domenica, gennaio 15, 2012

Attore fuori ruolo




I.
Un dormiveglia assaltato
in mezzi sogni improbabili
BISOGNO DI PAROLE
ho un mantello.

II.
Prima assisto
poi siedo
ad un tavolo
con una tovaglia
di velluto blu
sono in un salone
di una nave
enorme & domata
& questo salone si estende
per l’intera lunghezza della nave
si direbbe
‘a perdita d’occhio’
tanto che la moquette
del pavimento
quando la osservo
attraverso
un’effrazione nella benda
si inarca
quanto la caduta
della mia palpebra sinistra.

III.
So che fuori in mare
ci sono delle imbarcazioni sfollate
che non hanno
una dimensione ragionevole
& difatti occupano
contorni spropositati.

IV.
Casualmente
per una volontà necessaria
quasi per forza
mi trovo a recitare
ad essere in una parte
sono le prove generali
di un lavoro teatrale
che sta in cartellone
da un anno
le battute non le so
mi sembra che
io sappia qualcosa
& loro sanno qualcosa
tutti.

V.
Davanti a me
nessuna via di scampo incredula
dall’altra parte
c’è una grande attrice italiana
chi mi sprona
mi interroga.

VI.
Le parole dalla radio del pomeriggio
un attore alessandrino
perché nato in Egitto
legge Cechov
un solo racconto
& tutti
‘che bravo Cechov’
& questa gente
non è andata
per niente avanti.

VII.
Il mio cappotto militare
il mio cappello
il mantello
sono posato su un tavolo.

VIII.
Nel mentre
di quella solennità onirica
due anziane signore
su una panca
dietro di me
mi dicono
‘sia spontaneo’
non so una battuta del testo
ricordando che sto
recitando.

IX.
‘Siamo state a vedere
la sua ammassata libreria
ci è parsa
un gioiello
dell’incomprensione.’

X.
‘Ha letto il libro
da cui è tratto
& tutti gli altri
che dice di conoscere.’

XI.
All’attrice ho detto
una battuta
che prendesse tempo
che fosse d’effetto
‘ … le due signore
avevano collane di perle
& borsetta
&d una quieta ostinazione
nel sorridere.’

XII.
L’attrice sospettava
che io andassi avanti
‘… ed inoltre
avevano iniziato
a prestare attenzione’
la mia battuta proseguiva –
dopo ero sul ponte della nave.

XIII.
Prima avevo detto
che non ero attore
ma loro
mi avevano risposto
interrompendomi
dicendomi
che avevo vinto
un premio
per i miei libri
cosa non vera.

XIV.
Nessun premio
& contesto i premi
uno non scrive
per i premi
nel salone sono
nervoso alterato
convinto solo
& loro
‘ma sì che l’ha vinto’.

XV.
Glielo ho lasciato credere
ho lasciato
che mi trascinassero
nella brutalità del sonno
sotto ciminiere inarcuate
dal rintontimento atlantico
una voce di una donna di colore
credo
sfibrata diluita
sfigurata &d incosciente
tra grattate di washboard
& pizzicate di cimbali
kazoos & percussioni
tutto suonato a vista.

XVI.
Sono in un salone di una nave.

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