martedì, gennaio 20, 2015

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L’ho presa su dopo il distributore, era poco dopo. Vedevo l’insegna luminosa dello Sheraton, rossa, satura, che stava lì immobile. La vita oltre l’orizzonte del lago Pontchartrain. Le notti sature della Louisiana. Fatti un drink bello, o fumati qualcosa tra Dumaine & la Robertson. Certo che poi la serata non prosegue come avevi previsto. Visto uno con la mascella rotta su Borboun. Tanti racconti, tante stelle dalla costa ovest. Si scende verso il delta, svoltando a destra. Un po’ di rock nel venerdì sera. Molly la santa irlandese. Raffinerie ad Arabi. Recinti di maiali buoni per le costolette. Olio di motore così denso che le macchine lo rigettano. Dai vieni qui, fatti qualcosa. Robivecchi in alta tensione ed un film vecchio dal titolo Oger. Al Mc Donald’s sento che dicono ai clienti: avete visto la classifica, noi & voi siamo i muli. Un copertone prende fuoco ma è solo un’altra storia sulla strada. Chiese settarie cantano il gospel del morto riapparso. Il limite di velocità innalzato. Dolci giovani donne che parlano del femminismo in senso lato. Prima di andare in albergo da te, sentiamoci un po’ di Gov’t Mule. Accompagnare a casa queste signore ha sempre il suo prezzo. Lo puoi pagare. Leggiamo i tuoi racconti e guardiamo le tue foto. Vecchio e cattivo cane, so che non puoi stare a bada. Poi viene la strada, come sempre. Le slot machines senza nome. I quartieri ad est. I padri del teatro europeo. I satelliti lanciati a milioni di chilometri. Alla radio parlano. Abbassano la voce parlando di dio. Non sai mai come si sente il tuo interlocutore alle otto di sera. Di solito tende alla depressione. Tende a niente. Potrà anche parlarti. Magari ti dice quando era giovane e si mette anche a ridere. Gli hotel non chiudono mai, dopo un turno c’è ne è altra e ti ti dicono, continua a scintillare pazzo diamante. Vedo i cartelloni veri, verdi & bianchi. Vedo le distanze. Vado verso Detroit.

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