Herman o come vuole essere chiamato - Quick Kid, è un tipico nero del Sud degli Stati Uniti. E’ stato un gran lavoratore, attraverso il Paese, attraverso e lungo le decadi che hanno formato e stravolto questa nazione nel secolo passato o addirittura dalla notte dei tempi. La schiena è possente ed ingrassata e sta a stento nella sua camicia jeans di quarto scarto. Ci son pieghe appena accennate, tutto il resto tira, dilatandosi giusto prima di un inevitabile strappo. Dio mi è testimone ed è stato sulla mia bocca in vicende alterne. Finalmente ho incontrato un civile che cita più di me la bibbia più e più di un prete cattolico o di un pastore protestante, più di quanto questi possano mai pensare di fare. Li chiamano protestanti. Avrei riserve consistenti su questo, ma passiamo oltre. Nato e vissuto per tredici anni ad Hope Hull, sobborgo di Montgomery, Alabama. Niente di meno che, signore & signori. Si lancia in frasi come noi tutti siamo figli di un unico padre eterno o che dio è con te ed osserva ogni minuto quello che fai e verrà a giudicare i bianchi per quello che hanno fatto alla sua famiglia. Il soprannome di Quick Kid deriva dalla sua abilità a sgozzare pollame, glielo aveva insegnato sua nonna (Momma Viola Lee). Non ha mai avuto una famiglia tranne quella della comunità dei neri sparsa tra Baltimora, Chicago, Detroit, Birmingham, molte altre città del Sud e San Francisco. Il suo collo rattrappito dal termine dalla camicia da operaio è una medusa piena di sudore e su fino alla nuca disseminata di corti, ossuti, riccioli di capelli, che gli stanno incollati alla pelle, finché si sale all’inizio del berretto da frenatore illuminato da due malandate bacchette dorate di occhiali da vista che deve mettere per mettere un piede avanti all'altro. In questo momento i finestrini della carrozza 0011 sono macchiati da una scia nerastra. Un avvoltoio, uno stormo di avvoltoi o olio schizzato dai freni andati della locomotiva, petrolio che arriva da una trivellazione andata a buon fine. Ci avranno colto con le mani nel sangue.
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