martedì, ottobre 03, 2023

I Razionalisti Muoiono



Qualcosa in quel mattino    
è andato un po' storto
il respiro dell'iguana strisciante
il becco dell'aquila che zappa la terra
oh mio animo beneamato andato
la bibbia l'hai presa
sì la bibbia l'ho tirata su
rossa come il costato dell'uomo crocifisso
i proiettili per la cattedrale in tasca
anche quelli sì, li tengo nel palmo della mano
il fucile nella coperta dell'elemosina
sì, eccolo & ci ho fatto un buco
un solco per appenderci le braccia
& quando ti sono nato nella pancia
sono stato una sorpresa di nove mesi che pioveva
un santuario nascosto illibato &d affamato
come tutte le cose di questa terra
notti pesanti dove la cedevolezza della tua pelle
si faceva morbida per avvolgermi
mi chiedevo quando sarebbe finita
quel tenermi al caldo
uno stato di sicurezza a basso prezzo
con quel poco di rispetto che rimaneva
quel farmi vivere al di dentro
per una scommessa roteata
negli spazi assiali delle ombre interessate
veniamo dunque da quello che non sappiamo
veniamo dagli astri dai meteoriti dai satelliti
veniamo dai Pianeti di Giove & da Io
veniamo dal cauto fardello di Dio
che si diletta con tre sole strofe
dei colloqui delle discussioni sine die
& per questo mai perdonato
nelle aule delle accademie di mezzo Qumram
cosa può fare un Essere
che ti immola scappando
nell'alveo umido & sazio di una donna
il corpo le membra & la cinetica elettrica
che anima un cervello neuro scosceso
certo solo un essere sovrannaturale sopravvive
salmi ellenici azioni funeste ballate arabe canti ebraici
invecchiare non è un problema per gli artisti
basta avere una testa fottutamente bastarda
ti sono stato nella pancia per nove mesi
ti ho osservata ti ho sentita ti ho annusata
è così che ho iniziato a capire
& a formare il ricordo primordiale
ti ho tradita infernalmente per la sete
finché non avevo la trachea gonfia di liquido amniotico
ero trascinato senza un destino che mi si mostrasse
forse ero la speranza di un anello di matrimonio infiammato
rotolato in un fossato dell'Himalaya
la consolazione di un cuore febbrile
di passaggio in passaggio
di crescita in crescita
di inverno in inverno
per avere un giorno
nei testicoli un sapore seminale
stereotipando tutto oltremodo
la psichiatria degli orifizi della terapeuta
&d il sesso fatto da psicopatici
& chi sgozza violenta & stupra
da bravo sociopatico
per la creazione del proprio manifesto
ognuno ha il suo opus postumum
è tutta una questione di un cromosoma fatale
dunque anche se io sono apparso
con la testa ricurva in segno
di tacita benedizione & comprensiva sottomissione
per farmi portare via da una cicatrice
che diventava più strana ogni giorno che passava
nell'ipotermia di una principessa abitante della costa
giunti fino al punto da dove non arrivano più le notizie
incamminandomi per abbandonare la linea crudele che traccia
la Metamorfosi tra l'Occidente & l'Oriente
& vedere Ovidio che schiatta di crepacuore
o Benn che si ottura le narici di coca
o qualche altro che usa le braccia
per sentire la vampata di un revolver all'oppio 
mentre si deve ammettere
che la famiglia del serpente
era sempre stata la più astuta di tutte
erano esseri selvatici dalla faccia vuota smunta decadente
di una madre che non chiamava il Figlio con il Suo Nome
per la vergogna che inghiotte il Deserto della Giudea
& quindi in questi casi può giungere la maledizione
& tutto può prendere fuoco così velocemente
& il roveto ardente può anche esplodere
divampando da dentro lo stomaco sacrale
facendo implodere le Tavole delle Legge
& le ossa le cartilagini gli organi degli astanti adoranti
è solo un altro uomo che se va
dopo tutto in un bungalow
è la libidine fatta esistenza
l'acqua benedetta prosciugata
dalle fiere mosse dalla voracità che abita solo nelle foreste
& dalle baccanti festanti con i fianchi bianchi di panico
mentre Dioniso zitto guarda beve & balla
per un'altra stagione di divertissement
ti hanno fatto un taglio in pancia
& questo non glielo perdono
chiunque sia stato
ma si usa fare così
si uccide qualche piccola parte di corpo
scelta metodicamente
con fare chirurgico
si asporta qualche libbra di carne vitale
per farne nascere un'altra
per dare un senso a questa vita
senza che sia propria la tua
& quindi mi hanno fatto uscire
perdiana quanto ho gridato
& mi hanno sentito fino giù
negli anfratti dell'Ade del Peloponneso
nelle faglie sulfuree dei Campi Flegrei
eccome se mi hanno sentito, tutti
da Gilgameš fino ai pastori straccioni dell'Anatolia
persino la moltitudine delle prostitute convertite
&d inginocchiate sotto il mite sigillo di agnello
& non c'era meditazione feroce che tenesse
allo strappo che con tutta la forza imprimevo
& per questo uno spretato di passaggio mormorò
"& così di nuovo si ripete il fatto
un funerale diventa un processo & così sia"
impugnate le asce forgiate nel plutonio cosmico
erano già state deposte ed affogate nel terreno
arrotolate le catene arrugginite & calpestatele
strappate i ceppi roventi  & sotterrateli
così da essere liberi dai vicini di casa
non più bottiglie fatte & finite & scrollate & scolate & buttate
per gettare nello sconforto dell'oblio l'onta verginale del peccato originale
sotto la poltrona di pelle resa bisaccia della discordia
per finirla una volta per tutte con le urla dei caduti di guerra
per chiudere la bocca ai predicatori che battezzano le terre aride
nella falsa speranza di un fiorente raccolto venturo
per impastarsi la bocca di fango & sputare la poltiglia sopra le teste
di dottori infermieri &d anestesisti drogati & paralizzati
dalla mancanza di sentimenti umani dimenticati
in inutili sperimenti di PURO ORIENTALISMO di Zen-Buddhismo
mentre ora rimane il tormento solo di un neonato sconsolato
che non è ancora nato & che attende il momento fatidico
nessun posto dove nascondersi a lungo
un corpo muto riposto in una catacomba rosa
custodita dai primi cristiani di Corinto
senza lettere & senza Paolo
osservando quello che c'è fuori nel mondo
& si vedono maroniti che fumano crack-narghilé
gesuiti convertitori che soffiano alfabeti segreti
nelle orecchie dei gringos pistoleri
ma siamo venuti al dunque
all'inaspettato frangente
in cui lei non riesce più a toccarti
non riesce neanche ad avvicinarsi
anche se siete a letto assieme
non osa sfiorarti perché é così presa dalla grande città
che inghiotte i pendolari respinti sulla porta di casa
é diventata anche lei una preda posseduta
dal senso del limite della cerimonia della notte
un bacio non si dice mai a nessuno
una premonizione non si promette
ci si guarda solo appena sopra le palpebre
si buttano le pupille sulle fronti corrugate
di chi ha vissuto troppo
DIECIMILA MIGLIA DI DISTANZA
da qui al Golfo del Messico
fino alle rive azzannatrici del Mississippi
sono anche una misura che si può intuire
ma che adesso non si può colmare
si può solo percorrere buttandosi in avanti
prendendo in mano una cornetta
componendo un contorto & lungo numero telefonico
con molti zeri & molta poca fantasia
con dita inzuccherate da clown lisergici
hanno preso una brutta strada
tutti loro, una strada senza anima
percorrere tutta quella distanza
a rotta di collo & per ritrovarsi
con il collo spezzettato rattrappito
ridotto ad un viscido ammasso di squame
giorni spesi fuori dalla porta chiusa della missione
ad aspettare che ci mettessero tra le mani
i tanti odiati classici
Huysmans Flaubert Stendhal Proust
tutti francesi francofoni
a salvarsi solo Rostand
il vero &d unico amore impossibile dei Capuleti
finché lui tocca in fin di licenza
ma tocca i bambini, uno ad uno
inaspettatamente & inavvertitamente
un delinquente comune da punire
passami la pistola ovvero la storia del crotalus atrox
che viene calpestato & straziato
con tutto il suo veleno che renderà fertile la terra
per un nuovo inizio ancora di là da venire
con Derek Walcott che blatera saggezze caraibiche
impomatato al Crepuscolo Impotente delle Antille
anche se Schopenhauer, il vecchio di turno
gli aveva dato una bella raddrizzata
& dal sudore lancinante
quello di un parto atomico
in un quanto di spazio
incomprensibile, ritornando a noi
riprendendoci la narrazione della nascita
tra bui lamenti soffocati
tra contrazioni muscolari ancestrali
tra battiti cardiaci primordiali
poi siamo saltati su in piedi
& abbiamo preso a vivere
come Edipo come Freud
facendo sesso degenerato
dando alle viscere una gioia dilatata
drogata dalle strade curve & strette percorse
un piccolo treno fantasma che porta
ad una stazione una volta cieca
ma che ora vede & suona & risuona
per una carezza impugnata tra lembi insanguinati
uno sguardo proiettato per quello che abbiamo fatto
una parola proferita per mantenere la terra unita
che detta da tua madre partoriente
può sigillare il cratere eruttante vaginale
può dare un senso a chi nasce perso
senza più il cordone ombelicale
una cosa peggiore
non si poteva immaginare
ma questa è solo una canzone
che va dritta sulla faccia nera della Luna.



















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