sabato, luglio 23, 2016

Julia St.






quindi ho visto quella ragazza, sulla ventina. capelli tinti biondi, naso regolare, molto all'insù, forse qualche lentiggine. l’ho guardata per tutta la mia permanenza al roosevelt. mi guardavo attorno. più che altro pensavo a new orleans. alle sue strade, ai suoi odori, alla sua gente. guardavo la gente per cercare un altro futuro. nessun altro futuro se non tornare in città. presi la macchina e da slidell puntai verso la città, attraverso il pontchartrain. tutto è così quieto quando è finalmente domenica, quando tutto si fa così facile e la gente si fa docile e sottomessa con i loro falsi sorrrisi e le loro piccole menzogne sulla loro esistenza. quello che posso ancora dire della domenica. la messa con i loro fantocci, finché non diventano neri e blu o finché non scoppiano. dove abbiamo visto questo mondo, come lo abbiamo risolto. quindi, parlavo. era una situazione altamente sconveniente. sazerac bar, no. e no sta per new orleans. avrei potuto dire alla solita vecchia ed antica maniera nola. new orleans louisana. all’areoporto mi hanno chiesto quale fosse l’abbreviazione di louisiana. la, ovvio. ovvio come l’acqua dai rubinetti, la birra dal frigo o la vodka dalla ghiacciaia. quello che devo fare è non muovermi e pensare ad un’altra vita. sempre pronto, sempre qui. le strade sono fredde per l’umidità. e alle 5.47 sono un disastro. bourbon. poi sulla dumaine. di ritorno su canal. il casino. i destini dell’occidente. louisiana, texas, forse florida. golfo del messico. la florida guerra civile. solo un’altra dolce sparatoria. questa casa non è mai stata vuota, neanche per un giorno. i sogni bagnati di un infante. il pianto di un bambino che non può più aspettare. cosa ci insegnano sui banchi di scuola. l’ubbidienza, il martirio, o iniziano a parlarci del sistema. o sei solo l’ennesimo tossicodipendente. lei lo fa, tu lo fai, sei tu che ti fai, non dicevano così al programma. non esiste nessun programma, nessuna comunità, nessun gruppo. non esistono più i carnevali. a slidell piove. poi la città, la grande area di new orleans, la nostra nuova vita, da oramai un decennio abbondante. vedo la gente per le strade. le strade dei poveri, delle gallerie d’arte, delle gioiellerie, dei banchi di pegno, dei negozi di dischi, delle cianfrusaglie, vedo questo mondo per quello che va visto. vedo algiers. le sue sue strade morte. adesso sto con una bionda, tinta. era il mio sogno, dopo quello di aver letto l’intera bibliografia di burroughs, qui ad algiers. il mio sogno, in definitiva, era tutto qua. niente di meglio. julia street.







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