martedì, marzo 18, 2014

Talos Edizioni, Distretti











Niccolò Alberici è nato a Milano nel 1981, dove tuttora vive e lavora.
Ha pubblicato: Qoelet Blues (2009) Ed. Aletti, Blues dell’Anima Rossa (2010) Ed. Acquaviva e Cronache del vissuto inverno (2011) sempre con Acquaviva editore, oltre a numerose altre opere pubblicate in formato digitale.
Gestisce un blog (http://straight-faced-blues.blogspot.it/) molto seguito e apprezzato in rete.
Nel 2013, con Distretti (Talos Edizioni) Alberici conferisce forma e sostanza, attraverso un’opera coraggiosa e ambiziosa, per mole (504 pagine) e tematiche trattate, a un disordine esistenziale che ha ormai preso il sopravvento all’interno di ogni “paesaggio urbano” occidentale.
Tutte le liriche dell’autore, crude ed eleganti al contempo, sono accompagnate da un suo scatto fotografico; la fotografia è l’altra forma espressiva che Alberici ha scelto di affiancare alla scrittura.
Le fotografie che appaiono insieme ai brani sono a volte profondamente contestualizzate e a volte totalmente decontestualizzate; stupisce la simmetria sostanziale tra quanto scritto e quanto scattato. Le immagini, prese singolarmente, sono scatti senza tempo.
Adotta, per scelta, macchine fotografiche semplici, ancor meglio se usate e con imperfezioni: il suo unico punto di riferimento rimane la pellicola in bianco e nero.
La sua è, in definitiva, una fotografia narrativa, di immagini, messaggi.
In un suo brano apparso sul blog (“Continua a scattare nel Mondo Libero”, http://straight-faced-blues.blogspot.it/2013/10/continua-scattare-nel-mondo libero_22.html, citazione parafrasata di un celebre brano di Neil Young) dice, in una sorta di decalogo esistenziale del suo intendere la fotografia, o, se vogliamo, un suo manifesto fotografico:  non è l’oggetto che trovi in strada a non essere degno di uno scatto: “sei tu che sei impreparato e tendi al fallimento”.
Alberici è un artista totale, pienamente immerso nel suo tempo, un “cronista in versi” che fornisce ai suoi lettori un autentico “manuale urbano di sopravvivenza”.
Con i suoi scritti e i suoi scatti, Alberici denuncia la scomparsa di un destino umano condiviso, letteralmente inghiottito dal cemento figlio del dilagare di una sfrenata globalizzazione che infligge all’animo dell’uomo, sia egli di Milano, Roma, Amsterdam, New York o New Orleans, le stesse identiche e profonde ferite che l’uomo ha inflitto alla Terra.
Le narrazioni, nella duplice forma della parola e dell’immagine, si intrecciano inestricabilmente con la vita dell’autore, le sue esperienze, la sua voglia di libertà.
Alberici sprofonda tutti noi in un gorgo di vite ai margini, uomini che consumano la propria esistenza scrivendo racconti in anonime camere d’albergo sature di musica jazz, blues, rock, accompagnati da drink notturni e da una lucida visione d’insieme, profetica, del mondo.
Il senso, inesorabile, si palesa pagina dopo pagina, fotografia dopo fotografia: le città che l’uomo moderno ha costruito con crudele pazienza, non sono meno feroci della più primitiva giungla.
L’orrore è sempre in agguato, così la speranza.

                                         

                                                                                             Osvaldo Tartaro
                                                                                             Talos Edizioni





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