sabato, maggio 31, 2014
Il flacone è rimasto vuoto
L'ho guardata
non puoi sempre
raggirare la tua donna
capelli corti
baci a tutti
unghie laccate
verdi
orecchini
pezzi tondi
finto corallo
pezzo di città
certo che ti avevo
scritto una lettera
vuoi avere
un po' di pazienza
gli occhi rivolti
stavano lì
contrasti, VUOTI
il fumo che cola
l'umidità universale
le ore in cui stavo.
venerdì, maggio 30, 2014
giovedì, maggio 29, 2014
Begonie arancioni
L'ho accompagnata
fin sotto a casa
le ho voltato le spalle
amo le figure
sui biglietti da 100
qualsiasi valuta
le montagne della luna
sono così lontane
che non penso
che mai mi convertirò
il fuoco arde libero
in basso
senza condizione
molto più di questo amore
giurami adesso
che
se persa
verrai al mio funerale
che la terra
non ci vedrà
attraverso questo tempo
torri che cadono
madri che sopravvivono
figlie che muoiono
tenute sù montagne
con una sola spinta
della spalla sinistra
sempre da quella parte
compagni del centro
o della libreria periferica
poi ricostruire
oro pazzo dorato
adorato un dio
per un semestre universitario
gatto cinese
i club a barcelona
dove si fuma
ad amsterdam
con donne
dove si beve
a new orleans
con donne & uomini
noi poi appianiamo
le nostre dispute
con delle begonie arancioni.
mercoledì, maggio 28, 2014
martedì, maggio 27, 2014
lunedì, maggio 26, 2014
Non fa per me
non fa per me
guardare gli altri
& pensare che in loro
ci sia molto o tutto o niente
&’ sempre un discorso
di compensazioni
&d alcune volte di niente
non fa per me
distrarmi nel mezzo
di un temporale violento
non fa per me
continuare a stare qua
a predicare
al vento di questo paese
non fa per me
la bottiglia di plastica
con il 30% di origine vegetale
perché a me piace la plastica pura
la disillusione comune
vestita di tutt’appunto
gli orti ben tenuti & le vigne
certo che è scesa in basso
vendere l’anima
il papa oggi diceva
dove sei finito uomo
era a gerusalemme
& lì si fanno dichiarazioni
che di per sé
possono rimanere spettrali
non fa per me guardare
la faccia del muro del nemico
&d assentire
non fa più per me
questa storia occidentale
che dura da troppo tempo
una telecaster abbandonata
su un fondo di carta viola
roy buchanan solo
ad una stazione di polizia
mette fine a tutto
per lui era l’ultima volta
& non indossava giacchette
comprate a basso costo
in un grande magazzino
per apparire bene
pensava a sua moglie
ai suoi figli
oppure per niente
lasciatemi perdere cristo
non fa per me
citare la bibbia
& pensare
i maniaci di strada
sono sempre pronti
a rinfrancarti
a piegarti il tabacco
dove fa meno male
usare quel tovagliolo
per l’ennesima volta
la mostra di manzoni
dove nessuno parla
starmene al whitney
quando fuori piove
o riempire un modulo
per artisti innovativi
la mia camicia blu
quella di jeans scura
sono un passaggio
che eviterei
se sto scendendo
eviterei
quando muovo l’accendino
sento sempre più benzina.
domenica, maggio 25, 2014
Il Partito
Tutti noi
abbiamo in testa
il partito
quello che è stato
per chi l'ha vissuto
per chi l'ha studiato
il tg3
stasera ha una nuova veste
stessa conduttrice
intanto tutti noi
sappiamo chi sia
nuova sede del partito, cari
in un modo o nell'altro
questa donna
ha scandito la mia vita
per il cognome
per la faccia
per la parlata.
venerdì, maggio 23, 2014
giovedì, maggio 22, 2014
mercoledì, maggio 21, 2014
martedì, maggio 20, 2014
Riportami tutto
sono stato dentro questa nottata
che guarda dall'altra parte
con ottimi pezzi di manzo sanguinanti
dell'altro caffè grazie
vieux carré
piazza vecchia
poi dopo chartres
so che a casa mia
magari sono sepolti
sotto un oceano
di debiti o di soldi
senza pretese mai
quando quella è morta
per poco i miei occhi
si sono fatti verdi
sapevo che la nostra storia
era finita ma lei mi aveva detto
vai avanti a scrivere
non dovevi bilanciare
assassini & suicidi
dove gettare le braccia
il tempo era estremo
& lei faceva il caffè
due volte al giorno
le piaceva la vodka ghiacciata
sparivo quando la polizia
pronunciava il suo nome
no, non la conosco
è passata di qui
qualche volta
cosa importa che è morta
io la vedo ancora
nelle pareti di casa mia.
lunedì, maggio 19, 2014
Non vengo con te
Mi ha chiamato nel pomeriggio
già mi aveva cercato
qualche giorno fa
& subito fa
io vado a parigi
per almeno due settimane
& cosa vuoi
ho pensato subito a te
alle cose che stai facendo
ora che stai venendo fuori
le mostre i libri le parole
gli articoli & tutto il resto
ho pensato a te
& a come ti avrei sempre voluto
in casa mia a suonare la chitarra
a scrivere a leggere
a parlarmi
a farmi passare il tempo
tu mi fai ridere così tanto
anche se alcune volte
sei così drammatico
che devo chiudermi in camera
& stendermi sul letto
a piangere o far finta
noi abbiamo gestito
il nostro rapporto
alla nostra maniera
se vieni nel marais
ti distrai & crei
sotto casa c'è un bar
un ottimo bancone
& due flipper
uno è degli stones
poi volevo farti conoscere
degli artisti del quartiere latino
se tu fotografassi parigi in bianco & nero
ti rendi conto
faresti un nuovo libro
all'istante
ci sono serate qui
che per l'estensione della terra
sono oblique & senza termine
vicino a casa abbiamo ottime rosticcerie
francesi kosher & cinesi
tutte robe che ti fanno saltare sulla sedia.
domenica, maggio 18, 2014
Busta di tabacco
I.
La domenica
dovrebbe essere
una buona giornata
12:56
febbraio alle porte chiuse
una parete di libri
con cui parli
con cui ti esamini
& fai il conto
bukowski diceva che il casino
iniziava dopo essersi allacciato le scarpe
ma lui la barba la teneva più corta.
II.
La cenere tra le gambe
scrivere come una volta
non ho mai pensato certe cose
se lui andava alle corse di cavalli
io andavo ad ascoltare
il blues o il jazz
dipende tutto da come sei fatto
da che ora hai iniziato ad esistere
& a parlare con quella di fianco
sapere che ci sono cose
che non andrebbero mai dette
neanche a tua madre.
III.
Tua madre
sosta in veranda da ore
con un drink allungato
lei conosce
la tua passione per il boogie
& lou reed
adora certi brani di tom waits
che le hai fatto scoprire
ma poi fai le valigie & vai
da quando sei tornato a casa
tutto si è fatto così fermo
che devi accendere la macchina.
IV.
Non sempre sì può giungere a destinazione
sappi che tua madre prega per te
in una chiesucola di quartiere
ieri sera dovevo pagare il conto
ma me ne sono andato prima
rileggere libri letti non è stato di alcuna utilità
le domande
la gente che ti scrive
le parole dette quando ti sei alzato in piedi
forse la donna con cui sei stato per due settimane
ti ha preso troppo & ti ha lasciato
solo una busta di tabacco.
sabato, maggio 17, 2014
venerdì, maggio 16, 2014
Non piangere per lo straniero
Arrivavo a casa verso le cinque
& mi aprivo la prima birra
la solita storia
ne avevo lette diverse
lei era andata
come mia figlia & mia madre
nella prima parte dell'estate
abbiamo attraversato
il deserto in macchina
i finestrini erano giù
avevamo comprato
due fucili per difenderci
la persone erano gentili
ma la cosa che ci piaceva
era tenerle a tiro.
mercoledì, maggio 14, 2014
Katrina mi è sempre stata vicino
Non serve più
citare la bibbia
non servono più
i libri di Caldwell
né le faccia della bellezza
non serve più dire
delle belle donne
con cui ti accompagnavi
nelle serate nei bar nei locali
tutte ingioiellate
& di buonissima famiglia
perfino piene di soldi
belle borse firmate
bei nasi rifatti
belle pelle lisciata da liberti
una carta di credito
che non cedeva
neanche a katrina
non ti meravigliare
se non ti hanno preso per mano
non avevano coste da farti vedere
ma poi che fine hanno fatto
d'altronde non avevano voce
per fare la parte del soprano
le feste negli hotel della capitale
nelle ville degli industriali
& dei nobili decaduti
frequentare le migliori vie
del centro di notte quando soli
il lunedì notte in brera d'inverno
come la domenica notte
a inglewood los angeles
o iberville new orleans
non erano meglio di quel violino
che una ti ha dato
in cambio della tua volontà.
La resa di una donna
Era rimasta fissa a due anni prima.
Si sentiva ancora una donna sposata e quando le chiedevano se aveva un un uomo lei diceva che era stata sposata in passato e che il marito era morto in un incidente. Altre volte lo stesso marito era passato a miglior vita a causa di un infarto, un cancro, leucemia, una malattia congenita, overdose, alcolismo, o addirittura perché ammazzato.
Il marito se ne stava sulla costa di un paesino del Sudamerica o dei Caraibi: questa la verità.
Aveva fatto saltare l’impresa di famiglia, trasferiti tutti i fondi pensionistici dei dipendenti, liquidato tutto il possibile ed un giorno sparì. Lei sapeva che prima o poi sarebbe successo. Lui veniva da una famiglia facoltosa, aveva fatto ottimi studi ma non aveva alcuna intenzione di morire in quella fabbrica tessile come la sua famiglia aveva fatto da quattro generazioni. Così la crisi del mercato globale della manifattura lo spinse ad attuare i suoi piani.
Virginia aveva tre lavori: quello all’università, quello al museo e quello negli affari di famiglia.
All’università era una delle assistenti storiche del professor Raschnovitz, titolare della cattedra di Teoria dell’Impressionismo, al museo, oltre ad essere amministratrice delegata del consiglio di amministrazione, faceva di quando in quando la curatrice di mostre di mostri sacri della pittura; infine rimanevano gli affari di famiglia che si sostanziavano in commercio di pietre preziose.
Fino al giorno prima del suo trentaquattresimo anno di età, giorno in cui lui partì, la vita filò liscia, tranquilla, un soffio lungo in una bottiglia di vetro trasparente. Ecco, lei adorava queste immagini letterarie. Adorava i romanzi, i classici, Flaubert, Zola, Maupassant, le piaceva parlare della Parigi dell’Ottocento, i viali, i lampioni, Montmartre, le bevute colossali nei bistrot, pensare i suoi pittori sifilitici seduti ad un tavolo di un bettola che tiravano giù il reggicalze ad una prostituta incipriata e quando era uscito un film di Woody Allen sulla Parigi degli anni Venti e Trenta del Novecento contrapposta a quella della seconda metà dell’Ottocento, andò venti volte al cinema per vederlo e rivederlo. Dalla sale ne usciva sempre un po’ perplessa perché era come se il regista le avesse rubato delle idee che aveva sempre avuto su Parigi.
Comunque tutto filò liscio, fino al giorno prima del 2 maggio. Sì, aveva avuto qualche periodo di depressione, qualche sbandata, qualche episodio di abuso di alcolici e stupefacenti, ma si sa che l’adolescenza e la prima giovinezza sono un alveo naturale per quelle esperienze.
Le piaceva usare queste espressioni in pubblico, riempire l’aria di affettazioni, di francesismi, la sua lingua preferita, anche se ne sapeva altre quattro, oltre all’italiano e oltre a tre lingue morte.
Questa ricercata situazione, che potrebbe essere arricchita da molti altri particolari non molto significativi e sostanzialmente in linea con il contenuto del quadro della sua vita, il 2 maggio cambiò.
Il marito era in fuga. Tre giorni dopo il professor Raschnovitz morì stroncato da un infarto fulminante e sapeva che questo avrebbe determinato la fine della sua carriera universitaria. Dieci giorni dopo il museo la contattò per chiarire un ammanco nei conti correnti - cosa che lei collegò immediatamente a suo marito. E per quanto riguardava gli affari di famiglia, un’indagine fiscale minacciava di creare gravi danni.
Il 15 maggio pensò di togliersi la vita con una boccetta di barbiturici. Non lo fece. Fino alla fine di agosto entrò in un turbinio di nottate dominate da alcol, tabacco e sostanze di vario genere. In tre mesi e rotti accumulò 12 chili. Durante questo periodo si fotografò ogni mattina, nuda davanti allo specchio, per documentare la deformazione del suo corpo e la devastazioni dei lineamenti e dei tratti del viso.
A settembre trovò nella casella della posta una lettera in cui l’università le comunicava che la sua collaborazione all’università era ufficialmente terminata. I primi di ottobre fu sospesa dal consiglio di amministrazione del museo; pochi giorni dopo fu costretta a firmare un accordo transattivo nel quale gli azionisti del museo e i suoi organi direttivi ritiravano ogni azione legale nei suo confronti a fronte delle sue spontanee ed immediate dimissioni. A novembre il padre, prostrato dalle indagini fiscali che rilevavano diverse irregolarità contabili ed un’evasione da capogiro, ebbe un attacco ischemico che lo costrinse all’immobilità ed a una deficienza pressoché totale. A seguito di questa disgrazia le patologie della madre iniziarono ad inasprirsi, pur non arrivando a forme estreme.
La soluzione per salvare l'attività di famiglia fu quella di trasferire quanto più denaro e di liquidare la società che gestiva il commercio di pietre.
In dicembre il padre morì, la società venne chiusa, la madre si trasferì in Svizzera, e lei rimase in città cercando lavoro. La risposta fu, qualunque fosse il posto dove chiedesse impiego - università, scuole specializzate, musei, gallerie d’arte, commercianti di preziosi, società di perizie per oggetti d’arte, case d’aste etc. - no, ed in alcuni casi, le faremo sapere.
Per la prima volta realizzò di essere bruciata. Nel giro, tutti sapevano chi era.
Moglie di un truffatore che aveva rovinato famiglie intere di operai, latitante da quasi un anno. Il fatto di quella presunta appropriazione addebita al museo. Tutte le pagine di giornale che aveva riempito con il suo ego, quando promuoveva un evento e magari ne era curatrice, quelle pagine intere in cui lei si autoproclamava come l’unica e vera interprete vivente dell’Impressionismo ed alcune volte si spingeva a definirsi la pizia dell’intero Ottocento tra noi: ora le giocavano contro.
Una giorno di febbraio di due anni dopo si svegliò alle 3 del pomeriggio e fuori la temperatura era al di sotto dei venti gradi. Dopo qualche giorno avrebbero esposto le sue fotografie di quando si ritraeva allo specchio con una polaroid, immortalando il cambiamento della sua persona. Il titolo del lavoro venne tradotto sui giornali italiani con "La resa di una donna" e l'esibizione si sarebbe tenuta in una galleria d’arte sul Sunset Boulevard. Viveva da qualche mese in un motel a pochi passi da lì.
NMD/Mtph
sono assuefatto
da tutta questa televisione
da tutti questi notiziari
reporter italiane
americane
etc etc
parlano dell'ucraina
parlano della nigeria
parlano della siria
il discorso
in parte
è che non frega a nessuno
allora si dà 1MLD all'ucraina
allora si fa sponda con la siria
& poi ci si butta sul sociale per la nigeria
sono stanco di vienna
di belgrado
di berlino
poi se si deve parlare dell'italia
della sua corruzione della sua incompetenza
della sua cultura della sua università
&' molto meglio parlare jive
almeno negli stati del sud
ti comprendono.
Le idee politiche muoiono
capelli bianchi seduta ad un tavolo
un libro preso dall biblioteca di quartiere
un altro libro su emily dickinson
di certo non era quella
che diceva di essere
ma la gente non lo capisce
il mondo non è diviso
in domande & risposte
è solo un ricovero circolare
per come le stelle ritornano nelle stagioni
per come le idee politiche muoiono
per queste banalità
a cui mi sono costretto prima di partire
per fare parte della partita
dovrei chiedere scusa.
martedì, maggio 13, 2014
domenica, maggio 11, 2014
sabato, maggio 10, 2014
Honky Tonk
suonavano gli who
&d io ero un fissato
di pete townshend
non guardavo
in faccia nessuno
andavo avanti
proust & mio padre
erano morti
ma non li pensavo
c'è sempre
una via d'uscita
uno sbocco
dove nessuno parla
l'honky tonk
è una fortuna universale
il blues
serve per farti
ritornare a casa
con le catene
combattere la tristezza
& chiudere la serata alla meglio.
Credimi prima che cambi
Anni fa
una ragazza bionda
un'irlandese con i capelli legati
al preservation
in bourbon
mi disse
che per guadagnarmi
un minimo di fiducia
dovevo ordinare
almeno due drink
qualsiasi essi fossero
diet coke o falsità del martedì sera
il giorno dopo
presi a nolo
una macchina
con i soldi che avevo
un motore da 6.2
carrozzeria nera
sai che mi sta salendo
una fame
alle undici mi ha detto
ci siamo fermati
da irene's
& non siamo andati fuori città
era ancora
il giorno dopo
siamo andati a lafayette
LA, louisiana
lei mi chiedeva
quando mi fossi fermato
a scrivere
a registrare
mi disse di smetterla
avrai un livello
di tolleranza
di sopportazione
non puoi riportare tutto
tutte le volte
le dissi che ero un amante fedele.
Libertà di cavalcare
Come ogni donna
a quell’ora della mattina
dopo quella notte
le tende pesanti & deformi
con linee di piega grossolane
guardate di sbieco
guardando
quella parola sul dizionario
anni dopo
lesse che significava
non dritto
obliquo
guardando quella sedia a terra
con un senso di averla scampata
si ritrovava la gonna appallottolata
il letto era un cimelio
una discarica di cose
che si era ripromessa
non le fare
odiava i microfoni
& tenersi le collane al collo.
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