lunedì, dicembre 07, 2015

Una nazione



dimmi qualcosa
sei stata là
per molto tempo
stata giù
confondendo i misfatti con i miracoli
leggendo riviste di quarto ordine
con celebrità rifatte
con gli organi sessuali reinventati
lo zucchero succhiato nella cannuccia nera
del tuo 7ettimo drink
che ogni volta poggiavi
sempre più pesante
con le dita molli alla max ernst
poi hai preso a cantare
hai perfino preso a parlare, pazza
vestirti solo a pezzi, uno spartito
canticchiare porgy & bess
hai sporcato le mie pagine di riccardo terzo o enrico l'ottavo
testi a fronte per le grandi stagioni della tragedia elisabettiana
i teatri pieni di fumo & qualche spillo nei bagni
non abbiamo più suonato il piano a quattro mani
ma in alcune situazioni ci si inventa di tutto
e si fa di tutto per continuare, forse fino al rilascio
la mattina presto quanto dobbiamo guardare in faccia
chi ci sta davanti
e quando non facciamo altro che guardare oltre
vivendo per altre cose attraverso pestaggi alcalini
il cinque, il sette, fino al 14
di quell’atmosfera con il nome di mese
una strada per andare
dove le persone stanno & passano
non c’è nessun dramma
soliti cartelli pubblicitari
di cui ho scritto
milioni di volte
la presunzione di avere una famiglia
un mostro catalogato che tiene le paure lontane
il centro commerciale fa forti sconti
questo fine settimana
perché dovremmo preoccuparci
della storia che sta alle nostre spalle
ci rimane solo un universo lineare senza dimensione
da guardare mentre ci accasiamo
mentre leggiamo moby dick o la bibbia
il profeta che muore nel buio
& il lettore che sgozza il suo autore
un assassinio su una panchina di un parco
riprese televisive viste per 30 anni di notte
prima che tutto il meccanismo si mettesse in moto
appena prima che schiacciassero il bottone di accensione
città, regioni, terra. Una nazione.


Nessun commento:

Posta un commento