domenica, maggio 08, 2016

La Famiglia Klimcko, 9






Viaggiando, la notte. Un quadro decisamente bello ma Caroline piange, e quando piange, piange per ore e non c'è niente che possa aiutarla. E' una donna decisamente sola. Delacroix è nudo, parlando di successo. NOMA, cose come queste e Ornette Coleman è di sicuro, nel periodo 61,62. Forth Worth, Manhattan. Quando voi tutti vi vestite e state nella vostra miserabile domenica degli eccessi. Da Portland a Portland. La frase di quel film. Vieni con me me, fatti pure un giro con me giù in città, ti dicevo. EMKlimcko. La battuta era, da Portland Maine a Portland Oregon. Conosco le Cose del Mondo, Conosco le Scritture. Quanti ne hai fatti fuori così, Ebner. Sto risalendo il fiume, sto ripercorrendo le tracce. Sappiamo che questa vita va spinta. Ma cos’è quello che abbiamo detto. Quella mattina, chiamando nostra madre. Sonno Rem, Non Sonno, Insomnia. Nessuno qua mi ha mai parlato in questo modo. L’ossigeno arrivò sulla collina. Si radunarono dunque e vennero di fronte a Gerusalemme, una Collina Rossa. Il silenzio pervase gli ambienti. Vedi come sono diventato bravo a vendere le tue stesse menzogne. Cosa fai lì lì Ebner. Su, muoviti. Dimmi qualcosa Eb. Vuoi un altro goccio di Moskovskaya. Certo, liscia, in bocca. Come desideri. Eccoti servito, Eccoti lo zoo. Sì, sì si’. Mi ricordo. Conosco tutti i particolari. Stai respirando appena, da lungo lungo tempo. Sappiamo ogni cosa di entrambi. Io non sarei così sprovveduto. Forse c’era un tempo in cui questa si poteva chiamare -tolleranza- Ebner. Io te l’avevo detto. Non toccare Malika. Non farlo mai più. La Notte della Collina Rossa. Più tardi, prima della mia resa, con un vinile di Iggy Pop, farò la mia resa alla polizia di stato. Quello che veramente ci appartiene prima di morire. Togliere i legami del giogo, dividere il pane con l’affamato, a casa con i senza tetto, vestire chi è nudo. Begli insegnamenti, E. Da quanto tempo non leggo più Céline. Voglio che tu mia dia la tua buona notte ufficiale Eb. Sei così dolce lì disteso. Se aspetti un attimo ti leggo un filo di Rostand. Ho visto la morte di una delle poche donne che abbia amato. Era già andata. La tua oscurità, il tuo meriggio, Ebner, credimi. E adesso cosa ti rimane. Sul quel pavimento. Deforme, faccia gonfia. Tutta la vodka di questo mondo Ebner e anche, tutta quella del tuo mondo, il tuo caro aldilà, Ebner, non basteranno. Un lungo tempo che avanza. Hai visto cosa è successo. dai Eb, fai un ultimo passo. Dai, se ce la fai ancora, parlami di A.P. Checov. Sì, proprio di lui. Vedi che non ce la fai. Un’ultima sceneggiata dal gusto tragicomico. Piccolo figlio di puttana. Ah, non ti muovi. Così è facile. Non dire più niente. Stare morti sul pavimento di un motel. Comoda la moquette. Ti ho raccontato quando viveva là. Oh, certo che no. 


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