lunedì, luglio 04, 2011

La nipote della signora Kuperl



I.
Dove ci siamo incontrati
un angolo di pietra
non distante
dalla lavanderia
della signora Kuperl
a pochi metri
dalla chiesa sconsacrata
di sant'Ignazio
in un paese governato da atei rivoluzionari
avevamo la libertà
il vestito verde
sceso sotto le sopracciglia dilatate e nere
tu sei la nipote illegittima
della signora Kuperl
sei stata il mio quadro vivente
per un decennio
poi hai preferito una posizione permanente
ad essere rubata.

II.
La tua bellezza
per me era
noia normalità tranquillità
era persino una ragione di stato dove stare
sbraitavi sporcandoti il trucco
perché non stavo con la tua famiglia
perché non ne volevo nemmeno sentir parlare
t'impastavi i palmi
di insoddisfazione & ombretto fucsia incarnato
e ti spingevi ad un disappunto morale
ad un disprezzo gergale tutto tuo
non amavo le penitenze & le feste
e preferivo gli sgabelli di un posto solitario
dove non dover parlare
della signora Kuperl.

III.
Una tua confessione
ed io
avevo guardato tutti registri
dei motel dove eravamo passati
e mai nessun nome riconducibile a quello
della signora Kuperl
non mi hai perdonato
i viaggi oltreoceano
sulla costa orientale
e al ritorno lo spettacolo
del gonfiore dei dubbi
aveva luogo
di che cosa hai bisogno
io non lo capisco
gridavi
e non lo voglio più capire
sono arrivata in fondo
ti ho trovato al vecchio albergo
a bere e scrivere
perché è l'unica che ti piace fare
vero
anche se sai fare dell'altro
quando mi hai scritto
tutte le scimmie possono arrampicarsi
ho creduto
perché l'avevi scritto tu
pensavo fosse certamente vero
fammi una digressione su questo.

IV.
Sanno ascoltare
sanno farti compagnia
sanno custodirti
con disinteresse
sanno cos'è un bacio
sanno come mi trucco
per assopire la tua fantasia quotidiana
hanno imparato a resistere
prima che tu inizi
a prendere in considerazione il mondo
disarmandolo
disorganizzandolo
disintegrandolo
con le tue parole.

V.
Chi sa essere una perla
per il fremito nuziale
di una promessa sposa qualsiasi
tu lo sei stata
gli abissi ghirlandati delle tue natiche
con un gusto che non posso più distinguere
traverso le finestre di casa
ti ripetevi in esercizi di fissità costante
per un tuo racconto dell'estate
completamente preso a prestito
e lo rigiravi nelle sigarette
che facevi a mano sul divano
stando contro le bestie del lago
rigenerando le tue perplessità lombari
per cui si poteva uccidere
dove si alimentavano avventure amorose
di poco conto e di breve durata
ed era come cacciare per un pasto.

VI.
Un diavolo molto lontano
dicevi
un diavolo da me molto lontano
con la mano piegata
e senza segno della croce
da molto lontano il diavolo
per prendere freddo a costole nude
e scuotere la terra tra i piedi
dandole forma di un capitello
con la mia faccia
l'ho visto
su tutti gli angoli di pietra del paese.

VII.
Il tuo fidanzamento
il tuo matrimonio
c'erano venditori di giornali
che strillavano una canzone popolare
portatori di ceste di fiori
in direzione della lavanderia
della signora Kuperl
festanti detrattori
del mio Grande Grido della costa orientale
sei stata il mio quadro vivente per un decennio
poi hai preferito una posizione permanente
ad essere rubata.









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