mercoledì, ottobre 30, 2013

Holt Cemetery








Veramente, può essere tutto qui.
Mike & Frank passano la propria giornata, oggi, in un clima più fresco del solito.
Ventisette gradi, ottantadue percento di umidità, ottimale situazione per due sbandati, ammesso che lo siano.
Mike & Frank se la passano sotto qualche albero e si sdraiano sopra qualche tomba, qui, all’Holt Cemetery.
L’Holt Cemetery è come quando tua madre è morta ammazzata ed avevi cinque anni, è come se avessero sganciato una bomba all’idrogeno da cento megatoni e tu sei uno dei pochi sopravvissuti della tua metropoli, solo perché eri all’estero a berti un drink con cannuccia e ombrellino in un qualsiasi posto caraibico.
L’Holt Cemetery accoglie da sempre, a New Orleans, diciamo dal 1879 in poi, i resti ammalorati di quelli che sono morti e che in vita non avevano niente. 
Il catalogo è lungo: poveri, indigenti, affamati, indegni, appestati, lebbrosi se ce ne sono mai stati, deceduti per colera, tossici, alcoolisti, morti di AIDS, qualsiasi fine peggiore che si possa figurare è presente su un’intestazione di almeno una tomba.
Ho deciso di non arrivare ad indovinare quali siano i veri nomi di Mike & Frank, ed ho escluso il fatto di analizzare e soppesare l’eventualità che mi stiano mentendo su tutta la linea. Così tutto rimarrà più facile.
Sono questi, questi due uomini intorno alla trentina, che a parte qualche piccolo traffico di anfetamina, si occupano di dare un minimo di dignità a questa onesta sorta di fossa comune.
Ai morti, qui, hanno dato un nome e dei pezzi di legno per delimitare il proprio sacco di ossa.
M & F sono due formidabili furbacchioni dell’ultima ora; tentano di vendermi roba più volte nei minuti in cui parliamo, mi chiedono chi sia, cosa faccio, di fargli vedere i tatuaggi che spuntano dalle maniche della t-shirt.
Mi dicono anche che ho un bel fegato ad andare lì.
Gli rispondo: nessun fegato.
Sono solo uno di passaggio che scrive e fotografa.

Fai tutte le foto che vuoi amico e scrivi. Noi facciamo il nostro. 



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