venerdì, febbraio 06, 2015

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A questa ora, ti parlano di situazioni. E io, posso parlare solo di situazioni. Anni persi, memorie collezionate. Su una parete di casa tua, qualche migliaio di libri. Di notte, le foto, le locandine delle mostre, i poster, tutto si stacca dalle pareti. Un crimine in casa o un urlo per le strada. Qualcuno che muore o che prende a vivere. I tutori della legge senza divisa. Pochi tasti per un diverso, un nuovo universo. Scritti su Wagner. Il lamento del cigno cadente, l’asteroide frantumato nelle ossa. Tutto il tempo senza un riconoscimento. Thelonious Monk. E’ sempre stata tutta una questione di opposti. Un dialetto parlato stretto masticando psicofarmaci prescritti dal buon dottore. Non puoi implorare dio tutto il tempo. Siamo stati così lontani in questi anni: la testa in un altro paese. Guardato gli altri oltre un muro, un vetro o attraverso una bottiglia. Ragionato sul sud-ovest. Animi riscaldati in sala. Solo che, la prima volta che attacchi, la gente ti ricorderà sempre per quello. La musica. Un branco di jazzisti falliti. Li vedo tutti i giorni. Tutti rapiti da miti personali. Scrivono un brano e subito sono compositori. Scrivono un racconto e sono scrittori. Dipingono una tela e vengono comprati. Lungo le strade del mondo che esiste, cammino e parlo; persone con un’occupazione ed una famiglia. Camminano ex tossicodipendenti che si rifanno il fegato. A casa sua, il mio amico ha trovato l’amore e sperimenta scale di quinta. Ha forse ceduto? Si è normalizzato? No. Lui ha la forza di quello che è stato sepolto vivo ed è risorto. Empatia. Il buio condiviso. Vediamo il progresso dell’essere umano. Il concetto è camminare lungo i muri di altre stanze. Risate di gente che mangia. La sessione ritmica che avanza. Parlano solo di macchine, frigoriferi, televisioni. Soldi, soldi, soldi. Kerouac vive con sua madre perché lei beve più di lui. Il bardo ricordato come uno dei più grandi bevitori di whiskey irlandese. Bukowski, quello che muore. Nietzsche junghizzato per 1200 pagine. Alla donna al telefono dico che domani usciamo e andremo a mangiare aringhe con burro salato.




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