martedì, dicembre 06, 2016

Lorena, 1




La ragione di tutto questo, delle parole dette e dei fatti accaduti, stanno su questo tavolo. Lorena guarda se stessa, guarda un suo braccio malandato e il palmo della mano. Lividi, contrazioni. Lorena ha ventinove anni, ma potrebbe averne molti di più, come molti di meno. Le sue dita si sono fatte più ossute e più gonfie in modo indistinto, senza seguire alcuna legge logica, biologica o se vogliamo, il destino di una donna della sua età. Forse la costrizione dei vasi sanguigni a causa della pressione degli anelli. La sua posizione davanti a me è di un tre quarti e guarda svogliata un poster di Bob Dylan del 1975, anno in cui molti sono nati e morti. Cose che succedono, cose che capitano da sempre. Poi si sofferma su alcune mie foto che sporcano la parete bianca della cucina con macchie nerastre - gonfia le guance, muove la mandibola e fissa la bottiglia di Stolichnaya Blue, 50 gradi. Tutti sono così impegnati a guardarsi in giro, per le strade, nella vita di tutti i giorni. Non ci sono più comandamenti validi. Lorena muove sola il piede sinistro, lo trascina in avanti e lo ferma, abbandonato. Prende un mio taccuino ed ad alta voce dice “le stagioni dell’imprudenza o gli anni dell’imprudenza”. Perché scrivi queste cose. Dopo tutto questo tempo, continui. Ti ostini. Lo so che mi disprezzi. Sei sempre stato sullo scranno a guardare la povera bimba persa che si dispera, che cerca aiuto. E dove lo trova. Da suo fratello, padre, amante. Dal suo confessore. Guardo il dorso della mano di Lola. E’ appoggiato di taglio, fermo sul tavolo. Tu dici che le cose, fuori di qui, vadano meglio. Pensi che davvero, si viva meglio, al di fuori di questa casa, al di fuori di questa città.La mattina mi alzo, ancora, dopo quel pomeriggio. La mia faccia sui giornali. Mi hai difesa, mi hai preso in casa, mi hai ripulita ed ecco come ti ripago. Il genio di famiglia. Eccoti qua. L’uomo fuori dagli schemi, quello che vedeva oltre. Lorena è chiusa in bagno da oltre un'ora. E' mia sorella minore. Questa è la trentaduesima volta che sfondo una porta per lei.





















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