Chi è stato per primo a premere il grilletto. Siamo tutti figli di Attica, con permesso o senza permesso. I fatti accaduti e colati in quei giorni di settembre. Sapete come va, qualche volta la prigione cambia e i prigionieri si rivoltano e poi trovano l’unica fine che volevano trovare, una morte violenta, ma certa, quella in cui erano piccoli, per cui si potesse ancora usare la parole piccoli. Una volta per tutte. Sono stato in bagno per tutte queste volte e per tutte le volte che le cose che non tornavano e poi potevi trovare qualcuno dei colpevole al bar dell’hotel. Un destino schiantato con proiettili letali nel tuo bel faccino albino sobrio da undici secondi, anche se un rasoio, usato bene, può fare molto più male. E ci chiediamo ancora se la donna è il negro del mondo. Chi è stato a dire ho in mano la parole e le scarpe più bella di tutta la comunità. Chi è venuto a sedersi al nostro tavolo, offrendoci da bere, senza nessuna assicurazione sulla sua parlata, senza alcun senso di democratico travisamento e religione e credo. Non conta quanti milioni di volte mi sia alzato di notte per affrontare la mattina o le volte che non abbia dormito del tutto o di quello che ho fatto traversando, riportando, parlando, cercando sempre di avere un qualcosa che andasse oltre, perché affamato - quello lo sono sempre stato. E anche se il tuo piccolo mondo crolla distante da te, lasciando solo un’impronta di quello che sei stato, di quello che sei e che potevi essere, versati qualcos’altro da bere e rifletti. Se dovessimo considerare tutte le cose, almeno solo il fatto di essere stato in una stanza di motel a Santa Rosa. In California, le cose si ruppero nei primi secondi dopo il mio sbarco. Cosa posso dire. Certo il pensiero fisso di tornare ad L.A. e scrivere come un vagabondo a skid row, il miglior posto al mondo per dignità, vita e creatività. Poi le cose non funzionano e quindi prendi e te ne vai e vai all’aeroporto di Los Angeles. Poi parti e torni in Louisiana. E non ti sta ad aspettare nessuno, sbarchi solo in un porto sicuro, ma noi abbiamo tutti preso conoscenza da Like a Rolling Stone. So che non parliamo più a così alta voce e non sembriamo più così fieri. Le cose che mi hai detto ingannandomi? I tuoi amori falsi? Le tue dipendenze senza accordo? Dai dimmi come ci si sente.
martedì, febbraio 25, 2020
giovedì, febbraio 20, 2020
N.O./28
Mi sono ritrovato sulla I-45 nel pomeriggio. Uno dei più classici pomeriggi sulla I-45, guardando a sinistra, verso la parte finale dell'intestino dell'orgoglioso ed impaurito Sud, dove non si imbavaglia la parola di nessuno. Le benedette chiome dei fantasmi dei soldati Confederati sotto i folti sermoni ed i rami piegati delle querce di questo posto sono solo la ricompensa per la camera senza vista che abbiamo affittato e vissuto in Centro America. Panama nel caldo dell'orologio nel cruscotto sporco di grasso segnava le 3.45, e la macchina stava a zero in quanto a benzina, olio, pressione delle gomme. La velocità variava a seconda delle spinte della strada. Il crogiuolo esistenziale delle onde radio. Dovevi dartela a gambe vecchio mio, tanto tempo fa. Ora non puoi più; non solo sei coinvolto, ma stai per essere messo sulle prime pagine, o le ultime che siano. Dipende da come prendi in mano un giornale, da dove inizi a leggerlo. Bella dannazione. Delfini e scimmie direttamente dall'Arizona. Ti stanno braccando, piccolo presuntuoso. Stanno venendo a prendere proprio te. Tenevo le mani piantate sul volante e l’idea di tutti quei corpi, di tutto quel sangue ammassato e delle vite che non sarebbero più tornate indietro. L’unica cosa di cui sono sicuro, ancora adesso, è il duplice omicidio a lato della strada, visto che ne sono stato coinvolto ed ho sparato a quelle due sagome per legittima difesa. L’autobus dei bambini si è rivoltato per metri e metri per poi addormentarsi nel fosso, in un tonfo muto, accartocciandosi dal di dentro. Sono andato sul posto dell'incidente. Ho rimesso l’anima varie volte. Mi sono scolato una bottiglia di vodka e sono ripartito alla volta di New Orleans. Ah, non si penserebbe mai di diventare persone del genere, soprattutto dall’ambiente da cui vengo io. Criminali dal colletto bianco a vita. Non so quando qualcosa si sia rotto ed abbia iniziato questa vita. Non mi ricordo neanche l’ultima volta che ho sentito la mia prima moglie e mia madre - ehy tu signorina tutta rock’n’roll dove ti sei nascosta. Così parlavo a mia sorella, ma c’è una cosa che apprezzo del passato: non torna mai indietro. Il passato è il più grande creditore di tutti i tempi, è la nostra banca privata del futuro. Possiamo rapinarlo, saccheggiarlo, farlo esplodere o semplicemente entrare ed uscire come farebbe un perfetto gentiluomo di queste parti e di questi tempi. Il discorso è questo: o crepi prima o vai avanti a vedere cosa succede. Mettere sul tavolo un ragionamento del genere e distrarre quelli che ti stanno ascoltando mentre tu invece li stai seducendo con uno dei tuoi vecchi trucchetti gestuali o verbali. E non c’è nessun discorso di giusto o sbagliato, di giustizia divina, di pareggiamento dei conti, c’è solo una cosa: la tua mente nel tuo corpo. Questi sono giorni della Divisione della Gioia. O stai nel fosso con le lamiere roventi a farti da bara o ne esci fuori brancolante, con la pelle a monconi, con una verità che non sarà mai tollerata, ma che non ti verrà mai tolta.
lunedì, febbraio 17, 2020
N.O./27
Ci dicono di continuare, di continuare e continuare. Vecchie terribili storie che fin dall’infanzia o fin da quando potessimo ricordare, crescono alle nostre spalle e si mettono davanti ai margini dell’età adulta, cosicché le conversazioni notturne con noi stessi non siano più episodi ma vadano a mescolarsi con la vita reale diventando la trama incatenata dei sogni, travolgendo i nostri affetti fino a spingerci ad essere quegli attori fuori ruolo che tanto detestiamo. Magari mi chiederanno da dove vieni e io risponderò da un giro sulla terra che ho percorso. Non mi faranno affatto alcuna domanda tratta dalle Scritture e l’unica mia salvezza starà nella lunghezza e nell'impenetrabilità del mio silenzio. Sono arrivato al Mena’s alle 6.48 ed ho dovuto aspettare qualche minuto prima che mi facessero entrare. Ho mangiato un'omelette cajun adouille con salsiccia, grits ed una fetta di pane abbrustolito, con un contorno extra di fagioli pestati e fritti in salsa piccante. Per fortuna sono riusciti a servirmi anche un paio di Budweiser ghiacciate e fuori l’acqua spingeva sulle vetrine gonfiandole, piombava insistentemente nelle strade del Quartiere, spingeva le persone appena uscite di casa verso le direzioni che conoscevano bene, dava dignità ad un buio contro cui molti si dannano, ma che per me era la benedizione più perfetta. Mangiai avido l’omelette, anche mosso dal non sapere da quanto tempo rimanesse prima che mi venissero a prendere. La calca del temporale piegava le lastre di copertura dei tetti delle piccole case di epoca spagnola ridicolizzandole e le panchine di Jackson Square abbandonate, tremanti, intaccate dalle profezie delle secolari necromanti attaccate alle ancore del loro falso futuro. Ora dovrò cercare un bar dove nascondermi il più lungo possibile, almeno fino alle otto di sera, quando il Quartiere sarà saturo di turisti, i più molesti di tutti i tempi, visto che in questi giorni giocano i Saints. Oggi decido la linea da tracciare tra quello che dovrò fare da domani in poi - come mi dovrò comportare, qualsiasi cosa accadesse. Non so se la polizia abbia già rinvenuto i corpi e se la risposta fosse affermativa, allora dovrebbero avere il conto della vittime. Mi siedo al Molly's, stufo marcio e stanco delle cose rivelate, di quello che ho letto e che dovrei leggere. Un sancta sanctorum per tutte le droghe che avrebbero voluto vendermi, solo oggi in meno di mezza giornata. Ma cose del genere non si dicono alla polizia. Sapete, e per dirla alla vecchia maniera, io non dormo, io sogno.
sabato, febbraio 15, 2020
N.O./26
Sono in fuga sulla I-45. Non indico la direzione per evitare di alimentare voci sull’accaduto. Alla radio parlano di un duplice omicidio volontario a lato della strada. Forse le vittime coinvolte sono almeno altre trenta. Non si sa cosa sia successo, né chi lo abbia commesso. Vedo che il treno risale lento lo scorgere della palude e il suo profilo accecante, inalienabile. Siamo stati di parola, e come siamo stati onesti sul confine - Tucson, tutta un’altra storia, una bevuta interminabile, prima del dirupo messicano. Che belli i bambini che dormono ora, nei letti di casa propria o attorcigliati nei materassi di motel da tetti rossi e colazione pronta alle 5.45, che bella la proclamazione domenicale delle sacre scritture, del mormone di passaggio o del pastore alcoolizzato che serpeggia pesante sotto un tendone di preghiera, predicando. Sotto questi fondali di parole che vedo a lato della I-45, a lato del mio intestino esploso per un colpo di legittima difesa, le fiancate di questa macchina che spinge e non fanno sembrare troppo eccessive le mie sbandate e il mio scivolare oltre le corsie. Quando uno è nato nel segno, certo che è nato nel segno e deve continuare, futuro o non futuro, famiglia o non famiglia, figli o non figli, donne o non donne. Dobbiamo solo andare avanti, con il motore che tiene e la carrozzeria che contiene. Escludiamo quello che sappiamo, poniamoci pure ai margini, basta che teniamo con noi un registratore ancora funzionante, magari uno a nastri, un classico dimenticato degli anni ’80, quel decennio in cui abbiamo iniziato a nascere di meno ed in cui malediciamo di essere nati. Il treno a fianco, pulsa e sbanda con solo una notazione, una parabola dal Nord al Sud. Punti. Scelte che andrebbero segnalate. Avvertimenti che gli organi sessuali non mentirebbero. Accendersi un sigaro in un momento come questo porterebbe indietro di anni, ma le pattuglie non si vedono. La vodka nella bottiglia dell’acqua non è visibile all’esterno e le montagne fuori cedono al rossore della pianura. Sto scendendo e questa terra non mi è mai sembrata più materna. Da stanotte ho deciso che la chiamo patria, anche se verranno a prendermi e so che mi spareranno senza che nessuno veda niente. Cerco di fare solo un’altra accelerata ed entrare in Louisiana e vedo se arrivo a New Orleans per l’ora di colazione nel Quartiere Francese.
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