Tad e l'inseparabile berretto baseball slabbrato di un rosso sporco, la sua massa corporea inconfondibile, le bottigliette di Jim Bean di plastica che continuano ad uscire dalle tasche del giaccone cachi cerato da caccia - cosa dovrei pensarne se non mettermi a scrivere, la parlata che termina in una risata sporca, totemica, strappata sul finire, per essere ripresa in un’altra frase, strampalati racconti di vita da antagonista. Le nostre considerazioni hanno fatto scappare un ameno e pacioso professore di collage che si era unito alla nostra tavolata, un sedicente professore di storia mentre un gruppetto di viaggiatori si stava accoccolando alle nostre spalle per buttare un occhio sulle mie stampe di Detroit, New Orleans & compagnia bella, come si diceva ai vecchi e buoni tempi. I ragionamenti sui sistemi economici possibili, le illusioni crollate alle prime distorsioni dell'alba. Come ci si sente se non puoi tornare a casa (Elton John nel suo vinile d’epoca che esibisce, Madman across the Water). Tad che parla. Tad con la sue storie su WS Burroughs. Uno dei suoi più intimi amici, prima che morisse. Poi tutti, in un colpo, moriamo. Vienna, Berlino, Parigi, Roma, Milano, un sobborgo della Louisiana, Detroit, il Maine, Baltimore, Lisbona, il New Jersey, la nuova camicia appena macchiata, Genova, LA, Frisco, Baltimore, New Orleans: solo immagini che ci trasciniamo. Chi siamo per l’inevitabile serata di chiusura. Un’altra serata alla TV con tutto il silenzio, e tutto quello che questo comporta. Scommesse con Tad sulle partite, prime di scendere dal sunset limited. Non abbiamo amici in città & dobbiamo andare veloci prima di una sistemazione stabile.
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