Un giorno mamma prese le chiavi delle macchina e ci disse di salire in macchina, e presto. Nostro padre se ne era era andato da tempo e io pensavo che fosse anche morto, e anni dopo, seppi che avevo ragione a pensare quella cosa, perché di fatto era morto, ed era andato a morire in una altro Paese, lontano da qua. Quel giorno io e Adele stavamo seduti nei sedili posteriori, con i nostri giocattoli o con delle cose tra le mani. Adele non capiva quello che ci stava capitando. Anche se avevo cinque anni io capivo, e capivo mia madre. Le dissi di accostare per spiegarmi quello che stava accadendo. Stavamo cambiando città perché mio padre, le sue parole, mio padre ci aveva abbandonato, una volta per tutte. Mio padre se ne era andato, lasciando me, Adele e mia madre. Ora che ho un'età e una vita dove niente e nessuno può farmi male, posso dire che lì, divenni uomo. Anche perché da quel piazzale di sosta mia madre fece scendere con una scusa mia sorella e risalita in macchina, riaccese il motore e ripartì. Non mi ricordo che chilometro fosse dell'autostrada. So solo che avrei dovuto capire meglio la situazione. Avrei dovuto capirla meglio prima. Ma avevo solo cinque anni. Eravamo vicino al mare.
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