MUSICA
Lou Reed e i Metallica
incontro nel nome di "Lulu"
Un'opera rock con i re dell'heavy metal. "Per dare corpo e sangue al personaggio di Wedekind ci voleva la potenza di una band come questa: un sogno che diventa realtà"
di CARLO MORETTI "Lavorare a questo disco mi ha portato ad un livello che non avevo mai raggiunto prima, è stato stupendo" dice convinto Lou Reed. "La libertà con cui ci siamo espressi ci ha reso migliori come band, è stata un'esperienza basata sull'improvvisazione, assolutamente nuova per noi: ci tornerà senz'altro utile quando si tratterà di comporre i brani del nostro prossimo disco", sottolineano i Metallica. Annunciato con grande entusiasmo dai diretti interessati all'inizio dell'estate come "il miglior album della storia del rock", circondato da massima curiosità ma nella realtà più temuto che bramato dai rispettivi fan, è appena uscito Lulu, il disco nato dall'inedita collaborazione tra Lou Reed e i Metallica. Un'ennesima sfida per il massimo cantore rock di New York, che ancora una volta gioca a spiazzare il suo pubblico; e insieme un nuovo posizionamento stilistico per i Metallica che abbandonano la struttura semplice del loro hard rock per abbandonarsi all'improvvisazione, dilatando tra riff e stacchi la forma canzone anche fino a venti minuti di durata.Lou Reed e i Metallica si erano ripromessi di lavorare insieme ad un disco due anni fa, dopo l'incontro sul palco del Madison Square Garden per le celebrazioni dei 25 anni della Rock'n'roll Hall of Fame. "Abbiamo sempre considerato Lou Reed come la versione solista dei Metallica" osserva il batterista Lars Ulrich. "E l'incontro a New York è stato così naturale, spontaneo, anche se all'inizio poteva sembrare difficile, che non vedevamo l'ora di ritrovarci per il disco. All'inizio pensavamo di risuonare qualcosa dal suo repertorio, qualche sua canzone meno nota, poi Lou ci ha chiamato proponendoci questa sua nuova idea".
La "nuova idea" di Reed è un concept album sulla figura femminile di Lulu, l'archetipo della femme fatale nato all'inizio del '900 dalla penna di Frank Wedekind, protagonista dell'omonima doppia tragedia che include i drammi "Lo spirito della terra" e "Il vaso di Pandora" del drammaturgo tedesco. Lou Reed aveva già lavorato alle musiche della versione teatrale realizzata dal regista americano Robert Wilson con il Berliner Ensemble, intitolata "Lulu Plays". "Ma per dare corpo e sangue al personaggio ci voleva la potenza del rock e i Metallica abitano esattamente su quel pianeta: con loro il sogno poteva diventare realtà" dice Lou Reed.
Già una volta Lou aveva intrecciato la sua passione letteraria con il rock: era accaduto nel 2003 per The raven, il doppio album dedicato all'opera di Edgar Allan Poe. Questa volta l'ex Velvet Undergound mette la sua femme fatale nelle mani di una band che a partire dagli anni Ottanta ha segnato la storia dell'heavy metal e realizza così uno strano ibrido di rock teatrale, difficile da cogliere nelle sue sfumature al primo ascolto, anche perché sempre in altalenante bilico tra il semplice commento sonoro al suo recitato musicale e lo scatenamento degli elementi rock dei Metallica. "Con il tempo e con l'esperienza ho capito che a volte è sufficiente avere un buon titolo per concentrarsi su un album e vederselo realizzare tra le mani" osserva Lou Reed, "questa volta avere a che fare solo con un titolo come Lulu non mi avrebbe portato da nessuna parte: bisognava chiedersi chi era davvero Lulu, analizzare la sua psicologia era tutto, capire in che modo la sua immoralità o amoralità aveva scandalizzato la borghesia della sua epoca".
La storia di Lulu ha subito folgorato i Metallica: "Leggendo i testi ci siamo chiesti cosa potessimo dare a quest'opera per farla andare su un nuovo livello, per farla diventare rock" dice il cantante James Hetfield. "Per me lavorare sulla musica partendo dai testi è stata una scoperta, ho potuto togliere il cappello da autore e concentrarmi sulla musica. Avere davanti una tela vuota da riempire è stato il dono più grande per noi, non avevamo mai fatto una cosa del genere, avevamo sempre lavorato su riff. Si trattava di dare a Lulu il marchio dei Metallica e credo ci siamo riusciti".
Lulu è un album realizzato praticamente in presa diretta: "Ci sono cose che non potremmo ricreare così come sono venute" ammette il chitarrista Kirk Hammett. "Così come le abbiamo suonate sono finite nell'album. Ora se dovessimo rifarle così come sono se ne perderebbe tutta la magia". Il più soddisfatto del risultato è un raggiante Lou Reed: "Abbiamo realizzato più di quello che mi aspettavo, più di ciò che sognavamo: avere alle spalle una power band come questa è stato affascinante".
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