domenica, giugno 29, 2014
sabato, giugno 28, 2014
Sesso fuori dalla finestra
Si considerava una di quelle riserve
quando entranava in partita
& questo aveva un senso totale
qualche volte riescono a cambiare
molte altre volte il corso della partita
rimane uguale, prosegue
ma si era annotata
quello che un uomo le disse
& questo era per lei: la sua fine
guarda tu puoi anche cambiare
il corso di una partita
anche per una parte del tempo
per il resto
non sarai mai molto
solo un passaggio forzato
un concetto spiazzante
un’affermazione
non poter cambiare una vita
dai quindici anni in poi
ogni notte con lo stesso passato
la stessa fine
parole senza pietà per una cristiana
una che aveva seguito a puntino
tutto il ruolino di marcia
l’età adulta
se gli oltre quarant’anni
si possono considerare tali
bene, un giorno
prese dei soldi
da una busta marrone
era nel secondo cassetto
partendo dal basso
della credenza
fece un giro
si guardò attorno
sbuffò
disincantata, quindi
comprò novanta grammi di tabacco
& non voleva sentir parlare di altro
prese un cartone ridotto male
con musicassette mal ridotte
lesse i titoli & accese lo stereo
diceva ad alta voce
questo ha dell’incredibile
guardando fuori dalla finestra.
mercoledì, giugno 25, 2014
Il Treno
Attraversammo l'ovest
& ci tolsero gli anelli
se li presero
abbiamo incendiato
ghiaia sughero
& gli scaffali
della nostra stanza,
prima del viaggio
la pelle raggomitolata
una schiena che si rialzava
dalle coperte & nelle coperte
rimaneva per il fine settimana
lo si voleva sobrio
previsto sobrio
i capelli sflilacciati di un'amazzone
punti di fiducia
crucci al confine di due stati
l'orizzonte viola dove si parlava
un'ammonizione della pizia
durenmatt, chi di occasione
nell'intervista della tizia
un preso a suonare
la scala di una libreria
fotografata con un banco ottico
al monte dei pegni
si contrattava
io da adesso ti chiamo pietro
& su questa suggestione
fondo il mio impero
& mi fondo in te
perdendomi
per vicoli,
siano benedetti
le uscite sul retro
le porte malandate
l'odore di fritto
quella cosa che ti assale
l'aria condizionata
& i superalcoolici sul pavimento
un giorno
verranno a renderti conto
verranno a chiederti
del wah wah
della chitarra prestata
dei libri
&' tutto così dolce
che essere amati
rimane un sopruso
un amore
alle cinque di mattina
già va bene
dante cammina
con un berretto a sonagli
invischiato nella toscana della politica
la religione
è sempre stata
le tue otto di mattina
jack london cammina
sulle banchine
di san francisco
céline se la dà a gambe
attraverso castelli
scrive necrologi
poi chi altro
ma la vecchia bandiera
sta, lì
ero tormentato dai numeri
dalle date
poi dalle parole
rivoluzione
democrazia
violenza
i russi
ci hanno lasciato
con le mani in mano
non me ne fregava niente
se i soldi non erano
così buoni
la storia
é finita
lì, fuori.
martedì, giugno 24, 2014
lunedì, giugno 23, 2014
Il mistero del processo
hanno preso l'assassino
l'hanno trovato
dopo anni
l'hanno preso
di sicuro
al momento della cattura
si mettono in moto
le rotatorie
fanno quello che devono fare
le bocche girano
tornano al punto di partenza
un cadavere di un'adolescente matura
il vocabolario gira su le teste
di qualche prigioniero
stanotte
non fate prigionieri
ostaggi di poche ore
un biglietto per il teatro
si muovono tutti
parla il ministro degli interni
alle 19.00
le prove
sono inarrestabili
il perché di questa vita
un quaderno di seconda media
il quadro norvegese di munch
la svezia democratica
nessun quartiere
ci andrà bene
ci accoglierà
al ritorno del fulmine
alzeremo la faccia
& l'antenna per il segnale
la madre
lo condanna
ora il mistero del processo
Piccolo cattivo cane nell'83
mi chiedo che fine
abbia fatto
quella ragazza
capelli mossi rossi
occhi sempre semichiusi
coperti dal mondo che girava
sulle banchine dell'est
l'era della tolleranza
alcuni uomini hanno bisogno
che gli venga svelato tutto
& guardano la bibbia
con stomachi inceneriti
mai viaggiare sprovvisti
veniva da me
diceva
l'uomo sull'orlo del sole
i martedì sera
qualche volta
i sabato mattina
ogni tanto mi aiutava a scrivere
mettendosi nuda
era forse tempo di mettersi
ad imparare la lezione
dopo che le estati si erano affacciate
& nessuno aveva fatto testamento.
martedì, giugno 17, 2014
Non giocare col fuoco
Lo zingaro che lava i vetri
ha un cappellino sgargiante
& nero di strada
& si fa insultare
per quattro sputi
& 4,00 cents
un bell'affare per quella faccia
che è tutta un buco
malattie, sparatorie,
giochini con i coltelli andati male
se la cava alla bell'e'mmeglio
con le spazzole dei conducenti & con la spugna
non serve che pulisca i parabrezza
& le bocche di quelli chiusi
dentro macchine prese a debito
perché il diluvio di olio sulle nostre teste
inizia a scendere
sull'altro lato della strada
uno strafottuto cingalese pazzo omofobo
vende fiori
lo guarda con disprezzo
quello è solo un altro rottame
che morirà a breve
&' lui l'uomo in città
& sa il fatto suo
quando fa tintinnare
con il pollice una moneta da 2.00
il suo insostituibile estemporaneo contributo
a questa grande giornata
di questa grande società.
lunedì, giugno 16, 2014
Rosa/Sarah
Per tutta la durata della confessione la voce le era tremata e solo dopo l’ultima firma di proprio pugno sull’ultimo documento che sanciva la sua colpevolezza si alzò lentamente e si mise a fissare il militare davanti a lei, guardò dritta nella telecamera di sorveglianza e disse “allora abbiamo finito?” e fece seguire una forte risata strozzata, tra il teatrale ed il sentito.
Sì, abbiamo finito. Ora passerai un bel periodo in cella aspettando il processo, il giusto processo. Tutte i diritti costituzionali rispettati. Attenuanti generiche concesse. Il nostro ordinamento garantista. Tutto a fronte di tre pagine di precedenti, anni di indagini, pedinamenti, sospetti e accuse. Qualche volta cadute. Archiviazioni, intercettazioni ambientali, telefoniche, video. Che bel percorso di vita.
Bene, certo che abbiamo finito. Vedi, per anni l’hai fatta franca. Perché prima eri una teppistella, una criminale, e tale sei rimasta. La storia del movimento, del partito, della rivoluzione era tutta una messinscena, una copertura per continuare a fare quello che sapevi fare, per continuare ad esistere nell’unico modo che conoscevi. Rubare, armeggiare, piazzare qualche carico. I compagni hanno sempre bisogno di qualcuno che abbia una certa confidenza con queste cose. Una finta identità, un nome inequivocabile e quell’aria da guerrigliera. Per un attimo hai pensato a tutti quelli che ci credono? Hai pensato alla condizione degli studenti, degl’operai e dei più deboli? No, certo che no.
Ma aspetta un attimo … Tu ci hai pensato, eccome. Li hai studiati. Hai letto. Hai preso appunti.
Il militare, un ex commissario di polizia, si mise a camminare costeggiando il tavolo confessorio.
Prese la cartella con le dichiarazioni e le firme di Rosa Schauber. Dopo ogni pagina letta, alzava lo sguardo e fissava Rosa che non rideva più. Finito di leggere l'ex commissario aprì l’audio e chiese al sottufficiale di portargli una trita-documenti e di terminare le riprese video in quella stanza. La luce rossa si era spenta.
Rosa si gettò in un angolo piangendo. Cosa mi vuole fare, cosa mi vuole fare, ho fatto tutto quello che volevate, ho confessato.
Continua pure la recita, Rosa. Oppure la smettiamo, e ti chiamo col tuo nome, come ho sempre fatto, prima di questa pagliacciata della rivoluzione. Rosa si rialzò, e disse con tono sprezzante, cambiando totalmente impostazione di voce “ e va bene cosa vuoi, servo dello stato”. Brava, Sarah. Mi hai anticipato. Senti come suona bene. Sarah, la serva dello stato. L’ancella dell’ordine pubblico, l’informatrice, più verosimile, dai.
Sarah/Rosa riprese ad urlare violentemente e si gettò contro il militare che prima la bloccò e poi le scaricò uno schiaffò che la mise a terra, sanguinante.
Ti prego, non farmi questo. Mi ammazzeranno, mi tortureranno. Sanno che sono qui.
Inventati qualcosa. Come al solito. Rosa Schauber, la guerrigliera catturata che evase senza verbo proferire. Ti piacerebbe. Ora ti fornirò qualche informazione strategica che poi sappiamo non esserlo. Chiamiamole note di repertorio. Falsi titoli di coda. Lasceremo respirare i tuoi amichetti per un po’ di tempo in modo che la tua fuga sia vista come vera. Sarai la ricercata numero uno. Metteremo una taglia enorme, spropositata. Non ti prenderemo mai e chi vorrà venderti verrà fatto sparire. Sai del tipo: decesso a causa di sopravvenuto infarto, overdose, incidente stradale, morto in uno scontro a fuoco in una sparatoria tra bande, passato a miglior vita in seguito a suicidio o il soggetto si trovava su aereo cargo e scivolando dal portellone che si era aperto inaspettatamente, precipitava in mare da alta quota, 12.000 metri: il cadavere è, a tutt'ora, disperso. Vedi che belle parole per descrivere la fine della rivoluzione.
Quando avremo azzerato i compagni e queste idiozie ideologiche, ti daremo una nuova identità, ti farai un intervento massiccio di plastica facciale e ti trasferirai in un paese dall’altra parte del mondo. Per partire ti daremo un milione di franchi svizzeri. Poi avrai fondi illimitati per vent’anni. Credo che solo una pazza possa rifiutare. Dovrai tenere duro per qualche mese, massimo un anno.
Commissario lei sottovaluta il prestigio e l’importanza del nome della mia colonna e l’integrità, la fermezza di coloro che la compongono. Sono dei fanatici, anche se alcuni sono dei fanatici buoni. Altri si farebbero saltare in aria solo per farvi un dispetto. Il sentimento che nutrono nei vostri confronti, della società e della classe dominante non è solo avversione, idiosincrasia, odio … è qualcosa più dell’odio stesso, è qualcosa che sta alle sue radici, qualcosa creato da secoli di sopruso che nei gangli di questo mondo perverso sì è annidato, infettandosi, sviluppandosi. Nondimentichi il fatto che hanno contatti in tutto il paese e fuori dal paese. Alcuni di loro hanno agganci talmente in alto che potrebbe spaventarsi e non credere a niente in cui aveva confidato fino ad un minuto fa. Smetterebbe di credere anche alla sua famiglia, oltre che allo stato, di cui è fedele servo.
Allora ce l’ho fatta. Questo è un passo avanti enorme. Riceverò una medaglia. Non guardarmi così. Tu parli di mio fratello, chi pensi che l’abbia messo lì. E perché credi tu sia entrata nella tua prestigiosa colonna. Ti ricordi dove eri appena un anno fa? Eri qui, difatti. Cella numero 14. Il detenuto matricola numero 187576 dovresti sapere chi è. Non ti hanno adescato proprio qui, in prigione? Prima la compagna combattente Paola Manos, qualche giorno dopo trovata morta per impiccagione, auto-impiccagione. Caduta l’accusa di furto con scasso, sei uscita e qualche giorno dopo sei stata avvicinata da un emissario di quella faccia che ti era passata davanti alle sbarre. Matricola 187576. Poi l’hai conosciuto. Il compagno Omega. Che risate quando abbiamo scelto quel nome. Il compagno Apocalisse. E tutti voi dietro come muli. Ma bravi.
L'ex commissario aprì l’audio. Disse un “entra pure”.
I due militari, il compagno Omega e suo fratello, iniziarono a ridere, forte, piegandosi. Rosa prese una piccola rincorsa e sfondando la finestra precipitò nel vuoto. Il suo corpo rimase intrappolato nel filo spinato elettrificato sopra il muro di confine del commissariato, a mezzo metro dalla rivoluzione.
Qualche ora dopo l'agenzia di stampa di stato divulgava a mezzo radiofonico le seguenti parole: Rosa Schauber militante guerrigliera assai pericolosa, di fondamentale ruolo nella colonna Brigata Omega, dopo aver confessato crimini molteplici, tra cui rapine, omicidi, sequestri, traffico di armi e droghe, azioni di sabotaggio, stupri, in un momento di estrema crisi personale, resasi conto del fallimento della propria vita e del danno arrecato al popolo di questa nazione, mentre fu lasciata sola su sua personale richiesta al fine di un momento privato di riflessione, nella stanza adibita ad interrogatori di detenuti di sesso femminile, stanza numero 10/17 con finestra su cortile e sul muro perimetrale, si gettò nel vuoto ponendo fine alla propria esistenza.
domenica, giugno 15, 2014
Grandi piani
Lo so che oggi
hai passato la giornata
in jazz club
dal tenore internazionale
so anche che per stasera
non hai grandi piani
meglio
non hai proprio niente
usciti di scena
non dire che
ti ho lasciato sola
ordinerai qualcosa d'altro
sarai scesa per le scale
almeno sette volte
quella scala di legno
il pianerottolo macchiato
preso servizio una volta
poi vai avanti
lo so che è molto tardi
per dirti certe cose
chiedere un parere
ordinare del pollo fritto
& della birra ghiacciata
è sempre stata una soluzione sicura.
sabato, giugno 14, 2014
venerdì, giugno 13, 2014
Un altro modo
Serata come un'altra
bob dylan parla
della costa più profonda
& della notte più scura
& di gente che se ne va
di persone sulla costa di barcelona
che non si guardano neanche più in faccia
in lussuosi ristoranti hanno fatto la loro rottura
non pensavamo di amarsi & non l'hanno fatto
quello che si è pensato in un moleskine
le effrazioni nel letto
sono state tutte documentate
potevo iniziare in un altro modo
ma avevo iniziato vent'anni prima degli altri
& non credevo di arrivare a quest'età
libero & vivo
giovedì, giugno 12, 2014
Occasioni mancate
Questa strada
è dove noi siamo stati
a differenza
questa strada è stata triplicata
& non ha più niente da dire
su tutto quello che non è stato detto
taciuto compromesso, quindi venduto
la storia di un uomo al bando
oltre i confini
ci siamo dilungati
fino a tarda notte si direbbe
su volti visti & riconosciuti
visti due volte
abbiamo girato l'angolo
ma la profezia dal naso monco teneva
giravamo con un portafoglio vuoto
nessun bisogno di attenzione
manifestazioni di gente che aveva perso tutto
ho speso i miei giorni contando
non calcolavo le feste
il natale come le care tradizionali imposizioni
i grandi dèi macellati
& rifatti, rimessi in scatole d'alluminio
per la consumazione dentale, carnivora
dio &ra la ripetizione di se stesso
un'esegesi di pura reputazione
dio ha abbandonato il fronte
questa strada
con questi occhi inchiodati
una camera d'albergo che brucia a fondo
una camera d'albergo vuota
fino al midollo con diversi registri
dove si appuntano entrate/uscite & poco altro
letterari, direbbe il critico
con il fiocchettino
in un classico gay bar
ordinando un martini cock-tail
passandosi la lingua sulle labbra
& la mano sulla patta
certo che tu hai hai un'altra storia
difficilmente narrabile
vatti a fare un giro bello
oppure vai a fare un giro bello
& cerca di tornare
tutto di un pezzo da questo quartiere
da questa città che ti disprezza
cerca di stare in piedi campione
o finirai disteso
mercoledì, giugno 11, 2014
La Gloria Della Patria
Un'assurda giacca sporca sulla manica sinistra
le otto di mattina che non arrivano
il tabacco ti serve solo per fermare il tempo
oggi per strada qualcuno festeggerà il santo patrono
oggi gli anni sulla faccia di qualcuno
significheranno i segni sulla schiena di qualcun altro
non si tratta di questioni di incomprensioni
tolleranza verso gli altri, diritti civili
ma cose come questa
una ragazza cammina
una ragazza in tarda età
la giornata è chiara & sepolta
in questa nazione
oggi festeggeranno
la gloria della patria
martedì, giugno 10, 2014
Biloxi
Ho spaccato
la scrivania
a pugni
un'altra volta
queste cose non servono niente
ho parlato con whitney
la solita whitney
che vive a new orleans
& viene
dalle keys
mi chiede se ho preso qualcosa
ok, appena arrivi
facciamo un giro sul missie
mangiamo roast beef
& curly fries
poi andiamo a vegas
& LA insieme
sei un ottimo guidatore
di te mi fido
partiamo da biloxi?
lunedì, giugno 09, 2014
Cosa possiamo calpestare/ Cose che possiamo capire
possiamo ricominciare
tutto da capo
senza sbagliare le vocale
non sbagliare a parlare
le sentenze sono terribili
prendere aria calda peggio
si sa che un anno
è diverso da un altro
si cambia peso & faccia
non si rispettano i divieti
ci si dice
al tavolo di gioco
dammi almeno un rifugio
qui tra le montagne
anche se tu continui
ad andare avanti
Carole Schartier
Ne ho visti tanti
ne ho letti tanti
l'ho incontrata
in una camera
affollata, ammobiliata
le pareti, una liceale
ben rasato con solo un pizzo
ero un uomo senza educazione
ho visto i bar della louisiana
affollarsi & crepitare
mia madre mi diceva sempre
non andare in quei posti
ma ogni anno tornavo
sul suo divano di casa
a parlare
& guardavo oltre la siepe
non avevo fascino
per quelle stanze
domenica, giugno 08, 2014
Gentiluomo alla sbarra
Un gentiluomo
sa sempre che ora è
è per natura puntuale
indossa profumi
dall'incalcolabile fortuna
con le donne
frequenta bar di hotel 5 stelle più
& palestre eccezionali
va al lavoro
ha il suo nécessaire
in una scatola di mogano intarsiato
con serratura & lucchetto
scarpe inglesi lucidi
che trasudano olio
tacchi perfetti
il taglio sulla guancia
la cicatrice
risale a molto tempo fa
Danno sempre un nome alle cose
Le calde dolci ammissioni
dei refrattari di ritorno da una terapia
un mezzo matto abbandono
per se stessi
tutte chiacchiere
in questa domenica
che mi fa stare a casa ricoverato
per il pieno di un sole da 4 soldi
impostore, siamo a giugno
non rispetta il contratto stagionale
tutte le chiacchiere
per lo più solitarie
i bambini giocano
con la vita da adulti
nel parco sotto casa
giù in piazza
& avere maniacali racconti
sul proprio conto
sabato, giugno 07, 2014
Notte Imbecille
sono nato nell'81
del secolo passato
& purtroppo
questo non fa di me
un grande uomo
& con questo
ho dovuto fare i conti
ho visto il mondo di traverso
gli anni che ho vissuto
gli 8o i 90 & gli zeri in poi
attraverso la lente
dei 50 dei 60 & dei 70
ho studiato per un trentennio
&d ho alcune ambizioni sconsiderate
dalle 4.00 di mattina in poi
l'ultimo libro che ho letto
&' stato notte imbecille
di h.c. bukowski
[dh lawrence john fante cèline artaud
& qualche d'uno
che cita sempre - hemingway]
giovedì, giugno 05, 2014
martedì, giugno 03, 2014
Quella nuova in città
Hai sentito
di quella nuova
venuta in città
si tinge i capelli di biondo
si fa bionda & guarda
in ogni bar che va
dice che si chiama
in un modo diverso
claire carla charlotte
molta pazienza
poi torna a casa
sempre sola gira la macchina
& torna a casa
certe volte
non parla molto
ma si distingue
in questi tempi difficili
pieni di incidenti.
lunedì, giugno 02, 2014
Un cantante famoso
noi eravamo quelli con la condanna più alta
stavamo in una parte della prigione
ala nord-est, braccio 15 B
aspettavamo la fine della nostra permanenza
per un indulto, un'amnistia
un'uscita anticipata per buona condotta
una commutazione dell'ultima parte della pena
la libertà sulla parola
la fine della nostra vita
gli anni contorcersi
sdoppiarsi
mischiarsi
riavvolgersi
truffare la nostra carne
un giorno è venuto un cantante famoso
per farci una lezione
fare quattro chiacchiere
attaccò con una battuta
"ragazzi avete della roba?"
la direttrice del carcere
si fece livida, sudata
noi ridevamo & applaudivamo
non sapevamo fare altro.
domenica, giugno 01, 2014
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