sabato, marzo 28, 2015

486






Là, negli istanti finali fin dove ne parliamo. Fuori da casa nostra, nell’inabitato. Delle persone arrivavano dalla città con un camion vuoto e se ne ritornavano per la stessa strada che li aveva portati a noi, con il cassone pieno del nostro raccolto, le braccia stanche e la direzione mossa nel senso inverso. La reputazione degli uomini d’affari, dei politici, della massa che si fa manipolare dal manipolo che dirige il comodo sistema di vita. Ore passate come codardi nelle proprie quattro mura. Nostra madre lavorava nella fabbrica di mangime per polli e quando questa chiuse, se ne andò a vivere sulla costa. Papà non disse niente. Si limitò a sparare dei colpi in aria e a prendersi una cassa di roba, chiudendosi nel capanno per tre giorni. Le mie sorelle le ho cresciute io. Avevano sempre paura del cielo, della vastità che copulava sulle nostre teste. Ma io dicevo loro: fatevi donne e calatevi nel momento. Per loro avevo costruito una casa sull’albero più resistente che stava sul retro della casa. Crescevano, maturavano, perdevano sangue. Coltivavo rose nere, le facevo crescere e le regalavo alle mie prime ragazze. Ho conosciuto il sesso a dodici anni. Lei ne aveva diciannove. Mi chiedevano perché non avessi pensato a delle rose normali, rosse, rosa, bianche. Qualche volta risposi che la luce su questo pianeta prima o poi sarebbe terminata e la soglia della terra sarebbe stata scura e senza spessore. Questo pianeta sarebbe entrato nello stato dell’eternità e qualcuno diceva che lì niente e nessuno può crescere e vivere. Devo dirvi che quando dicevo queste cose o le ragazze mi baciavano o trovavano una scusa per andarsene. Le mie sorelle andarono lontano. Una a sedici anni, l’altra a ventuno. Io lavoro con mio padre nella piantagione. Alla sera stiamo sul portico. Si è stancato di ripetermi di sposarmi, farmi una famiglia. Ci mettiamo sul portico finché reggiamo quello che beviamo e fumiamo. Non parliamo più molto anche perché lui fa sempre più fatica a ricordare. Tutte le sere gli dico: papà non ti preoccupare per me. Pensiamo solo al raccolto di domani.







giovedì, marzo 26, 2015

Erath



eravamo ad erath
i tavoli giravano
una puntava il dito contro di me
vedeva il futuro
poi ci siamo allontanati
per troppo e troppo bene





Valute Straniere



siamo seduti da ore
vediamo le macchine passare
la gente che parla
se non hai il ciclo da mesi
prenderemo tutto il tempo
che ci ha dannato



Mi conosceva




alla pompa di benzina
chiamava sua zia
con i gettoni
una chiamata interminabile
discorsi di famiglia



Ram Jam

531







Sono passato davanti quella porta. Letto il cartello. Avevano bisogno di un cuoco. Mia madre leggeva la bibbia, la ripeteva. Tutto era così difficile in quel periodo. Dava fuoco alle bibbie, danzando, cucinando, con sotto un vinile dei roxy music. Era innamorata di brian ferry. Non mi ero mai chiesto il perché del suo comportamento, di lei, dei libri che leggeva. Stavamo soli. Poi arrivò l’acqua. Ci spostammo. Dopo cinque anni in giro per il paese tornammo sul posto, casa nostra. Il nostro insediamento c’era un centro commerciale. Le dissi: andiamo via, andiamo nel quartiere francese. Io, io e tutti gli altri. Iniziai a prendere peso, a farmi crescere la barba. Vedevo gli altri, non mi interessavano. Volevo solo trovare un posto come cuoco nella nostra città, nella nostra regione, il nostro Stato. A 23 anni una donna mi chiese di sposarla. Fare una famiglia. mettere al mondo dei figli. Trovati il tuo maritino altrove, non fa per me. Finita così. Pratiche sessuali, canali aperti di comunicazione: dopo tutto, un infarto. Chi può reggere i teatri, i bar, i ristoranti, le strade, le chiese. Chi può reggere brian ferry. Andai a vivere a ridosso del lago. Solo, con mia madre al telefono. In una roulotte e il fucile pronto a sparare, se non a qualcuno, a me stesso. Venezia. Italia, Europa. Ci portai mia madre, ma non era più in grado di capire tutto. Vedeva e non capiva. Il gasolio come fondo per gli assorbenti. Sentiva l’odore, avvertiva il bruciore e si conteneva. Pochi mesi dopo era morta. Le organizzai una retrospettiva in Europa ed in Florida. I seni innati della coscienza. Questo era titolo. Dopo la mostra presi a guidare camion.








martedì, marzo 24, 2015

Tutto questo




di sicuro
hanno perso del tempo
in questi anni

il tuo peso visto
tu sdraiata su un divano
in un martedì pomeriggio

non abbiamo saputo niente
per un lungo tempo fino a qui
poteva farti stare meglio




11.23








Aveva camminato lungo l’argine per ore. Nella borsa aveva i fogli dell’intervista e i nastri della registrazione. Vecchi, sani metodi per i tempi moderni e per una professione che non aveva più un nome. Cronaca: la terra teneva, sicura, stabile, imbronciata, scostante, con ingiustificabili ammanchi nella memoria. Una campana squinternata oltre il vieux carré andava avanti in un mondo che non esisteva. Bicchieri in plastica lacerati flettevano sotto l'esercizio dell'aria - mute insegne del mercato chiuso. Un muezzin-voodoo gorgogliava un motivo famigliare, piantagioni del passato. Librerie di libri usati, dischi che venivano imbustati a centocinquanta metri. Un  uomo nero che di solito predicava sulla strada di commercio sempre fisso davanti ad un fast food per soldi, stava passando. Ripeteva brandelli di sermoni. Dio ti vede, Dio ti ascolta. Leggendo i giornali, camminando per le strade a senso unico, mettendosi chiusi nei cinema pomeridiani, la sensazione era che dio non ascoltasse da molto tempo e che non volesse vedere mai più. Ne aveva avuto troppo. Un petroliera battente bandiera jamaicana passava immobile, mentre scendeva il fiume. 1974, Robert Altman, Nashville. Incrociò due figure pesanti di portuali: loro sapevano. L’incidente era accaduto la mattina stessa. Dodici uomini schiacciati da un container. I sindacati del porto ringhiavano. Un reporter straniero in un collegamento satellitare trovò la formula: i 12 apostoli. Sottotitolo a rullo: I prestigiosi martiri del porto. Il discrimine tra l’essere uccisi e il bel futuro che ti hanno raccontato alla televisione, o sui banchi di scuola, nei luoghi di lavoro, negl'illuminati cartelloni pubblicitari in autostrada, il grande veto del capitalismo obliquo che arrivava dagli Stati confinanti e asteroidi che apparivano bruciando lungo la croce dei confederati. Quello che serviva era una santa immissione di fiducia, profumato denaro  stampato ad alta velocità, milioni di tonnellate di cibo surgelato stoccato in piazzali senza nome. Un uomo in divisa avanzava, brancolando, e questo la rimandò ai suoi studi medievalistici in un’università tedesca. Svitò il tappo della bottiglia per un piccolo e calibrato sorso. Si fermò vicino ad una targa che gloriosa tributava un incredibile onore ad un sindaco degli anni settanta. Decise di voltare. Si ritrovò davanti quello che non poteva dire, un episodio come un altro: la città inghiottita dall'uragano.









Gov't Mule

Gov't Mule

lunedì, marzo 23, 2015

Abdicazione




mi faccio
solo un’altra notte
in compagnia di te mia cara
le raffinerie il petrolio il fiume






sabato, marzo 21, 2015

Donne Servite



passiamo le ore di questa vita
guardandoci in faccia
prima di mangiare

ci sediamo al tavolo
e la cena deve esser servita
in un albergo di roma

o in in ristorante
donne servite alle 8.00
ci scriviamo sopra

poi torniamo in louisiania
parliamo con nostra madre
da nostra madre




Pregnanza




ero giovane ed introverso
avevo la testa piena
di grandi nomi dell’antichità

chi era platone
aristotele
che cos’era la bibbia

girare i musei senza una guida
ragazze che si vestono all’alba
per andare a scuola

e prendere pessimi voti
poi chiudersi in bagno
per ricomporsi

per la bulimia
per i soldi che a casa
mancano

nell’armadietto della classe
un mio amico aveva
tutto il necessario

l’altra che avevo avuto
era rimasta pregna
e a casa non poteva dirlo






Leonard Cohen

venerdì, marzo 20, 2015

Paradiso Confessato




tu pensi di esserti salvata
la recensione non ti ha toccata
pensi di avere la faccia pulita
per un'altra notte
il tuo paradiso confessato
ma cammini per le strade della capitale
ti sei dimenticata del treno
l’unica cosa che potevo garantirti


Felicità



scrisse una frase ricorrente
nella sua formazione culturale
io non dormo
io sogno

quindi non sapeva mai
quale fosse l’ora di andare a letto
di guardare le persone per strada
ed iniziare a parlarci

camminava 
& i semafori
non interessavano molto
i cestini, le puttane in attesa

tutti sorridiamo
a questo cazzo di mondo
ma nessuno garantiva
il risultato & la felicità





The Black Angels

Carisma




prendersi delle distrazioni
le avevano causato
sempre enormi problemi

era scesa a patti
aveva firmato contratti
aveva messo a tacere il carisma



Condizioni





chi avrebbe avuto tempo
chi altro
in quelle condizioni

si mise a posto
risciacqui
chiamò un taxi

che potesse
imboccare
per almeno un pezzo

l’autostrada
amava la velocità
chiamò suo padre

da un telefono pubblico
era malato
era quello che non desiderava



Posto di lavoro



la mattina era così facile
andare al lavoro
recarsi nel posto di lavoro
era venerdì

arrivò una chiamata
una giovane donna
era stata trovata morta
bionda, chiara di pelle



Notiziario




al notiziario
dicono che un furgone
portavalori
é stato assaltato

hanno bloccato l’autostrada
hanno sparato migliaia di colpi
poi si sono fatti esplodere
in una tranquilla area di servizio



Il Leggendario




il fumo causa disabilità
non si potrà più parlare in pubblico
fare presentazioni

niente più letture pubbliche?
tornatevene a casa gente
& aprite il libro rosso di jung



Puntate




puntate sfortunate
prima dell’arrivo in città
le stagioni del desiderio
tagliate in due

corpi, membra
e del corpo
se ne fece scempio
prima della parola

un ascolto seguito
ripetuto in un boogie
distillato tre volte
il volume delle percussioni






Interni



la stratosfera
nei suoi occhi
prima della rapina

è solo il secondo
dei cinque strati
amami per i miei interni



The Black Angels

Radiohead

martedì, marzo 17, 2015

I nostri dati






decidemmo di spostarci
cambiare città
& trovare un nuovo lavoro

non avevamo caricato la macchina
lasciato tutto in casa
senza preavviso alla proprietaria

ad un posto di blocco
ci hanno fermati
hanno verificato i nostri dati





I loro corpi





le bambine ballano per strade
ci mettiamo seduti a guardarle

giocano con la canna dell’acqua
usano i loro corpi

non uno spettacolo per guardoni
per pedofili dalla vista lunga



Petroliere




inizia già a far caldo
le petroliere ci passano davanti
nel pomeriggio squinternato

un quaderno andato all’asta
i santi martiri al palo ardente
un posto prefissato nelle ideologie






16 ore



fuori, alla ribalta
dove niente è compreso
e a niente si può comparare

la solitudine delle chiusure
dopo aver guidato 16 ore
sentendo la radio pubblica





lunedì, marzo 16, 2015

Sandy Denny

Sandy Denny

Il Porto industriale





il ventilatore gira da ore
vira da secoli
la schiavitù per gente
come me e te

non è andata
mai bene
comunque 
una cosa finisse

ci mettevamo seduti
sentendo elton john
fumando, bevendo
fino che non ci addormentavamo

e vedevamo il giorno dopo
stavamo zitti
prima di andare al porto
il porto industriale





Offbroad





così parlò zarathustra
me lo dico ogni giorno
alzato, vado in bagno

1885, cosa importano le date
al giorno d’oggi
basta andare avanti

vedo la città avanzare
divagare
non è quello che cercavamo?

un valzer in tempo
la tua amica a off broadway
la dispersione alle 11 di sera

verrà ancora da me
ora che i confini sono rotti
riusciremo ancora a parlare

a quella maniera
senza guardarci
esprimendo il superfluo

e basta
basta con le riconciliazioni
l’ascensore è stato riparato





domenica, marzo 15, 2015

7.00






Era sopravvissuta alla notte che sui giornali e nei libri di storia venne definita “la notte dei lunghi sospiri”. C'era stato un grande incendio doloso in un locale per omosessuali nella città vicina ed erano morti in settantadue. L’anno era stato buono, per il raccolto, per la pesca, per situazioni emozionali e per gli incassi. Signore mio, proteggimi. Oppure no. Fallo qualche volta, non per sempre. Dammi almeno una sola notte indesiderabile, infedele. Un'ultima sola notte, prima che finisca tutto. Un anno buono. Questo mondo di yage. Pescava a mani nude da quando aveva quattro anni. Metteva le mani nelle bocche dei pesci. Si faceva addentare e poi li teneva fuori dall'acqua fino a quando l'asfissia non fosse arrivata. Abitudini, presentimenti. Avvolgeva i pesci in abbondante carta di giornali. Li lasciava sul tavolo della cucina, osservandoli, aprendo una bottiglia di vino bianco alle undici di mattina. I numeri, le serate ai casinò, con le slot machines e i drinks. La tinta fatta in casa nel lavandino del bagno. Andare a letto alle sette di sabato sera, per avere la domenica libera e guidare attraverso il paese. Al magazzino aveva acquistato attrezzi disparati, materiali incomparabili. Viti. Una mazza buona a demolire un muro di cemento armato se usato nelle giusta maniera. Accendeva il televisore con un cesto di alette di pollo fritte vecchie del giorno prima. Salsa, delle facce con cui confrontarsi sul muro di fronte. La sua condizione e la sua età non le permettevano più di definirsi una bella donna. Lo era stata, per qualche anno, tutto qui. Era contenta di aver lavorato nel circo a sedici anni. Faceva l’assistente clown. Non le piaceva vedere gli animali in gabbia o peggio ancora esibiti. Questo non è civile, diceva. Voleva avere un contatto diretto con gli animali. O me o te. Scelse i pesci ed iniziò a predarli. Mani nude, poi osservarli sul tavolo della cucina. Spellarli, sfilettarli, anzi. Avvolgerli nella pastella. Friggerli. Servirli. Dopo che sarebbero stati mangiati, la gente avrebbe pagato. La gente. Le persone. Una sua espressione era: da palo a palo, da binario a binario. La strada per tornare a casa la vedeva tutte le notti. Alberi psicotici, segnaletiche al macero, passaggi a livello. Passando davanti alla chiesa, non guardava mai, ma li apostrofava: irrazionali. Andava a votare con riluttanza. Non seguiva una linea precisa di comportamento e anche se faceva sempre le stesse cose, interpretava la propria vita come un continuo aggiustamento infinitesimale, o solo un aggiustamento bello e buono. Tutto sarebbe sparito, con lei o senza di lei. Si fece un bagno. Interpretò le luci e i segni. Uscì per l’ultima volta dalla vasca. I tempi erano maturi.








sabato, marzo 14, 2015

Vestiti lavorati




era il tempo della nostra vita
sempre vestita di rosso
gonne sotto il bacino

poi se ne andò a 27 anni
le sue gambe sole
in quei bei vestiti lavorati



Also sprach Zarathustra

Grand Funk Railroad

Ronda



una dolce ronda notturna
a caccia di immigrati
a chi ci ruba la terra

di colore o meno
li prenderemo
bastonati o appesi





Concorsi di bellezza



parlando delle vecchie stelle
e del territorio fuori
una vita sana predicata alla televisione

ogni anno celebrano
concorsi di bellezza
per la donna più bella al mondo

molte vite intrappolate
al soglio del sinodo decrepito
una luce per il padre professato





venerdì, marzo 13, 2015

Non puoi essere serio




era lì,
nel retro di quella cucina
che passava le ore migliori
della giornata
poco da fare
seguire le teste incendiate
dei turisti sudati
gente,
io sono qui


Ore di cena



una vita tranquilla
tutto quello che chiedeva
di essere fatto

la lentezza del traffico
il rallentare della gente per le strade
le ore di cena

giovedì, marzo 12, 2015

Sottocopertura





le uscite autostradali
parlavano qualcosa
vicino al francese e allo spagnolo

di fronte al treno
lei ha parlato con il dottore
al telefono pubblico



Il Vostro Gioco



al lato della strada
per chilometri
abbiamo fatto il vostro gioco

non che la cosa
potesse smontarci
poca roba nel cruscotto



Offerte




qualcosa di nuovo
io credo davvero nei miracoli
ho perso la pelle per questo

le persone
che mettono le offerte
nei cesti di paglia che girano


Einstein, Mr





einstein, mr.
gli scienziati
passavano

gertrude stein
la terra che chiede
un lavoro sottopagato




Jefferson Airplane

mercoledì, marzo 11, 2015

Al Telefono della Stazione





una nuova promessa
la luce della morte rossa
e a poe, dignità

il discorso sui nostri anni
tu puoi venire da me
& distinguere la lunga scena





Centri commerciali






L'estate era arrivata
non statemi dietro
arrivata
temperature
gente che fa la spesa
centri commerciali
apparizioni
secondo capoverso


Anastasia





essere così felici
per il rock n roll
nel mese di marzo

madreanastasia
la volta che l’ho conosciuta
di sicuro scrivevo meglio

sono così felice
di avervi
tutti voi

una decade di noia
in quello che non riuscite a dire
quello che si va a dire



Il Bacino




mi dicevano
che erano soddisfatti
del risultato ottenuto

un gran numero di
una percentuale statistica
una proiezione di mercato

tutti gli stupidi imitatori
chiusi in una stanza del bacino
per il diniego dei fantasmi





domenica, marzo 08, 2015

74






Tutto doveva essere fatto in meno di un’ora. Portarla al confine, la consegna dei documenti e vedere che se ne andasse al di là. Prima di lasciarla ho pensato al mio amico al glass spider tour in europa. Abbiamo corso selvaggiamente duranti gli anni. Gli anni della scuola, della piazza, gli anni del carcere. Ehi, mia cara. Non ci è rimasto niente. Passavamo le serate in uno spiazzo del porto di marsiglia. Poi venne l’olanda. Una costa da vagare, il mediterraneo. Su, il mare del nord. Amsterdam così vuota prima delle vetrine rosse. Parigi imbevuta del quartiere spagnolo. Vi abbiamo catturato. Lingue appese per vostro padre, il docente di filosofia marxista con l’ossessione per nietzsche. Una notte zarathustra mi passò di fianco, e l’uno diventò due. Sono le nostre parole, le nostre canzoni, siamo chi ci ha studiato a selma, georgia. Selma, Alabama. Essere costanti nella proposizione del proprio credo. I compagni che sbagliano nelle prime luci del mattino, i compagni che hanno sparato, quelli che hanno spacciato. Ognuno faceva la propria vita e non sapevano niente della louisiana. Terra di libertà, schiavi rimessi in circolazione. Il porto di new orleans. chewing-gum. Il contesto. Un cuore diviso in due. Abbiamo navigato. Girato dove la strada girava e ci diceva di girare. Ci siamo fatti un drink al margine della sobrietà. Abbiamo spinto la macchina. Il baule vuoto al confine, lei che alitava. La biblioteca di Baltimora e quella di Alessandria nel moto interurbano inascoltato. C’era quella volta, quando davanti alla gente, venivano i bambini, chiedendo qualcosa. Bisognava fare il pieno di benzina. Il serbatoio andava riempito. Tutti ci parlavano della loro beatitudine comprata nei negozi del centro. Documenti buoni per l’attraversamento. Non una sensazione, non un ripensamento. Non poter finire fuoristrada. Cosa ci teneva legati. E’ quello che abbiamo pensato per almeno 3o anni. 

David Bowie

David Bowie

David Bowie

Johnny Winter

Johnny Winter

Johnny Winter

sabato, marzo 07, 2015

22







Gli inconvenienti accadevano intorno all’orario di chiusura. La gente può arrivare al fondo della tolleranza dopo un pomeriggio, una sera, una notte - una soffice polveriera sulle nostre tenere intenzioni. Fare il proprio giorno: imporsi un limite, regole di ingaggio, contemplare il moto dei pianeti impiantati sopra le nostre teste. Chissà. Di solito, quelle ore le passo chiuso nella mia camera con niente da poter fare se non tirare la nottata e poi mettermi davanti al fiume da solo, nell’incrocio di volontà universali e spiriti mortali. I cari e vecchi discorsi del predicatore alla radio: chi con chi, tutto il mondo, la popolazione. Millenni fa introdussero il concetto di bibbia per potere istituire una legge immodificabile della coscienza. E da allora cosa abbiamo fatto. Cerchiamo una distrazione incoerente solo per fare il nostro giorno. Percorriamo territori devastati da un eccesso di psicoanalisi di madre natura. Ci muoviamo di città in città guidati dalla necessità primordiale di prosperare. Cambi di moto, cambiamenti e direzioni in cui il nostro ego possa dilagare a dismisura. Rimaniamo ore davanti ad un televisore che proietta la guarigione miracolosa di masse di infermi anche se diamo per scontato che un giorno gli infermi non si alzeranno più. Ecco come è andata. Orario di chiusura, tempo di lupi allontanati dal branco che non vogliono rincasare. Il bartender puliva il bancone e sistemava le bottiglie. Entra una ragazza: hanno ucciso la mia amica, aiutatemi. Urlava, piangeva, sporca di sangue. La ragazza mi ha portato davanti al al corpo della sua amica chiedendo se potessi fare qualcosa. Ma le ho detto è andata, niente da fare. Il cranio era dilatato e deforme, assente in più parti. La situazione confermava i cinque colpi in testa raccontati dalla ragazza. Gli occhi aperti, due buche piene di cemento bianco. Non se l’aspettava a poco più che vent'anni. I giornali hanno scritto che risultava implicata in un giro di anfetamina.