mercoledì, dicembre 20, 2017

Federe, 2





La frase che mi rimprovera, mentre qualche sera perdo conoscenza e finisco sul pavimento della cucina o di quello che ne rimane, a dormire, stanco, sfatto. Le mie giornate migliori: a guardare fuori e a pensare chi eravamo, in quel parcheggio. L’ho detto tante volte ad Adele: tutti gli anni buttati via. Tutti quegli anni vissuti con niente, cercando nostra madre o nostro padre, a viaggiare, sperando che un piccolo gesto ci portasse fuori strada, e per piccolo gesto, intendo quando sia io che lei, insieme o no, facevamo quel passo oltre il concesso, o il conceduto. Una volta l’ho dovuta trascinare per centinaia di metri ed aspettare ore e ore, quasi tre giorni, prima che si riprendesse dal suo coma eroico. E io mi ero detto, sai che c’è, me ne giro per bar, finché tu non mi chiami e non mi dici che sei ancora viva sorella. Ero pronto a seppellirti. Voglio che si sappia. Ero convinto che saresti andata. Andata e mai più tornata. Ti rendi conto, di cosa ti sto dicendo, di quello che ti stavo dicendo, cambiandoti le federe, rimettendoti nelle lenzuola di nostra nonna. Sai, ogni tanto, nonostante quello che abbiamo fatto insieme e che abbiamo fatto da soli, penso che ci sia una sorta di ritorno infinitesimale. Ogni tanto so che sei qui in casa con me. Ma più tardi, prima di iniziare a bere perrier, litri di caffè nero, so che sei andata. E come i migliori fiori sei andata in luglio. Nessun Ordine, Nessun Combattimento. E aggiungevamo, in un mondo senza dignità. Le regole vanno condivise. Il mondo non potrà mai essere un posto migliore, ma io, ti prendevo in disparte. Dicevamo sempre: ogni polso sul tavolo con un gambo di rose pieno di spine, almeno per farla finita. Perché. Col passare del tempo, con i miei viaggi, quando ti mollavo sola e senza soldi e io me ne stavo in Louisiana e dintorni, sapevo cosa ti facevo e sapevo che parlarti sarebbe stato un errore e sapevo che mi chiamavi disperatamente in ogni hotel. Io non ho mai risposto. Sai ho viaggiato, Adele. Scritto libri, pubblicato foto. Credimi, non sono stato niente di che. Come dico sempre, uno che viene e va, uno che passa. E le mie donne sui due continenti l’hanno sempre saputo. Basta con le grandi domande. Ora ci sono io, e sono qua.


Nessun commento:

Posta un commento