domenica, luglio 10, 2016

11.1






Sono stati tempi duri. Abbiamo imparato troppo in troppo poco tempo. Non c’è niente, veramente niente che si possa definire sbagliato. Quello che non si vede, non esiste. Una lampada verde su una scrivania di un hotel del quartiere Latino di Parigi. Una conversazione dimenticata troppo presto quando avevi ventitré anni. E' solo quello che è stato, alle 3 di notte, in termini filosofici. Non ci sono paure o delle rose in un sacco della spazzatura. Un crocefisso in un cimitero prima dell’oceano, ma non ci sono più confessioni disponibili. Louisiana. Chi sono. Sono nella cattedrale vescovile. Non è possibile che ci sia un’alternativa. La coscienza umana è stata solo un passaggio a vuoto, solo un'altro errore della storia. E nella storia tutto il futuro è passato. E per me il passato è stato in una galleria tra uno Stato e l’altro, tra un confine e l’altro o sull’interstatale, prima del lago o della foce del fiume. Siamo stati fuori per così tanto, così a lungo che dio non ha voluto darci la possibilità di guardarlo in faccia. Ci sono sempre stati segnali nel cielo. So che è ancora là fuori. Le facce sulla terra. La faccia delle persone. Questa illusione continua di noi stessi. Nessun Realismo, Nessun Pessimismo. Il giardino ha ripreso a fiorire. E’ una conversazione che è iniziata almeno quando non ero ancora nato. Poi mi vedo allo specchio. Le cose non si sono mai fermate. Ripetermi, le colpi dei nostri padri. Ma l’uscita è così vicino alla porta.



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