sabato, dicembre 20, 2014

17 tra l'una e le due






E’ poco più che l’ora. Posso vedere fuori dalla stazione? Grazie. Volete che vi dica di loro. Li ho visti. Hanno preso velocità subito dopo la prima curva. E se si arriva lunghi lì, addio sogni di gloria. La gente viene in questa città pensando di poter fuggire dal proprio destino ed iniziare una nuova vita. Può essere. Può essere che il passato sia solo una bolla di catrame. Ma il catrame, se sollecitato, può esplodere e sei di schiena puoi splendere sempre come un fiore di campo, ma questa cosa non ti porterà a niente. Mia nonna ci teneva sulle proprie ginocchia. A me e a mio cugino era molto affezionata. Ci leggeva molto, ci leggeva di tutto. D’inverno non c’era nient’altro che leggere, tenere i piedi in pozze di ceramica con l’acqua calda. Il fuoco acceso e le coperte sulle spalle. Ridevamo. Poi nostra zia prendeva a recitare. Era stata una discreta attrice di teatro. Teatro da camera in città lo chiamavano. Autori del nordeuropa. Almeno due volte a settimana diceva queste parole: Ho letto molto bambina, questo è indubbio. Le scritture, gli scrittori che hanno fatta sacra questa nazione. Io sono il di loro mercurio, il loro messaggero. Vedi, guarda lì. Era rimasta in cinta a sedici anni, la prima delle altre volte. Una bella donna, ben tenuta. Mi facevo anche delle fantasie. Allora non riuscivo ancora a masturbarmi, non che questo vi possa interessare. Quello che ho visto è stata una scintilla sull’asfalto. Questa è una notte fottuta. Siamo soli come cani in tutto questo buio. Cristo, non ci diranno dove andare. Potremmo ascoltare della musica classica? No? Mozart è una cosa incredibile. Agisce sui testicoli. Meglio ancora Beethoven. A nove anni Beethoven mi ha  cambiato la vita. Nietzsche a tredici. Cristo santo, tutto questo affare aveva un origine, no? Un bisogno di soldi. Voi avevate sempre bisogno di successo, carriere. Una corsa verso l’inferno senza denti. Un uomo sdentato cammina fuori dalla vetrina. Un cappotto, delle scarpe. Guardo i cartelloni pubblicitari. Chi fotografa i cartelloni pubblicitari. Povero perdente. Questa linea che sto tracciando può portare alla fine molte delle vostre esperienze. Passioni? Finte vite? Partorire. In una piazza, senza che il cattivo di turno venga a spezzarvi l’osso del collo. Ogni tanto mi chiedo, perché queste donne abbiano una necessità così vera, di maternità. Le guardo, ci parlo, ci sto a letto. Non ne avete. Voi non siete madri. Voi avete perso il treno della maternità quando siete nate e quando avete voluto fare le donne, non esserle. Camminavamo lungo il ciglio, sul ciglio della strada, prima dei fossi. Fossi verdi pieni. Terra, legno, fili elettrici. Prima avevamo visto un cartellone con un ragazza che chiedeva: perché mi hai ucciso? Se sai qualcosa o se riconosci questa ragazza chiama il bla bla bla. Dopo quel cartello siamo usciti a fare benzina. Mi sono fatto un doppio bourbon e tre birre. Erano le sei di sera. Le ho lanciato le chiavi e le ho detto, guida tu. Ha guidato per qualche ora e siamo arrivati a Biloxi. Mancava un’ora e mezza a New Orleans. Dopo sei mesi, non ero stanco e non pensavo a niente. Solo andare avanti. La mattina dopo sono andato a farmi un caffè da un litro. L’ho lasciata dormire e mi sono scaraventato a New Orleans. Lei non è stata bene. E’ lì che abbiamo visto la macchina saltare fuori dalla strada.








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