Atto unico per un radiodramma
Persone
Elizabeth
Aken, ragazzina olandese
Rutina
Elricht, donna sulla quarantina, zia di Elizabeth
Giovane
soldato collaborazionista
Joseph
Gurskij, uomo sulla trentina
Ada
Gurskij, donna poco più che ventenne
Rabbino
Ittivi
Ragazzo
di bottega
Nota
introduttiva
Dopo
la mezzanotte del 9 maggio 1940, l’armata tedesca penetrò nei territori dei
Paesi Bassi, invadendoli ed occupandoli.
L’occupazione
olandese è stato un esempio dell’esplicazione del potere nazista e del deciso
collaborazionismo offerto dagli occupati.
Ad
Amsterdam, pressoché la totalità degli olandesi Ebrei vennero deportati nei
campi di concentramento.
Negli
inizi del 1941, il Partito Comunista Olandese per protestare contro l’abominio
continuo compiuto contro gli Juden,
indisse uno sciopero generale, passato alla storia con il nome di “Sciopero di febbraio”.
Amsterdam
fu libera solo il 5 maggio 1945, quando l’idolatra comando della svastica, si
arrese.
************
Prologo
L’urlante
camera di Beth
ELIZABETH
AKEN Nella camera da letto
entra sempre la stessa luce
forse d’autunno cambia un pochino
il che non toglie
che io sia una ragazzina
ed in fatto di luce
non ne sappia un granché
ho avuto un gran piangere prima
Abbiamo ebrei
sotto di sopra di fianco
nella casa
mio padre dice
che sono faticosi lavoratori
guadagnano tanto per risparmiare
per generazioni che verranno
per il popolo d’Israele
faticare tanto per rincasare
Mia zia mi dice
che per loro il risparmio
è lo ziggurat
ho sbagliato
quella parola
mi dice che per loro
i fatti di soldi
sono l’estasi
non che io sappia
cosa voglia dire
Sono neri
e sembra che abbiano
quest’estasi
di prima mattina
quando urlano sempre
stanno facendo dell’Europa
una specie di croce
uno stemma
tanto grande
che si possa vedere dall’alto
sembrano delle braccia storte
un affare nero in un cerchio bianco
intorno rosso
ma non rosso sangue
proprio rosso
il dominio sui petti
il loro dominio sulle nostre vagine
ariane
dice proprio così la zia
Della vagina rispetto all’estasi
ho un’idea più contenuta e nei
limiti
sono maturata
un mese e mezzo fa
so cos’è in grado di fare
una vagina
e quello che comporta al suo interno
come al suo esterno
lo chiamano Mr. Hitler
qua e non solo qua
Vorrei un ragazzino
una bella faccia fresca ‘somma
che mi faccia sentire
il ‘che di essere diventata
donna piena
te l’ho promesso zietta
mi farò sbranare dal primo
che faccia la sua entrata
e questi nerastri germanici
mi sembrano più in forza dei giudei
hanno i capelli biondi
cortissimi ai lati poi una ciocca
laterale
hanno la faccia come una cinghia
di un grande esercito
Vorrei un nazis.
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L’incanto
delle divise
RUTINA
ELRICHT I cristi schifosi
mica li ho potuti mai tollerare
ho parenti tedeschi
loro la chiamano
la Nazione
io la chiamo
Grande Germania accoglimi
i democratici i socialisti i
liberali
i comunisti i monarchici i regnanti
la vacca con la sua cricca di
tirapiedi
Wihelmina Helena Pauline Marie Van
Oranje-Nassau
a migliaia fuggiti in quel buco
d’Inghilterra
gli olandesi sono dei rammolliti
alla maniera degli zingari
il vicino popolo belga
la merda che intoppa
il nostro già intasato vaso
Venite Razza
siete la pura fortuna
che ci è capitata tra le mani
io non collaborerò mai con voi
sono voi
grazie Re
grazie Reich III
venefica macchina livellatrice di
giustizia
Mio padre era ebreo solo di nomea
d’altronde le dicerie
sono un vizio congenito dell’umanità
mi prenderete per il mio rantolo
rabbioso
Vorrei mostrarvi e l’accetterete
la mia accurata rappresentazione
del popolo giudaico
Mi chiamo Rutina Elricht
dormo la notte
mai di giorno
all’occorrenza evito di dormire
mi sento già da medaglia
da decorazione
sfilare marciare
nella pubblica parata
nelle piazze sovrastate dall’effige
che bei completi che avete
Avete previsto ogni minimo dettaglio
azione reazione
comandi ordini
esecuzione obbedienza
blitz krieg
siete una stupenda
non sconfiggibile macchinazione
oh i francesi
gliele suoneremo
Gran parte è con noi
sono il più grande popolo antisemita
gesù cristo ipso facto
avremo
olanda belgio danimarca
norvegia finlandia svezia
germania austria italia
polonia cecoslovacchia ungheria
bulgaria romania turchia
jugoslavia albania grecia
spagna portogallo fidi alleati
pezzi di russia africa cina
mica è finita
ci sono anche i giapponesi
dilagheremo qua e là
all’olandese
Vengo con voi
un bel completo e niente più
Rutina Elricht
per voi Erika Loeffer
la luce bianca sulla Baviera
nel riposo del sommo capo
l’attesa azione riparatrice
l’offesa schiantante di Berlino
che belle le vostre divise
Danzate.
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L’alto
ronzio delle armi
GIOVANE
SOLDATO
COLLABORAZIONISTA L’alto ronzio delle armi
venne quando
a qualcuno andava fregandosene
sempre meno
altri avevano perso il lavoro
conclusioni inconcludenti si
sprecavano
come molliche
nel soggiogato porto di Amsterdam
l’Europa gracidava
Sarà ripulita a dovere debito
con sani vecchi metodi
per una generazione di invertebrati
che la terra si vede popolare
ogni tanto addosso
Il grasso puzzo delle armi
era la veste della città
tradimmo la giustizia dei giusti
dei padri fondatori del regno
abdicammo e ci rialzammo superiori
spronati dal desiderio di forza
suprema
tutti i nostri soldi venivano
da genuine conquiste d’esercito
una razzia di tutto rispetto
su volti polverizzati
tracciati a vita
seduta stante
Guerra civile spagnola
grande messinscena
granate nelle vigne dei repubblicani
quella gente che si trascinava i
quadri
del museo di Madrid appresso
Non arrestarsi facendo rullare
la nostra ruota di arterie d’acciaio
una morfina sciolta
nelle schiene erose dei deboli
spinti nei vagoni merce
su una carretta
comoda per farli finire azzuffati
nei forni irrespirabili e caldi
tetre teste guizzanti al loro
interno
insensate omelie nella vasca delle
anguille
Il venditore di liquori
l’abbiamo inforcato
le bottiglie gliele abbiamo
succhiate
finché ce ne era
Quei porci d’inglesi
li addormenteremo
la pietà papale
è poca cosa
un ridicolo e blaterante romano
In un giorno Amsterdam si è presa
volevano fermarci
facendo saltare in aria
tagliandoci i ponti
in un giorno
occupati
messi i ferri ai giudei
i musei ve li potete
ammucchiare nelle pinacoteche
o viceversa
Berlino è la gerarchia
fatta di muri da erigere
moschetti d’assalto ai bambini
è il motto
noi oramai siamo il giusto
Mr. Hitler
siamo venuti dentro di te
impertinenti bolscevichi
che annienteremo
collaborando
deporteremo
lo straniero non si potrà opporre
c’est
ne pas plus
Freude
Freunde.
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Atto
Famiglia
Gurskij
JOSEPH
GURSKIJ Avevamo messo
le finali diverse come i pittori
o come gli infrangitori
che da molto tempo
si alternano in questa città
nessuno me lo suggerì
nessuno ci aveva fatto alcunché
fu una mia trovata ingegnosa
quando chiesi al rabbino Ittivi
se fossi all’altezza della sua
comunità
mi disse
RABBINO
ITTIVI Tu sei
il sangue magiaro che ci mancava
un giorno torneremo ad essere
la Nazione capisci lo Stato
spiegheremo il pugno di davide
sulle corrotte membra dei disperati
che proliferano vicino al Tempio
infestandolo di fango e veleno
ritardando la venuta del messia
quello che avrebbe dovuto mutare le
stelle
Sono un vecchio
credo nella giudaica legge
e m’invaghisce il misticismo
JOSEPH
GURSKIJ Uscii dalla sua stanza
sghignazzando
folle d’un vecchio ebreo
Voleva dire sì
sì si poteva
lo dissi ad Ada di sera
mangiando uno dei suoi buffi
dolcetti
inzaccherati e farciti con
marmellata
Nostra figlia risponderà
al solo nome di
Noemi Gurskij
e la sua bocca si limiterà
a palare di verità
RAGAZZO
DI BOTTEGA 25 febbraio 1941
Negozio Krillisch
Insegna smaltata
di un colore
che si avvicina all’oro
ma dall’altra parte del canale
è rame sfibrato
Come ha i capelli neri
quella signorina
Ho fatto la fine che meritavo
garzone di un negozio
che smercia stoffe
confeziona abiti
di ogni genere e taglia
prima c’erano degli ebrei russi
erano i padroni della baracca
Dicono che oggi
c’è un grande sciopero delle
fabbriche
gli operai si fermano
gli spareranno addosso intanto
mica andranno lontano
cerco che farsi accoppare
per i giudei
mi sembra che vada al di là
dell’umana concezione
di cosa è giusto fare o no
Mi compiaccio
di come i compagni
di quelli che protestano
abbiano fatto filare
‘sti inaciditi di borghesucci
della ultima esalazione Romanov
il Grande Zar
di tutte le Russie
del mio benestare
finito con i denti bucati dal fuoco
solforico
ti ha raddrizzato la schiena
il dottor Ulyanov
manco con una zappata
te l’ha proprio fatta sciogliere
con il piombo
Scorri giù per gli Urali
despota felice
Chissà come se la passa
la nostra odiata Guglielmina
dai reali inglesi.
ADA
GURSKIJ Mi hanno fatto un ottimo prezzo
davvero grazie zii
ecco cosa succede
quando si hanno le conoscenze
ti fanno gli sconti
ti piegano il vestito bene nella
scatola
ti danno dei confetti
ti trattano bene
mi hanno fatto risparmiare
sull’abito da sposa
fa difetto qua e là
metterò su qualche chilo
pane burro e aringhe
tanto quanto mangia il mio amore
lo chiamerò Eliot
simile ad Elia
ma come quello scrittore
credo inglese
di sicuro vive in Inghilterra
un buon nome di cultura
promette bene
drammaturgo olandese
ebreo di sangue ungherese e russo
Iddio sia ringraziato
salvato dalla Santa Madre Russia
che presto o poi tornerà
spazzando via i codardi assassini
con la loro sporca ideologia
I tedeschi
i nazionalsocialisti
li preferisco
cosa hanno mai fatto a noi olandesi
mica come quei cani di francesi
che se lo mettano in testa
saranno spazzati via
in tre settimane
la torre Eiffel
farà il passo dell’oca
e allora sarà lo scarno rancio
cara grandeur
JOSEPH
GURSKIJ Ada dice
che da noi non verranno
non hanno interesse
a prendersi il Regno d’Olanda
noi siamo ebrei
e questo tempo marcio
è per il pianto
Ittivi mi ha insultato
urlando disperato
RABBINO
ITTIVI Zuccone di un ebreo
la nostra pelle sta già bruciando
non hai sentito
delle leggi contro di noi
in Italia in Germania
fascisti razzisti
vogliono spazzarci via
una volta per tutte
nessuno ci aiuterà
solo alla fine del conflitto
verranno a contarci
come i caduti
come l’artiglieria usata
Una croce offensiva
sta uncinando l’Europa
e noi saremo i suoi chiodi
spremuti fino all’ultimo grammo
fibra per fibra
Le nostre navi
hanno ricevuto sputi
dall’altra parte dell’oceano
davanti a quella statua
ricoperta da tutto quel rame
nel paese delle opportunità
proprio da quella città
che svetta sull’Atlantico
e che gente del nostro popolo
ha contribuito a fondare
Nieuw Amsterdam
abbiamo ricevuto bestemmie
faremo da viti impiantate nelle
falde
per sorreggere la loro industria di
guerra
le loro azioni di conquista
rimarremo fusi
loro uccideranno con tutte le
ragioni
JOSEPH
GURSKIJ Potremo far saltare
ponti dighe e fiumi e regioni
c’arroccheremo in Zelanda
per la Resistenza
qualcuno può dormire un sonno tiepido
altri non so cosa aspettino
ADA
GURSKIJ Faceva freddo
e ad uscire si preferiva
rimanere sepolti
nei vortici che salgono
nei funerali non voluti
saremo stati
la cenere del mercoledì
un vomito nel trabocco dei canali
delle ciminiere strette piene di carne
nei ritrovi oltre i banchi
del giglio della morte compiacente
declinata nel fascino
di un pavimento
di corpi selciati
ELIZABETH
AKEN
RUTINA
ELRICHT / ERIKA LOEFFER
ADA
GURSKIJ (un corale) E’ la vicenda
di due famiglie
che cercano di abitare qua
E’ lo sfregio di una famiglia
che vive nel rispetto dell’altra
Fuori dalla mia finestra
fuori dai miei bisogni di Reich
noi abbiamo chiuso gli occhi
li abbiamo fatti entrare
a voi poi hanno portato via
vi hanno dato la libertà del lavoro
mia cara Elizabeth Aken
la tua zia
è l’antisemita numero uno
ADA
GURSKIJ Nella nuova strada
ci sono rotaie e bambini
increduli si guardano
l’un l’altro
alitano a turno
nello stupore
attorno a quell’elevatio crucis storta
come ribaltata nella morsa
dell’alto ronzio delle armi
Fu tutto un roseto
di colpevoli da punire a turno
il popolo deicida alla resa
forse qualcuno di noi
ha ammazzato qualcuno
e non se ne ricorda
non è sicuro di averlo fatto
qualche cosa
che ci è sfuggita nei millenni
che ora non si vuole ammettere
un taglio sulla testa
che non si mette a posto
del sangue sul naso
E’ inspiegabile
La prima cosa è che
ci ammazzano quando lavoriamo
quando sostiamo nelle linee dei treni
un tipo d’amore per il prossimo
presente quando viene ad uccidere
La prima cosa è che
durammo quattordici giornate
ed il resto fu
bianco e marrone
JOSEPH
GURSKIJ Ada
studiava da madre comune
e con le forbici si tagliava i
capelli
nelle pause indispensabili
piangeva su una foto grigio lucente
della sua Russia
La nostra felicità
si era compromessa
il non poter affrontare il divorzio
di due corpi per uno nuovo
I bambini piangono
per le madri d’Israele
brandelli di macello
fuoriusciti dai libri sapienziali
non so chi sia il mio dio
anche se tutti noi
ci siamo elevati a lui
in più di un’occasione
Processati mortalmente
da quando il tempo attraversa
la nostra fragile vicenda
il mondo sta per coprirsi di noi
fibra per fibra
La chiameremo bruciatura di vento
idiota
ci chiameremo i soppressi
malinconici
sostituzione di carne per carne
dunque rimarremo
nell’atmosfera terrestre
e rimarremo
Le fredde spalle
di mia moglie
si stanno rosicchiando
una ad una
le fanno lavorare
Cosa avranno fatto dei suoi capelli
per il supremo Reich
e la morbida reductio ad unum
Ittivi è rimasto stralciato
da fucili poco precisi
l’ho saputo prostituendomi
e vomitando
Ada deve
aver perso nostra figlia
un’eco riuscita male
i loro figli appaiono più resistenti
vedranno meglio
sapranno meglio la razza
li ho sognati abbattersi sulla nostra
Ma lo scroscio di una bandiera
blu rossa e bianca
per niente francese
da Nieuw Amsterdam
ho visto quella bandiera
da dove ci hanno sputato
avvolgersi al mondo
foderandola con un banconota
un biglietto verde
Ada ha dato
un tocco in terra
ha spento le campane
appese alle ciglia
mi ha detto
mai mai
ADA
GURSKIJ Dio bevve
e si addormentò in un alterco
il nove ed il dieci di maggio
Iniziammo il 1940
avevo il bambino
altro che il loro cristo
l’avranno invitato a scendere
e tanto in fretta
l’avranno invitato a risalire
da dove se ne era venuto
credo che fosse troppo
per la nostra elezione di popolo
e la storia dei popoli
è fatto di coincidenze divine
ed ognuno le legga come possa
quando le terre sfregheranno tra
loro
ed i bivacchi sprofondano nei polsi
degli infartuati del campo
Ci osservano
fotografandoci riprendendoci
documentandosi
analizzandoci
puzzano di alcool
e di quello con cui le loro accolite
si impregnano la vagina
usati come sbobinate
tracce di procedura medica
squallidi presunti ariani
costipati in riga
in una lercia divisa
Mi ha violata
contro un sedile
di una locomotiva
non ne ho mai visto una
con un sedile
in pieno giorno
chiamandomi
marleen
finiscono tutte così
per reich ragione
Il bambino lì cedette
su quei colpi
quello strattonare
ventri appesi in ansia
una maledizione di dio
sulla terra
che mi era stata data in possesso
Coltivavo una solitaria verginità
benedetta dal signore di Gerusalemme
e dal fu rabbino Ittivi
una donna israelitica
quanto dovrà pagare per il suo
destino
per l’antico disprezzo
Maestro
Milioni per uno Stato.
************
Epilogo
Lascito
JOSEPH
GURSKIJ
ADA
GURSKIJ
RABBINO
ITTIVI (metodo corale)
Gli affari del signor Ulisse
per una cosa
che non ci è mai riguardata
la spremuta della gente di
Gerusalemme
viviamo in quello che non crediamo
Il Male
è il figlio prodigo e bevitore
essere dalla parte giusta dei
massacri
voluti dalla storia
Quando gli anziani parlarono
a suo tempo
decisero di ucciderlo degnamente
L’efrateo Ittivi
con la giacca di un davide scuro
nella meditata penuria
provata nelle asfaltate valli delle
tentazione
Gli olandesi hanno firmato
con le solite due dita
farci rimanere nudi un’altra volta
senza le iniziali dei nostri nomi
sulle bocche stritolate
dalla polvere chimica
della propaganda insana
mio marito sta sopra
centottanta corpi crivellati
Io sono Ada Gurskij
e tra qualche ora
lo zolfo nazista
farà il suo ingresso
nel mio corpo
(Fine)
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