questi
sono i canti dell’abbandono
conversioni
delle gambe
donna in
bilico al solito bancone
accerchiata
da 2 obesi
capelli
anni ‘30
espressione
estatica
una
vecchia ferita sotto l’ombelico
pagine
bagnate
questo è
stato un ricordo del 1987
famiglia
in vacanza
quella
donna
parla di
rose appassite
il suo
linguaggio
occhi
caldi riempiti
sorso
& squallido
premio
dall’accademia
etichetta
sulla bocca
di un
sassofonista napoletano
fulve
pellicce in testa
scure
facce travolgenti
impietose
ogni sera
ogni sera
un volto nuovo
il volto
ridente
di chi
appassito dall’alcool
a poco
costo (o solo dal tempo)
chi per
essersi scelto
un
pubblico inadatto
o donne
senza schiena
appunti
accordi
accenni
un blues
riproposto
sera per
sera
conci
chi fa
blues
lo fa solo
per stare
in questa
stanza
parte di
essa
o esserne
ammesso
&
mostrarsi per tale
non ho un
osservatorio particolare
vissuto in
4, 5 occasioni
&
nient’altro
niente più
del blues
chiede di
essere qualcosa
1, 2 birre
& ancora
dissesti
cronici
alfabeti
in calce
divisi tra
continenti
finta
rossa annodata
filologia
del suo sudore
sparso
sulle spalle
giovani
ragazze cinesi
di seconda
generazione
con voci
rauche sotto il palco
dal palco
una leggera distorsione
distonia
omofobica
il culmine
della serata
pisciate
& solitudini blues per lei
scorze
verdi schizzano
jcks plck alla
tate & tanti saluti.
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