domenica, giugno 24, 2012

Notizie & Nipoti





NOTIZIE & NIPOTI
Da ACTA - Testi per un teatro della parola

Persone
Guya Magda Dolores, ventiduenne dal fare molto maturo, con piglio di una quarantenne vissuta.
Indossa una maglietta di cotone bianco, un’ampia gonna che arriva alle caviglie e delle ballerine di colore rosa o fucsia.
La gonna deve risultare come un elemento di distacco netto, di demarcazione tra il busto ed il resto del corpo.
Può essere di qualsiasi tessuto ed è preferibile che riporti temi floreali.

Voce Maschile

Scena
Uno spazio a cui è stata impressa una curvatura, un semi-ovale.
Sui due lati della scena, due banchi da scuola.
Ad uno di questi è fissata con una pinza, una sgangherata lampada da tavolo
L’altro ha una semplice lampada.
Come dall’alto è diffusa la musica di “Malaguēna”.

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(Guya Magda Dolores. Mentre Malaguēna, da circa un minuto, riverbera già sulla scena.
Ha dei foglietti in mano e cammina ellitticamente, guardandosi attorno, sbirciando in tutte le direzioni, soprattutto verso il pubblico, non per cercare qualcuno, ma per un particolare, come un bottone o per sentire un suono od accertarsi di un verso.
Mentre compie questi movimenti, ragiona tra sé, fa come per ripetere delle battute. In poche parole, cerca l’attacco.
Sul banco su cui è fissata la lampadina ci sono dei foglietti.
Va verso questo banco, ci si appoggia, facendo strusciare il fondo schiena contro lo spigolo del banco, prima dondolandosi, poi infastidendosi)
G.M.D.   (Leggermente, trasognata)
      Ah
      Recuerdos de la Alhambra
      di Rodrigo
      inconfondibile
      come ce la suonava il nonno
      con la sua chitarra
      a corde aperte
      una chitarra flamenca
      Le sue meninas
      le sue imprendibili ninfette
      ci chiamava
      (fa un respiro baritonale, si schiarisce la voce imitando
      una vecchia radio pesante che non riesce a sintonizzarsi)
      Sapete come si chiamava
      la terza caravella di Colombo?
      E tutte zitte
      L’Innominata! Bambine mie!
      Non c’era una terza caravella!
      E giù a ridere, noi
      io e mia sorella Ines
      mentre nostra cugina
      la Dogmatica
      la Ieratica
      la Cagna in Pelliccia
      Faceva storia a sé
      lei voleva sentire
      le impetuose opere
      dello spirito romantico
      dello spirito santo
      Le piaceva credere
      in una santa ed immacolata chiesa
      una et trina
      a volte cattolica e apostolica
      opere del secolo passato
      dei millenni calcificati
      (si rivolge idealmente a Francisca, la cugina)
      Si tramortisce e si traumatizza
      zittendosi con il suo Schubert
      Francisca (guarda i foglietti)
      Vedo tutte queste notizie
      dalla prima alle ultime
      quindi si susseguono
      si compenetrano
      fino a lasciare il posto
      ad un nuovo nato
      (da fuori scena una voce maschile, nasale e turbata,
      imita uno squillo di tromba, per due volte consecutive,
      fa quindi, un paio di versi acuti, poi, con tono annunciatore)
VOCE   Delitto all’incrocio
      tra un incrocio ed un altro incrocio
      nel bel mezzo del sagrato
      del Duomo gotico di Fiene
(G.M.D. è disgustata e cerca un posto dove sputare,
ma frettolosamente ci rinuncia)
VOCE   Rapina effettuata
       con tenaglia a mo’ di porco
       ai danni di un cassone di un edicola
       Trafugate ottantadue riviste
       di approfondimento medico – scientifico
       di scarsa importanza
G.M.D.   (Finalmente può parlare, si sovrappone
       alle ultime sillabe pronunciate dalla voce)
       L’inconfondibile intensità
       di Rodrigo
       ce la ricordiamo tutti, no?
       Las meninas
       suonata con l’Alhambra
       hanno detto all’incrocio
       tra un incrocio
       ed una altro incrocio
       (fissa il vuoto sopra la sua testa,
       accennando al compimento di opere
       di alta astrazione, tutto in modo affettato)   
       Sarà sicuramente una superficie
       dotata di ciclicità
       un ambito circolare
       uno spazio superficialmente tondo
       se non proprio tondo
       almeno ottuso il giusto
       per contenere quel catafalco
       del Duomo di Escher
       un obbrobrio scultoreo
       di chiara fattura medievale
       un dominio fatto pietra
       grazie alla ricchezze delle gilde
       del grasso potere vescovile      
       su alberi vescovili
       su un sagrato di porfido sconnesso
       di piccioni e bancarelle
       tutti che cercano
       di vendere qualcosa
       instancabili drogati di preghiere laiche
       anestetizzati da quella sacca con le monete
       lo scroto danaroso del commercio
       (si ferma, passeggia per il palco, idealmente nel sagrato,
       si dirige verso il banco con i foglietti,
       li impugna, ne fa un rotolo, lo apre e
       guarda attorno, studia i foglietti, si accorge
       che su alcuni ci sono scritte frasi incomprensibili,
       su altri niente, sono solo un po’ sporchi)
G.M.D.   Guya
       Magda Dolorosa stabat
       Prima di te quante eroine
       Quando la bisbetica indomita dice
       Fallire, noi?
       Una donna deterge i panni
       sulle mura della propria città
       a difesa di essa
       nel Testamento Ester
       ha tramato per una festa
       Elissa ha coperto di pelle d’anatra una collina
       ma nel fuoco è inciampata in una spada
       non come la visionaria di Nuova Orléans
       che ha trascorso gli ultimi istanti
       nel carbone della sua stessa pelle
       Alcesti dinanzi ad Estia
       dubito che fosse restia
       di fronte alla morte
       le suggerì di diventare madre
       reggente nel disordine
       che le calate degli déi portano
       Menomale che certi catecumeni
       mi hanno assicurato
       che dio vede e giudica
       stando a quanto detto da Sirach
       le ingiustizie non sono sopprimibili
       in quanto non esiste il naturale contraccambio
       (si muove verso il banco con i foglietti,
       li osserva, s’imbizzarrisce)
       Ah
       Guya Mesta di Dolore
       per i tuoi amori assaggiati
       sotto l’arcata di carne insaponata del palato
       le loro mani a rimuovere
       questa gonna
       (prende la gonna con entrambe le mani,
       all’altezza dei fianchi, la alza di poco
       e fa una faccia incredula, introversa, guardando per terra,
       gonfiando le guance come una mela fiacca,
       cotta o prossima all’eccessiva maturazione)
       per scalfire l’albero gelato
       Tormentata fin da piccola
       con le citazioni delle biografie
       di donne pazzesche
       immolate sacrificate spezzate
       maritate come pietre al suolo
       del sodalizio laico o ecclesiastico che sia
       donne ricordate
       I recuerdos suonati dal nonno
       le meninas
       le sue meninas assopite
       dalle corde sbilenche
       della chitarra portoghese
       punte con il pollice e l’indice
       talora possono essere
       i nostri fianchi
       a finire sbranati
       dalle manacce di altri
       benvenuti o malcapitati
VOCE   (Questa volta proviene da una radio)
       Fonti anonime riportano
       che l’esercito israeliano
       durante l’operazione “Piombo Fuso”
       compiuta nei territori di Gaza
       potrebbe aver usato
       armi non convenzionali
       armi espressamente vietate
       dalla Convenzione di Parigi
       sulla Proibizione delle Armi Chimiche
       Pare che si tratti
       di fosforo bianco
       e non solo
       (la voce sfuma)
G.M.D.   Evidentemente
       questi cronisti al fronte      
       questi lenti riportatori di notizie
       non sanno che le convenzioni vengono fatte
       proprio per (s’interrompe, allegra)
       fare queste cose!
       Provare nuove delimitazioni
       i confini dell’etica dell’agire
       l’accumulo di ingiustizie presunte
       sfrontatezze pregiudizio contro le forze armate
       ci hanno dato una res publica
       Azzardati detrattori di libertà
       dio vede e giudica
       (va verso il banco con i foglietti,
       ne prende uno e declama)
       Colui che non mangia
       non disprezzi chi mangia
       dice Sant’Agostino
       nelle Lettere ai Parti
       una popolazione imperiale fanatica
       che fu una minaccia continua
       per il capolavoro Romano di Paolo
       (si dirige nuovamente verso il banco con i foglietti
       spegne la luce della lampadina, guarda il banco di fronte,
       ci si approccia a passi corti, circospetti,
       poi fa un balzo, con entusiasmo meditato)
       Bisogna lanciare minacce
       per sapere con chi si ha a che fare
       (si mette le mani tra i capelli, ne estrae una forcina
       la apre, fino a formarne un’unica bacchetta dritta,
       ne verifica la robustezza, la soppesa, guarda per terra)
VOCE   L’ultima voce di uomo
       che i vicini hanno sentito
       sembrava salutare una donna.
G.M.D.   Arrivo tesoro!
       (esce di scena correndo, tenendo teso il braccio in aria,
       impugnando la forcina per i capelli come un pugnale)
      
       (Chiusura con la lampadina sul banco libero, sfuma la luce
       suona un campanello, rumore di una porta che si apre)
      

       (Fine)


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