospitava quel sudiciume che era l’Hotel Claridge, la storica ed iconica insegna che sputava fumo, quella delle sigarette Camel, che diceva: “Ho camminato un miglio - o avrei camminato un miglio, non ricordo, per una sigaretta Camel”. Roba da duri, Nick. Roba Vero Uomo Americano. Stelle & Strisce. Tutti in piedi per la Bandiera. Era il 1956 ed il jazz imperversava nei club ed i Beat stavano per venire allo scoperto. Non te li elenco, visto che tu li conosci molto meglio di me, li hai letti tutti, sei un santuario e un depositario dei Beat, un custode, un tesoriere in pectore, un cardinalizio camerlengo letterario. E Gerald fa prima un sorrisetto e poi ci piazza una bella sghignazzata. Sei un uomo spregevole, Gerald. E tutti e due scoppiamo in un fragorosa risata. Dai che siamo pronti per un altro round. Lui scotch & soda, io Lynchburg Lemonade. Tutto potrebbe finire qui. Tutto finisce qui. Nient’altro da aggiungere, Vostro Onore.

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