sabato, febbraio 27, 2016

Calais-Dover




potrei dirvi la verità
tutta la verità
oppure solo fandonie
potrei dirvi
dei pestaggi
delle torture
un pupazzo da abusi
raccontarvi che ho visto
mia madre assassinata
mio padre assassinato
i miei parenti sotto le bombe
che abbiamo affrontato
un’epidemia
una carestia
un genocidio
i soldi dati
a chi traffica essere umani
gli scafisti
l’agente di frontiera corrotto
i carcerieri con gli AK di contrabbando
i container in cui eravamo costipati
le barche da pescatori
la marcia per attraversare i confini
molte volte sono morto
di stenti
soffocato
malmenato
disperso
affogato
caduto sul fondo marino
ma non verranno mai
a riprendermi come i Bronzi di Riace
altre volte sono sopravvissuto
stato in centri di detenzione
di smistamento
di accoglimento
disinfestato
sbattuto a terra
umiliato
fatte battute
di cui non capivo il senso
deriso
derubato
ammanettato per ore
mi hanno chiamato
migrante
immigrato
clandestino
profugo
rifugiato di guerra
chiedente asilo
fuggitivo
migrante economico
dissidente politico
apolide
delinquente
disperato
mangia spaghetti
mangia patate
mangia rane
la cosa che ho sempre saputo
anche se sono lontano
da dove sono scappato
è che sono nato nel posto sbagliato



martedì, febbraio 23, 2016

Signore Molto Stanche



sono solo le sette di sera
& il mondo è costretto ad oscillare
tra sirene dei camion dell’immondizia
& signore stanche dell’ultimo turno diurno

non c’è verità che tenga
sono rinato qua & là
solo per un ultimo giro
chi viene, chi muore

la gente autoelettasi a profeta
in patria & non
chi scende per primo dai mezzi pubblici
per correre verso un pasto riscaldato 





mercoledì, febbraio 10, 2016

0,4







possiamo dire che quella volta è stato del tutto strano. parlavo a voce bassa, molto bassa. e la mia voce, quando è così bassa, può essere confondibile. non aspettavo quella gente così presto. sono venuti da noi e ci hanno fatto molte domande. io li guardavo in faccia. ho dovuto spegnere il televisore e farmi versare qualche cosa da bere. vedo il mondo per quello che è. c’è sempre qualche ragazzina che vuole fare la soubrette, c’è sempre qualche liceale con i soldi in casa che pensa di essere l’intellettuale che cambierà il mondo, che farà il cambio della guardia. Sedici Anni. uno sbaglio detto in modo confidenziale. E’ inutile andare avanti. di cosa vogliamo parlare. siamo usciti per 16 anni. ogni notte affamati per un potere. parlatemi delle loro preoccupazioni. le loro grida quando non filtra niente tranne che la saliva, la lingua cotta e morta nel tuo palato. chi è quel ragazzo così speranzoso in uno scatto su una parete bianca. qualche volta l’umanità viene chiamata ombra o spazzatura. coste dei confini. nessuno ama tollerare certe situazioni. soffia pure nell’intollerato, ragazzina all’angolo, sotto al semaforo che ti guarda. 

martedì, febbraio 09, 2016

Posti senza Scomparsa




hai cercato
di fare le cose
un po’ più grandi
di quello che erano

un rapinatore
solo
1 contro 1
in un mondo tutto verde

tutta una città da rapinare
o proprio solo niente
una città dove ritirarsi
& nascondersi



sabato, febbraio 06, 2016

0,3




nessuno può mai predire una guerra civile. guardarci in faccia col nostro avversario, il nostro nemico più intimo. il dramma dei primi anni di adolescenza. tutto si chiude alle 8.00 di sera. seconda ordinazione. una schiera di persone finché non ne conosciamo il nome. ma non riusciamo ad uscirne. un lungo tempo di viaggio. i preti che sbagliano. una completa ammissione. quella voce narrante. ci sono errori che facciamo e che ci portiamo avanti per decenni. il cristo. chi è. cosa vale da noi. confessati cattolico. confessati cristiano, tu che cammini. ammetta, si penta e tutto sarà perdonato. la stagione, quest’anno, non ha ricordi. vi dico che non ho ingannato la vostra famiglia. l’insegnamento del perdono. donne che passano, madri che muoiono, padri e nonni andati. il demonio non esiste. il demonio siete voi, come quello che diceva che l’inferno sì che esiste, l’inferno sono gli altri. parole sentite per strada. mi piace riportarle messo in un angolo di una bar e quindi farne un classico racconto di viaggio. a volte bisogna reagire, solo per vivere. bisogna fare tutto a pezzi e andarsene. non importa chi lasci dietro. troverai sempre qualcuno di nuovo. persa una testa, ecco che arriva la moltitudine. chi sei tu. i tuoi capelli crescono. strane cose sono capitate ai complici di questa messa in scena. sappiamo benissimo che un giorno. ero veramente fuori quella notte. lanciato, perduto, scaricato. non una donna fissa, non una famiglia. non molte donne. cercate in voi stessi. dite una sequenza di menzogne ben dettagliate concatenate da una sequenza logica e vendetela come la vostra bella vita. fantastico. non credete? ero messo male. non sentivo cose del genere da tempo. i più vecchi e i più giovani. persone a disposizione nei quartieri. i distretti, i circondari. le cose hanno un inizio. poi iniziano a contorcersi. la vita strappata di dosso. prostitute di tutto il mondo: il marchio interno non si può cancellare. nessun demone o diavolo dentro di sé. bella scommessa. la gente torna a casa prima che il prossimo crollo finanziario picchi la nazione. contraddizioni. lei dice a lui: ma tu mi ami? niente di tutto questo. chiuso in una camera a guardare tutta la serie. ray donovan. l’avete visto. un cazzo di figlio di puttana spietato, perfetto. un cazzo di perfetto figlio di puttana. ma cos’è questo parlare. pasto nudo-cronenberg alle 3 del mattino perché dormire è come portare una notizia da nessun posto. ho visto un corridoio, ho visto uno spazio di cielo. roba da poeti-checche. roba che senti alle 3.00 del pomeriggio alla radio pubblica. il juke-box e il battitore di cassa sono un vero delirio stasera. sto bevendo la birra sbagliata, ho scritto la storia sbagliata, sto con una donna che non mi piace. ritornatevene dal buco da dove siete venuti, direbbe ray donovan o heisenberg, il grande chimico.





martedì, febbraio 02, 2016

0,2






verità, verità, verità: un altro pezzo di testimonianza alterata, quello che possiamo sapere. tutta quella gente era così piena di vita. alcuni fatti, alcuni inguardabili. gli ultimi due sopravvissuti. e poi noi sappiamo del mondo. visto questo, visto quello. ad un certo punto, tutto è diventato una storia differente. corpi mezzi abbandonati nelle ore grigie, nei parcheggi fuori da distributori incendiati. quanti sono così attaccati alla famiglia, un'ica incontestabile ragione di vita. ALTROVE, etimo. che è diverso in qualsiasi maniera da quelle cose di cui si parla o s’intende. 1821, nascita. il giorno in cui io fui nato. Dostoevsky pubblicava il signor procharcin. ho capito, in là con gli anni, il perché scrivesse alle 4 di mattina. scorie di vodka, decenni di vodka, povero fedor. quei romanzi senza fine, quelle pietre miliari abbandonate nei confini di un impero che poi sarebbe stato rivoltato. perché mai uno dovrebbe leggere un racconto di 150 anni fa con la storia di un impiegato statale che muore sul proprio materasso infarcito di rubli. a chi interessa una storia del genere. a chi può giovare. termine della notte. parole. almeno, tra poco, termine di un altro mese. un riavvicinamento tra moglie e marito in una serie televisiva. tutto è scontato in tempi come questi. ma a dirla tutta, si cerca di andare avanti, fedor.