domenica, luglio 24, 2016

1.47.7



la notte dannata
a mezzo stampa
un violino avanzato

chi ti ha accompagnato
tutto è così pulito
tutto così libero
nessuno davanti a te

la stazione
quanto siamo durati
40 anni

eravamo nel ’42.



Philip St.



la chiesa di dio
buster keaton
muto in un angolo

i discorsi inavvicinabili
un altro caffè a treme
tra pochi minuti

sono restato qui
per tanto tempo
& non sono mai venuti a prendermi

rue st philip
come jackson square
tre passi prima del baratro

o della vita vera

è quello che hai ottenuto
è quello che hai visto
su cui hai camminato

prima della religione
prima della luce elettrificata
prima che venisse fuori tutto

charlie chaplin
lo vedi su st. andrew
è tutto il tempo

i cattolici imbrattati di viola
i figli della terra di sion verdi
a quest’ora della mattina gialla

prima che tutti si mettano a dormire
il mostro della domenica
è sempre dietro alla porta di casa

per me &
per questo mondo

non c’è niente di inavvicinabile



sabato, luglio 23, 2016

Julia St.






quindi ho visto quella ragazza, sulla ventina. capelli tinti biondi, naso regolare, molto all'insù, forse qualche lentiggine. l’ho guardata per tutta la mia permanenza al roosevelt. mi guardavo attorno. più che altro pensavo a new orleans. alle sue strade, ai suoi odori, alla sua gente. guardavo la gente per cercare un altro futuro. nessun altro futuro se non tornare in città. presi la macchina e da slidell puntai verso la città, attraverso il pontchartrain. tutto è così quieto quando è finalmente domenica, quando tutto si fa così facile e la gente si fa docile e sottomessa con i loro falsi sorrrisi e le loro piccole menzogne sulla loro esistenza. quello che posso ancora dire della domenica. la messa con i loro fantocci, finché non diventano neri e blu o finché non scoppiano. dove abbiamo visto questo mondo, come lo abbiamo risolto. quindi, parlavo. era una situazione altamente sconveniente. sazerac bar, no. e no sta per new orleans. avrei potuto dire alla solita vecchia ed antica maniera nola. new orleans louisana. all’areoporto mi hanno chiesto quale fosse l’abbreviazione di louisiana. la, ovvio. ovvio come l’acqua dai rubinetti, la birra dal frigo o la vodka dalla ghiacciaia. quello che devo fare è non muovermi e pensare ad un’altra vita. sempre pronto, sempre qui. le strade sono fredde per l’umidità. e alle 5.47 sono un disastro. bourbon. poi sulla dumaine. di ritorno su canal. il casino. i destini dell’occidente. louisiana, texas, forse florida. golfo del messico. la florida guerra civile. solo un’altra dolce sparatoria. questa casa non è mai stata vuota, neanche per un giorno. i sogni bagnati di un infante. il pianto di un bambino che non può più aspettare. cosa ci insegnano sui banchi di scuola. l’ubbidienza, il martirio, o iniziano a parlarci del sistema. o sei solo l’ennesimo tossicodipendente. lei lo fa, tu lo fai, sei tu che ti fai, non dicevano così al programma. non esiste nessun programma, nessuna comunità, nessun gruppo. non esistono più i carnevali. a slidell piove. poi la città, la grande area di new orleans, la nostra nuova vita, da oramai un decennio abbondante. vedo la gente per le strade. le strade dei poveri, delle gallerie d’arte, delle gioiellerie, dei banchi di pegno, dei negozi di dischi, delle cianfrusaglie, vedo questo mondo per quello che va visto. vedo algiers. le sue sue strade morte. adesso sto con una bionda, tinta. era il mio sogno, dopo quello di aver letto l’intera bibliografia di burroughs, qui ad algiers. il mio sogno, in definitiva, era tutto qua. niente di meglio. julia street.







sabato, luglio 16, 2016

789.3




quello che fanno
quello che dicono
quello che ci hanno fatto

solo un altro settembre
una casa
io, scendo

ancora pochi sogni
i giorni
poche cose ancora

fino alla domenica delle benedizioni
prima che il santo idiota cammini ancora scalzo
quello che non ci uccide il giorno prima

siamo fermi






718






Guardo questo mondo, questo tempo che mi sono creato secondo una legge naturale che era scritta nei libri e forse fluttuava in una conversazione datata. Non siamo mai andati oltre. Mi chiese cosa dovessimo farne. Della nostra storia, delle sue figlie, delle notti e delle giornate passate in giro per quello che ci spettava. Perdite di grasso dal motore. Rumori morbidi e niente di più eccezionale. Frazioni illimitate. L’avevano licenziata dal posto di commessa del negozio di vestiti perché ritardava al mattino. La vita non è ingiusta, non c’è nessuna ingiustizia. Di quando in quando o come potrebbe essere. Abbiamo passato oltre diecimila anni a ripetere le stesse cose. Elaborati su una proposizione, sulla più ampia delle illusioni, ci siamo dati un percorso. Una piccola camera come il promontorio delle legge. Non ucciderai. La piccola famiglia passa. Cosa è andato storto. Ogni tanto mi guardo attorno, che sia in strada o nella mia stanza. Perché non devo rubare o prendere la donna d’altri. Mi hanno insegnato di non spostare il confine antico, di non invadere il campo degli orfani, perché il loro vendicatore è forte ed egli difenderà la loro causa contro di te. Esulteranno le mie viscere. E’ possibile. Per chi i guai, per chi i lamenti. La solitaria Dea della Giustizia. Una statua abbandonata in una parte della Grecia Antica. Non c’è più nessun imperatore, nessuna religione, nessun codice e quando mi sveglierò, lui ne chiederà dell’altro. Come chiamano quelli come me. Come li chiamano. Siamo sempre stati distanti. Abbiamo visto troppo per l’età che abbiamo. Tutta questa vita. Ogni giorno, una storia. Questo è quello che ci siamo venduti per prendere l’età adulta. 



domenica, luglio 10, 2016

11.1






Sono stati tempi duri. Abbiamo imparato troppo in troppo poco tempo. Non c’è niente, veramente niente che si possa definire sbagliato. Quello che non si vede, non esiste. Una lampada verde su una scrivania di un hotel del quartiere Latino di Parigi. Una conversazione dimenticata troppo presto quando avevi ventitré anni. E' solo quello che è stato, alle 3 di notte, in termini filosofici. Non ci sono paure o delle rose in un sacco della spazzatura. Un crocefisso in un cimitero prima dell’oceano, ma non ci sono più confessioni disponibili. Louisiana. Chi sono. Sono nella cattedrale vescovile. Non è possibile che ci sia un’alternativa. La coscienza umana è stata solo un passaggio a vuoto, solo un'altro errore della storia. E nella storia tutto il futuro è passato. E per me il passato è stato in una galleria tra uno Stato e l’altro, tra un confine e l’altro o sull’interstatale, prima del lago o della foce del fiume. Siamo stati fuori per così tanto, così a lungo che dio non ha voluto darci la possibilità di guardarlo in faccia. Ci sono sempre stati segnali nel cielo. So che è ancora là fuori. Le facce sulla terra. La faccia delle persone. Questa illusione continua di noi stessi. Nessun Realismo, Nessun Pessimismo. Il giardino ha ripreso a fiorire. E’ una conversazione che è iniziata almeno quando non ero ancora nato. Poi mi vedo allo specchio. Le cose non si sono mai fermate. Ripetermi, le colpi dei nostri padri. Ma l’uscita è così vicino alla porta.



67.7



l’universo
una parola che abbiamo
tenuto da parte

quattro litri di indecenza
visti, sbattuti
fatto tutto

terra
ghiaia

cartelli





Grandi Memorie



la grazia dei giorni migliori
sedersi con le spalle al muro
una foresta aperta
un altro posto
dove vivere
bruciare per un quarto d’ora
lontano da me o vicino
dalle due del pomeriggio in poi
la tua diligenza assaltata

solo, nessuna legge



David Bowie

sabato, luglio 09, 2016

La Cosa più Comoda






un altro giorno
stando distante
proteste per le strade

i vicini di casa
per tuo fratello
per tua sorella

gente uccisa nei quartieri
nessuna di queste cose ci tocca
il coraggio

solita camera di albergo
lei è chiusa in bagno da due ore
piange suo padre

piange perché non può fare altro
&d è sempre stata la cosa più comoda
gli uomini che vincono

quelli che perdono
eventi tragici nelle nostra ossa
cosa importa

chiedo solo un rye
ma non c’è nessuna
forma di compassione

qui a dallas, texas, oggi.

martedì, luglio 05, 2016

La sua faccia è sempre così allegra



lei è appena andata
a letto
vedo le costellazioni
come se fossi sempre stato a casa
senza essermi mai sposato
quando mi guarda
quando bevo
quando scrivo
quando telefono
la vorrei morta

abbiamo divorziato 3 anni fa.

lunedì, luglio 04, 2016

Sabato/11 del mattino







é un sabato
caldo
senza gente

con le donne
che pensano alla fantascienza
e quelle ancora più

certo che lei amasse
le corse
e le scommesse

baton rouge
amarillo
corpus christi

cosa importa
all’occhio della fenice
che si espande

ecco, lei, a quel punto della serata, ha iniziato a parlare stretto, molto stretto, era tutta improfumata, parlava di dischi di dischi, di amici, poi è andata in bagno per sistemarsi la mascella ed ha ripreso a parlare tutta composta, altro drink, rossetto, un cristo per i corvi, quindi poi mi ha detto del battello, piena di saturazione, un’antenna nel gabinetto di atena, una laurea qua e la al pireo, luci al neon prima che la primavera cada, è tutto un crogiolarsi di questo sabato, foce del delta

quando le vedove vestono di blu e citano jung
quando il marito omosessuale va dove andare
quando le nonne scelgono giovani al telefono

fuori dalle luci
prima degli sciacalli
di un paesi per vecchi

è solo un cinema per gente
che non desidera altro che il sesso come informazione
la mia guerra, la mia religione, il mio passato

una giovane madre cammina
si ferma ad un semaforo
non ha niente con sé

la giovane madre
era una ballerina
e nei 70 a times square.






sabato, luglio 02, 2016

P.,3.






Là, nelle vie isolate. Barranquilla, Colombia. Il 1982, Pablo. Un sabato. Pablo era ebreo. La verità per lui non era un dado tratto, ma tutto stava nella Bibbia. Nel Libro. La canzone è stata in giro per tanto tempo ed è ora che torni a casa. Cosa c’è di più intimo del proprio nome. Questa vita vissuta, questo racconto totale, questo odio che parte dalle scarpe che indossi. Puoi piacermi ancora? No, il tuo turno è passato. Prendo queste parole dal taccuino di Pablo. Pablo, Pablo, Pablo. Pablo a Stoccolma. In Platea. Prima che attraversasse la linea. Il Nobel. Pablo il comunista libertario. Pablo il capitalista affamato. Cos’è il comunismo, poi. Cos’è il socialismo. Cosa è stato. Solo una storia che ci siamo raccontati per oltre un secolo. Abbiamo illuso le masse. Ci siamo messi al tavolo con loro ed abbiamo puntato alto. Li abbiamo strizzati. Chi sono le masse. Chi sono le persone. Puoi darmi una risposta. Pablo parlava e non c’era mai una linea definita. Lo vedo adesso, a Lisbona. Era il ’78. Ogni tanto parlava di diligenza. Scomodava parole dal suo vocabolario. Poi si rifugiava nella vodka per mesi. Lo potevi trovare davanti all’Empire State Building per giorni. Stava, fotografava, si distoglieva. Era sempre una fonte, un fantasma, un’idea che appariva e poi mi chiedeva Dove è Maria? Dove è Clara. Là, nelle vie isolate. Vissuto per mesi. Barcellona.



venerdì, luglio 01, 2016

P.,2.






1980. Un lunedì. Vienna. 15 dicembre. Pablo deve andare a fare un’intervista a Wiener Zeitung. Paula, a suo dire, l’amore della sua vita, l’ha respinto una volte per tutte - lui dice. Pablo ha quarantasette anni e non si è mai saputo molto di lui. Genitori morti in un incidente stradale (falsità), era a New York nel ’77 quando c’è stato il black-out. Questo è vero. Ho visto delle foto. P. è a Vienna ma vorrebbe solo essere a Berlino, allo zoo. Ogni Quartiere, Una Vita. Lo scriveva da più di dieci anni, qua e là. Forse appena poteva. Non posso parlare. Parlare a Clara. Clara è, era la madre dei figli di Pablo. Io ero solo l’amante di Clara e Pablo l’ha sempre saputo. Quando ho avuto il premio per il mio libro, quando sono stato a Los Angeles per il mio articolo, io e Pablo ci siamo quasi ammazzati. Chi è che veramente, tra noi due, era il più intelligente? Chi scriveva meglio? Io. Ma lui era sempre avanti. Sempre più elegante, sempre più fatto, sempre più brillante. Io l’ho guardato per vent’anni, arrancando, di continuo. Ma cosa sappiamo di tutto questo. Del metterci in piazza. Del metterci l’uno contro uno. Un lunedì a Vienna. Cerco di trovarmi compagnia. Spartitraffico in autostrada. Ho comprato dei libri da mettere sulla tomba di P., se mai ne avrà una. Parliamo di Barranquilla, Colombia.