lunedì, aprile 11, 2011

Da un racconto - Quando sono arrivato in città / 2

'Stupido stupido Luan carlos Joaquin ... stupido e povero con la colla sul collo, la cera sugl'occhi e le ceneri in un cassetto [...]'.
Questa è solo una frazione, un'anfratto lessico della dichiarazione spontanea chiamata tale dagli ufficiali di polizia più simile ad un'esternazione in puncto mortis della vittima e non smentita dal difensore d'ufficio di Carmen Luan, sorella del crivellato defunto Joaquin Carlos, a cui fu riscontrata una notevole necrosi del tessuto epatico durante l'esecuzione dell'autopsia condotta sotto la direzione del medico legale di turno, Dottor Meckerben, autopsia detta di rito, di legge e quindi obbligatoria e a cui in nessun caso l'ingessata equipe del Dottor Meckerben si sarebbe potuta sottrarre e non si può dire che cosa provasse questa troupe medica nei confronti del loro oggetto-soggetto balzato all'onore discutibile delle cronache della cittadina di Tebe, non quella degli antichi e di come questa parte della faccenda, dell'accaduto fosse considerato criminale e se avesse un qualche diritto di essere riportato, un diritto di esistenza nel mondo della cronaca, per l'appunto.
Prima di cedere all'inevitabile, Joaquin Carlos Luan parlò di buona ed ottima musica e di sua sorella e di sua madre, Donna Isabella Trista.

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