martedì, novembre 29, 2022

Delta & Bauhaus Blues


Telefonato a mia madre
dall'altra parte dell'Oceano Atlantico
là è tutto ben definito da tempo
confini storia popolazione
vecchio continente a ritmo di Valzer
quaggiù le cose
sono un pò diverse, mischiate
qui sotto in Louisiana
visto che ci si mettono
il blues & il jazz
a farla da padrone
tutta roba con cui vedere il mondo
attraverso dodici battute ritmate
fino allo sfinimento per strada
oggi me ne vado a camminare
lungo l'argine & metto le gambe a mollo
con la chitarra l'armonica
sigarette & magari qualcosa
di viscido & leggermente illegale
non ti preoccupare pa'
qua tutto bene, tutto a posto
non potrebbe essere
diversamente qui
questo lo sai vecchio
hey hey non mi senti
questa acqua 
che circonda
la terra dove si mettono i piedi
facendoli rullare lungo le curve
del Missie & dei binari della ferrovia
questo mare dove entra di tutto
Mississippi & Golfo del Messico
& per spinta l'Oceano Atlantico
sversamenti di petrolio & rifiuti
certo non è come stare
nel cuore mitteleuropeo di quel di Vienna
con il suo Sul Bel Danubio Blu a tutto volume
una città smaltata di argento scrostato
& marmo nero d'Africa presa a frustate
oro dell'Estremo Sud dell'Apartheid
dai Layla, mi hai messo in ginocchio
ti prego & cerco di consolarti ma non mi ascolti 
& allora non mi rimane che sentire
il Blues del Delta & quello della Bauhaus
& anche se ci vado giù piano
come un genuino blues
sono su di giri, altro che battute.














domenica, novembre 27, 2022

V.V.P. - Sestetto, allegro, ma non troppo

Hanno trafugato le ossa di Potëmkin
hanno avvelenato Makei
il ministro degli Esteri della Bielorussia
cosa che potrebbero fare anche
al putiniano pupazzo Lukashenko
vogliono ripetere l’Holomodor
del simpatetico & simpatico
vecchio compagno Stalin
autore di splendide pagine di storia
con il suo amico di scorribande omicide
il Segretario del Comitato Centrale
del Partito Comunista Ucraino Kaganovič
quella bella & delicata
disciplina dell’Holomodor
holod & moryty, due pilastri fondanti
di un candido genocidio
alla fredda luce del sole
la statua di bronzo
di una bimba emaciata
con i capelli raccolti a treccia
dietro le spalle
& le braccia che tengono a malapena
delle spighe di grano
come se fossero spine roventi
tra le rattrappite membra esanimi 
fino a dove vuoi arrivare, V.V.P.



Terre Texane


Nel crepuscolo di questo caffè nero
più denso del lucente olio nero
che sgorga fuoriuscendo
da queste terre texane
non se ne vede il fondo
finché non l’hai bevuto tutto
mettendoci tutta l’onnipotenza
                                              [di Beethoven
tutta la geniale vertinogisità di Mozart
fumi le Marlboro fatte a mano e selezionate
dai migliori esperti di tabacco
esistenti sul pianeta terra
più in là non osiamo spingerci
perché tutto diverrebbe
pleonastico e galattico
oltre il nostro sapere
oltre il nostro controllo
tutto andrebbe perso
andrebbe sciolto
in un banale ed inapprezzabile
vuoto senso di umorismo.

Matinée Occidentali


L’Arte della Fuga
BWV 1080 - Die Kunst der Fuge
stampata nella seconda edizione nel 1751
un compendio magistrale dell’arte del contrappunto
variazioni & rovesciamenti degli intervalli
non proprio quelli dei matinée
dei desolati cinema newyorkesi
una polifonia maestrale in re minore
raccolta di fughe e canoni ed inversioni
come non si era mai visto prima
come non si era mai sentito prima
l'essere umano concepito
da una costola di Dio
e del Cristo Risorto
l'individuo preso e ribaltato
stravolto ed ipnotizzato
lungo una tastiera apollinea
steso vivo ed inerme
su un teutonico tavolo autoptico
perché il cervello ne venga analizzato
eseguita da Glenn Gould
all’organo nel 1962 e poi
dal 1967 all’81 al pianoforte,
ecco uno dei Soli Sorgenti
nella Cultura di Massa dell'Occidente.



sabato, novembre 26, 2022

V.V.P., n. 5


Stavolta mi hanno preso
mi hanno legato & fatto prigioniero
altro che Convenzione di Ginevra
o qualsiasi altro trattato
che sia mai stato firmato
qui non esiste il diritto
sono gli uomini di Kadyrov
il macellaio ceceno
l’orso mordente di Putin
che mastica vite
mi hanno incappucciato
& versato acqua in bocca
attraverso uno straccio
intriso con qualche tipo
di sostanza chimica
fortemente nauseante
ho perso i sensi
& mi sono ritrovato nudo
con degli elettrodi
posizionati &d agganciati
sullo scroto, i testicoli, il pene
i capezzoli, le mani e le orecchie
& mi avevano incollato
una carica di esplosivo
alla caviglia sinistra
volevano sapere
cosa che non sapevo
volevano che dicessi
cose che non conoscevano
& dopo qualche ora
in cui mi hanno lasciato solo
sono rientrati inneggiando
alla Santa Grande Madre Russia
& Morte ai Vigliacchi & Traditori
                                                   [Ucraini
&d mi hanno fatto saltare
il piede la caviglia & fin su al ginocchio
una poltiglia di sangue &d ossa
dopo sono usciti lasciandomi lì
sapendo solo una cosa
che non mi hanno mai chiesto:
stavo per morire dissanguato
letteralmente esanime
& me ne sono andato
in questo modo.



venerdì, novembre 25, 2022

Legge di Conservazione


I.
La massa di un corpo è costante
non dipende dalla velocità
ma la massa aumenta con la velocità
basta guardare, inspicere
ovvero auspicare che.

II.
Riflettere incessantemente
la Filosofia non è altro che
un Sistema di Idee dietro alle Leggi dell’Uomo
ciò non è concesso ipso facto
ad un Dio Metafisico Altro da.

III.
Al dì là delle cose
al dì la del piacere degli oggetti
e della sicurezza che essi possono infondere
in un soggetto in predicato di sperare
in una combinazione praticamente impossibile.

IV.
L’Esperienza ci insegna che molte volte la Praticità
è totalmente inutile & come tale va espunta
dal rigido e salvifico Meccanismo Razionale
che potremmo definire Quantistico
in quanto la Materia é fatta di e da Atomi.

V.
La potenza dell’Idea e la sua Volontà
sono un’omogeneità continua
per una visione generale del Mondo
capace di far esplodere subdolamente
il cuore di un diamante nell’aria incendiaria.

VI.
Tutte le Cose sono fatte di Atomi
in una sequenza di Processi Sub-Atomici;
senza imputabilità alcuna non esisterebbero
le Norme alla base dell’Idea Fondamentale
che comandando la Fisica e si spingono ben oltre.

VII.
Quindi, tentando di farla finita con le Parole
ci adagiamo su una miriade di particelle
di un campo elettrico che va a comprimere
il più profondo e nostro Io spingendolo
in quell’Oltre che chiamiamo Sconosciuto.

VIII.
Forza, Inerzia e Carica
la Materia è in Movimento
con differenze impercettibili di Oscillazione
un Movimento Periodico di un Corpo
fra due posizioni estreme, senza Vita.

IX.
Il Concetto dell’Antimateria
è assimilabile alla Decadenza refrattaria
della mente umana che si sfalda
portando ad un senso di profonda Disillusione
e di Indeterminatezza destinata a fagocitare un Pianeta.

X.
Non si può sapere 
quello che non possiamo accettare
dove si trovi un oggetto e al tempo stesso
la sua capacità di velocità e di espandersi
senza travalicare i limiti di un Universo costellato
di tragici errori irrimediabili e di solito letali.

XI.
Il Triplice Rigore insegnatoci nelle aule universitarie
Osservazione-Ragionamento- Esperimento
per arrivare ad una Critica del Giudizio
ed ad un risultato inverificabile di un'equazione
che non si può controllare con i soli mezzi di cui siamo dotati.

XII.
Non si può neanche
prevedere esattamente
cosa succederà in ogni circostanza
plausibile od aggravante e pertanto
bisogna confidare e capire la Natura del Discorso.

XIII.
Poniamo l’ipotesi per cui uno Straniero, che parli francese
e che scriva solo, fatalmente, in francese
ci comunichi che proviene da una Terra Lontana:
questo è di gran lunga un Fatto Ineludibile ed Incerto
e sta a dimostrare una particolare Legge di Conservazione.

XIV.
La Forza è una Misura Dimensionale della Costante
una Mutazione nonsense del Buon Senso
di Accorpamento relativo a ciascuna Intenzione
sia essa proveniente da un Essere Umano
che dall’istinto di un animale qualsiasi.

XV.
Avere nel DNA la Sostanza
che sta alla base della Forza
della Legge di Conservazione dell’Energia
attraverso i molteplici cambiamenti dei fattori esogeni
ci mette in uno stato di commuovente ed inevitabile imbarazzo.

XVI.
In conclusione dobbiamo convenire
seppur con un retrogusto di inaspettata amarezza
che il concetto di infinito e di esistenza stessa
è un concetto chiuso a livello sistemico-materico
come una pena inflitta ab aeterno ammettendone la possibilità.

XVII.
Non rimane altro che aggiungere
una nota a pié di pagina
13,8 miliardi di anni fa
qualcosa è successo
accadendo in modo inaspettato.






V.V.P., Quartetto per archi n.4


Tornato a casa
non la ritrovò
finita bruciata viva
per gli attacchi incendiari
delle truppe nemiche russe
stile brigata Wagner con tanto
di stupri & squartamenti
alla luce del sole a mezz'aria
tormentato dall’immagine
degli ultimi disperati attimi di vita
& dei tentativi disperati di fuga
                                       [della sua donna
prima di essere presa
& sottoposta a tortura
atrocità abominevoli
trascinata esangue nel rogo
della martoriata casa paterna 
trovò i suoi resti sparpagliati
su un suolo crematorio
le porte incenerite
della vita precedente
dal 24 di febbraio
non si piegò sulle ginocchia, non cedette
né al pianto né al vomito
avvertì solo un dolore allucinante
senza precedente umano
buttò il collo dietro alle spalle
scrollando la terra nera & granosa
un misto di putridume indescrivibile
poi non ebbe scelta che fare una torsione
&d andarsene al fronte per ucciderli tutti.


Sei del Mattino & Testi Sacri


Sono le 06.00 in punto del mattino
so davvero come farmi la barba
in quale verso devo andare
& muovere la mano con il rasoio
immergendolo in una fumante acqua calda
spaccando il secondo mi rado
come se dovesse nascere
un nuovo giorno sulle strade
di ogni parte del Mondo conosciuto
al di sopra di questa acqua torbida
che ribolle stantia nella bacinella
continuo nei gesti assolutivi
per la mia abluzione a poco prezzo
almeno per questa giornata che infuria
&d avere un contatto puro
& fare una lettura 
immacolata & trascendente
nel viatico del Giusto
verso la conoscenza dei Testi Sacri.

V.V.P., n.3


La Russia
o in qualsiasi modo
si voglia chiamarla
regno, impero
unione sovietica
o federazione
uccide sempre
i suoi poeti
i suoi letterati
i suoi filosofi
i suoi giornalisti
i suoi intellettuali
li imprigiona
li tortura
li assassina
li impicca
li lascia perire
di fame o di freddo
gli spara in testa
in pieno giorno
gli spara in fronte
sullo sbarco di un ascensore
li accoltella 
nel petto & nel ventre
poi ogni tanto fa rollare
i cingoli arrugginiti
dei carri armati di Breznev
contro qualche nazione vicina
varcando i confini degli Stati
tentando di appropriarsene
con il mezzo a loro più congeniale
congenito fin dalla culla
ovvero 
portando la Morte
& l’assenza di Libertà
come se la Terra
non avesse ossigeno & idrogeno
rendendo il terreno su cui marciano
una landa desolata & moritura
sta scritto, e cito
Deuteronomio (32,10 et 22)
Egli lo trovò in terra deserta,
in una landa di ululati solitari
et
“Un fuoco si è acceso nella mia collera
e brucerà fino nella profondità degl'inferi;
divorerà la terra e il suo prodotto
e incendierà le radici dei monti.”

ecco i tuo ululati solitari
caro il nostro Putin
la testa del serpente a piedi nudi
dell’Impero del Male
avevano ragione
Reagan e Giovanni Paolo II
quel muro va riabbattuto di nuovo
& lasciare che la gente viva
le persone libere di vivere
di tornare a scrivere
qualunque cosa vogliano scrivere
articoli di giornale
poemi
testi drammaturgia
commedie
o romanzi colossali
evaporerai lento
ma in meno che non si dica
& non passerai alla storia
& se sui libri verrai menzionato
le parole a cui ti accosteranno
non saranno tanto celebrative,
              ASSASSINO.

mercoledì, novembre 23, 2022

Vittime Multiple


Tuo padre era un fuorilegge
che attendeva famelico
il giorno di paga con foga
come quando si attende
un treno deragliato
& con la stessa foga
ne spendeva metà
il giorno che la riceveva
ad un sordido bancone
del bar del dopolavoro
& riversava avido il vino bevuto
in un tombino della pubblica fogna
o a cielo aperto su una siepe
non vuoi che ti dica
che vedo il futuro
& se ti dico che è oscuro
ti metti le mani sugli occhi
& ti tappi le orecchie bagnate
con pezzi smangiucchiati
dal sughero dei tappi
dei fiaschi svuotati &lasciati
sul pavimento della cucina
per un emblematico fiasco
mentre una dolce sparatoria
ha luogo & crea allerta
&d una notizia fresca
da battere & far correre
nelle agenzie di stampa
una morbida sparatoria
sotto il sole coperto & rigonfio
nella notte di Chesapeake, Virginia
dentro & fuori da un Wallmart
i cari vecchi coloni della VA
d'altronde se vendi
armi da fuoco e munizioni
come dei croissant ripieni
di polvere da sparo
o delle arachidi tostate & salate
da cacciarsi in bocca
a piene manciate
non si pone neanche
il dilemma escobariano
del plata o plomo
argento o piombo
soldi o proiettili
d'altronde siamo
i più grandi venditori del Mondo
una Nazione in vendita
ma il trucco è questo
"solo apparentemente"
ognuno può comprare
quello che vuole
ciò che desidera
24 ore su 24 & 7 su 7
siamo un mercato
che non conosce
la parola chiusura
è una cosa inconcepibile
una vicenda orribile
chiudere
cosa significa chiudere
ognuno deve poter comprare
ciò che brama ardentemente
nel più profondo del suo cuore libero
come questa terra, con onore & coraggio
&d usarla come diavolo vuole
o alla meglio, ed è fatta
vittime multiple nel Stato detto
                                               [Il Vecchio Dominio
con il motto del sic semper tyrannis
ben stampato & ben in vista
& tuo padre rimane un pluripregiudicato
un irriducibile recidivo forte bevitore
& tale rimarrà, sempre
anche se dei proiettili
dovessero attraversare l'aria
ad altezza d'uomo
non si sposterebbe
di un singolo millimetro.







martedì, novembre 22, 2022

L'Epica di Gerald - ovvero, Una Piccola Epopea Americana.

Tutto è iniziato qui. Siamo di fronte ad un bar che ha chiuso i battenti da anni - il Flanagan's, 625 St Philip St, New Orleans, Louisiana, Stati Uniti d'America. Sì, ci siamo conosciuti qui nel Duemilaedue ma abbiamo stretto tra di noi un legame strettissimo, antropologico, meglio, ancestrale, nel Duemilaesette, nel pieno del post Katrina. Un giovane uomo di ventisei anni ed un uomo prossimo al quella parte della vita che a vario titolo e in molte e svariate discipline, viene considerata anzianità. Per farla breve, sessantaquattro anni. Ma Gerald, solo per la spietatezza che contraddinstigue l'anagrafica - battitura ed elenchi di dati nudi e crudi, era prossimo all'anzianità. Non lo era, per nulla affatto. Non lo era nell'aspetto fisico - curato, sfavillante e composto, non lo era nel cuore, nella mente e nell'animo. Gerald è il più dolce, delicato, raffinato e dignitoso omosessuale dichiarato che abbia mai conosciuto ed incontrato. Un vero omosessuale di una volta, si direbbe, un genuino gentleman con tutti i modi e gli atteggiamenti più nobili e controllati che si possa considerare come tale sull'intera faccia della Terra, e forse, oltre. Qualcosa al di là; una figura proiettata più che nel mondo attuale, nell'apogeo apollineo degli dèi, stante, stabile e perpetua - una statua rinascimentale che ha vita, e che vita. “Potete ingannare tutti per qualche tempo, o alcuni per tutto il tempo, ma non potete prendere per i fondelli tutti per tutto il tempo.” Lincoln. "Una bugia fa tempo a viaggiare per mendo mentre la verità si sta ancora infilando gli stivali. Twain. Gerald & le sue citazioni. Una fornace di sapere dalla quale poteva uscire di tutto, da cui potevi abbeverarti della sua lava purificatrice e rigeneratrice. Io controbattevo con Kerouac - se Jack cercava il Volto di Dio, io il volto di Cristo l'ho visto in Katrina, commentava. Allora ero costretto ad affondare il colpo con qualche aforismo nietzschiano, di Wittgeinstein, kantiano ed una volta scomodai una mia vecchissima reminiscenza schopenhaueriana: "Tutte le verità passano attraverso tre stadi. Primo: vengono ridicolizzati; secondo: vengono violentate violentemente; terzo: vengono accettate dandole come evidenti." Ob torto collo, caro Gerald. Parliamo la stessa lingua. Sin dall'inizio, e posso affermarlo con assoluta certezza, in me vide un successore, un nipote, persino un figlio; io vidi in lui la classica figura socratica del mentore, della stella polare da fissare implacabilmente, per potersi orientarsi e procedere, ambientandosi nel migliore dei modi nell'universo caotico e sprigionante del mio cervello di allora. A.D. Duemilaesette, ovvero l'alba sorgente e sorta del Ventunesimo Secolo, dopo la nascita del Galileo nato il Giudea: Il Cristo, argomento sul quale avremmo discusso ampiamente e convulsamente. Solo un buon uomo con la pistola può fermare un uomo cattivo con la pistola. Risalente detto americano, ancora in vita al giorno d'oggi. Un vero gentiluomo che si possa definire come tale, non può andare in giro senza un'arma. Qualunque essa sia. Motto in voga in Louisiana, per lungo tempo anche dopo il rovinoso esito della Guerra Civile. La NRA. Il KKK. Gli estremisti bianchi. Gente che ha dalle ottanta alle centoventi armi da fuoco, o bombe a mano, armi tattiche, armi da assalto, dinamite, esplosivi vari, esplosivi al plastico, C4, Semtex, Hexomax. Quattrocento milioni di armi. Un Popolo libero non ha bisogno solo di armi, ma di disciplina. George Washington dixit. Il granitico ed incrollabile Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America. "Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto." Firmato ed autenticato dal Segretario di Stato di allora, Thomas Jefferson. Donald Trump, qualche anno fa: "Non verrà mai abolito, non ce ne staremo in silenzio". Sparatorie nelle Università, nei College, nei Centri Commerciali, nei Locali Notturni, nei Gay Bar, nelle Basi Militari. Bisogna sempre sparare al nemico. Bisogna sparare per primi. Il West. La sua conquista, la voracità, la carestia, la dannazione e la velocità di estrarre un ferro da una fondina o ricaricare una carabina Winchester calibro 22 e fare fuoco centrando il bersaglio, abbattendolo, eliminandolo. Ora siamo liberi. Attraverseremo le Grandi Pianure, le Montagne Rocciose, i Grandi Laghi, i fiumi, i canyon, i ghiacciai, i rivoli d'acqua, gli stagni, il fango, le paludi; approderemo alle spiagge sulle coste, dall'Est all'Ovest. Toccheremo con mano ogni limite e con la forza dei nostri pugni, delle nostre mani, li stritoleremo nei palmi e li butteremo via, in viaggio verso lo sconosciuto ed un altra sfida da affrontare e vincere. Il Napalm ha un colore bellissimo. Ricorda una palla di neve arancione, lo stesso arancione del Golden Gate, che esplode. Su qualunque testa si metta tra noi ed il nostro obiettivo. Giusto od abbietto che sia. Gli ordini vanno eseguiti. Dio, Patria e famiglia. Una Nazione sotto la guida di Dio. Agendo nel suo nome e con il conforto della sua benedizione - Dio benedica l'America. Fasceremo il mondo con un grande pezzo di carta filigranata di color verde: Un biglietto da Un Dollaro. Nel Duemilaesette, prima della partenza per Brooklyn dove avrei restituito la macchina, risalendo la East Cost, mi lasciò alla reception dl Chateau Hotel - avevo la stanza al piano terra che dava su St. Philip St o come piaceva chiamarla a me Rue Saint Philippe, un posto strategico per vivere la notte vorace & banale del French Quarter - una busta al cui interno c'era una lettera di saluti ed auguri per il mio futuro viaggio e per il mio futuro in generale. C'erano anche dei volantini sui luoghi più interessanti ed attrattivi della Louisiana - consigli che puntualmente disattesi andando in direzione contrari, ostinata ed opposta (lui mi diceva di andare a Lafayette, io andai a Morgan City, una miniera di droga per le mie pellicole in bianco e nero, per i miei scatti "traversi") e poi dei fogli battuti a macchina, anche lui era uno all'antica come il sottoscritto. O taccuino e matita o penna o macchina da scrivere su fogli di carta riciclata, così che l'inchiostro trasudasse ed impregnasse a fondo la superficie del foglio stesso. C'erano quattro brani distinti, tre brevi ed uno un po' più articolato. Civilizzazione, negli Stati Uniti, stamattina fa meno caldo del solito. E' proprio un peccato doversene andare così, oggi, glorificato dall'aria che sbatte sul Pontchartrain ed arriva fin qui mischiandosi e fondendosi con la fangosa e sottile brezza che scala dalla curva del Mississippi. Il più breve, ovviamente tradotto, s'intitolava "Orgasmo mattutino" e parlava di come era bella la sensazione, com'era splendida e rituale, prendere il membro del suo compagno in bocca ed infine il fuoco del suo orgasmo. Bell'inizio di mattinata, Gerald, ti ringrazio. Poi c'è ne era un altro di brano. Potente, pioneristico ed incendiario nel vero senso della parola. Non aveva titolo. Parlava anche questo del fuoco. Questo mi rimandò alle mie American Spirit, gialle o nere, ed ai suo sigari comprati al Cuban Creations Cigar Bar al 553 di Touolouse St e di come lui teneva la cenere sempre ad una lunghezza, una profondità perfetta, metodica e di come io lasciassi che la cenere proseguisse nel suo corso, allentando ed agonizzando il tabacco della sigaretta. Il brano faceva così:
"Io brucio
dunque io do fuoco
do fuoco al mio corpo
&d alla mia mente
per aprirla & polverizzarla
in un angolo remoto
di questa buia regione
chiamata Louisiana
io brucio i ponti sopra il Mississippi
& quelli sopra i fiumiciattoli
io cammino sopra la scia infuocata
lasciata dallo Spirito Santo
nel 50esimo giorno
dalla Pasqua Cristiano-Cattolica
una festa mobile
non come quella di Hemingway
io do fuoco alle coscienze dei benestanti
dei miei parenti bigotti
delle checche che ci screditano
gettando disprezzo & quel sapore di ridicolo
sulla nostra comunità denigrata
scalciata &d ingannata
picchiata &d inculata
imprigionata &d osteggiata
ecco, a tutto questo
io do fuoco
dalla mia casa ai cimiteri
quelli dei benpensanti & dei senzatetto
do fuoco alla terra brulicante & melmosa
superficie del bayou zeppa di oro nero
& nel fondo di rettili predatori
affinché il fumo si possa vedere
dalle pianure dell'Oklahoma
fino ai campi di cotone
di Mississippi, Alabama e Georgia
le tre grandi K dei dragoni
degli assassini & stupratori
di neri &d omosessuali
io do fuoco a questa grande contraddizione
che si chiama America
da Ellis Island & la Statua della Libertà
con la sua iscrizione ingannevole
la terra promessa
la terra del latte & del miele
& della seconda venuta del Messia
per giudicare chi potrà salire & chi scendere
come in uno squallido ascensore di un motel
vicino all'aeroporto Louis Armstrong
o in un posteggio di baracche e roulotte
io do fuoco alla roulette dell'Harrah's
questa volta sarò io
a premere il grilletto per primo
a sfregare il cerino sulla pietra
&d a lanciarlo su tutto
lasciandomi alle spalle il mondo
bruciare & farsi cenere per l'eternità
senza bisogno di alcun giudizio divino
il Messia troverà un deserto carbonizzato
& si ricorderà dei suoi quaranta giorni
che lui stesso mi danni
se non lo facessi.
Io do fuoco."
Non credo di affermare niente di particolare e non credo di sorprendere nessuno se dico che costudisco questo scritto nel mio archivio fotografico del mio studio. Ma riprendiamo a parlare di Gerald e di Gerald e me, seduti per ore interminabili sul bancone ad U del Flanagan's dopo una succulenta e debordante cena da Irene's. “Tutti gli uomini nascono uguali, però è l'ultima volta in cui lo sono.” Ancora Lincoln. Gerald, la fonte inesauribile di citazioni, io quella degli aforismi. A proposito, non ti ho citato il Presidente per caso. Guarda quei due tizi di fronte a noi. Ci fissano con aria strafottente da un po'. D'altronde siamo su un bancone ad U e qualcuno te lo devi trovare davanti, gli rispondo. Sì, sì, sì, annuisce, non molto convinto. Se ti dicessi che quei due bifolchi, stanno fantasticando su di noi. Il vecchio debosciato pervertito e il giovane uomo in cerca di esperienze & di dollari. Secondo me è il vecchio che succhia il cazzo del piccolo e si prende tutto lo sperma in bocca, lo ingoia, poi bacia sulla bocca il giovane e poi gli lecca il buco del culo mentre gli tira una sega per farlo venire nuovamente. Gerald, io la vedo in un altro modo. Lo sai. Sarei più propenso o a portarli fuori e fargli vedere come possa essere l'aria di New Orleans, qua nel Quarter, a questa ora della notte. Languida, fulva, coperta da un'immensa oscurità oppressiva. In poche parole, gli diamo una bella ripassata. Oppure abbiamo due opzioni alternative per sfotterli e farli sloggiare. Mi interruppe Freddie, il bartender di turno in quel giorno e ci chiese se avessimo problemi con quei due gentiluomini seduti di fronte. Qua giocate in casa. O non ci chiameremmo Flanagan's, non sareste al Flanagan's. Anche agli altri non piacciono: li vogliono fuori da qui entro cinque minuti e gli ho già detto che non gli verrà più dato più niente da bere. Gerald, a questo punto, scarto la prima opzione alla ripassata, e passo a quella di provarci. Una coppia omosex che ci prova con due teste di cazzo dell'Alabama. Andiamo con la terza. Freddie mi intima che non vuole casini e che stava per terminare il turno. Se vuoi fare la testa calda aspetta che Joey attacchi. Lasciami tranquillo almeno per una notte. Quando ci siete voi succede sempre qualcosa, piacevole o brutta che sia. Ci mettemmo a ridere. Alzando esageratamente il tono di voce dissi con tono tuonante e festeggiante "Ehy Freddie, offri il prossimo ed ultimo giro a quei due gentiluomini che stanno di fronte a noi! Qualunque cosa vogliano, qui siano i benvenuti. Soprattutto, se da quanto ho intuito, vengono dal Grande Stato dell'Alabama. Come dite laggiù.. mmm, ah, sì: Osiamo, o meglio, Ci importa difendere i nostri diritti. Il cuore della terra dei Dixie, lo Stato del Cotone. Buona bevuta e pace all'anima vostra e dei vostri cari. Vi prego umilmente di accettare il nostro dono. Sapete NOLA è un'isola. Tennessee Williams diceva che era uno dei tre punti importanti, cardinali, che qualificavano l'America, la nobilitavano ed incarnavano il massimo dell'espressione dell'umanità, dell'immaginazione e dell'intelletto a stelle e strisce. La vera America è New York, New Orleans e San Francisco. Tutto il resto è Ohio. Un grande triangolo intestato sul nulla. L'Alabama non l'ha manco menzionata. Un vero peccato, non troviate? Ci sarebbe da chiedersi il perché, ma credo che in questo frangente, a quest'ora della notte, non sia più tempo di dissertazioni, disquisizioni e polemiche. Quella è acqua passata, vero Gerald? Freddie offri ai signori quello che vogliono e metti sul mio conto. Ah, un'ultima cosa. Lo sapete che quest'anno New Orleans si è posizionata tra i primi posti per colpi di arma da fuoco e di morti stecchiti da qualcuno di quei proiettili? Non l'ho trovate curioso, quantomeno interessante? Fa pensare, no? Ah." I due pagarono il conto, uno mi mostrò il dito medio, l'altro il segno del taglio della gola con il pollice della mano destra, facendolo oscillare dalla sinistra alla destra del collo, tracciando una semi-parabola immaginaria di sgozzamento. Gerald gli diede un sommario commiato con un sorriso beffardo ed un gesto della mano augurandogli buon viaggio e buon rientro a casa, aggiungendo un "guidate con prudenza, fuori di qua, le strade sono molto buie. Vi consiglio l'interstrada, è più sicura." La porta del Flanagan's si era chiusa e nessuno li rivide mai più in città, per anni, stando a quanto mi risulta. “Qualora la distruzione dovesse essere il nostro destino, saremmo noi stessi gli autori e i rifinitori. Dal momento che siamo una nazione di uomini liberi, siamo chiamati a vivere da uomini liberi, oppure a suicidarci” e “L'America non sarà mai distrutta dall'esterno. Se cadiamo e perdiamo le nostre libertà, sarà perché ci siamo distrutti da soli.” Sempre Lincoln. Gerald mi sembrava ossessionato dalle statuizioni del Vincitore della Guerra Civile. In questi anni centinaia di rimozioni di statue, lapidi, insegne, iscrizioni inneggianti ai valorosi Confederati (CSA) e Le Vite dei Neri Contano (Black Lives Matter) e Suprematisti Bianchi e KKK alla ribalta ed all'assalto di Capitol Hill. Con Gerald parliamo molto di storia sì - lui sa tutto di Storia e conosce una quantità di storie e storielle su posti e personaggi di New Orleans ed oltre. Nato in Georgia, sopravvissuto nella New York degli anni Cinquanta del secolo scorso, marinaio per anni di stanza a Napoli, dove probabilmente si è dato a voglie sfrenate con femminielli che si consegnavano, anima, corpo ed altro per qualche spicciolo di dollaro o lira nell'Italia della ricostruzione, uscito sbalordito da quell'esperienza militare, ritornò in famiglia in Georgia, attraversò Alabama e Mississippi con un treno con lamiere di alluminio sfavillante alla Sunset Limited, il convoglio che scintilla da New Orleans a Los Angeles (anche se in verità il primo tratto e la partenza avvengono in Florida, ma tutti detestano la Florida, almeno qua a NOLA). Baffi azzimati alla Clark Gable - Via col Vento Gerald, noi lo traduciamo così - occhi grigio azzurri da lupo dell'Alaska, fisico atletico, altezza media, curato in ogni aspetto, uomo dai mille mestieri, ma soprattutto artista multidiciplinare e grande esperto di vita in ogni sua declinazione. Mi ha fatto entrare nei ristoranti dalle porte sul retro con accesso diretto alle cucine, e li stavamo tra chef e sopraffini cuochi di cibo creole e cajun e soul food, a cui davo consigli su piatti italiani e magari anche francesi, caraffe di birra & bourbon, qualcuno tirava pure, io, come era ben noto, ero un traditional duro e puro, alcool e tabacco, lì mi fermo, uno vecchio stile, come sarebbe piaciuto a mio nonno, quando già agli inizi degli anni Cinquanta (un decennio che ritorna, qualcosa significherà) faceva su e giù da Chicago, Detroit e Las Vegas, vedendone la portentosa e sfrenata, criminale crescita. Preciso che non era né un forte bevitore, tantomeno un giocatore o scommettitore. Gerald mi racconta dell'ultimo rapporto che avuto con un uomo, sentimentalmente l'uomo più importante della sua vita, che dovette lasciare a causa dell'estrema dipendenza che Dewey - questo era il suo nome - con qualsiasi tipo di droga, soprattutto con l'eroina. Fu proprio Gerald a doverne farne il riconoscimento del cadavere per le pratiche burocratico-legali e fui lui a curarsi della sepoltura di quel corpo straziato. Decise di cremarlo, confidandomi che non l'avrebbe mai sepolto in quello stato, l'amore della sua vita e che quando entrò nell'appartamento di Dewey per raccoglierne i pochi effetti personali che rimanevano - li avrebbe poi buttati nel cassonetto della spazzatura a pochi metri dallo squallido dove il suo tesoro aveva speso gli ultimi giorni di vita, un appartamento che i tossici bazzicavano e si lasciavano a turno, a seconda di quanto dovesse essere lungo il trip - vide la vasca con chiazze di sangue rappreso di colore, rosso, marrone e nero. Hai presente le tele di Rothko, uguale, ci tenne a precisare. L’Ordine nella Moltitudine. Non è questo, poi, nient’altro che la Vera Natura, la radice e diramazione in ogni sua forma e sostanza, non è forse l’identità, il Vero Volto del Caos. Katrina. Tra le molte sciagure, ha trascina to la propria potata di acqua & morte nella Cattedrale di St. Louis, danneggiando l’organo a canne Holtkamp. Diciamo che il Diavolo, che alberga in questa città da oltre duecentocinquanta anni, ha voluto lasciare il segno, il suo subdolo ultimo colpo di coda, l'ultimo caustico boccone delle sue fauci massacranti e fagocitanti. Il Diavolo, che ci dice grazie per ospitarlo in qualche parte del nostro corpo, nelle fratture delle nostre anime e negli anfratti confusi e dubbiosi della nostra memoria offuscata dalla Dea della Disgrazia, della Dea Distruttrice dei ricordi dell’infanzia, della Dea Impeditrice del nostro futuro del nostro presente, una Dea Ostativa, ha portato il suo colpo di coda divisoria ed avversa - ha portato l'ultima infida orma fin dentro la Santa Chiesa Romano Cattolica di St. Louis, ora dedicata al Santo Papa Giovanni Paolo II, il Polacco che fece cadere il muro con Mr. Reagan, il Presidente di questo Grande Paese. Grande nel senso dell’estensione. Rettifico: il Presidente di questo vasto Paese. Così rende meglio l’idea. La Palude della Cristianità. Non è poi questa una delle migliori definizioni per dare un nome autentico a New Orleans. Non la Babele, non il Catino del Diavolo, inteso quale genio malefico, di sommo calunniatore od un trucchetto di Satana, l'accusatore ed ingannatore par excellence. Un piano riuscito bene, studiato, un bel colpo assestato alla Trinità. Una e Trina, Unus et Trinus, secondo le Sacre Scritture. Ma noi ci rialziamo sempre. E’ per questo che siamo venuti qui a fondare una città che per suo lignaggio affonda, dove nessun altro l’avrebbe fatto, su un territorio sotto il livello del mare, in un acquitrino dove per stirpe transumana si ammassavano ogni tipo di creature avverse al genere umano stesso, semplice ed umile, come Dio Padre ci ha fatti. Città di dispersi in mare, di cui hanno bevuto l’acqua per sopravvivere, delinquenti improvvisati, criminali recidivi, pirati ricercati, drogati volenterosi, disadattati abbandonati, rifiutati dalla società, rigettati dal sistema, gente in fuga dal passato, sognatori irrequieti, ricattatori senza scrupoli, scappati di casa, dalle famiglie bigotte, dall’oppressione insopportabile della condizione umana. Questo posto, tutto quello che vedi qua attorno, quello che respiri, dall’alba che si staglia quieta e pacifica nel solo sole ubiquo che scalda le strade e la pelle delle persone e che incendia l’umidità onnipresente e la tua ombra che mai potrai cancellare, un’ombra alimentata dagli spiriti che girovagano dai persi decenni prima di noi, per tutti costoro, questo posto, è un rifugio dalla tempesta e dagli uragani. Questo posto resiste, questo posto rimane ed è qui per starci. Non se ne andrà mai, non sprofonderà mai. Per tutto ciò si dice che New Orleans è un'isola. Ma è quel tipo di terra emersa grazie allo sforzo dell’uomo, è un monumento all’Umanità. Di certo non è una città per cuori deboli o menti docili e plasmabili. Se così fosse, sarebbe la Città del Tracollo per questi individui. Si deve venire qui, si deve stare qui, rimanerci, viverci, per capire ed per esserne parte. Nella Moltitudine l’ordine. Protesta, Ribellione, Opposizione, Trasgressione, sono cose di cui nessuno parla qui. Non c’è ne è bisogno, non c'è ne è mai stato bisogno e mai ce ne sarà, mai. NOLA sopravviverà, come ha sempre fatto, ben oltre i duecentocinquanta anni passati. Questo, il nostro retaggio. Sono arrivato a New York City, Broadway, Manhattan, che le palle e il pene mi si erano striminziti, rattrappiti e ghiacciati ed avevo i crampi allo stomaco dalla fame e l’intestino diventato un’unico blocco congelato, surgelato. Avevo 11 dollari, datomi di nascosto da mia sorella - i suoi risparmi di una vita, ed il viaggio sui Greyhound era stato sereno e trasognante. Ero partito da Macon, la mia famiglia aveva una piccola fattoria un po’ al di fuori dei sobborghi di Macon, Rutland. Ti ho già raccontato di come leggevo Moby Dick sotto le lenzuola e le coperte di canapa, che oltre da fare da coperte, erano più propriamente dei sacchi per il raccolto e di come leggevo Melville alla luce un piccola torcia a carica manuale. Mi sono buttato verso la Penn Station perché mi era subito sembrato troppo, NYC era troppo per un dodicenne che arrivava da un paesino nella terra di nessuno della Georgia. Mah, mi dicevo, prendo un treno per il New England, per il Maine o mi butto direttamente fino in Canada, più a Nord possibile. Vado in un’altro Stato, in un’altra Nazione. Cambio Popolo. Una volta toccato il suolo del Connecticut, sono sceso a New Haven ed ho fatto marcia indietro. Dietrofront Gerald. Sissignore. Preso un altro Greyhound. Sceso un’altra volta a Broadway. Camminato per poco verso Times Square. Roba da matti. Times Square negli anni Cinquanta. I cartelli, le insegne luminose di dimensioni abnormi, dei pianeti fissi di una costellazione statica in una galassia in eterno movimento. Questa era New York City. Chevrolet, Canadian Club - un mio grande amore, non solo una passione per una intera vita, Admiral, facevano apparecchiature televisive. Ai lati un bottiglione di Pepsi si stagliava come un totem di acqua zuccherata color caffè. Chi non la vorrebbe. A fianco anche un tappo, sempre delle stesse dimensioni ed una scritta mastodontica che parlava della Pepsi Cola. Sulla 44esima, nell’edificio che ospitava quel sudiciume che era l’Hotel Claridge, la storica ed iconica insegna che sputava fumo, quella delle sigarette Camel, che diceva: “Ho camminato un miglio - o avrei camminato un miglio, non ricordo, per una sigaretta Camel”. Roba da duri, Nick. Roba Vero Uomo Americano. Stelle & Strisce. Tutti in piedi per la Bandiera. Era il 1956 ed il jazz imperversava nei club ed i Beat stavano per venire allo scoperto. Non te li elenco, visto che tu li conosci molto meglio di me, li hai letti tutti, sei un santuario e un depositario dei Beat, un custode, un tesoriere in pectore, un cardinalizio camerlengo letterario. E Gerald fa prima un sorrisetto e poi ci piazza una bella sghignazzata. Sei un uomo spregevole, Gerald. E tutti e due scoppiamo in un fragorosa risata. Dai che siamo pronti per un altro round. Lui scotch & soda, io Lynchburg Lemonade. Tutto potrebbe finire qui. Tutto finisce qui. Nient’altro da aggiungere, Vostro Onore.






L'Epica di Gerald - Parte Sesta


Sono arrivato a New York City, Broadway, Manhattan, che le palle e il pene mi si erano striminziti, rattrappiti e ghiacciati ed avevo i crampi allo stomaco dalla fame e l’intestino diventato un’unico blocco congelato, surgelato. Avevo 11 dollari, datomi di nascosto da mia sorella - i suoi risparmi di una vita, ed il viaggio sui Greyhound era stato sereno e trasognante. Ero partito da Macon, la mia famiglia aveva una piccola fattoria un po’ al di fuori dei sobborghi di Macon, Rutland. Ti ho già raccontato di come leggevo Moby Dick sotto le lenzuola e le coperte di canapa, che oltre da fare da coperte, erano più propriamente dei sacchi per il raccolto e di come leggevo Melville alla luce un piccola torcia a carica manuale. Mi sono buttato verso la Penn Station perché mi era subito sembrato troppo, NYC era troppo per un dodicenne che arrivava da un paesino nella terra di nessuno della Georgia. Mah, mi dicevo, prendo un treno per il New England, per il Maine o mi butto direttamente fino in Canada, più a Nord possibile. Vado in un’altro Stato, in un’altra Nazione. Cambio Popolo. Una volta toccato il suolo del Connecticut, sono sceso a New Haven ed ho fatto marcia indietro. Dietrofront Gerald. Sissignore. Preso un altro Greyhound. Sceso un’altra volta a Broadway. Camminato per poco verso Times Square. Roba da matti. Times Square negli anni Cinquanta. I cartelli, le insegne luminose di dimensioni abnormi, dei pianeti fissi di una costellazione statica in una galassia in eterno movimento. Questa era New York City. Chevrolet, Canadian Club - un mio grande amore, non solo una passione per una intera vita, Admiral, facevano apparecchiature televisive. Ai lati un bottiglione di Pepsi si stagliava come un totem di acqua zuccherata color caffè. Chi non la vorrebbe. A fianco anche un tappo, sempre delle stesse dimensioni ed una scritta mastodontica che parlava della Pepsi Cola. Sulla 44esima, nell’edificio che ospitava quel sudiciume che era l’Hotel Claridge, la storica ed iconica insegna che sputava fumo, quella delle sigarette Camel, che diceva: “Ho camminato un miglio - o avrei camminato un miglio, non ricordo, per una sigaretta Camel”. Roba da duri, Nick. Roba Vero Uomo Americano. Stelle & Strisce. Tutti in piedi per la Bandiera. Era il 1956 ed il jazz imperversava nei club ed i Beat stavano per venire allo scoperto. Non te li elenco, visto che tu li conosci molto meglio di me, li hai letti tutti, sei un santuario e un depositario dei Beat, un custode, un tesoriere in pectore, un cardinalizio camerlengo letterario. E Gerald fa prima un sorrisetto e poi ci piazza una bella sghignazzata. Sei un uomo spregevole, Gerald. E tutti e due scoppiamo in un fragorosa risata. Dai che siamo pronti per un altro round. Lui scotch & soda, io Lynchburg Lemonade. Tutto potrebbe finire qui. Tutto finisce qui. Nient’altro da aggiungere, Vostro Onore.

L'Epica di Gerald - Parte Quinta



L’Ordine nella Moltitudine. Non è questo, poi, nient’altro che la Vera Natura, la radice e diramazione in ogni sua forma e sostanza, non è forse l’identità, il Vero Volto del Caos. Katrina. Tra le molte sciagure, ha trascina to la propria potata di acqua & morte nella Cattedrale di St. Louis, danneggiando l’organo a canne Holtkamp. Diciamo che il Diavolo, che alberga in questa città da oltre duecentocinquanta anni, ha voluto lasciare il segno, il suo subdolo ultimo colpo di coda, l'ultimo caustico boccone delle sue fauci massacranti e fagocitatrici.  Il Diavolo, che ci dice grazie per ospitarlo in qualche parte del nostro corpo, nelle fratture delle nostre anime e negli anfratti confusi e dubbiosi della nostra memoria offuscata dalla Dea della Disgrazia, della Dea Distruttrice dei ricordi dell’infanzia, della Dea Impeditrice del nostro futuro ed ostatrice del nostro presente, ha portato il suo colpo di coda divisoria ed avversa - ha portato l'ultima infida orma fin dentro la Santa Chiesa Romano Cattolica di St. Louis, ora dedicata al Santo Papa Giovanni Paolo II, il Polacco che fece cadere il muro con Mr. Reagan, il Presidente di questo Grande Paese. Grande nel senso dell’estensione. Rettifico: il Presidente di questo vasto Paese. Così rende meglio l’idea. La Palude della Cristianità. Non è poi questa una delle migliori definizioni per dare un nome autentico a New Orleans. Non la Babele, non il Catino del Diavolo, inteso quale genio malefico, di sommo calunniatore od un trucchetto di Satana, l'accusatore ed ingannatore par excellence. Un piano riuscito bene, studiato, un bel colpo assestato alla Trinità. Una e Trina, Unus et Trinus, secondo le Sacre Scritture. Ma noi ci rialziamo sempre. E’ per questo che siamo venuti qui a fondare una città che per suo lignaggio affonda, dove nessun altro l’avrebbe fatto, su un territorio sotto il livello del mare, in un acquitrino dove per stirpe transumana si ammassavano ogni tipo di creature avverse al genere umano stesso, semplice ed umile, come Dio Padre ci ha fatti. Città di dispersi in mare, di cui hanno bevuto l’acqua per sopravvivere, delinquenti improvvisati, criminali recidivi, pirati ricercati, drogati volenterosi, disadattati abbandonati, rifiutati dalla società, rigettati dal sistema, gente in fuga dal passato, sognatori irrequieti, ricattatori senza scrupoli, scappati di casa, dalle famiglie bigotte, dall’oppressione insopportabile della condizione umana. Questo posto, tutto quello che vedi qua attorno, quello che respiri, dall’alba che si staglia quieta e pacifica nel solo sole ubiquo che scalda le strade e la pelle delle persone e che incendia l’umidità onnipresente e la tua ombra che mai potrai cancellare, un’ombra alimentata dagli spiriti che girovagano dai persi decenni prima di noi, per tutti costoro, questo posto, è un rifugio dalla tempesta e dagli uragani. Questo posto resiste, questo posto rimane ed è qui per starci. Non se ne andrà mai, non sprofonderà mai. Per tutto ciò si dice che New Orleans è un'isola. Ma è quel tipo di terra emersa grazie allo sforzo dell’uomo, è un monumento all’Umanità. Di certo non è una città per cuori deboli o menti docili e plasmabili. Se così fosse, sarebbe la Città del Tracollo per questi individui. Si deve venire qui, si deve stare qui, rimanerci, viverci, per capire ed per esserne parte. Nella Moltitudine l’ordine. Protesta, Ribellione, Opposizione, Trasgressione, sono cose di cui nessuno parla qui. Non c’è ne è bisogno, non c'è ne è mai stato bisogno e mai ce ne sarà, mai. NOLA sopravviverà, come ha sempre fatto, ben oltre i duecentocinquanta anni passati. Questo, il nostro retaggio.

lunedì, novembre 21, 2022

V.V.P. - Sonata n. 2 per clavicembalo


Ancora missili, bombe
&d artiglieria pesante
Distruzione sull’Ucraina
milioni & milioni & milioni
senza riscaldamento luce acqua
persone vere, carne &d ossa
quousque tandem compagno Vlad
quousque tandem abutere VVP
fino a quando dovremo
vederti in vita & vivere
fino a quando avremo
davanti ai nostri occhi
se per te questa è vita
la politica della Federazione Russa
& la più grande Disgrazia del Novecento
è stata la caduta dell’Unione Sovietica
&d il suo fulmineo & fulgido sgretolamento
una bomba Tsar ti è esplosa nelle viscere
spia di quart'ordine
tirapiedi dl KGB
allora possiamo dire
che oltre essere il capo di uno stato
sempre che quell’obbrobrio che governi
si possa chiamare Stato
& che di uno stato corrotto
tu sei il numero uno
& degli assassini sei il comandante in capo
&d il solo &d unico
mandante & responsabile
allora possiamo dire
fino a quando compagno Putin,
abuserai della nostra pazienza
per te non sarà necessario
il Giorno del Giudizio, mai
non servi né al cielo né all’inferno
dato che  quelli che stanno
in quest’ultimo posto
se ci stanno
hanno ben altra caratura
& non esiste neanche
alcun girone dantesco
a cui tu possa bramare
i miserabili come te marciscono
nel suolo putrido di una patria
disciolta purolenta & marcescente
                                                [sei morto
puuuhh mr. Putin.



domenica, novembre 20, 2022

L'Epica di Gerald - Parte Quarta



“Qualora la distruzione dovesse essere il nostro destino, saremmo noi stessi gli autori e i rifinitori. Dal momento che siamo una nazione di uomini liberi, siamo chiamati a vivere da uomini liberi, oppure a suicidarci” e “L'America non sarà mai distrutta dall'esterno. Se cadiamo e perdiamo le nostre libertà, sarà perché ci siamo distrutti da soli.” Sempre Lincoln. Gerald mi sembrava ossessionato dalle statuizioni del Vincitore della Guerra Civile. In questi anni centinaia di rimozioni di statue, lapidi, insegne, iscrizioni inneggianti ai valorosi Confederati (CSA) e Le Vite dei Neri Contano (Black Lives Matter) e Suprematisti Bianchi e KKK alla ribalta ed all'assalto di Capitol Hill. Con Gerald parliamo molto di storia sì - lui sa tutto di Storia e conosce una quantità di storie e storielle su posti e personaggi di New Orleans ed oltre. Nato in Georgia, sopravvissuto nella New York degli anni Cinquanta del secolo scorso, marinaio per anni di stanza a Napoli, dove probabilmente si è dato a voglie sfrenate con femminielli che si consegnavano, anima, corpo ed altro per qualche spicciolo di dollaro o lira nell'Italia della ricostruzione, uscito sbalordito da quell'esperienza militare, ritornò in famiglia in Georgia, attraversò Alabama e Mississippi con un treno con lamiere di alluminio sfavillante alla Sunset Limited, il convoglio che scintilla da New Orleans a Los Angeles (anche se in verità il primo tratto e la partenza avvengono in Florida, ma tutti detestano la Florida, almeno qua a NOLA). Baffi azzimati alla Clark Gable - Via col Vento Gerald, noi lo traduciamo così - occhi grigio azzurri da lupo dell'Alaska, fisico atletico, altezza media, curato in ogni aspetto, uomo dai mille mestieri, ma soprattutto artista multidiciplinare e grande esperto di vita in ogni sua declinazione. Mi ha fatto entrare nei ristoranti dalle porte sul retro con accesso diretto alle cucine, e li stavamo tra chef e sopraffini cuochi di cibo creole e cajun e soul food, a cui davo consigli su piatti italiani e magari anche francesi, caraffe di birra & bourbon, qualcuno tirava pure, io, come era ben noto, ero un traditional duro e puro, alcool e tabacco, lì mi fermo, uno vecchio stile, come sarebbe piaciuto a mio nonno, quando già agli inizi degli anni Cinquanta (un decennio che ritorna, qualcosa significherà) faceva su e giù da Chicago, Detroit e Las Vegas, vedendone la portentosa e sfrenata, criminale crescita. Preciso che non era né un forte bevitore, tantomeno un giocatore o scommettitore. Gerald mi racconta dell'ultimo rapporto che avuto con un uomo, sentimentalmente l'uomo più importante della sua vita, che dovette lasciare a causa dell'estrema dipendenza che Dewey - questo era il suo nome - con qualsiasi tipo di droga, soprattutto con l'eroina. Fu proprio Gerald a doverne farne il riconoscimento del cadavere per le pratiche burocratico-legali e fui lui a curarsi della sepoltura di quel corpo straziato. Decise di cremarlo, confidandomi che non l'avrebbe mai sepolto in quello stato, l'amore della sua vita e che quando entrò nell'appartamento di Dewey per raccoglierne i pochi effetti personali che rimanevano - li avrebbe poi buttati nel cassonetto della spazzatura a pochi metri dallo squallido dove il suo tesoro aveva speso gli ultimi giorni di vita, un appartamento che i tossici bazzicavano e si lasciavano a turno, a seconda di quanto dovesse essere lungo il trip - vide la vasca con chiazze di sangue rappreso di colore, rosso, marrone e nero. Hai presente le tele di Rothko, uguale, ci tenne a precisare. 

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Ho imparato questo mestiere da mio nonno
mio padre prima se ne andò
prima che prendessi coscienza
nella Valle del Dubbio
poco dopo il parto di mia madre
anche lei morì mettendomi al Mondo
in questo caso senza alcun dubbio

dietro il mio cavallo Gipsy King
un nomignolo che ho dato
al questo Mustang iroso color tabacco
come quello del mio astuccio in cuoio
                                     [dove tengo il tabacco
la mia fiaschetta con dell'ottimo bourbon
& la borraccia con l'acqua 
sono sempre sempre salde al mio collo

dietro al mio cavallo c'è una corda legata
con un sistema tutto mio
che passa tra le redini & la sella
con tutti i suoi ammennicoli
questa corda lega & tiene fermo
un bastardo sui cui pendeva una taglia
un bastardo che ha fatto fuori in un bar

una donna di mestiere
un vecchio & due ragazzino
dopo essere stato bronzo per una settimana
ha tirato fuori la sua Colt calibro 36
& si è messo a sparare
contro qualsiasi cosa inerte &d inerme
non so quante bottiglie siano scoppiate

so solo che lo devo portare al fronte
in un posto vicino ai territori dei Navajo
chiamato Croce del Calvario
dove uno sceriffo federale
lo prenderà in custodia
dandomi il compenso dovuto
poi forse punterò l'oceano

verso la California
la terra del sole & degli aranceti
oltreché dell'oro
non so bene se
verso Sud o verso Nord
non ci sono mai stato
sarà un'altra cazzo di avventura.



L'Epica di Gerald - Parte Terza





VI.
“Tutti gli uomini nascono uguali, però è l'ultima volta in cui lo sono.” Ancora Lincoln. Gerald, la fonte inesauribile di citazioni, io quella degli aforismi. A proposito, non ti ho citato il Presidente per caso. Guarda quei due tizi di fronte a noi. Ci fissano con aria strafottente da un po'. D'altronde siamo su un bancone ad U e qualcuno te lo devi trovare davanti, gli rispondo. Sì, sì, sì, annuisce, non molto convinto. Se ti dicessi che quei due bifolchi, stanno fantasticando su di noi. Il vecchio debosciato pervertito e il giovane uomo in cerca di esperienze & di dollari. Secondo me è il vecchio che succhia il cazzo del piccolo e si prende tutto lo sperma in bocca, lo ingoia, poi bacia sulla bocca il giovane e poi gli lecca il buco del culo mentre gli tira una sega per farlo venire nuovamente. Gerald, io la vedo in un altro modo. Lo sai. Sarei più propenso o a portarli fuori e fargli vedere come possa essere l'aria di New Orleans, qua nel Quarter, a questa ora della notte. Languida, fulva, coperta da un'immensa oscurità oppressiva. In poche parole, gli diamo una bella ripassata. Oppure abbiamo due opzioni alternative per sfotterli e farli sloggiare. Mi interruppe Freddie, il bartender di turno in quel giorno e ci chiese se avessimo problemi con quei due gentiluomini seduti di fronte. Qua giocate in casa. O non ci chiameremmo Flanagan's, non sareste al Flanagan's. Anche agli altri non piacciono: li vogliono fuori da qui entro cinque minuti e gli ho già detto che non gli verrà più dato più niente da bere. Gerald, a questo punto, scarto la prima opzione alla ripassata, e passo a quella di provarci. Una coppia omosex che ci prova con due teste di cazzo dell'Alabama. Andiamo con la terza. Freddie mi intima che non vuole casini e che stava per terminare il turno. Se vuoi fare la testa calda aspetta che Joey attacchi. Lasciami tranquillo almeno per una notte. Quando ci siete voi succede sempre qualcosa, piacevole o brutta che sia. Ci mettemmo a ridere. Alzando esageratamente il tono di voce dissi con tono tuonante e festeggiante "Ehy Freddie, offri il prossimo ed ultimo giro a quei due gentiluomini che stanno di fronte a noi! Qualunque cosa vogliano, qui siano i benvenuti. Soprattutto, se da quanto ho intuito, vengono dal Grande Stato dell'Alabama. Come dite laggiù.. mmm, ah, sì: Osiamo, o meglio, Ci importa difendere i nostri diritti. Il cuore della terra dei Dixie, lo Stato del Cotone. Buona bevuta e pace all'anima vostra e dei vostri cari. Vi prego umilmente di accettare il nostro dono. Sapete NOLA è un'isola. Tennessee Williams diceva che era uno dei tre punti importanti, cardinali, che qualificavano l'America, la nobilitavano ed incarnavano il massimo dell'espressione dell'umanità, dell'immaginazione e dell'intelletto a stelle e strisce. La vera America è New York, New Orleans e San Francisco. Tutto il resto è Ohio. Un grande triangolo intestato sul nulla. L'Alabama non l'ha manco menzionata. Un vero peccato, non troviate? Ci sarebbe da chiedersi il perché, ma credo che in questo frangente, a quest'ora della notte, non sia più tempo di dissertazioni, disquisizioni e polemiche. Quella è acqua passata, vero Gerald? Freddie offri ai signori quello che vogliono e metti sul mio conto. Ah, un'ultima cosa. Lo sapete che quest'anno New Orleans si è posizionata tra i primi posti per colpi di arma da fuoco e di morti stecchiti da qualcuno di quei proiettili? Non l'ho trovate curioso, quantomeno interessante? Fa pensare, no? Ah." I due pagarono il conto, uno mi mostrò il dito medio, l'altro il segno del taglio della gola con il pollice della mano destra, facendolo oscillare dalla sinistra alla destra del collo, tracciando una semi-parabola immaginaria di sgozzamento. Gerald gli diede un sommario commiato con un sorriso beffardo ed un gesto della mano augurandogli buon viaggio e buon rientro a casa, aggiungendo un "guidate con prudenza, fuori di qua, le strade sono molto buie. Vi consiglio l'interstrada, è più sicura." La porta del Flanagan's si era chiusa e nessuno li rivide mai più in città, per anni, stando a quanto mi risulta.


Vacanze Romane


Virginia mi diceva sempre
dovresti fare il regista
non lo scrittore

& quando Woody era ancora Woody
le feci vedere tutti i suoi film
andò pazza per Annie Hall

& portava i Persol &d io i Moscot
quello lo facevo già da tempo
poi è andata come è andata

come vanno sempre le cose
tra uomo & donna
soprattutto a Roma

la Grande Bellezza
di quella città rimane
solo un bel romanzo illusorio

una cartolina sgranata
una foto dai contorni sfuocati
tra obelischi, ponti, piazze & basiliche

& la felicità di mandare tutto a puttane.

sabato, novembre 19, 2022

L'Epica di Gerald - Parte Seconda


IV.
Nel Duemilaesette, prima della partenza per Brooklyn dove avrei restituito la macchina, risalendo la East Cost, mi lasciò alla reception dl Chateau Hotel - avevo la stanza al piano terra che dava su St. Philip St o come piaceva chiamarla a me Rue Saint Philippe, un posto strategico per vivere la notte vorace & banale del French Quarter - una busta al cui interno c'era una lettera di saluti ed auguri per il mio futuro viaggio e per il mio futuro in generale. C'erano anche dei volantini sui luoghi più interessanti ed attrattivi della Louisiana - consigli che puntualmente disattesi andando in direzione contrari, ostinata ed opposta (lui mi diceva di andare a Lafayette, io andai a Morgan City, una miniera di droga per le mie pellicole in bianco e nero, per i miei scatti "traversi") e poi dei fogli battuti a macchina, anche lui era uno all'antica come il sottoscritto. O taccuino e matita o penna o macchina da scrivere su fogli di carta riciclata, così che l'inchiostro trasudasse ed impregnasse a fondo la superficie del foglio stesso. C'erano quattro brani distinti, tre brevi ed uno un po' più articolato. Civilizzazione, negli Stati Uniti, stamattina fa meno caldo del solito. E' proprio un peccato doversene andare così, oggi, glorificato dall'aria che sbatte sul Pontchartrain ed arriva fin qui mischiandosi e fondendosi con la fangosa e sottile brezza che scala dalla curva del Mississippi. Il più breve, ovviamente tradotto, s'intitolava "Orgasmo mattutino" e parlava di come era bella la sensazione, com'era splendida e rituale, prendere il membro del suo compagno in bocca ed infine il fuoco del suo orgasmo. Bell'inizio di mattinata, Gerald, ti ringrazio. Poi c'è ne era un altro di brano. Potente, pioneristico ed incendiario nel vero senso della parola. Non aveva titolo. Parlava anche questo del fuoco. Questo mi rimandò alle mie American Spirit, gialle o nere, ed ai suo sigari comprati al Cuban Creations Cigar Bar al 553 di Touolouse St e di come lui teneva la cenere sempre ad una lunghezza, una profondità perfetta, metodica e di come io lasciassi che la cenere proseguisse nel suo corso, allentando ed agonizzando il tabacco della sigaretta. Il brano faceva così:

"Io brucio
dunque io do fuoco
do fuoco al mio corpo
&d alla mia mente
per aprirla & polverizzarla
in un angolo remoto
di questa buia regione
chiamata Louisiana
io brucio i ponti sopra il Mississippi
& quelli sopra i fiumiciattoli
io cammino sopra la scia infuocata
lasciata dallo Spirito Santo
nel 50esimo giorno
dalla Pasqua Cristiano-Cattolica
una festa mobile
non come quella di Hemingway
io do fuoco alle coscienze dei benestanti
dei miei parenti bigotti
delle checche che ci screditano
gettando disprezzo & quel sapore di ridicolo
sulla nostra comunità denigrata
scalciata &d ingannata
picchiata &d inculata
imprigionata &d osteggiata
ecco, a tutto questo
io do fuoco
dalla mia casa ai cimiteri
quelli dei benpensanti & dei senzatetto
do fuoco alla terra brulicante & melmosa
superficie del bayou zeppa di oro nero
& nel fondo di rettili predatori
affinché il fumo si possa vedere
dalle pianure dell'Oklahoma
fino ai campi di cotone
di Mississippi, Alabama e Georgia
le tre grandi K dei dragoni
degli assassini & stupratori
di neri &d omosessuali
io do fuoco a questa grande contraddizione
che si chiama America
da Ellis Island & la Statua della Libertà
con la sua iscrizione ingannevole
la terra promessa
la terra del latte & del miele
& della seconda venuta del Messia
per giudicare chi potrà salire & chi scendere
come in uno squallido ascensore di un motel
vicino all'aeroporto Louis Armstrong
o in un posteggio di baracche e roulotte
io do fuoco alla roulette dell'Harrah's
questa volta sarò io
a premere il grilletto per primo
a sfregare il cerino sulla pietra
&d a lanciarlo su tutto
lasciandomi alle spalle il mondo
bruciare & farsi cenere per l'eternità
senza bisogno di alcun giudizio divino
il Messia troverà un deserto carbonizzato
& si ricorderà dei suoi quaranta giorni
che lui stesso mi danni
se non lo facessi.
Io do fuoco."

Non credo di affermare niente di particolare e non credo di sorprendere nessuno se dico che costudisco questo scritto nel mio archivio fotografico del mio studio. Ma riprendiamo a parlare di Gerald e di Gerald e me, seduti per ore interminabili sul bancone ad U del Flanagan's dopo una succulenta e strabordante cena da Irene's.














L'Epica di Gerald - Parte Prima

I.
Tutto è iniziato qui. Siamo di fronte ad un bar che ha chiuso i battenti da anni - il Flanagan's, 625 St Philip St, New Orleans, Louisiana, Stati Uniti d'America. Sì, ci siamo conosciuti qui nel Duemilaedue ma abbiamo stretto tra di noi un legame strettissimo, antropologico, meglio, ancestrale, nel Duemilaesette, nel pieno del post Katrina. Un giovane uomo di ventisei anni ed un uomo prossimo al quella parte della vita che a vario titolo e in molte e svariate discipline, viene considerata anzianità. Per farla breve, sessantaquattro anni. Ma Gerald, solo per la spietatezza che contraddinstigue l'anagrafica - battitura ed elenchi di dati nudi e crudi, era prossimo all'anzianità. Non lo era, per nulla affatto. Non lo era nell'aspetto fisico - curato, sfavillante e composto, non lo era nel cuore, nella mente e nell'animo. Gerald è il più dolce, delicato, raffinato e dignitoso omosessuale dichiarato che abbia mai conosciuto ed incontrato. Un vero omosessuale di una volta, si direbbe, un genuino gentleman con tutti i modi e gli atteggiamenti più nobili e controllati che si possa considerare come tale sull'intera faccia della Terra, e forse, oltre. Qualcosa al di là; una figura proiettata più che nel mondo attuale, nell'apogeo apollineo degli dèi, stante, stabile e perpetua - una statua rinascimentale che ha vita, e che vita.


II.
“Potete ingannare tutti per qualche tempo, o alcuni per tutto il tempo, ma non potete prendere per i fondelli tutti per tutto il tempo.” Lincoln. "Una bugia fa tempo a viaggiare per mendo mentre la verità si sta ancora infilando gli stivali. Twain. Gerald & le sue citazioni. Una fornace di sapere dalla quale poteva uscire di tutto, da cui potevi abbeverarti della sua lava purificatrice e rigeneratrice. Io controbbattevo con Kerouac - se Jack cercava il Volto di Dio, io il volto di Cristo l'ho visto in Katrina, commentava. Allora ero costretto ad affondare il colpo con qualche aforismo nietzschiano, di Wittgeinstein, kantiano ed una volta scomodai una mia vecchissima reminiscenza schopenhaueriana: "Tutte le verità passano attraverso tre stadi. Primo: vengono ridicolizzati; secondo: vengono violentate violentemente; terzo: vengono accettate dandole come evidenti." Ob torto collo, caro Gerald. Parliamo la stessa lingua. Sin dall'inizio, e posso affermarlo con assoluta certezza, in me vide un successore, un nipote, persino un figlio; io vidi in lui la classica figura socratica del mentore, della stella polare da fissare implacabilmente, per potersi orientarsi e procedere, ambientandosi nel migliore dei modi nell'universo caotico e sprigionante del mio cervello di allora. A.D. Duemilaesette, ovvero l'alba sorgente e sorta del Ventunesimo Secolo, dopo la nascita del Galileo nato il Giudea: Il Cristo, argomento sul quale avremmo discusso ampiamente e convulsamente.

III.
Solo un buon uomo con la pistola può fermare un uomo cattivo con la pistola. Risalente detto americano, ancora in vita al giorno d'oggi. Un vero gentiluomo che si possa definire come tale, non può andare in giro senza un'arma. Qualunque essa sia. Motto in voga in Louisiana, per lungo tempo anche dopo il rovinoso esito della Guerra Civile. La NRA. Il KKK. Gli estremisti bianchi. Gente che ha dalle ottanta alle centoventi armi da fuoco, o bombe a mano, armi tattiche, armi da assalto, dinamite, esplosivi vari, esplosivi al plastico, C4, Semtex, Hexomax. Quattrocento milioni di armi. Un Popolo libero non ha bisogno solo di armi, ma di disciplina. George Washington dixit. Il granitico ed incrollabile Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America. "Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto." Firmato ed autenticato dal Segretario di Stato di allora, Thomas Jefferson. Donald Trump, qualche anno fa: "Non verrà mai abolito, non ce ne staremo in silenzio". Sparatorie nelle Università, nei College, nei Centri Commerciali, nei Locali Notturni, nei Gay Bar, nelle Basi Militari. Bisogna sempre sparare al nemico. Bisogna sparare per primi. Il West. La sua conquista, la voracità, la carestia, la dannazione e la velocità di estrarre un ferro da una fondina o ricaricare una carabina Winchester calibro 22 e fare fuoco centrando il bersaglio, abbattendolo, eliminandolo. Ora siamo liberi. Attraverseremo le Grandi Pianure, le Montagne Rocciose, i Grandi Laghi, i fiumi, i canyon, i ghiacciai, i rivoli d'acqua, gli stagni, il fango, le paludi; approderemo alle spiagge sulle coste, dall'Est all'Ovest. Toccheremo con mano ogni limite e con la forza dei nostri pugni, delle nostre mani, li stritoleremo nei palmi e li butteremo via, in viaggio verso lo sconosciuto ed un altra sfida da affrontare e vincere. Il Napalm ha un colore bellissimo. Ricorda una palla di neve arancione, lo stesso arancione del Golden Gate, che esplode. Su qualunque testa si metta tra noi ed il nostro obiettivo. Giusto od abbietto che sia. Gli ordini vanno eseguiti. Dio, Patria e famiglia. Una Nazione sotto la guida di Dio. Agendo nel suo nome e con il conforto della sua benedizione - Dio benedica l'America. Fasceremo il mondo con un grande pezzo di carta filigranata di color verde: Un biglietto da Un Dollaro.



















venerdì, novembre 18, 2022

Bigliettoni



Tu la vuoi sempre vinta
al tavolo da gioco
quando lanci i dadi
o conti le carte
o metti bigliettoni nelle slot

& anche quando
si parla di amore
la vuoi vinta
che si tratti di uno sguardo
o di abbandonarmi per sempre

poi torni sempre da me
con le tasche vuote
mezzo sbronzo
perché stasera
la ruota della fortuna

                                  [della tua fortuna

non è girata
nel tuo verso
ti ha calpestato
proprio come fai
tu con me

come fai
ad andare avanti
a non fermarti
ma questo
non me lo vuoi mai dire.


giovedì, novembre 17, 2022

Jaguar-Laney



Cosa fai ancora
al bancone tutta sola
hai letto Angela Davis
& te la sei data a gambe
abolire le prigioni delle persone
o quelle della mente
ho perso di vista il senso dell'orizzonte
se vuoi vedere la statua del saggio
è ancora lì in piazza
in bella vista

Il caldo di questo fine ottobre
mi ha quasi uccisa
mi ha stravolta
il sole rovente sulla fronte
come è potuto capitare, a me
forse sono solo la persona
più fortunata al mondo
chiama Elajah
ti ha cercato
per tutta la città

Icaro questa volta
sei volato troppo in alto
Camus rimani sempre uno straniero
Buke una vera bestia da sgabello
& potrai avanti così per mille miglia
& centinaia di pagine
dall'antica sapienza greca
allo spaccio di eroina e di meta
Lou Reed Bob Dylan & Dylan Thomas
sopra il mio Laney per la Fender Jaguar

Ti sei chiesta
da dove proviene
tutto questo amore
& il ricovero in ospedale
magari non avremmo mai dovuto
iniziare a parlare isolandoci
avremmo dovuto
sbattere i pugni sui Salmi
& mettere dei fiori secchi
nel cesto delle offerte

Non per un mondo migliore
segni & premonizioni
sono fantasie
destinate a morire
che non funzionano più
sono offerte dell'ultimo minuto
& negli ultimi attimi
si compiono sempre gesti disperati
non aprire quel regalo
ti prego.















Intra Moenia

Come si può pensare che qualcosa cambi. Il Tempo domina la Storia dell'Uomo. Le persone non chiamano, le cose non cambiano, i pianeti sono irremovibili e la Terra non ruota e rimane piatta come un'enorme distesa sconfinata e disabitata, il tutto in un imperturbabile ed impenetrabile sistema di fissità. Il Tempo comporta la futilità della vita, portandola nella Dissoluzione. Cioran, Camus, Celine e Sartre discutono nel quartiere latino, fumando, bevendo e spizzicando bocconi di pane e salumi. Poi si spostano sulle pendici di un tetto e scovano alla fine dello sguardo notturno il monolite di Montmartre e lo stagliarsi sfumato della Basilica del Sacro Cuore, la Basilica Minore sulla riva destra della Senna. Su un cornicione con le gambe a mollo nel vuoto pneumatico dell'anima esistenzialista e di tutte le sue conseguenze dell'accadere degli avvenimenti del Secolo Breve: il Novecento. E' successo di tutto. L'umanità ha dato il meglio di sé. La Bomba Atomica si sgancia e si vince la guerra. Kerouac bevve & scrisse fino a morire solo per vedere il Volto di Dio. Lettera ad un dio sconosciuto o al Buon Dio di Manhattan. Il Mondo pullola di déi. Un dio per questo, un dio per quello, un dio per qualsiasi cosa si voglia. Desideri inesauditi e piagnistei incontrollabili, ceri e tizzoni ardenti per i peccati tradotti in incenso da cospargere sui capi e cenere da mettere nelle tasche del tuo vicino di panca mentre scambi il gesto della pace e misfatti nascosti nella buca asfissiante del confessionale di una chiesa romana. Arrivare fino a quel punto in cui il Tempo rimane la sola costante di una poltrona accogliente su cui poggiamo la nostra schiena, abbandonandoci all'assurdo pensiero del protrarsi di un'esistenza globale. Il Tetragono del Vago tace nel suo candido giaciglio. Ho letto che un uomo si può dire tale se si alza solo dopo il sorgere del sole. Un'idiozia per bifolchi vaccari in qualche regione recondita del continente Americano, un popolo in preda a colline, prateria, fiumi e bestiame. Cosa ci dice lo Spirito, un Unico e Solo spirito di vendetta. Forse credo nel Dio della Bibbia, quello dell'Antico Testamento senza l'inutile ed inaspettata santa alleanza del Nuovo. Un Uomo e il Diavolo. Cosa fa un pesce quando viene pescato e tira le cuoia: giace continuamente. C'è il Caos della Creazione avvenuta in un sottopasso di una stazione abbandonata di Berlino Est. Una raffigurazione di una donna che sta per partorire una creatura che le scivolerà al di fuori del ventre e delle gambe come un flusso mestruale materico, fatto di pelle ed ossa. Tutto riassumibile in un vagito di neonato e la vagina dilatata della donna, al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Chi prevale alla Fine del Tempo: la vita, la morte. La morte è per sempre, la vita ha una scadenza ben precisa: si smette di respirare. Si diventa incommestibili. Ed il Tempo continua ad esercitare il proprio dominio, senza mai scendere a compromessi. E' disposto solo ad infliggere una condanna definitiva, ben iscritta e scolpita su una lapide od un loculo di un cimitero intra moenia. Almeno rimaniamo nella nostra città, in attesa di vedere il Volto di Dio.

Patricia Hansen/Celia Kentner


Parte Prima: (La) Venuta al Mondo.
Parte Seconda: La Versione Integrale del Dottor Herbert Van Hansen.
Parte Terza: Il Vero ed Inevitabile Intreccio.
Parte Quarta: Non c’è nessuna Prima, Seconda né Terza Parte.
Parte Quinta: Un Unicum.

I.
L’intrusione intollerabile del Dr. H.V.H. Le iniziali ricamate sopra il taschino sul petto del camice sempre intonso ed inamidato fino ad un senso di stabilità ed inattaccabilità oltre che di impacchettamento. Una corazza verso il mondo esterno che denota un certo disboscamento del sé. Non vuole farsi scoprire. Non nasconde segreti ma rimane un emblema di antichi significati e verità inaccessibili. Conoscenze tramandate ed intramandate, intrasmissibili. Non tocca mai le mani di nessuno. Dalla Venuta al Mondo fino alla Sua Versione Integrale, registrata e depositata negli archivi del centro psichiatrico di un sito governativo.

II.
Tornata indietro all’età di. La tua città. R&R tutto in bocca e nelle orecchie, in vena e su per le narici. Sbattuta la fronte sul cruscotto con tanto di squarcio in mezzo alla fronte, aperta ora, punti di sutura e trauma cranico sicuro, fuori dalle tue palpebre ma fino ai capillari scoperti e chiosati di sangue, una tinta cremisi ora rappresa ora liquida, contemporaneamente.

III.
Spalancare il palato e far uscire fuori il cuore dell’infezione, una sillaba originata tra i denti tendente ad un sapere patetico, annotato nel quaderno rilegato e tessuto in pelle nelle notti prima degli esami come degli interventi sul tavolo operatorio alla facoltà di medicina dell’antica sapienza greca, qualcosa di incontestabile ed incontemplabile come il trascorrere del Tempo, morto e sepolto come un Impero con l’avvento del Cristianesimo e della Psicanalisi. Nella sua tanto amata Manhattan.

IV.
La strada è ancora lunga e la valle così profonda e porta quasi ad ogni miglio ad un’uscita stradale che a sua volta porta a campi coltivati e quindi a boschi selvaggi. Si attraversano anche distese abbandonate di granturco e caffè e si intravedono spuntare dalla natura incontrollata fattorie decadenti e vecchie abitazioni ed è meglio starsene lontani prima di essere aggrediti da animali di vario genere, cani rabbiosi ipso facto o rettili con mascelle e fauci e potenti succhi gastrici e forti dentature parti di un retaggio tipico di una lenta e molle palude. Si può anche chiamare il trascorrere delle ore della notte quando si ondeggia adagio verso il fondo limaccioso e altre parole potrebbero sprecarsi, parole minacciose, rimedio prima dell’assunzione di un veleno fatale dopo un lungo decorso. In nessun contesto in particolare, nessuna flessibilità della mente e nella membra, sopra le nostre teste un cielo di torazina dionisiaca e danzante.

V.
Delle Ultime Cose. Non si dice così in filosofia, in letteratura, in qualche religione od in un’altra qualsiasi disciplina contemplativa. Vedere il mondo che scivola lungo il percorso circolare dei miei occhi. Un cielo così invernale, limpido, solcato da screziature arancioni e dorature rosastre. In mente ho le panchine di Villa Borghese a Roma, del Central Park a Manhattan - NYC, USA, e dei giardini pubblici di Via Palestro, a Milano, o qualsiasi altro posto, ove si voglia. Cara Letteratura, torna. Vecchia Prudenza, vieni fuori di nuovo a giocare con me. Queste cose le ho dette al Dr. H.V.H. Le ho dovute memorizzare, dato che non riesco più a scrivere manualmente (sembra da anni) e dato che mi tengono legata, parte del Tempo. Un Orizzonte incastonato in un Destino Ineludibile. Mi ricordo le Scrittore. Cristo prese il pane e lo spezzò. Tutto per finire inchiodato su una croce e risorgere per l’intero mondo cattolico ed i suoi accoliti. La città di K. A volte immagino solo quanto sia duro il cosiddetto “mestiere di scrivere”. Parlo di quello vero, non di quello da classifica di quei quotidiani che devono bruciare la concorrenza editoriale e far rullare le rotatorie oliate fino ad uno stato nietzschiano d’incandescenza delle macchine e dei loro ingranaggi inchiostrati e stampatori. Penso a quanto deve essere difficile mettersi lì, da soli, davanti ad un taccuino, ad un foglio, ad pezzo di carta preso da qualche al parte, davanti al niente assoluto da cui a volte non si fa ritorno perché il mondo ti rigetta e non riconosce. Descrivere, parlare degli altri, notare ed introiettare tutto quanto attorno, ascoltare i discorsi delle persone attorno, intercettarne le inflessioni di toni ed analizzarne il loro vocabolario e la loro capacità d’espressione e valutarne la loro estrazione sociale, le loro esperienza di vita e il loro status culturale. Quanto può essere profonda e radicata una cultura e quanto può incidere il genio, il diverso, l’emarginato, l’escluso. Uno scrittore, per sua conformazione genetica e per un’inconscia volontà strisciante, alla fine, nelle ultime cose, a scrivere sempre lo stesso libro, racconta la stessa storia, cambiandola, capovolgendola, mettendoci mano, raffinandola, riducendo o dilatando, estremizzando o sdrammatizzando, a s seconda del momento, di quello che ha visto, quello che ha mangiato o bevuto, a seconda delle occasioni, per pura opportunità, semplici contingenze o situazioni inaspettate. Devo tenere nella testa tutte queste considerazioni, perché non mi danno carta e penna, neanche un mozzicone di matita ed uno straccio di foglio, quindi fingo di essere in una sala da ballo e mi muovo sfrenata, incontrollata, dionisiaca. Non sono Patricia, non mi chiamo Patricia. Sono Celia.

VI.
Sotto i pertugiai del cielo, le palpebre per la perturbazione scrosciante, che si abbatte sui muri della struttura e mette in serio pericolo la tenuta delle finestre. Hanno chiuso le persiane e so che hanno anche inchiodato dei pannelli di truciolato all’esterno. Siamo in una gabbia. Siamo in un bunker impenetrabile e la cosa mi diverte e mi eccita fino a toccarmi, in silenzio e con movimenti e mosse inavvertibili. Si mette male, santiddio, si mette male. Credo che la sera in cui il Cristo era raccolto nel Getsemani, il santo frantoio, ultimo passo da una vita terrena ad una sovraceleste acconto al trono di Dio e la presenza del fuoco purificatore dello Spirito Santo. Aquae et ignis. Mi hanno interdetto. E’ come se mi avessero tolto la cittadinanza nell’Antica Roma. Provo vergogna. Sudo. Attacchi di panico e scarsa stabilità motoria, equilibrio inesistente. Ecco gli stadi sul cammino delll’esistenza. Credo quia absurdum. Qui c’è poco in cui credere, altro che fidarsi dell’assurdo. Sono nata nella prigione della mia mente e sono incarcerata in un pozzo e quando sarò fuori da qui la luce sarà accecante, abbacinante precisamente. Portano i pasti ad orari precisi, ma non così puntuali. Il Dr. H.V.H. si vanta con il suo codazzo - un vero sciame appiccicoso, degli esami tenuti alla facoltà di medicina. Trasuda euforia ed orgoglio. Ma io me lo vedo come uno studente incerto, agitato, in preda ad uno stato di esaltazione mentre sciorinava ed ostentava il suo sapere e la sua maestria. Che Dio lo stramaledica. Lui e le sue terapie mi stanno uccidendo. E se ne va tra le corsie tronfio delle sue sperimentazioni da laboratorio sulle cavie che si chiamano pazienti. E su se stesso. Racconta aneddoti su come abbia assunto ogni tipo di sostanza chimica psicotropa. Grande sostenitore della causa dell’ LSD, un Timothy Leary nostrano. Acido Lisergico. Che lurido e sporco animale. Che prevaricatore dell’inconscio o subconscio che sia. Si professa Junghiano, ma non è uno Junghiano di ferro. La sua è una maschera per convincere i genitori a far internare i propri figli tra una partita di golf ed una di bridge, tra una scopata con puttane e transessuali e frequentazioni di gay club. L’ho visto. E poi fa il grande padre di famiglia, si atteggia a custode dei mores maiorum. PUUHHH. Come uomo mi fai schifo. Riprovevole, viscido e senza pudore. Si nasconde ma è un vizioso torturatore. Gli piace seviziare, sottomettere ed essere sottomesso contemporaneamente. Vuole dominare ma gli piace essere dominato. Vorrei uscire da qui, in un giorno distante e buio, e parlarne con un giornalista e denunciarlo per quello che mi ha fatto, mi sta facendo e mi farà. Ma con lui faccio la scena. Gli dico che mi sento meglio. Mi rimprovera la mia condotta sessuale del passato e l’assunzione di droghe ultrastimolanti. Così me ne sto buona. Se no lui aumenta i dosaggi delle pere che mi inietta ed io vado completamente fuori di testa.

VII.
Ho chiesto di poter leggere un libro. Antichi Maestri di Thomas Bernhard, ma mi è stato vietato. Ne abbiamo già parlato signorina Hansen - Kentner, il mio cognome è Kentner, Celia Kentner non Patricia Hansen, il nostro è solo un caso di omonimia, ne abbiamo già parlato Patricia, per il tuo bene certe letture non sono ammissibili, nello stato attuali dei fatti e soprattutto nel tuo stato psico-fisico. Minerebbe i piccolissimi, i quasi impercettibili, che io comunque colgo, che hai fatto negli ultimi sei mesi, e te lo dico non solo da tuo terapeuta curante, ma anche come tuo zio, il fratello di tuo padre. Siamo una famiglia. Porco. Porco schifoso. Prima di tutto tu non sei mio zio, il fratello di mio padre. Sei un misero impostore con tanto di camice bianco e con quell’obbrobrio di colonia che ti cospargi tutte le mattine sul collo, sulle guance e sui polsi. Poi sono solo cento ottantotto pagine. Figurati se chiedessi di leggere la Bachmann o la Kristof. Ti possiamo procurare delle riviste, che ne so, di moda, di abbigliamento, di gossip o dei quotidiani, diciamo, leggeri. Mi vuoi rifilare spazzatura, mi vuoi soggiogare drogandomi di puttanate di primissima qualità e livello. Che tu sia dannato, caro zietto. Ma arriverà il momento, eccome se arriverà. Arriverà quel giorno. Magari mi fingo addormentata e poi ti piazzo le mani intorno al collo fino a non farti più fiatare ed a farti ingoiare tutte le tue parole inutili ed offensive ed eliminare per sempre le tue teorie repressive, i tuoi principi incrollabili e ogni tuo più recondito pensiero. Sarai vittima della tua vittima. D’ora in poi sei la mia preda. Vedrai la mia capacità di manipolazione espressa nei modi e nei metodi più inusuali ed impensabili. Ti entro io nella testa. Sarà un veleno lento, che poi ti farà colare il sangue dalle narici ed assorbirà i succhi gastrici, corrodendoti gli organi, il cuore e la mente, polverizzando ogni cosa di te, così che la tua esistenza non verrà ricordata e se dovesse essere mai ricordata risulterà vana, fasulla ed inutile, oltreché dannosa. Mostro.

VIII.
Continua a cadermi dalle mani questo piccolo taccuino a righe azzurro. Le infermiere lo raccolgono, a volte sì a volte no, e lo infilano sotto il cuscino. Lo sfoglio al contrario, risalendo la corrente che arriva fin qui dall’Alaska. Mi sarebbe piaciuto chiamarmi Alaska. Un orso bianco e candido, inattaccabile. Una predatrice deliberata. Non lo capisco sempre, non ho piena coscienza del contenuto. Me l’ha lasciato un mio amico quando è venuto a trovarmi, quando ancora potevo ricevere visite ed avere contatti tattili e visivi con l’umanità che è sparsa, sconvolta e poco convinta fuori da qua. Guardo ipnotizzata o quando mi ipnotizzano la Luna Crescente. La vedo distintamente. L’uomo, gli Americani, dovrebbero tornarci entro il duemilaeventiinque, a metterci i piedi, saltellando ed installando strumentazioni per rilevazioni e studi scientifici per proiettarci verso un futuro più avanzato, oscuro ed impredicibile, non predicabile. Tute bianche e caschi con visiere bronzate per poter provare il brivido dell’Assenza di Gravità. Le persone si lamentano di tutto. Assenza. Non c’è proprio un bel niente che è assente, è solo diverso. Forse è sul pianeta terra che c’è qualcosa di diverso, qualcosa di realmente assente. Ed è in questi casi, per nulla residui, che si cade nel parlare di diverso, nella riprovevole tentazione di defilo diverso. Assenza di tutto, in tutte le sue declinazioni. E se la diversità fosse la presenza, la presenza di gravità. Una forza onnipresente, orribile, terrificante, che ci schiaccia tremendamente, affliggendoci. Ci tiene con i corpi incollati ed i piedi inchiodati al terreno.

IX.
Muoversi. Dal punto A al punto B. Come faccio a muovermi, a mettermi in moto, nelle mie condizioni, dato che passo la maggior parte del tempo, delle giornate, allettata e legata come se fossi un maiale in attesa di venire affumicato, od imbalsamato, od addirittura squartato come un quarto di manzo. Qui finisce che qua dentro ci muoio. il Dr. H.V.H. mi vuole morta, dalla pelle alle ossa. Mi vuole esporre appesa, aperta come nei macelli o nei quadri di Bacon. Allora. Da A a B. Per esserne certi e poterlo fare, in fin dei conti direi, per dimostrarlo, prenderemo innanzi tutto la misura della distanza da A a B. Il modus procedendi più facile e logico è quello geometrico. Diciamo quindi che la distanza tra A et B è sì una variabile, ma è una x che conosciamo. Sessanta metri lineari. Sessanta che dividono il mio letto dal mangione antipatico della porta d’uscita d’emergenza. Mettere le mani sull’alluminio freddo di quella pesante porta.Stabiliamo che il bordo laterale del mio letto sia A, lo identifichiamo come tale; la porta d’uscita la libertà, la immaginiamo come tale. A con uno, A con b, A con c, no. Riformulo. A con uno, A con due, A con tre ed A con quattro. Ecco ci siamo. Così va meglio, funziona. Ed A con quattro non è altro che il punto B: l’uscita, aria pura di un inverno gelido ed indifferente di un’umanità spaesata, ma ancora solida, pur avendo una fede vacillante generalizzato. La sommatoria di A con uno, più, A con due, più, A con tre, più, A con quattro è uguale a B. Solo così si raggiunge. Quindici metri, più quindici metri, più quindici metri, più quindici metri uguale sessanta, e siamo arrivati. Le somma delle parti dell’uno è uguale a B. Segmenti divisi in parti uguali portano d una soluzione certa ed inequivocabile: B, sessanta metri, fuori da qua. Per sempre, forse. A e B sono una vera e tangibile distanza, un’identità unica ben precisa. X= A1+A2+A3+A4=B. X uguale a sessanta metri lineari. Sessanta metri sono uguali alla libertà di esistere. Non ho la minima idea di come fare. Mi legano. Mi sorvegliano. Mi sedano, seviziandomi. Le parole si accalcano, accaldando il mio cervello, le connessioni neurali, l’intreccio delle sinapsi. Perdo la speranza, come se fosse un modo di essere. Dopo questi ragionamenti mi abbandono all’oblio chimico di quello che scende dalla sacca della flebo, rendendomi conto che non posso realizzare e volere. Non posso farcela, in qualsiasi modo alcuno. A più B uguale a X che è uguale alla fuori uscita da qui. Tutta questa dimostrazione, tutta questa operazione, rimane non valida ed inefficace, perché il sistema in cui gravita il mio corpo fisso, rigetta la mia ipotesi e la presenza stessa della mia ipotesi. Sono chiusa in questa struttura per la salute mentale che non ammette assenza di gravità. E’ proprio per questo che esistono posti come questo. Rinchiudere il diverso. Non posso percorrere la distanza dal punto A al punto B. Sono senza speranza. Sono Ypsilon. Sono la Sposa di Corinto. Per me niente da fare con percorrere la strada da Atena a Corinto. Sessanta metri. Sono solo sessanta metri.