In
un suo libro Henry Miller scriveva “Io sono città! Io sono la città!”: proprio
da questa esclamazione senza compromessi, posso prendere le mosse per parlare
di DISTRETTI.
DISTRETTI
è innanzi tutto una raccolta di miei scritti scelti dal luglio 2011 all’inverno
2012, grosso modo un anno e mezzo di vita.
Uso
la parola scritti perché ritengo che sia
la più corretta, la più efficace per sgomberare subito il campo da eventuali
equivoci definitori sulla mia scrittura che a seconda delle volte viene
qualificata o rubricata sotto le voci narrativa contemporanea o moderna, arti
sperimentali, studi poetici, poesia etc. etc.
Io sono la città. DISTRETTI nasce da
questa idea o quantomeno ne è una constatazione, una derivazione diretta o
indiretta, conscia od inconscia che sia.
I
“distretti” sono i nuclei costitutivi di questo mondo oramai completamente
urbanizzato i cui i confini hanno cessato di esistere perché non servono più,
perché non interessano più.
Di
fatto troverete la vita delle persone, di fatto troverete i racconti delle vite
delle persone e su queste le mie annotazioni e l’intreccio che il mio vissuto
ha formato con esse.
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