Bisogna ammetterlo: come biasimare chi non volesse trovarsi qui, in questo giorno dell’anno bisestile, in quest’avamposto di terra che abbiamo preso a chiamare città, qui, nella quindicesima ora delle esecuzioni. Il modo con cui far avvicinare una parola all’altra, come incatenare, come assemblare le scene e rendere drammatici e pura azione i dialoghi. Le palpebre si gonfiano, le labbra si sbiancoano, irrigidendosi. Oggi l’umidità è il tempo meteorico in tutta la sua forza, in ogni minimo accenno del suo spettro e in ogni minimo movimento dei corpi umani, fermi, impietrati ed intrisi di sudore, accalcati nella brama speranzosa di un’altra anima votata a Dio e mandata al Diavolo. La colonna sonora di queste giornate di rabbia non è l’altro che un Te Deum o una Pastorale Dissennata e un Requiem, tronfio, inestricabile - pentagramma muto, nessun segno, quindi nessuna traduzione possibile. Come dare torto a qui non si avvicina a questo luogo, come dare la croce addosso a quelle poveri e timorati pastorelli. Cosa sta scritto signore, mi chiede il fanciullo, faccia sporca e smunta, tirato fino all’ossesso, una nassa confusa dalle parti ammassate, grezze, abituata da troppo tempo ad intrappolare la vita, per servirla ai palati affamati che mordono le tavole da pranzo di questa contea. La contea, già: pessimo affare amici miei. Il governatore Canakori, un discendente di questa o quell’altra tribù e di qualche colono bontempone della prima ora, roba alla Mayflower e caccia alle streghe, roba da tobacco e tassa sul té, due piedi zoppi messi sulla sponda americana e quella britannica dell’atlantico, mezzosangue puro, erede della terra… sono molte le parole per un faccendiere impostore come lui; non è quel tipo di persona che ha compiuto atti a beneficio della società, è un bell’imbusto gonfio di doppiogiochezza, la sua parole non vale più di uno stoppino per la polvere da sparo, non vale un’unghia della lunghezza del cappio che ha deciso di calare qui, nella nostra città. Addio porto, addio pesca, addio sbronze colossale e nottate da pirati e marinai con donne facile. Ci ha letteralmente stordito con la sua infame scelta di istituire Morgan City a città santuario delle impiccagioni, o come piace usare il termine, un po’ a tutti, il centro delle esesecuzioni. Io sono stato a lungo il sindaco di questa mia città ed ho aperto il mio personale conto con il dannato governatore di questo Stato, la Louisiana.
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