Un pomeriggio
mio zio era venuto
a prendermi a scuola
& io ero ero quello
che organizzava sempre
le partite di calcio
mi mettevo giorni prima
a fare le squadre
& a chiamare tutti
ho sempre cercato
di farmi voler bene dagli altri
ma loro sono l'inferno
non conoscevo sartre
soldi soldi soldi & niente altro
loro vogliono questo
lui mi trascinò via
forse perché anni prima
gli avevo rotto un osso del gomito
con un pestello farmaceutico
& l'avevo trovato molto divertente
per ricompensarlo
di quel sorriso che mi fece
mentre faceva scoppiare
un palloncino rosa
con un suo mozzicone
un fumatore
di robe dell'industria americana
era un periodo in cui mia madre
non stava bene
& mio padre era al lavoro
stavamo cambiando casa
per via dell'affitto
& un bambino a dieci anni
alcune volte
è troppo piccolo
ma poi le lezioni si imparano
ero nella sua bmw a noleggio
quella di mio nonno
nera come quella di charles bukowski
& mi regalò
una racchettina da tennis
d'oro con un brillante che era la pallina
da mettere al collo
con un filo di iuta
o qualcosa di simile
& scrisse in un bigliettino
che la mia vita doveva brillare
come quella pallina
non è andata mai così
& certe cose non si scrivono
se poco dopo stai andando a morire
in me deve sempre aver visto
qualcosa di diverso
in me ha visto l'idea
ancora dodici anni da vivere
quando prima tutto gli sembrava finito
io potevo cambiare le cose
ma poi la vita ha continuato
attraverso me
io ero uno dei suoi appigli
il giorno che è morto
mia madre ha passato la giornata a letto
come nei romanzi o nei film
io mi chiusi in camera
& fu la prima volta
che scrissi mentalmente
prendevo a calci un pallone
& giurai di impegnarmi
al massimo
a scuola
nel calcio
& nel tennis
ero solo un bambino
a cui avevano tolto
un riferimento
stupido come un ragazzino
a cui avevano detto
è morto tuo zio.
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