sabato, novembre 19, 2022

L'Epica di Gerald - Parte Seconda


IV.
Nel Duemilaesette, prima della partenza per Brooklyn dove avrei restituito la macchina, risalendo la East Cost, mi lasciò alla reception dl Chateau Hotel - avevo la stanza al piano terra che dava su St. Philip St o come piaceva chiamarla a me Rue Saint Philippe, un posto strategico per vivere la notte vorace & banale del French Quarter - una busta al cui interno c'era una lettera di saluti ed auguri per il mio futuro viaggio e per il mio futuro in generale. C'erano anche dei volantini sui luoghi più interessanti ed attrattivi della Louisiana - consigli che puntualmente disattesi andando in direzione contrari, ostinata ed opposta (lui mi diceva di andare a Lafayette, io andai a Morgan City, una miniera di droga per le mie pellicole in bianco e nero, per i miei scatti "traversi") e poi dei fogli battuti a macchina, anche lui era uno all'antica come il sottoscritto. O taccuino e matita o penna o macchina da scrivere su fogli di carta riciclata, così che l'inchiostro trasudasse ed impregnasse a fondo la superficie del foglio stesso. C'erano quattro brani distinti, tre brevi ed uno un po' più articolato. Civilizzazione, negli Stati Uniti, stamattina fa meno caldo del solito. E' proprio un peccato doversene andare così, oggi, glorificato dall'aria che sbatte sul Pontchartrain ed arriva fin qui mischiandosi e fondendosi con la fangosa e sottile brezza che scala dalla curva del Mississippi. Il più breve, ovviamente tradotto, s'intitolava "Orgasmo mattutino" e parlava di come era bella la sensazione, com'era splendida e rituale, prendere il membro del suo compagno in bocca ed infine il fuoco del suo orgasmo. Bell'inizio di mattinata, Gerald, ti ringrazio. Poi c'è ne era un altro di brano. Potente, pioneristico ed incendiario nel vero senso della parola. Non aveva titolo. Parlava anche questo del fuoco. Questo mi rimandò alle mie American Spirit, gialle o nere, ed ai suo sigari comprati al Cuban Creations Cigar Bar al 553 di Touolouse St e di come lui teneva la cenere sempre ad una lunghezza, una profondità perfetta, metodica e di come io lasciassi che la cenere proseguisse nel suo corso, allentando ed agonizzando il tabacco della sigaretta. Il brano faceva così:

"Io brucio
dunque io do fuoco
do fuoco al mio corpo
&d alla mia mente
per aprirla & polverizzarla
in un angolo remoto
di questa buia regione
chiamata Louisiana
io brucio i ponti sopra il Mississippi
& quelli sopra i fiumiciattoli
io cammino sopra la scia infuocata
lasciata dallo Spirito Santo
nel 50esimo giorno
dalla Pasqua Cristiano-Cattolica
una festa mobile
non come quella di Hemingway
io do fuoco alle coscienze dei benestanti
dei miei parenti bigotti
delle checche che ci screditano
gettando disprezzo & quel sapore di ridicolo
sulla nostra comunità denigrata
scalciata &d ingannata
picchiata &d inculata
imprigionata &d osteggiata
ecco, a tutto questo
io do fuoco
dalla mia casa ai cimiteri
quelli dei benpensanti & dei senzatetto
do fuoco alla terra brulicante & melmosa
superficie del bayou zeppa di oro nero
& nel fondo di rettili predatori
affinché il fumo si possa vedere
dalle pianure dell'Oklahoma
fino ai campi di cotone
di Mississippi, Alabama e Georgia
le tre grandi K dei dragoni
degli assassini & stupratori
di neri &d omosessuali
io do fuoco a questa grande contraddizione
che si chiama America
da Ellis Island & la Statua della Libertà
con la sua iscrizione ingannevole
la terra promessa
la terra del latte & del miele
& della seconda venuta del Messia
per giudicare chi potrà salire & chi scendere
come in uno squallido ascensore di un motel
vicino all'aeroporto Louis Armstrong
o in un posteggio di baracche e roulotte
io do fuoco alla roulette dell'Harrah's
questa volta sarò io
a premere il grilletto per primo
a sfregare il cerino sulla pietra
&d a lanciarlo su tutto
lasciandomi alle spalle il mondo
bruciare & farsi cenere per l'eternità
senza bisogno di alcun giudizio divino
il Messia troverà un deserto carbonizzato
& si ricorderà dei suoi quaranta giorni
che lui stesso mi danni
se non lo facessi.
Io do fuoco."

Non credo di affermare niente di particolare e non credo di sorprendere nessuno se dico che costudisco questo scritto nel mio archivio fotografico del mio studio. Ma riprendiamo a parlare di Gerald e di Gerald e me, seduti per ore interminabili sul bancone ad U del Flanagan's dopo una succulenta e strabordante cena da Irene's.














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