Attraversammo l'ovest
& ci tolsero gli anelli
se li presero
abbiamo incendiato
ghiaia sughero
& gli scaffali
della nostra stanza,
prima del viaggio
la pelle raggomitolata
una schiena che si rialzava
dalle coperte & nelle coperte
rimaneva per il fine settimana
lo si voleva sobrio
previsto sobrio
i capelli sflilacciati di un'amazzone
punti di fiducia
crucci al confine di due stati
l'orizzonte viola dove si parlava
un'ammonizione della pizia
durenmatt, chi di occasione
nell'intervista della tizia
un preso a suonare
la scala di una libreria
fotografata con un banco ottico
al monte dei pegni
si contrattava
io da adesso ti chiamo pietro
& su questa suggestione
fondo il mio impero
& mi fondo in te
perdendomi
per vicoli,
siano benedetti
le uscite sul retro
le porte malandate
l'odore di fritto
quella cosa che ti assale
l'aria condizionata
& i superalcoolici sul pavimento
un giorno
verranno a renderti conto
verranno a chiederti
del wah wah
della chitarra prestata
dei libri
&' tutto così dolce
che essere amati
rimane un sopruso
un amore
alle cinque di mattina
già va bene
dante cammina
con un berretto a sonagli
invischiato nella toscana della politica
la religione
è sempre stata
le tue otto di mattina
jack london cammina
sulle banchine
di san francisco
céline se la dà a gambe
attraverso castelli
scrive necrologi
poi chi altro
ma la vecchia bandiera
sta, lì
ero tormentato dai numeri
dalle date
poi dalle parole
rivoluzione
democrazia
violenza
i russi
ci hanno lasciato
con le mani in mano
non me ne fregava niente
se i soldi non erano
così buoni
la storia
é finita
lì, fuori.
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