venerdì, luglio 01, 2016

P.,2.






1980. Un lunedì. Vienna. 15 dicembre. Pablo deve andare a fare un’intervista a Wiener Zeitung. Paula, a suo dire, l’amore della sua vita, l’ha respinto una volte per tutte - lui dice. Pablo ha quarantasette anni e non si è mai saputo molto di lui. Genitori morti in un incidente stradale (falsità), era a New York nel ’77 quando c’è stato il black-out. Questo è vero. Ho visto delle foto. P. è a Vienna ma vorrebbe solo essere a Berlino, allo zoo. Ogni Quartiere, Una Vita. Lo scriveva da più di dieci anni, qua e là. Forse appena poteva. Non posso parlare. Parlare a Clara. Clara è, era la madre dei figli di Pablo. Io ero solo l’amante di Clara e Pablo l’ha sempre saputo. Quando ho avuto il premio per il mio libro, quando sono stato a Los Angeles per il mio articolo, io e Pablo ci siamo quasi ammazzati. Chi è che veramente, tra noi due, era il più intelligente? Chi scriveva meglio? Io. Ma lui era sempre avanti. Sempre più elegante, sempre più fatto, sempre più brillante. Io l’ho guardato per vent’anni, arrancando, di continuo. Ma cosa sappiamo di tutto questo. Del metterci in piazza. Del metterci l’uno contro uno. Un lunedì a Vienna. Cerco di trovarmi compagnia. Spartitraffico in autostrada. Ho comprato dei libri da mettere sulla tomba di P., se mai ne avrà una. Parliamo di Barranquilla, Colombia.


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